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Dizion. 3° Ed. .
CUCINA
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CUCINA.
Definiz: | Luogo, dove la vivanda si cuoce. Latin. culina. |
Esempio: | Bocc. Introd. n. 52. Misia mia fante, e Licisca di Filomena, nella cucina saranno
continue. |
Esempio: | E Bocc. Nov. 7. 8. E veduta la gran moltitudine delle tavole
messe, e 'l grande apparecchio della cucina. |
Esempio: | Sen. Pist. Le cucine de' ghiottoni son piene di cuochi, e di garzoni, che
apprendono l'arte di cucina. Lat. coquinaria. |
Definiz: | §. Per la Vivanda stessa. Lat. epulae, dapes. |
Esempio: | Vit. Crist. Li mandoe un poco di cucina, ch'ella avea apparecchiata. |
Esempio: | Vit. S. Pad. Quello suo ministro ciò udendo, per grandi nozze, cosse della
cucina, e quando fu cotta, mangiarono. |
Definiz: | §. Oggi in questo significato è rimasa ne' contadini: e vale Minestra, brodo, o peverada. Lat.
ius. |
Definiz: | §. Parlandosi di civaie. Di buona cucina: vale Atte a ben cuocersi,
cocitoie , o cottoie. Lat. coctibilis. |
Esempio: | Pallad. In bagnandole con acqua immirrata, diventano di buona cucina. |
Esempio: | Cr. 3. 13. 3. La grande, e nuova, e che sia di buona cucina, ec. E se la lente si
mescoli tra la cenere, meglio si serba; che non gorgoglia, e diventa di buona cucina. |
Definiz: | §. Onde per metaf. Esser di buona, o mala cucina: vale Essere di buona, o cattiva condizione.
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Esempio: | Morg. 20. 27. Quell'altro è tristo, e di mala cucina. |
Esempio: | Bern. Orl. Il Conte, ch'era di buona cucina. |
Esempio: | Morg. E Filiberta ha l'occhio del ramarro, E stata è sempre di buona cucina
[Qui vale, Che agevolmente si piega a' voleri altrui] |
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