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1) Dizion. 5° Ed. .
DIMENARE.
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DIMENARE.
Definiz: Att. Muovere in qua e in là, Agitare, con una certa continuazione.
Dal verbo menare per Muovere, Agitare, e dalla particella di, appostavi per maggior forza o efficacia. –
Esempio: Pallad. Agric. 138: Quando [l'innesto] avrà germogliato, e alcuno accrescimento avuto, vuolsi aiutar con una canna.... che 'l sostenti, sicchè 'l vento nol dimeni.
Esempio: Cas. Pros. 3, 301: Non si deono anco tener quei modi che alcuni usano, cioè cantarsi fra' denti, o sonare il tamburino colle dita, o dimenar le gambe.
Esempio: Giannott. Op. 2, 206: E' mi pare [il Moro] molto pieno di pensieri. Questo dimenare le mani e tenere il capo basso, mi paiono segni di cattive nuove.
Esempio: Tedald. Agric. 76: Ripiena la buca, lo farai palare bene con buon palo grosso e lungo, acciocchè i venti non lo dimenino.
Esempio: Parin. Poes. 302: Oh che dolcezza, quando Alfin fin sopra il mio viso Pigliavi a dimenare il tuo rasoio! (qui in ischerzo).
Definiz: § I. Riferiscesi comunemente anche a materie che per mezzo di acqua o altro liquido vogliansi collegare fra loro, o assodare, o semplicemente stemperare, come ad esempio calcina, pasta, polenda, unguenti, e simili; e vale Rimescolare, Lavorare, Manipolare o simile, rivolgendo o dibattendo la materia in sè stessa. –
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 53: Porremo a lievitare prima una massa [di terra] come se volessimo far pane, e di poi la maneggeremo e dimerremo più volte, che ella sia quasi come cera.
Definiz: § II. Per Crollare, Scuotere, Scrollare. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 98: All'uscio della casa.... se n'andò, e quivi in vano lungamente chiamò, e molto il dimenò e percosse.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 100: Essendo già nel fondo del pozzo Andreuccio lavato, dimenò la fune.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 4, 144: E perchè.... un fanciullo che passava dimenò la scala, egli venne in tanta collera,... che ec.
Definiz: § III. Riferito alle ali, vale Battere. –
Esempio: Tass. Gerus. 18, 49: Una colomba per l'aeree strade Vista è passar sovra lo stuol francese; Che ne dimena i presti vanni, e rade Quelle liquide vie con l'ali tese.
Definiz: § IV. Neutr. pass. dimenarsi, e talora anche in forma di Neutr. Muoversi in qua e in là, Agitarsi, seguitatamente; e talvolta anche soltanto Muoversi. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 110: Io mi dimeno quanto io posso. Disse allora frate Puccio: come ti dimeni? che vuol dir questo dimenare?
Esempio: Libr. Similit.: Essendo nel bosco, udendo le foglie degli alberi dimenare, sì fugge.
Esempio: Pulc. Ciriff. Calv. 1, 12: Io sento che nel corpo si dimena, Ch'al nono mese son vicina e presso.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 36: Il quale [pesce].... mostrando d'essere morto, fu preso, e come cosa disutile e corrotta gittato fuor del lago; dov'egli, senza dimenarsi, stette tanto, che i pescatori furono partiti.
Esempio: Cas. Pros. 3, 300: Sono ancora di quelli che così si dimenano, e scontorconsi, e prostendonsi, e sbadigliano;... segno evidente che quella brigata con cui sono rincresce loro.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 65: Dove tu voltolerai per il terreno alcuna cosa grave, o la lascerai da alto cadere in terra, e non vi tremerrà sotto il luogo, o non vi si dimenerà la acqua messavi in un catino, non sarà maraviglia se in questo luogo ci prometteremo la saldezza e la fermezza del terreno.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 15: Va a letto, non può starvi, Non dorme, tutta notte si dimena.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 17: Sempre [gli uccelli] si volgono qua e là, sempre si aggirano, si piegano, si protendono, si crollano, si dimenano.
Definiz: § V. E in locuz. figur. –
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 135: Io son qui imbarazzato, arrabbiato e disperato affatto: e quanto più mi dimeno per ispedirmi, più m'intrico.
Definiz: § VI. Per Scuotersi, Scrollarsi, e altresì Tentennare, Crollare; ma in quest'ultimo senso è oggi di raro uso. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 111: Tu dai tali volte per lo letto, che tu fai dimenar ciò che ci è.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 71: Senti che si dimenava [il dente]; onde disse: lascia far me, chè io tel caverò.
Esempio: Montig. Dioscor. volg. 36 t.: Tiensi in bocca [il lentisco] per fermare e' denti che si dimenano.
Esempio: Cellin. Vit. 241: Di poi vi messi le mane, e sentendola dimenare, quella [pietra] facilmente mi ubbidì, e trassila fuora; e per quivi entrai.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 207: Le piaghe della bocca e l'enfiagione delle gengie [la porcellana] masticata suol sanare: ed i denti che si dimenano, masticandola similmente, rafferma ed assoda.
Esempio: E Soder. Anim. domest. 60 t.: Allora viene lodato il cavallerizzo di tutta provanza, quando sì forte in su la sella si mantiene a tutti i movimenti del cavallo, che senza crollarsi punto o dimenarsi apparisce un corpo istesso d'una medesima persona.
Definiz: § VII. E figuratam. –
Esempio: Poliz. Pros. 38: Questa nostra vita non altrimenti sdrucciola che l'acqua d'un fiume; e le cose umane si dimenono un pezo, e finalmente rovinono.
Definiz: § VIII. Pur figuratam., per Adoperarsi con ogni industria, Darsi gran briga, in alcuna cosa, o per alcuna cosa; Procurare per ogni verso di fare o conseguir checchessia. –
Esempio: Machiav. Leg. Com. 3, 100: Messer Goro da Pistoia fa un gran dimenarsi, e che ora è fuora, non sanno già dove.
Esempio: E Machiav. Pros. var. 8, 36: Il cardinale Soderini fa un gran dimenarsi col Pontefice.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 183: La voglia che m'è venuta di studiare è infinita; ma non ho commodità nè tempo di farlo: pure m'andrò dimenando in qualche modo, finchè a Dio piacerà ch'io abbia la libertà.
Esempio: E Car. Lett. ined. 1, 219: L'Acciaiuolo si dimena per far papa Salviati.
Esempio: Bott. Stor. Amer. 2, 240: I ministri, fatto avendo un gran dimenare in Germania, sortirono miglior effetto presso i Principi d'Assia.
Definiz: § IX. Si usò per Ondeggiare, Essere incerto di che fare. –
Esempio: Liv. Dec. 1, 413: Dall'altra parte li Romani si dimenavano riguardando l'un l'altro, e dubitavano di combattere.
Definiz: § X. Dimenarsi nel manico. –
V. Manico.
Definiz: § XI. Chi va a letto senza cena tutta la notte, o tutta notte, si dimena, o Chi la sera non cena, tutta la notte, o tutta notte, si dimena; proverbio. –
V. Cena, § VIII, e Cenare, § III.