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FISCHIARE e volgarmente anche FISTIARE.
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FISCHIARE e volgarmente anche FISTIARE.
Definiz: Neutr. Mandar fuori un suono acuto e più, o meno simile a quei suoni che son proprj di alcuni uccelli; e si fa o naturalmente con la bocca, mediante varj atteggiamenti di labbra o di lingua, o soffiando in qualche piccolo strumento o arnese da ciò.
Probabilmente da fistulare o fistulari, che nel lat. barbaro prese anche tal significato; e fiscla pur nel lat. barbaro si disse per fistula. –
Esempio: Machiav. Rim. 390: Una voce udimmo che fischiava, Col rumor d'una porta che si aperse, Di cui l'uno e l'altr'uscio cigolava.
Esempio: E Machiav. Rim. 391: La mia donna, perch'io non temessi, Avea nell'entrar quivi il lume spento. E questo fu cagion, ch'io non vedessi Donde si fosse quel fischiar venuto, O chi aperto nell'entrar ci avessi. (In ambedue questi esempj forse è per similit.; non apparendo chiaro, se si tratti d'uomo o di qualche mostruoso animale).
Esempio: Firenz. Pros. 2, 158: E fischiando una sol volta così pian piano, aspetterai che questa mia balia,... aprendoti l'uscio, ti meni al buio in camera mia.
Esempio: E Firenz. Pros. 2, 176: Dopo battè, com'era usato, e fischiando fa chiaro ch'egli è venuto.
Esempio: Salvin. Teocr. 36: Ferisce colle mele Clearista Il capraro che passa colle capre, E dolcemente mormorando fischia.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 311: Adagio, adagio, fischiando in semitono, arriva alla porta.
Definiz: § I. E per Dare un qualche segno o cenno fischiando. –
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 683: Lo gomito (il comito) fischia perchè restino li marinaj la voga.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 143: I naviganti a dimostrare effetto Vanno de l'arte in che lodati sono: Chi discorre fischiando col fraschetto, E quanto han gli altri a far, mostra col suono; Chi ec.
Esempio: Ross. B. Appar. Med. 59: Stava colui che comandava il navilio nel mezzo d'esso, appoggiato all'albero, con un suo fischio, appiccato con una corda di seta al collo, e fischiando ammaestrava la ciurma.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 28: Debbo.... Correr sul palco per gettar la rena, E fischiar perchè mutino la scena.
Definiz: § II. E per Dare co' fischj, insieme con grida e strepito, segno di disapprovazione e di scherno: specialmente in luoghi pubblici, e in particolare ne' teatri. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 23: Qui si batte lo mani, e qui si fischia.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. appr.: Non si deve fischiar nè far rumori, Se le rappresentanze non appagano.
Definiz: § III. Usasi per Imitare, mediante un istrumento chiamato Fischio, il canto degli uccelli, a fine di allettarli e farli calare. E spesso costruiscesi, mediante la prep. A, con un termine denotante l'uccello che si vuole allettare; come Fischiare ai tordi, ai pettirossi, alle lodole, ec. –
Esempio: Crusc. Vocab. I.: Quagliere. Strumento col qual si fischia imitando il canto della quaglia, per allettarla e prenderla.
Esempio: Olin. Uccell. 63: Nel mezzo v'è la cappanna con la bertesca sopra, dove l'uccellatore sta a veder il passar de gli uccelli, e fischia.
Definiz: § IV. Pure in costrutto con la prep. A, reggente un termine denotante persona o qualche animale domestico, e più specialmente il cane, vale Chiamare, o Richiamare, od anche Far cenno, fischiando. –
Esempio: Pataff. 9: Fischiandomi oltre mona Tessa disse; Che Berto bea, egli è pur di ragione.
Definiz: § V. E pure per Mandar fuori un suono più, o meno acuto, dicesi di certi uccelli; ed anche di altri animali, e più propriamente del serpente. –
Esempio: Cavalc. Dial. S. Greg. 145: Pareva che ruggisse come leone, e belasse come pecora, e raghiasse come asino, e stridesse come porco, e fistiasse come serpente, e come topo.
