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LAMENTO.
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LAMENTO.
Definiz: Sost. masc. Il lamentarsi, Voce o Parola che, si manda fuori lamentandosi.
Dal lat. lamentum. –
Esempio: Dant. Purg. 7: Luogo è laggiù non tristo da martiri, Ma di tenebre solo, ove i lamenti Non suonan come guai, ma son sospiri.
Esempio: Petr. Rim. 1, 271: Il sonno è 'n bando, e del riposo è nulla: Ma sospiri e lamenti infin all'alba.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 96: Con la tua ombra acqueta i miei lamenti.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 186: E tutto 'l viso gli bagnò d'amaro Pianto,... In sì dolci atti, in sì dolci lamenti, Che potea ad ascoltar fermare i venti.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 36, 40: Così a quei prieghi, a quei brevi lamenti Il cor de la sorella di Rinaldo Subito ritornò pietoso e molle.
Esempio: Tass. Gerus. 13, 46: Lui, che solo è fievole in amore, Falsa imago deluse e van lamento.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 100: È possibile ancora che le imagini facciano talora certo strepito simile a lamento e sospiro, quando ec.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 25: Qui non voglion sentir pianti e lamenti, Che mandino più presto in sepoltura.
Esempio: Guadagn. Poes. 2. 8: Dopo un po' di pausa S'udì un cupo lamento prolungato.
Definiz: § I. E per similit. –
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 87: E la zanzara, accortasi Di sì funesto evento, Scioglie il nativo sibilo In flebile lamento.
Esempio: Mont. Poes. 2, 227: Nell'orribile dubbio odo un lamento D'afflitta belva, un ululato acuto Che uscia di mezzo alle ruine, e il sento In suon che sembra dimandarmi aiuto.
Definiz: § II. Con più grave senso, vale Grido di dolore che l'uomo manda fuori, e che suona come guaio. –
Esempio: Dant. Inf. 5: Quando giungon davanti alla ruina, Quivi le strida, il compianto e il lamento; Bestemmian quivi la virtù divina.
Esempio: E Dant. Inf. 9: Tutti gli lor coperchj (degli avelli) eran sospesi, E fuor n'uscivan sì duri lamenti. Che ben parean di miseri e d'offesi.
Esempio: E Dant. Purg. 12: Ahi! quanto son diverse quelle foci Dalle infernali; chè quivi per canti S'entra, e laggiù per lamenti feroci.
Esempio: Bocc. Teseid. 11, 46: E quinci, rotti li tristi lamenti, Muta ricadde.
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 16: Si sentiva la piazza tutta piena di pianti e lamenti.
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 13: Suonar per gli alti e spaziosi tetti S'odono gridi e feminil lamenti.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 23, 44: Non vi stèr molto ch'un lamentò amaro L'orecchie d'ogni parte lor feriva.
Esempio: Don. Music. Scen. 82: E perchè, come dice Aristotile..., chi piange suole mandare fuori la voce acuta, e chi ride, per lo contrario, grave, convenevolmente si esprimerà il riso nelle corde gravi, e i lamenti piuttosto nelle acute.
Definiz: § III. E per Lagnanza, Querela, che si muova contro alcuno. –
Esempio: Cavalc. Frutt. Ling. 9: Al giudicio finale udiranno contra a sè il duro lamento de i popoli.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 384: La compassione del suo dolore, e l'impazienza del mio, m'hanno sforzato a rompere in questo lamento.
Esempio: Tass. Gerus. 13, 64: E risonar s'udia per ogni lato Universal lamento in voci tali: Che più spera Goffredo? o che più bada? Sin che tutto il suo campo a morte vada?
Esempio: Red. Lett. 2, 438: Non si sfoghi con nessuno; perchè gli sfoghi in lamenti, in querele, in doglianze, son ec.
Esempio: Pap. L. Coment. 6, 65: Non nascondevano le loro lagrime, nè i loro lamenti contro l'ambizione dell'imperatore.
Esempio: Lambr. Elog. 68: Ma intantochè da ogni parte si menavano disperati e disdegnosi lamenti, Iddio in quella pace aborrita preparava con occulto consiglio il nuovo Regno d'Italia.
Esempio: E Lambr. Elog. 123: Tutto era disposto, quando la sospettosa polizia, che non permette i liberi omaggi perchè teme i liberi lamenti, vietò l'onoranza.
