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CIANCIA.
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CIANCIA.
Definiz: Sost. femm. usato più spesso al plurale. Parole, Discorsi o Cose vane, e senza sostanza.
Voce formata per onomatopea; se pure non deriva dalla voce latina cantio, cantionis, la quale per giuoco fu trasformata dal Boccaccio in Ciancione. –
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 168: Tra' secolari le vanitadi e le ciance sono vane, ma nella bocca del sacerdote sono bestemmie.
Esempio: Dant. Parad. 29: Non disse Cristo al suo primo convento: Andate e predicate al mondo ciance; Ma diede lor verace fondamento.
Esempio: Petr. Rim. 2, 160: Poco dinanzi a lei vedi Sansone, Via più forte che saggio, che per ciance In grembo alla nemica il capo pone.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 6: Dicono ch'io farei più saviamente a starmi colle Muse in Parnaso, che con queste ciance mescolarmi tra voi.
Esempio: Vinc. Tratt. Pitt. 52: Dico questo potersi mal fare [essere intento alle speculazioni in compagnia d'altri], perchè non potersi fare, che spesso non prestassi orecchio alle loro ciance.
Esempio: Ar. Comm. 2, 13: Mi viene tutto 'l dì a ritrovare or l'uno or l'altro, e chi dice voler comprar questa e chi quella; e quando semo al pagamento, mi vorrebbono di scritte pagare, di promesse e di ciance satisfare.
Esempio: E Ar. Comm. 2, 130: Non vo' che più le ciance mi avviluppino Di Volpino.
Esempio: Tass. Lett. 2, 589: Egli forse non ha disprezzate quelle mie ciance.
Esempio: Mont. Poes. 1, 245: E le minacce una sonora ciancia, Un lieve insulto di villana auretta D'abbronzato guerriero in su la guancia.
Definiz: § I. Trovasi per Bagattella, Gingillo, Cosa di poco o nessun pregio. –
Esempio: Bocc. Decam. 8, 72: Facendosi tal volta dare.... quando un pettine d'avorio, e quando una borsa, e quando un coltellino, e cotali ciance.
Definiz: § II. Per Fola, Nonnulla. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 24: Or quivi i baci e il giunger mano a mano Di matre e di fratelli estimo ciancia Verso gli avuti con Ruggier complessi.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 25, 49: E piacquer molto all'appetito mio I suoi begli occhi e la polita guancia. Ma non lasciai fermarvisi il disio, Chè l'amar senza speme è sogno e ciancia.
Esempio: Bern. Orl. 9, 28: Quanti colpi gli dà, sono una ciancia.
Definiz: § III. Per ciancia, posto avverbialm., vale Per ischerzo, Per giuoco. –
Esempio: Vett. Colt. 2: Non doverrà ancora parer materia umile il porsi di cuore, non per giuoco e per ciancia, a celebrare l'ulivo, pianta sì nobile.
Definiz: § IV. Dar ciance, vale Dar parole vane, Far promesse senza venire a conclusione alcuna. –
Esempio: Ar. Comm. 2, 130: Le voglio questo dubbio Tôr del capo ogni modo; chè s'immagina Ch'io le dia ciance.
Definiz: § V. Esser per le ciance, trovasi per Andar cianciando. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 4, 61: Disse Ulivier: tu se' pur per le ciance, E qua sa d'altro già che melarance.
Definiz: § VI. Prendere a ciancia una cosa, ed anche Avere, a ciancia una cosa, vale Prenderla in ischerzo, in giuoco, in burla, Prenderla per cosa da nulla. –
Esempio: Dant. Parad. 5: Non prendano i mortali il voto a ciancia.
Esempio: Pucc. A. Centil. 6, 8: E papa Ghirigor non l'ebbe a ciancia.
Definiz: § VII. Tenere a ciancia, o per una ciancia, alcuna cosa, ed anche Tenerla una ciancia, vale Averla per una favola, Non crederla vera. –
Esempio: Giambull. P. F. Ciriff. Calv. 3, 203: Io ho veduto a Calvaneo far cose Col brando e similmente con la lancia, E a te, padre, sì meravigliose, Che chi le udisse le terrebbe a ciancia.
Esempio: Bern. Orl. 51, 28: Il mondo e 'l cielo e Dio tiene una ciancia.
Definiz: § VIII. E Tenere a ciancia una cosa, vale Tenerla a vile, Disprezzarla, Non farne alcun conto. –
Esempio: Pucc. A. Centil. 2, 37: Scomunicollo, ed egli il tenne a ciancia.
Esempio: E Pucc. A. Centil. 26, 67: Aveva d'una lancia Nel viso ricevuta una fedita Alla sconfitta, e tenevala a ciancia.
Definiz: § IX. Tenere in ciance, ed anche a ciancia, qualcuno, vale Tenerlo a bada con parole o promesse vane. –
Esempio: Barber. Regg. Donn. 234: Di tutti sembri a lei tanto fedele, Che poco ti vogliam tenere in ciance.
Esempio: Ar. Orl. fur. 41, 49: E fece voto di core e di fede D'esser cristian,.... Nè Bradamante più terrebbe a ciancia.
Esempio: E Ar. Comm. 2, 10: Vogliono la baia, e ci tengono in ciance.
Definiz: § X. Uscire in ciancia o Riuscire in ciancia, detto di cosa, vale Riuscire a cosa vana, Riuscire a vuoto. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 11, 4: Con questo fe gl'incanti uscire in ciancia Di Malagigi al petron di Merlino.