Esempio: E Cavalc. Dial. S. Greg. 176: L'antico Nemico, ch'era in quello serpente,... mostrò una grande furia in quello serpente. E con uno grande fistiare si gittò giù per quel monte in grande precipizio.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 5: Molte e molte latrar voraci Scille, E fischiar Idre e sibilar Pitoni.
Esempio: E Tass. Gerus. 13, 21: Come rugge il leon, fischia il serpente, Come urla il lupo, e come l'orso freme, V'odi.
Definiz: § VI. Pure per similit., detto di freccia, saetta, palla d'archibuso, od altra arme lanciata, od anche vibrata, come spada o simili, e che fenda l'aria con grande violenza. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 23, 21: Spinardo.... Diserra un dardo con molto furore, E tralle gambe passa di Rinaldo, E fischia come serpe quando è in caldo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 24, 105: Il cavallo del Tartaro, ch'aborre La spada che fischiando cala d'alto, ec.
Esempio: Bern. Orl. 2, 4: E par che il ciel paventi, e a terra vada Solo al fischiar dell'una e l'altra spada.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 43: Sente fischiare il ferro, e tra le vene Già gli sembra d'averlo e in mezzo al petto.
Esempio: Segner. Guerr. Fiandr. volg. 253: Ed egli, fornito dell'istesse armi e d'ugual valore, arrivò intrepidamente, e felicemente l'altro, in mezzo alle palle che gli fischiavano d'ogni lato.
Esempio: Manfred. Rim. 59: E fischiar odo la tempesta atroce De' feri colpi.
Esempio: Mont. Poes. 2, 172: E dall'arco fischiar fa l'ali Dell'ultrice saetta.
Esempio: Manz. Poes. 91: Udiron le frecce fischiando volar.
Definiz: § VII. E detto dell'aria rotta violentemente, o di vento, bufera, fulmine; ovvero di alberi, bosco, vele, od altro, agitati da tempesta. –
Esempio: Firenz. Pros. 1, 136: Così stridevan le funi, e fistiavan le vele, e i tuoni e le saette facevano un fracasso sì grande, che ec.
Esempio: Varch. Ercol. 52: Se avesse sentito o cantare uccelli, o belare pecore, o ragghiare asini, e, non che altro, fischiare i venti.
Esempio: Tass. Gerus. 13, 23: Ben ha tre volte e più d'aspro diamante Ricinto il cor chi intrepido la guata (la selva): Nè senso v'ha colui ch'udir s'arrischia Come tonando insieme rugge e fischia.
Esempio: Red. Ditir. 14: Quale alla stagion del gielo Il più freddo Aquilon fischia pel cielo.
Esempio: Salvin. Odiss. 375: Come allor quando il mar vasto s'annera, E a rimirar con onda sorda stassi De' venti, ch'alto fischian, le carriere.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 4, 83: Quand'ecco l'aria che di nuovo fischia, E cadono le reti sui guerrieri.
Esempio: Pindem. Poes. 5: E tra le vie della cornice infranta L'arbusto fischia e tremola la spica.
Esempio: E Pindem. Poes. 250: E il mattutino Vento, che fischia tra l'ortica e il cardo, ec.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 20: Ecco si oscura il ciel, fremono i venti, Mormora il tuono e fischia la saetta.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 128: Quando fischia ben ben la tramontana.
Definiz: § VIII. E altresì di aria compressa, che nell'uscir fuori rumoreggia acutamente. E dicesi pure di macchine o congegni, come delle macchine a vapore. –
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 135: S'accorsero d'un certo insensibil bollore, che di quando in quando appariva dintorno alla vite del mezzo, indizio manifesto che l'acqua (tanta era la forza della rarefazione) trapelava per le spire di essa. Incerate per tanto le suddette spire, si tornò a riempier la palla, e posta di nuovo nel ghiaccio, ancorchè spessissime volte se ne cavasse, non si vedeva più quel bollimento, nè s'udiva fischiare come l'altra volta avea fatto.
Definiz: § IX. Dicesi familiarmente e con un certo motteggio, di chi nel parlare, o per difetto di pronunzia, o per mancanza di qualche dente davanti, produca suono simile a fischio.
