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CUCCIOLO, e anche talora poeticam$. CUCCIO
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CUCCIOLO, e anche talora poeticam. CUCCIO.
Definiz: Sost. masc. Cane non ancor finito di crescere. Da cuccia; quasi Cane che non abbandona ancora la cuccia ov'è nato. –
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 7, 45: Ed or temea del suo guerrier Tibaldo, Che pareva rimesso come un cuccio.
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 1, 512: Non v'è altro che spine, sterpi e ciottoli, Che a fatica v'andrieno le zebe e i cuccioli.
Esempio: Magal. Lett. scient. 168: Pigliate oggi dieci cuccioli nati dell'istessa madre.
Esempio: Salvin. Opp. 37: Ora a I cuccioli infanti i nomi poni, Corti, tutti veloci.
Esempio: Nell. Iac. Gelos. 2, 4: Ti dirò: questo cane, come cucciolo, aveva gusto a rodere.
Definiz: § I. Figuratam. e in ischerzo, dicesi per Uomo semplice, inesperto, non malizioso. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 128: Si credeva, il cucciolo, Di scavezzarmi: e non sa ch'il mio diavolo Quando il suo nacque, era grande da moglie.
Esempio: E Cecch. Incant. 1, 2: Gli è ancora un cucciolo, Che sa molto che cosa si sia moglie.
Esempio: Soldan. Sat. 33: Se andasse all'Orto o a' Cavalleggieri, O in qualche altra bisca, ove si giuoca, Un cucciolo, che fusse slattat'ieri.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 339: Per merlotto s'intendono ancora gli uomini semplici e balordi,... i quali altrimenti noi diciamo cuccioli, da' cagnuoli che sono covati dalla madre, e non sono ancor divezzati ed esperti.
Esempio: Fag. Rim. 3, 360: Or intend'io, perchè quand'un la mira Pone sopra d'un cucciolo, e lasciarlo Non sa ec.
Definiz: § II. I cuccioli hanno cominciato a insanguinarsi, si disse in proverbio, di chiaro significato. –
Esempio: Menz. Pros. 3, 226: I cuccioli... hanno cominciato a insanguinarsi; e val per quelli, che lasciata la troppo inutile semplicità, divengono arditi.