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Dizion. 4° Ed. .
ASSO
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ASSO.
Definiz: | Ne' dadi, e nelle carte è nome d'un solo segno. Lat. unio, canis. Gr.
μονάς. |
Esempio: | Pataff. 8. E quando io voglio un asso, e e' vien duino. |
Esempio: | Com. Purg. 6. E dice fra se stesso: quaderno, e asso venne con zara, innanzi che
quattro, due, e asso. |
Esempio: | E Com. Purg. appresso: In tre dadi si è tre lo minor numero,
che vi sia, e non può venir se non in un modo, cioè, quando ciascun dado viene in asso. |
Esempio: | Arrigh. Io sono attuffato nel mare, io getto dadi in asso. |
Esempio: | Buon. Fier. 4. 2. 7. Sicchè fermo il guardo N'un bel Re di danari, eccotel tosto
Un asso diventar d'ordine diverso, Come dir di mattoni. |
Definiz: | §. I. Diciamo in proverb. Aver l'asso nel ventriglio: Morirsi di voglia di giucare. |
Esempio: | Buon. Fier. 1. 2. 6. Chi nasce, ch'abbia l'asso nel ventriglio, Come s'usa di
dir de' giucatori, Facciane gran romori Un padre, e ne percuota, E ne 'mprigioni, e ne diredi il figlio.
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Definiz: | §. II. Quando vogliamo significar cosa senza mezzo, diciamo, Asso, o sei. Lat.
ter sex, aut tres uniones. Gr. τρὶς
ἓξ, τρεῖς οἴνας. v.
Flos 113. |
Definiz: | §. III. Dicesi, quando si vuol mostrare una gran tristizia, e astuzia in uno: Più cattivo, che i tre
assi; essendo i tre assi, il più tristo punto de' dadi. Lat. vulpis
reliquiae. Gr. ἀποτράγημα
ἀλώπεκος. |
Esempio: | Franc. Sacch. nov. 54. Ed ella disse; che pruova nella malora? che siete più
tristi, che il tre asso. |
Esempio: | Malm. 6. 80. S'è fatto ognun di voi sì bravo, e dotto, Ch'in oggi è più cattivo
di tre assi. |
Definiz: | §. IV. Lasciare in asso, vale Lasciare in abbandono, Lasciar solo. |
Esempio: | Salv. Granch. 2. 2. Se voi Gridate, Vanni, io vi pianterò quì, E lascerovvi in
asso. |
Esempio: | Cecch. esalt. cr. 4. 13. Il riparo è, che io mi vadia con Dio, E lasci il
vecchio, e loro, e tutti quanti In asso, e in malora. |
Definiz: | §. V. Questa maniera di dire, rimasa oggi comunemente al Popolo nell'uso frequentissima, forse è l'istessa, od
almeno trae origine dall'altra: Lasciare in Nasso, che vale l'istesso; presa dalla favola d'Arianna
abbandonata in Nasso da Teseo. |
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