Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
LAVEGGIO.
Apri Voce completa

pag.152


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
LAVEGGIO.
Definiz: Sost. masc. Vaso da cucina, di pietra lavorata al tornio, di rame o di ferro, che serve a bollirvi l'acqua e cuocervi le vivande; Pentola, Pignatta, Paiuolo; ma in questo senso è solo usato in alcune provincie. –
Esempio: Span. Cur. Occh. volg. Z. 54: Togli la metade di sevo di montone, e mescolavi ariento, e incorpora, e metti nel lavaggio con vino bianco, e lascia bollire.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 306: Credendo abbracciare e baciare loro, ed e' baciava ed abbracciava le pentole e' laveggi e l'altre vasella della cucina, e non se ne avvedea.
Esempio: Bibb. N. 3, 18: Avea uno uncino di ferro con tre denti in mano. E mettealo nello laveggio, o paiolo, o pentola.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 237: E cacciato nella pentola il detto uncino,... e traendolo (un ventre) fuori del laveggio, il mise nella bisaccia.
Esempio: Burch. Son. 2, 60: Qual è la carne che, cocendo, fa Il savore ella stessa ne i laveggi?
Esempio: Biring. Pirotecn. 74: Perchè di tale sorte ei voglion (il rame con lega) quelli che fanno le figure, che non el vogliono quelli che fan l'artigliarie, nè anco quelli che fan le campane, mortari, laveggi, e simili altri lavori di gitto.
Definiz: § I. Vale anche Piccolo vaso di terra cotta, fatto quasi a guisa di pentola, ma con piede rotondo e con manico arcuato, da mettervi entro brace; e serve per riscaldarsi: comunemente Veggio, Scaldino. –
Esempio: Crusc. Vocab. I: Laveggio chiamiamo noi un vasetto di terra cotta, fatto quasi a guisa di pentola, ma col manico come le mezzine, nel quale si mette fuoco, che serve per riscaldarsi.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 2, 10: Ventagli e laveggi Fare un festone; crivelli per aria Ventilar gemme.
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 515: Una fante in atto di.... nettare o lavar l'insalata, o col fuoco nel laveggio scaldarsi le mani.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 8, 82: Se tu se' atta a nulla, presto il veggio; O in avvenire in cucina ti tegno A covar la cinigia del laveggio, Come Marcolfa buona da covelle, E fo rigovernarti le scodelle.
Esempio: Magal. Operett. var. 382: I buccheri d'India in India non contano per gran cosa più de' laveggi a Firenze e de' mariti a Roma.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 409: Laveggi. Vasi di terra da mano, per iscaldarsi. Dal grec. e dal lat. λέβητες, lebetes, Terra lebetia, terra da laveggi.
Esempio: Fag. Comm. 6, 5: Anselmo, in vesta da camera e in pianelle, a sedere ad un tavolino col laveggio.
Definiz: § II. Si usò per Vaso di rame da mescervi acqua per lavarsi le mani, e che gli antichi usavano specialmente nei conviti; Lebete. –
Esempio: Virg. Eneid. 35: Poi donò (Enea) a Gias due laveggi e due coppe d'argento scolpite di certe figure.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 65: Gli vini davano loro animi; ma i vaselli del vino, e' debili barili, e' piegati laveggi, gittati volano: cose da qui adietro acconcie a' conviti, ora acconcie alla battaglia e alle morti (il lat. ha: curvi lebetes).