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1) Dizion. 5° Ed. .
ORRORE.
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ORRORE.
Definiz: Sost. masc. Sentimento misto di repugnanza e di spavento, prodotto dalla percezione o dal pensiero di alcun danno o pericolo, o di cosa o condizione di cose fiera, miseranda, e simili; ovvero ispiratoci da atti o qualità di persona, fatti, avvenimenti, atroci, turpi, e simili.
Dal lat. horror. –
Esempio: Guicc. Stor. Gh. 1, 8: Ma non fuggì, per ciò, nè poi il giudicio divino nè allora l'infamia e odio giusto degli uomini, ripieni per questa elezione (di papa Alessandro VI) di spavento e di orrore, per essere stata celebrata con arti sì brutte.
Esempio: Tass. Gerus. S. 6, 54: Lasciò la pugna orribile nel core De' Saracini e de' Fedeli impressa Un'alta meraviglia ed un orrore Che per lunga stagione in lor non cessa.
Esempio: E Tass. Gerus. S. 9, 22: Fiume ch'arbori insieme e case svella, Folgore che le torri abbatta ed arda, Terremoto che 'l mondo empia d'orrore, ec.
Esempio: Mont. Poes. 1, 237: Fremè d'orror, di doglia generosa, Allo spettacol fero e miserando, La conversa d'Ugon alma sdegnosa.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 77: Io con orror, Tancredi, Il tuo racconto udia.
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Mont. Poes. 1, 76: Oh reggia! oh casa De' generosi Eraclidi, infamata E di sangue innocente ancor vermiglia, Ricopriti d'orror.
Definiz: § II. E in costrutto con la prep. Di, reggente un compimento determinante la cagione dell'orrore. –
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 253: L'orrore della morte, lo pericolo del giudicio, la paura dello 'nferno, mai dagli occhi del cuor tuo non lasciare dilungare.
Esempio: Malpigh. Lett. 339: Quest'estate, per levarmi dalla fantasia l'orrore della prossima morte, mi sono andato trattenendo in qualche osservazione, ec.
Esempio: Mont. Poes. 1, 56: E alfin mi salva Dall'orror di vederti, ombra crudele.
Esempio: E Mont. Poes. appr.: E che puoi dirmi, che all'orror non ceda Di vederti spirar su gli occhi miei?
Esempio: E Mont. Poes. 100: Va'; chè non reggo All'orror del tuo volto.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 407: L'orrore di questo pensiero, rinascente a ognuna di quell'immagini, attaccato a tutte, crebbe fino alla disperazione.
Esempio: Card. Pros. 423: Gloria a te, gridava (il sacerdote latino), che ci dai nell'orror della morte vittoria, che tieni lungi dalle nostre case il servaggio.
Definiz: § III. E in significato più strettamente conforme al primitivo latino, per Sensazione di ribrezzo, raccapriccio, ovvero di terrore, che investe e agghiaccia le membra. –
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 317: Un altro sì gravemente a piè degli occhi percossono, che tagliato il naso col labbro e' denti, appena con alquanta poca di pelle esso al mento potesse ritenere; per tale che a tutti.... grande orrore faceva.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 190: E così facendo.... incese tutte le dita della sua mano. La qual cosa vedendo, quella misera diventò tutta rigida come pietra per orrore, e così morì.
Esempio: E Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 322: Credo veramente che ti venga puzza e orrore di tanti mali (peccati carnali), e non solamente gli tuoi orecchi, ma eziandio l'aria riceva infezione di questo parlare.
Esempio: Car. Eneid. 2, 383: Rinnovossi di ciò (del caso di Laocoonte) nel volgo orrore E tremore e spavento (il lat. ha: tremefacta novus per pectora cunctis Insinuat pavor).
Esempio: E Car. Eneid. 2, 913: Allor pria mi sentii dentro e d'intorno Tal un orror, che stupido rimasi (il lat. ha: me.... saevus circumstetit horror).
Esempio: E Car. Eneid. 3, 49: Ghiado mi strinse il core; orror mi scosse Le membra tutte.