Definiz: § IV. E per Rammarico, ed altresì Cagione di lamento, e simili. –
Esempio: S. Ag. C. D. 2, 74: Niuna cosa fu di tanto miserabile lamento, quanto fu il fine della città di Sagunto.
Esempio: Capp. Pens. Educ. 301: Questa fiacchezza di volontà è universale lamento.
Definiz: § V. Lamento, è nome dato a una Sorta di poesia storica popolare, in cui per lo più e' introduceva un personaggio cospicuo, recentemente defunto o caduto in grave sventura, a raccontare, compiangendola, la propria morte o rovina; o anche una città, provincia o regione, a deplorare qualche gravissima sciagura ad essa toccata.
Definiz: § VI. Lamento è anche nome di una Composizione letteraria, e di carattere popolare, nella quale il poeta introduce qualche persona del popolo a sfogare i suoi affanni, specialmente amorosi. –
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 14: Lamento di Nardino, canattiere, strozziere e pescatore eccellentissimo.
Esempio: E Bern. Rim. burl. V. 16: O buona gente, ch'avete ascoltato Con sì divota e pura attenzïone Questo Lamento ch'io v'ho raccontato, Abbiate di Nardin compassïone, ec.
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Lament. 1: Il nostro.... poeta fissa il tempo del Lamento di questo innamorato pastore nel mese di maggio.
Definiz: § VII. Trovasi per Narrazione poetica qualsiasi di caso doloroso ed atto a muovere al pianto. –
Esempio: Don. Music. Scen. 23: Fu il primo a comporre melodie a una voce sola; avendo modulato quel compassionevole lamento del conte Ugolino, scritto da Dante, che egli medesimo cantò molto soavemente sopra un concerto di viole.
Definiz: § VIII. E per Canto lamentevole di Profeta. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 17, 80: Per quella croce onde salvati siamo, Pel tuo Iacobbe antico e per Noè, Pel lamento che fece Geremia, ec.
Esempio: Manz. Poes. 824: S'ode un carme: l'intento Isaia Proferì questo sacro lamento, In quel dì che ec.
Definiz: § IX. Lamento, si usò per Corrotto, o simile. –
Esempio: Vill. G. 584: E ciò fatto tornò in Lucca, e feciono il lamento, vestendosi tutta sua gente a nero.
Esempio: Senec. Declam. 106: E dopo molto tempo venne la novella ch'egli era morto. Il suo figliuolo fece grande lamento.
Definiz: § X. Dire i suoi lamenti ad alcuno, vale Confidargli i proprj affanni, Sfogarsi con lui in segreto, o simile. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 15: E Catelina pregava la Reina teneramente che gli dovesse dire il suo lamento.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 198: Almena di Grecia, angosciosa per le molte sollecitudini, avea Iolen, alla quale potea dire gli suoi lamenti, ec.
Definiz: § XI. Fare lamento, vale Lamentarsi; anche figuratam. –
Esempio: Fr. Iac. Tod. 81: Piangon le religioni, E fanno gran lamento. Dant. Inf. 13: Ale hanno late, e colli, e visi umani;... Fanno lamenti in su gli alberi strani.
Esempio: Ar. Orl. fur. 4, 15: Nè per lacrime, gemiti o lamenti Che facesse Brunel, lo volse sciorre.
Esempio: Salvin. Odiss. 102: Meschin, non più a me qui far lamenti.
Definiz: § XII. Fare lamento di checchessia, vale Querelarsene, Richiamarsene, o simile. –
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 77: Avea ordinato (Lentulo) che.... L. Bestia tribuno dovesse fare lamento e richiamo delle opere di Cicerone.
Esempio: E Fr. Bart. Sallust. 99: Io ho fatte molte parole nel senato; spessamente della lussuria e della avarizia de' nostri cittadini io ho fatti lamenti; per la qual ragione molti mi son contrarj.
Definiz: § XIII. Porre lamento di chicchessia, o di checchessia, dinanzi ad alcuno, si usò per Lamentarsene, Querelarsene, o simile. –
Esempio: S. Ag. Solil. 63: Innanzi a' piedi della tua maestade pongo querimonia e lamento del nimico mio, giudice eterno, acciocchè lui condanni, ec.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 370: Puose richiamo e lamento dinanzi a sant'Isidero, prete e rettore di quell'ermo, come un suo libro gli era istato tolto.