Definiz: § X. Pur familiarm. e per ischerzo, vale Essere in gran miseria, dimostrandola per lo più coi logori vestimenti; che con maggiore efficacia dicesi Fischiare come un biacco.
Definiz: § XI. E Fischiare dicesi anche di vestito, cappello, o altro oggetto di vestiario, per Esser molto logoro e da non poter più servire.
Definiz: § XII. Att. Disapprovare con fischi ed altri rumorosi segni di biasimo e di dileggio: ed usasi anche figuratam. –
Esempio: Cesar. Vit. Crist. 2, 433: Chi crederà queste cose, perchè altri le dica e ricanti? il mondo ne fischia e ne crede parabolani.
Esempio: Giord. Op. 2, 279: Passando per diverse vie le più frequentate dal minuto popolo, fu da oziosi giovanacci fischiato.
Esempio: Giust. Vers. 129: Per farsi fischiare Fa tanto bordello Un re Travicello?
Definiz: § XIII. E per Modulare fischiando; riferito ad aria musicale, sonata, e simili. –
Esempio: Giust. Vers. 93: Lascia la tromba e il flauto al polmone Di chi c'è nato, o se l'è fitto in testa; Tu de' pagliacci all'odierna festa Fischia il trescone (qui in locuz. figur.).
Definiz: § XIV. Fischiare ad alcuno, o agli orecchi di alcuno, una data cosa, vale Insinuare segretamente, con qualche secondo fine, o simili, alcuna notizia.
Definiz: § XV. Fischiare ad alcuno gli orecchi, dicesi del Sentirvi quegli un rumore confuso e come uno zufolamento, per qualche indisposizione, o grave turbamento, o simili.
Definiz: § XVI. E Fischiare ad alcuno gli orecchi, diciamo per ischerzo voler significare che persone lontane parlano di lui; distinguendosi, talvolta, se ne parlano in bene o in male, dal fischiargli l'orecchio destro o il sinistro. –
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 17: Mi fischiano gli orecchi: che cos'è? Signora Principessa, mi perdoni, È fors'Ella che lagnasi di me?
Definiz: § XVII. Fischiare ad alcuno gli orecchi o l'orecchio, dicesi anche come prognostico di buona o cattiva ventura, di ciò che sia per accadere, o che possa accaderci, di bene o di male, secondochè pure fischia il diritto o il sinistro. Onde il proverbio: Quando fischia l'orecchio manritto, il cuore è afflitto: Quando fischia l'orecchio manco, il cuore è franco. –
Esempio: Fag. Rim. 4, 186: Sol d'una cosa mi fistiò l'orecchio. Quest'è (Saturno) un vecchio del canchero; o ch'i' voli, Se a parlargli nè meno io m'apparecchio. Considerai, s'e' si mangiò i figliuoli,... Che farebb'egli al povero Fagiuoli?
Definiz: § XVIII. Fischiarla a uno; maniera alquanto bassa, che vale Fargli qualche brutto giuoco, Accoccargliela. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 8, 99: Orlando anch'esso attaccata ha la mischia, E il buon Dudone agli Egizj la fischia.
Esempio: E Forteguerr. Ricciard. 14, 95: Sì la volpe alla lepre usa è di fare, Che, scherzando con lei, s'imbroglia e mischia, Poi, nel più bel del giuoco, glie la fischia.
Esempio: Fag. Rim. 1, 322: Ed ecco che la morte gliele (gliela) fistia: Vien assalito, vien ferito e morto; Così finisce il misero la mistia.
Definiz: § XIX. Farsi fischiare, vale propriamente Dar cagione, con qualche atto o fatto non lodevole o mal riuscito, che la gente ci fischi; e figuratam. Esporsi all'altrui disapprovazione o dileggio; Riuscir male, con poco onore, in checchessia.
Definiz: § XX. Sentirsi fischiare agli orecchi una cattiva notizia, un rimprovero, un'accusa, o altro di sgradito, di sinistro, e simili, vale Aspettarselo, Farselo certo, Prepararcisi, e per lo più non di buona voglia.