Esempio: Segner. Mann. lugl. 24, 5: Tu, se alla sola immaginazion di un tal fuoco non ti senti colmar di orrore, temi ec.
Esempio: E Segner. Pred. 7: Cominciò il cielo, di sereno ch'egli era, a rannuvolarsi, indi a lampeggiare, ed a fremere e a fulminare. Si colmò Anastasio di profondissimo orrore.
Esempio: Mont. Poes. 1, 57: Ascolta dunque. In petto Ti sentirai d'orror fredde le vene; Ma tu mi costringesti.
Esempio: Leopard. Poes. 64: E cieco il tuono Per l'atre nubi e le montagne errando, Gl'iniqui petti e gl'innocenti a paro In freddo orror dissolve.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 19: Nel veder quell'incendio de' miei scritti Gelai dalla tristezza e dall'orrore.
Definiz: § IV. E in locuz. figur. –
Esempio: Salvin. Disc. 2, 38: Rappresentandomisi.... un mostro.... più brutto e più sozzo,... a detestare la bruttezza di questo mi volgo, il quale si chiama Ingratitudine. Voi tutti.... credo che, all'udirlo nominare solamente,... vi raccapricciate e vi ricopriate d'orrore.
Definiz: § V. Pure per Ribrezzo, Avversione invincibile morbosa. –
Esempio: Cocch. Bagn. Pis. 318: Ma qualunque sia la natura di questo terribile veleno (parla dell'idrofobia)..., è incertissimo e fallace.... qualunque metodo dei proposti.... per dileguarlo in quell'intervallo di tempo che corre tra il morso e l'orrore dell'acqua, che ne è l'ultimo e mortale sintonia.
Definiz: § VI. E per Orridezza, Asprezza; in senso figurato. –
Esempio: Fiorett. B. Proginn. 2, 133: La R sempre apporta orrore e ruvidezza e spiacevolezza. Virgilio..., Impavidus frangit telum et fremit ore cruento, dimostra il furor del lione. Iacopo Sannazaro.... esprime il fremer de' venti fra le frasche...: Ti freme fra le fronde, ec.
Definiz: § VII. E, secondo proprietà latina, per Sensazione di terrore sacro, religioso, o comecchessia attinente ad alcunchè di soprannaturale. –
Esempio: Bemb. Asol. 94: Crebbe.... la mia.... maraviglia udendo il santo uomo; e la credenza che io vi recai della sua santità divenne senza fine maggiore; e così tutto d'orrore e di riverenza pieno, come esso tacque, Ben veggo io, dissi, ec.
Esempio: Car. Eneid. 6, 78: E poichè 'l Nume Più le fu presso: A che badi, soggiunse, Figlio d'Anchise? Se non di', non s'apre Questa di Febo attonita cortina. E qui si tacque. Orror per l'ossa e gelo Corse allor de' Troiani.
Esempio: Segner. Mann. giugn. 18, 1: Adora pure il tuo Signore umilmente, mentre qui ti compare sotto un tal abito, e raccomandati a lui; perchè se mai più ti devi colmar di orrore, non che solo di riverenza, è quando lo rimiri in forma di giudice.
Esempio: Magal. Lett. At. 230: Vi preverrà forse di una certa, docilità, di una certa reverenza, d'un certo sacro amabilissimo orrore per allora, che vorrete sollevarvi a considerar una mente, qual potrebbe e dovrebbe essere la divina, che ec.
Esempio: Salvin. Pros. sacr. 22: Dentro queste sagrate mura coperta si adora (la Santissima Annunziata), e disvelasi alcuna volta non senza un venerando orrore di chiunque del concorso popolo, e a lei da tutte le parti mercè gridante, la mira.
Esempio: Bentiv. C. Teb. 1, 664: Stupisce il vecchio; nel pensier rivolge Il grande augurio, e intende già gli oscuri Oracoli di Febo, e delle grotte Le risposte fatidiche e veraci. Tien gli occhi a terra fissi, e gli ricerca Un lieto orrore le midolla e l'ossa.
