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CAVOLO.
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CAVOLO.
Definiz: Sost. masc. Pianta erbacea di varie specie, che si coltiva negli orti e ne' campi per alimento dell'uomo, e di cui si mangiano cotte le foglie o il fiore, secondo la qualità di essa. È la brassica oleracea de' Naturalisti.
Dal lat. caulis. –
Esempio: Nov. ant. B. 97: Una mattina passava la detta fante con uno paniere in capo, pieno di cavoli.
Esempio: Vill. M. 5, 217: Cavoli, lattughe, bietole, lappoloni, e ogni erba da camangiare, la mattina si trovarono tutte colle costole e' nerbolini tutti bianchi.
Esempio: Bocc. Amet. 46: Ma il suolo era ripieno di fronzuti cavoli e di cestute lattughe.
Esempio: Stef. March. Istor. 9, 27: La madre e moglie [di Michele di Lando] facevano bottega di cavoli e d'erbe, e dentro di stoviglie di terra.
Esempio: Alam. L. Colt. 5, 795: Come sia di sei frondi in giro cinto, Al cavol tenerel di fimo e d'alga S'avvolga il piede ec.
Esempio: Dav. Colt. 489: È grande errore por nella vigna frutti nè piante di sorte alcuna, massimamente cavoli ec.
Esempio: Bart. D. Ghiacc. 6: Ond'è, che una gocciola di rugiada, o di qualunque altr'acqua in su' cavoli, e altre erbe eziandio acquaiuole, non vuole spargersi e dilatarsi.
Esempio: Lastr. Agric. 2, 58: In questo mese si seminano.... i cavoli di più e diverse qualità.
Definiz: § I. Secondo poi l'aggiunto dato alla voce Cavolo, se ne determinano le varie specie; come Cavolo bianco, Quello le cui foglie biancastre avviluppandosi e soprammettendosi, vengono a formare una grossa palla; Cavolo broccoluto, che anche dicesi Cavolo romano, Quello che fa grosso cesto, con foglie lunghe e larghe; Cavolo crespo, Quello che si coltiva ne' giardini per ornamento, avendo le foglie bianche circondate d'una specie di frangia verde, e se le ha rosse dicesi cavolo brizzolato; Cavolo nero, Quello che ha foglie ordinariamente crespute e di color verde molto cupo; Cavolo paonazzo, Quello i cui fiori di color paonazzo crescono a modo di pannocchia; Cavolo salvatico, Quello che ha foglie grandi e lisce, e che si coltiva per pastura de' bovi; Cavolo verzotto, Quello le cui foglie, d'un verde piuttosto cupo, si raccolgono in forma di palla: e varie altre specie. –
Esempio: Benciv. Aldobr.: Lo cavolo salvatico è caldo nel primo grado, e secco nel secondo.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 307: Sono ancora certi cavoli, che hanno le foglie grandi, sottili, e alquanto crespe per tutto, i quali s'appellano cavoli romani.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 393: Un'altra [donna], tolto Dal semplice orticel novo ornamento, Del cavol crespo ecco la foglia imita.
Esempio: Lastr. Agric. 2, 58: In tempo che non sia ghiaccio si pongono i cavoli bianchi da estate, detti di Calabria.
Esempio: E Lastr. Agric. 2, 63: Si fanno le semente.... di cavoli neri, di paonazzi, e di tutte le sorti ec.; e quelli posti d'aprile, si trapiantano pel verno.
Esempio: E Lastr. Agric. 4, 121: Nè gli danno altro a bere che acqua di cavol rosso, invece del quale noi possiamo adoprare il cavolo broccolo pavonazzo.
Definiz: § II. Cavolo cappuccio. –
V. Cappuccio.
Definiz: § III. Cavol fiore. –
V. Cavolfiore.
Definiz: § IV. Cavolo rapa. –
V. Cavolorapa.
Definiz: § V. Cavolo, figuratam. e familiarmente dicesi di Persona goffa e da poco. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 86: Or colui regge a suo voler le scene, E noi per tanti cavoli ci tiene.
Definiz: § VI. Cavolo riscaldato, dicesi in modo basso di Cosa o di Persona della quale si torni a discorrere fuori di proposito, dopo che ne sia stato parlato abbastanza. –
Esempio: Lam. Dial. 53: Finiamola un poco con queste digressioni una volta, e guardate, o maestro Ilarione, che a pag. 134 ritorna in iscena il cavolo riscaldato, dico Giuseppe Averani.
Definiz: § VII. Per estensione, dicesi anche di Amori, Amicizie, o simili, rotte e poi riprese, che perciò non hanno, o si credono non avere, il fervore di prima.
