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1) Dizion. 3° Ed. .
BONTÀ, BONTADE, e BONTATE
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BONTÀ, BONTADE, e BONTATE .
Definiz: Il buono, e la buona qualità, che si ritrova in qualunque cosa. Lat. bonitas.
Esempio: Boc. Nov. 15. 9. E per la sua bontà, e piacevolezza, vi fu, ed è ancora, ec. amato assai.
Esempio: Nov. Ant. 20. 1. E la gente, ch'avea bontade, veniva a lui da tutte parti.
Esempio: Dan. Inf. 11. Ma la bontà infinita ha sì gran braccia, Che, ec. [cioè Iddio]
Esempio: E Dan. Inf. Cant. 8. Bontà non è, che sua memoria fregi [cioè virtù]
Esempio: Tes. Br. La bontà dell'acqua puo' tu conoscere, cioè, ch'ella non esca di palude, o di malo stagno.
Esempio: Nov. Ant. 6. 8. Lo avranno tanto lusingato, o minacciato, che l'avrà detto loro, e altro non potrebbe essere, che eglino, per lor bontà, giammai non l'avrebbon potuto sapere (cioè per loro senno, o scienza)
Esempio: Cron. Vell.Adatto ad ogni cosa fare, salvo carte, o mercatanzía, perocchè a quello non fu posto: bontà del padre [cioè cagione, o trascuraggine]
Definiz: §. Per Bontà, per Cagione.
Esempio: Cr. Vell. Era molto ricco, per bontà della madre del detto Piero.