Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 3° Ed. .
ZACCHERA
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ZACCHERA .
Definiz: Quel piccolo schizzo di fango, che altri si getta, in andando, su per le gambe, al quale diciamo anche Pillacchera. Lat. lutum. Si è fatto questo vocabolo, generico di tutte le cose di poco pregio. Lat. reculae, tricae, opinae.
Esempio: Cron. Mor. Ora ci è molte zacchere, ma in sustanza terrai a mente questo (Qui figurat.)
Esempio: Cr. Vell. Venne in Firenze, e lasciommi una zacchera di parecchi fiorini, poi n'andò in Verona al soldo.
Esempio: Morg. E si faceva tante chiarentane, Che ciò ch'io dico è di sopra una zacchera (cioè non è niente)
Esempio: E Morg. altrove. Con pepe melarance, e altre zacchere.
Definiz: §. Zacchera: L'usiamo anche in vece d'un Niente, come il Latino hilum.
Esempio: Morg. Quel ch'io ho fatto mi pare una zacchera.
Definiz: §. Zacchera, e pillacchera: si dice anche a quel po' di sterco, o altra sporcizia, attaccata in sulla lana delle capre, o delle pecore, dalla parte di dietro, e 'l levarla loro si dice spillaccherare.
Esempio: Cant. Carn. Ma le lane da noi scosse, e battute, Spillaccheriam da parte.
Definiz: §. Pillacchera: diciamo anche a Huomo avarissimo. Lat. avarus, sordidus.
Definiz: §. Impillaccherare: Empier di pillacchere.