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1) Dizion. 5° Ed. .
CONTEGNO.
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CONTEGNO.
Definiz: Sost. masc. Atteggiamento, Portamento, proprio della persona, nell'andare, nello stare, o nel far checchessia.
Dal verbo contenere, quasi Modo di contenersi. –
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. 1, 11: Tanto era grande e di nobil contegno, Ch'io diceva fra me: Ben fu costei, E pare ancor, da posseder bel regno.
Esempio: Car. Eneid. 1, 815: Quand'ecco la regina, accompagnata Da real corte, con real contegno, Entro al tempio bellissima comparve.
Esempio: Alf. Trag. 5, 115: Inesplicabil cosa, Certo, è il contegno, in ch'ella a me si mostra.
Definiz: § I. Per similit. e poeticam., detto di animale. –
Esempio: Dant. Inf. 17: E com'io riguardando tra lor vegno, In una borsa gialla vidi azzurro, Che di lione avea faccia e contegno.
Definiz: § II. Per Modo di essere, Condizione, Qualità particolare, e anche Atto; riferito a persona, così in senso morale come fisico: ma trovasi anche detto di cosa materiale. –
Esempio: Dant. Inf. 22: Pure alla pegola era la mia intesa, Per veder della bolgia ogni contegno, E della gente ch'entro v'era incesa.
Esempio: Cin. Rim. 56: Per la vista gentil, chiara e vezzosa, Venni fedel soggetto, Ed aggradiami ciascun suo contegno, Gloriandomi servir sì gentil cosa.
Esempio: Rim. Ant. P. Ubert. Faz. 3, 248: Ed io lasso, lontano Da quella, che parrebbe un sol tra loro, Lei rimembrando, tale allor divegno, Che pianger fo qual vede il mio contegno.
Esempio: Bocc. Rim. 10: Mi parve veder, guardando in esso [Sole], Siccom'aquila face, intento e fiso, La fiamma mia, e d'essa assai intero Ogni contegno, e conoscer d'appresso Li capei d'oro e crespi, ed il bel viso.
Definiz: § III. Usasi comunemente per Modo di comportarsi, di procedere, di regolarsi, nelle proprie azioni, o in qualche particolar congiuntura; e trovasi anche per Norma, Regola. –
Esempio: Red. Lett. 1, 217: Mi favorisca Vostra Signoria illustrissima di un verso di risposta per mio contegno.
Esempio: Paolett. Oper. agr. 1, 386: Sarebbe per avventura passabile questo contegno, se si vedesse che le arti ne restassero in qualche maniera effettivamente sollevate.
Definiz: § IV. In contegno, usato avverbialmente, vale In modo contegnoso, In o Con atteggiamento, portamento, sostenuto ed altero, Con affettata e fastosa gravità. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 34: Guatatala un poco in cagnesco, per amorevolezza la rimorchiava; ed ella cotal salvatichetta, facendo vista di non avvedersene, andava pure oltre in contegno.
Esempio: Bern. Orl. 27, 9: Così dipoi che fur stati in contegno In su le cerimonie questi dui, Il Conte, al qual pareva aver più sdegno, Verso Rinaldo fece gli atti sui.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 317: Nuovo piacere.... Veder.... 'l mastro lor (delle capre), con aspre note, al basso, Sfogare el cor colla suo' roza rima,... E la suo' vaga, che ha 'l cor di ferro, Star co' porci, in contegno, sott'un cierro.
Definiz: § V. Conservare il contegno, vale Mantenere la gravità e dignità del portamento, e insieme la padronanza degli affetti: e in modo opposto, Perdere il contegno, vale Lasciarsi andare ad atti contrarj a gravità e dignità, ad atti sconvenevoli. –
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 21: Ed era accesa Tanto la lite, e sì bollia lo sdegno, Ch'eran sul punto entrambi Di perdere il contegno (qui per similit.).
Esempio: Giacomell. Carit. 235: Udite parole a lui più terribili d'un fulmine, che Cherea conduceva in Siracusa Callirroe, conservò nulla di meno il suo contegno.
Definiz: § VI. Recarsi in contegno, trovasi figuratam. per Montare in superbia. –
Esempio: Car. Apol. 200: Che non vi recaste però in contegno, che vi sia scritto da tanti, per rispondere a le vostre fanfaluche.
Definiz: § VII. Stare in contegno, vale Tenere o Mostrare nel portamento gravità, per lo più affettata, alterezza, fasto, e simili. –
Esempio: Grazz. Pros. 191: Guardando tuttavia la Pippa, che stava in contegno, e sogghignava.
Esempio: Buonarr. Tanc. 4, 6: Poi stia vent'anni in sul vestir da sposa, Perchè la spesa duri sempremai: Che stia in contegno, stucchevol, leziosa.