Esempio: Mont. Poes. 2, 239: Alza lo scudo (il fantasma d'Annibale), E forte il percotendo, empie la valle D'alti rimbombi e di paura.... All'immenso fracasso il viandante D'orror sacro compreso il piè ritira.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 65: Io tutta sento La presenza d'un Dio: tremando abbraccio Il sacro altar.... s'oscura il tempio: invano Tento fuggir, chè sotto il piede incerto Parmi il suol vacillare, e un santo orrore Tutta l'anima invade.
Esempio: E Niccol. Poes. 2, 489: Tra i flutti e le tenebre D'un mar che non ha lito Sente smarrita l'anima L'orror dell'infinito.
Esempio: Tomm. Evang. Not. 882 Not.: Il pane è, per la mistica benedizione, trasmutato nel corpo di Cristo. Senza orrore non lo vedremmo nella sua forma; e però ci si porge sotto le specie del cibo ordinario.
Definiz: § VIII. E per Repugnanza profonda a persona o a cosa, Avversione, Aborrimento. –
Esempio: Collaz. SS. PP. G. 18 t.: Avendo a schifo con tutto orrore il dimoro della presente vita.... e sceverante noi lontanamente dal nostro padre, ec.
Esempio: Pallav. Perfez. crist. 502: Il primo de' quali (danni) basterebbe a distorne anche i mancipj della sensualità: il secondo, a produrne orrore in chiunque apprezza l'eternità.
Esempio: Leopard. Poes. 163: Così fatti pensieri Quando sien, come fur, palesi al volgo, E quell'orror che primo Contra l'empia natura Strinse i mortali in socïal catena, Fia ricondotto in parte Da verace saper, ec.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 69: Sentiva un orrore spontaneo e sincero per l'angherie e per i soprusi: orrore reso ancor più vivo in lui dalla qualità delle persone che più ne commettevano alla giornata.
Esempio: E Manz. Poes. 364: Fu il primo Senso d'orror che un tradimento inspira All'uom che dee stornarlo o starne a parte.
Esempio: Card. Pros. 967: O sonetto,... che onore e che orrore per te! Nessuno mai ti aveva stimato o temuto reo di tanto.
Definiz: § IX. E semplicemente per Disapprovazione, Biasimo; usato per ischerzo con una certa enfasi. –
Esempio: Card. Poes. 456: Così le belle e i vati e i savj in coro Mi vietano con gesto Di drammatico orrore il sacro alloro.
Esempio: E Card. Pros. 903: Il poeta scrisse in diciotto giorni (se ne ricordò sempre con orrore) l'Achille in Sciro.
Definiz: § X. E per Qualità di orrendo; Stato, Condizione, Aspetto, orribile, spaventevole, angoscioso, e simili. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 8, 26: Avendo egli (Raffaello) cercato di continuo figurare le storie come esse sono scritte, e farvi dentro cose garbate ed eccellenti; come mostra in questa l'orrore della prigione, nel veder legato fra que' due armati.... quel vecchio ec.
Esempio: Tass. Lett. 3, 133: Ora siano succedute tenebre, e solitudine di morte, e lutto, ed orrore; e s'ascoltino gemiti e sospiri, o silenzio assai più doloroso, che non sono i lamenti e i rammarichi medesimi.
Esempio: E Tass. Rinald. S. 7, 9: Nulla l'orror di quello (d'un teschio) a schivo avendo.
Esempio: Fiorett. B. Proginn. 3, 265: Espressivamente il Vida.... rappresentò l'orror dell'arme:... tubasque Horridas ec.
Esempio: Segner. Mann. ag. 10, 1: Che i tuoi pensieri fantastici, con mille ombre e con mille orrori, ti vogliono figurare che ec.
Esempio: Fosc. Poes. C. 37: E all'orror de' notturni Silenzj si spandea lungo ne' campi Di falangi un tumulto e un suon di tube ec.
Esempio: Mont. Poes. 1, 74: Vicino a lei Par che cessi l'orror delle mie pene.
Esempio: E Mont. Poes. 1, 359: E con allegro piede Squarciate membra calpestando, e bocche Spiranti, e petti palpitanti ancora In tiepida di sangue atra laguna, Con fiera gioia a quell'orror sorridi, Crudele! e l'inno di vittoria intuoni.