Definiz: § VIII. Dì di cavoli, trovasi usato per Giorno di magro. –
Esempio: Franc. Son. 69: E 'l pollo mi volava in sulla spalla. Tirale il collo; ed era in dì di cavoli.
Definiz: § IX. Andare a ingrassare i cavoli; maniera bassa e da scherzo, che vale Morire. –
Esempio: Not. Malm. 2, 705: Tirar l'aiuolo, Andare a ingrassare i cavoli, Andare a terra cavolini; sono espressioni buffonesche e scorrette della plebe, per levarsi l'idea spaventosa della morte.
Definiz: § X. Avere d'una cosa più che cavoli a Legnaia, o Essercene, più che cavoli a Legnaia, vale proverbialmente Averne in gran copia, Essercene gran quantità. –
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 435: Il ciel vi dia benedizioni a staia Più che non sono i cavoli a Legnaia.
Definiz: § XI. Entrarci come il cavolo a merenda, Averci che fare come il cavolo a merenda, Starci, e simili, come il cavolo a merenda, dicesi proverbialm., e in modo familiare, quando una cosa, che da altri si dica o si faccia, non ha propria attinenza con quella di che si tratta. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 8: Le mie scarta, e le sue cose ficca, Che c'entran come il cavolo a merenda.
Definiz: § XII. Mangiare il cavolo a merenda, trovasi, in modo basso e scherzevole, per Far cosa non conveniente o fuor di proposito, o in luogo e tempo non opportuni. –
Esempio: Panciat. Scritt. var. 135: Non vo' mangiare il cavolo a merenda.
Definiz: § XIII. Mangiare il cavolo co' ciechi, vale proverbialm., Aver che fare con persona poco avveduta. –
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 280: Questi pertanto, come color che saviamente si danno ad intendere di non aver a mangiare il cavol co' ciechi, non profferiscon mai parola.
Esempio: Bertin. A. F. Fals. scop. 24: Signor dottore, che vi pensavate voi, allorchè vi metteste a schiccherar la vostr'opera, d'aver forse a mangiar il cavol co' ciechi?
Esempio: Bracc. R. Dial. 31: Che credevate forse d'avere a mangiare il cavolo co' ciechi?
Esempio: Fag. Comm. 4, 413: Meco non s'ha a mangiar il cavol co' ciechi: i mucini hanno aperto gli occhi.
Esempio: Nell. Iac. Vecch. 2, 26: Si credeva d'avere a mangiare il cavolo co' ciechi, lui.
Definiz: § XIV. Mettere il cavolo, si disse scherzosamente nel senso stesso di Mettere a piuolo o Porre a piuolo, cioè Farsi aspettare da uno più del convenevole e con qualche suo disagio. –
Esempio: Franc. Son. 41: Sono iti pel vino Gli angeli tuoi, ed hanno messo il cavolo.
Definiz: § XV. Portar cavoli, o il cavolo, a Legnaia; vale proverbialm. Portar cosa in luogo dove n'è grande abbondanza; e figuratam., Dare aiuti, avvertimenti, consigli, notizie e simili a chi sarebbe in caso di darne a noi: tolta la locuzione dal nome d'un luogo presso a Firenze dove il cavolo ed altri erbaggi si coltivano in gran copia. –
Esempio: Fag. Rim. 2, 120: Si dice: Porta a Atene le civette; Che noi diremmo, i cavoli a Legnaia.
Definiz: § XVI. Salvare la capra e i cavoli. –
V. Capra.
Definiz: § XVII. Stimare quanto il cavolo a merenda, riferito a persona o a cosa, vale in modo basso, Averla in poca o nessuna stima, Non farne alcun conto. –
Esempio: Not. Malm. 1, 423: Si dice anche pel contrario: Lo stimo quanto il cavolo a merenda.
Esempio: Fag. Rim. 2, 184: Impresa sì difficile e stupenda, Che il dare ad un esercito ordinanza, Lo stiman come il cavolo a merenda.
Esempio: E Fag. Rim. 3, 157: Ma per questo Lo stimo quant'il cavolo a merenda.
Definiz: § XVIII. Cavol riscaldato non fu mai buono; proverbio che vale: Un'amicizia rotta, e poi riconciliata, non ritorna col primiero fervore.
Definiz: § XIX. E pure in proverbj di chiaro significato, diciamo: Cavolo riscaldato e fante ritornato, non fu mai buono: Prete spretato, o Frate sfratato, e cavolo riscaldato, non fu mai buono. –
Esempio: Adim. A. Pind. 431: Al quale [proverbio] è simile il nostro, Cavol riscaldato e fante ritornato.