Esempio: E Mont. Poes. 2, 238: L'orror del varco (delle Alpi) indarno il cammin serra, E la neve che piè mai non sofferse, E i torrenti e gli abissi.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 15: E chi potrebbe rallegrar l'orrore Delle sospette sale, ove furtivo E notte e dì l'inquisitor penetra?
Esempio: E Niccol. Poes. 2, 18: A me sempre t'involi, e ti diletta Il muto orror di solitario albergo.
Esempio: Tomm. Educ. 79: Tendeva a fare men tetro l'orrore delle carceri.
Esempio: Guast. Scritt. Art. 200: Valentissimi nel rappresentare il dolore delle pene; non seppero compensare l'orrore di una tale scena con la rivelazione del gaudio nelle anime beate.
Definiz: § XI. E in particolare per Mancanza, Impedimento, od anche Attenuamento, di luce; ed altresì Il luogo stesso oscuro, buio, ombroso. –
Esempio: Petr. Rim. F. 181: Raro un silenzio, un solitario orrore D'ombrosa selva mai tanto mi piacque.
Esempio: Molz. Ninf. tib. 81: E le fiere e gli augei con gran dolore Si dolser seco in solo e fresco orrore.
Esempio: Bemb. Asol. 6 t.: Col mormorio dell'acque, che c'invitano a ragionare, e con l'orrore di quest'ombre, che ci ascoltano, ec.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 14: Un pergolato di viti, sfogato e denso tanto, che per l'altezza ha dell'aria assai, e per la spessezza ha d'un opaco e d'un orrore che tiene insieme del ritirato e del venerando.
Esempio: Tass. Gerus. S. 2, 96: Era la notte.... Gli animai lassi.... Sotto il silenzio de' secreti orrori Sopian gli affanni e raddolciano i cori.
Esempio: E Tass. Rinald. S. 10, 43: Il tutto involve un tenebroso orrore.
Esempio: Metast. Dramm. 6, 270: Dov'è più nero E folto il bosco io m'era ascoso. Il prence V'entrò; ma in quell'orror, di me più nuovo, Visto non vide.
Esempio: Parin. Poes. 24: Ahi quanti Genj malvagi tra 'l notturno orrore Godono uscire, ed empier di perigli La placida quïete de' mortali!
Esempio: E Parin. Poes. 131: Il debil raggio Delle stelle remote e de' pianeti.... Rompea gli orrori tuoi (della notte) sol quanto è d'uopo A sentirli vie più.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 3: Tra l'orror della selva aspra e romita.
Esempio: E Fiacch. Fav. 1, 44: La notte taciturna e bruna Steso avea su la terra il nero velo, E pochi raggi di falcata luna Rompeano in parte il cupo orror del cielo.
Definiz: § XII. E per Oscurità. –
Esempio: Petr. Rim. F. 269: La vista angelica serena, Per subita partenza in gran dolore Lasciato ha l'alma, e 'n tenebroso orrore.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 131: Oh! chi rendea la luce Alle spente pupille? Oh Dio! qual face Vince gli orrori eterni?
Definiz: § XIII. E per Luogo, Sito, campestre, e più propriamente alpestre, dove la natura si presenta in aspetto più o meno orrido; e in particolare, Luogo dirupato e selvaggio; oggi comunemente Orrido. –
Esempio: Varch. Lez. Pros. var. 1, 237: In questo monte pieno di rupi scoscese e d'orrori era il tempio d'Apollo Delfico.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 24: Or passo per pittor, per paesista, Che contempla un bel punto, un bell'orrore.
Definiz: § XIV. Ed anche per L'aspetto di tali luoghi, o per L'impressione che questo produce nell'animo. –
Esempio: Magal. Lett. 64: Questo giovane..., capitato un giorno in occasione d'una caccia su questo monte, restò talmente preso dal dilettoso orrore del luogo, che ec.
Esempio: E Magal. Lett. 71: E però, per ragione di quell'orrore, di quella profondità e di quella disperata solitudine, chiamossi forse quest'acqua la Fontana di Lete.
Esempio: Pindem. Poes. 35: Il colle salì rapidamente, alla cui vetta Sorgon bruni cipressi..., indi si fece Sedil d'un sasso, di rincontro a balze Di grato orror dipinte.
Esempio: E Pindem. Poes. 255: Precipitanti d'alto acque tonanti, Dirupi di sublime orror dipinti.
Esempio: E Pindem. Poes. 344: Coraggiosa amante D'ogni bellezza natural, vagheggia Sublimi orrori di boscaglie e balze.
Definiz: § XV. E per Cosa orrenda; Fatto, Avvenimento, orribile. –
Esempio: Medit. Alb. Cr. 44: I quali (martelli) a udir sonare, quando il crocifiggevano, era spaventoso e grandissimo orrore.
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 378: Enea..., presso Virgilio, fra gli orrori dell'ardente sua patria, fra l'ira, fra la mestizia, fra la disperazione, non si potè condurre ad uccider colei che.... era stata il mantice di quelle fiamme.
Esempio: Parin. Poes. 269: Lascia, mia Silvia ingenua, Lascia cotanto orrore (la moda del vestire alla ghigliottina) All'altre belle, stupide E di mente e di core.
Esempio: Mont. Poes. 1, 87: Sia questo.... L'ultimo orror che dal mio labbro intendi. Come or vedi tu me, così vegg'io L'ombra sovente della figlia uccisa.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 33: Vogliono il sangue risparmiar, la terra Liberar dagli orrori della guerra.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 119: Io veggo Ognor presente la paterna Erinni, E orror più grande, il mio germano?
Esempio: E Niccol. Poes. 2, 81: Allor mi sveglio, Guato il figlio piangendo, e colla mente Ritorno alla pietà di tanti orrori.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 403: Rammentandosi più distintamente gli orrori veduti e sofferti in quella giornata.
Esempio: Card. Pros. 993: Che se.... le uccisioni e le stragi non sono epopea, tanto meno dovrebbero essere dramma.... O gli orrori delle tragedie greche?
Definiz: § XVI. Un orrore, si usa a denotare propriamente Cosa tale da inorridirne; ma anche, per iperbole, semplicemente Cosa in sommo grado spiacevole o biasimevole, e simili. Con estensione anche a persona deforme, malconcia, oppure viziosa, scostumata, e simili. –
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 108: Una camera.... oscura di tenebre e di mala puzza ripiena, e a vederla è un orrore (il lat. ha: foeda atque terribilis eius facies est).
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 37: Si veggono in un attimo sbrigati E gli affari civili e i criminali; Ma prima era un orror! dormivan essi (i curiali), E facevan dormire anco i processi.
Definiz: § XVII. Un orrore, o anche Orrori, parlandosi di spese, somme di denari, costo di cose venali, e simili, si usano a denotare la loro alta misura o proporzione. –
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 308: E chi avrebbe immaginato Di sentirsi.... Dar del bue.... Dopo aver speso un orrore Per il titol di dottore?
Esempio: E Guadagn. Poes. 2, 201: Costano orrori Le associazioni in oggi, e spesso spesso Questi imbroglioni degli associatori Non mantengon neppur quel che han promesso.
Definiz: § XVIII. Orrori! si usa pure, in modo esclamativo, a indicar cosa detta, scritta, riferita, o simili, che faccia inorridire, o che produca impressione di sommo disgusto. Usato anche con una certa enfasi per ischerzo.
Definiz: § XIX. Avere orrore di checchessia, vale quanto Inorridirne; anche usato iperbolicamente. –
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 396: Persone ben nate non sanno astenersi da quei delitti che si commettono per gelosia d'onore, contentandosi d'incorrere in ogni più grave pena di legge per non incorrere nel biasimo universale.... Adunque maggior orrore hanno del biasimo che della pena.
Definiz: § XX. Avere in orrore checchessia o chicchessia, vale Sentire ripugnanza o avversione profonda verso quello, Rifuggirne con tutto l'animo. –
Esempio: Vill. G. 685: Or non avemo noi in onore udire quelle cose?
Esempio: Passav. Specch. Penit. 51: La penitenza schifa l'avarizia; ha in orrore la lussuria ec.
Esempio: Collaz. SS. PP. R. 70 t.: Sogliono alcuni, per sì lontano silenzio de la solitudine, insalvatichire sì fattamente, ch'al postutto anno in orrore la compagnia degli uomini.
Esempio: E Collaz. SS. PP. R. appr.: Credono che questa sia la somma de la loro virtù.... che .... fuggano solamente e abbiano in orrore gli sguardi de gli uomini.
Esempio: E Collaz. SS. PP. R. 102 t.: Nè non abbiamo in orrore, che molte cose che sono vergogna a fare o a dire dinanzi dagli uomini, non ci vergognamo d'ordinarie nel cuor nostro in una ora.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 232: Di sè lasciando orribili dispregi; cioè non lasciando di loro, se non cose da essere avute in orrore ed in dispregio.
Esempio: Guicc. Stor. Gh. 1, 308: Avendo sopra tutte l'altre cose in orrore il ritornare nell'antica subiezione, e che essi non tentassino di riconoscere in Roma e altrove le antiche ragioni dello Imperio, ec.
Esempio: E Guicc. Stor. Gh. 2, 106: Niuna cosa avevano (i Veneziani) più in orrore che la potenza degli Otomanni.
Esempio: Galil. Op. VII, 427: Vi farò toccar con mano come voi da per voi stesso vi fate ombra, ed avete in orrore cosa che nulla tiene in sè di spaventoso.
Esempio: Segner. Mann. giugn. 23, 2: Conviene adunque, che tu incominci.... dal depor quell'affetto perverso all'iniquità, dall'averla in odio, dall'averla in orrore.
Definiz: § XXI. Destare orrore. – V. il § XXIII.
Definiz: § XXII. Essere l'orrore del mondo, degli uomini, della natura, di sè medesimo, si dice di persona le cui azioni o i sentimenti siano tali da doverne inorridire. –
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 32: In quel barbaro mostro (un uccello di rapina) è la rapina Un'arte omai cangiatasi in natura. Vive di sangue.... Egli è l'orror dell'universo intero.
Esempio: Mont. Poes. 1, 55: Io sono.... un empio, Un maledetto nel furor del cielo, E l'orror di natura e di me stesso.
Definiz: § XXIII. Mettere orrore ad alcuno, o in alcuno, Destare, e simili, orrore ad alcuno, o in alcuno, vale Ispirargli sentimenti d'orrore, Fare inorridire. Detto così di cosa come di persona. –
Esempio: Segner. Mann. apr. 16, 4: E non sai tu, che un abisso, veduto ancora dalla finestra di sicurissima torre, ti mette orrore? Ma per qual cagion te lo mette? Perchè di là tu sii forse in qualche pericolo di cadere? No: ma perchè apprendi il pericolo.
Esempio: E Segner. Mann. sett. 28, 1: E non è questa una decisione da mettere sommo orrore, se non s'interpetra nella più cortese maniera che sia possibile?
Esempio: Niccol. Poes. 1, 343: Altri gli ucciderà (i figli). R. Mi desti orrore.
Definiz: § XXIV. Mettere in orrore ad alcuno checchessia o chicchessia, vale Farglielo avere in orrore, Ispirargli sentimenti d'orrore verso quello. –
Esempio: Red. Son. 35: Egli (Amore) mi fu maestro; egli in orrore Misemi ogni pensier sordido e vile.
Definiz: § XXV. Pigliare orrore a checchessia, o nel far checchessia, Provare orrore a checchessia, o nel far checchessia, Sentire, e simili, orrore a checchessia, o nel far checchessia, vale quanto Inorridire; usato anche iperbolicamente. –
Esempio: Segner. Mann. sett. 9, 1: Ivi è ogni opera prava.... O quanto è necessario che tu ad uno stato sì misero pigli orrore!
Esempio: Metast. Dramm. 4, 9: Un figlio (di Roma) ingrato, Che, per domarla appieno, Non sente orror nel lacerarle il seno.