Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
CODA.
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CODA.
Definiz: Sost. femm. Quel prolungamento della spina, che pende dal corpo della massima parte dei bruti, e specialmente da quello dei quadrupedi, nel lato opposto al capo, dove finisce la schiena.
Dal lat. cauda. –
Esempio: Comp. Din. Cron. 11: Uno caval corre, e dà della coda nel viso a uno popolano.
Esempio: Petr. Rim. G. 364: Chè gran coda ha la volpe, e cade al laccio!
Esempio: Bocc. Decam. 7, 221: Disse [Bruno]: Maestro, fate un poco di lume più qua, e non v'incresca infin tanto che io abbia fatte le code a questi topi.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 141: Qual cavalla vedestù mai senza coda?
Esempio: Poliz. Rim. C. 50: Sbatton le code, e con occhi focosi Ruggendo i fier leon di petto dansi.
Esempio: Not. Malm. 1, 292: Viene alla prima [bestia da soma] legata la seconda, alla seconda la terza ec., colla cavezza alla groppa dell'antecedente, e così chi seguita va colla testa vicina alla coda di essa.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 89: Con la festevol coda il can volea Fare al padron rappresentanza umìle Come qualmente egli era assiderato.
Definiz: § I. Detto di pesci e di rettili, è L'estremità inferiore del loro corpo, dove questo si ristringe terminando quasi in punta. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 69 t.: La loro vita [delle murene] è ne la coda; e chi la fiede nel capo o nel dosso, non ha male, ma chi la fiede ne la coda, immantenente è morta.
Esempio: Dant. Inf. 24: Con serpi le man dietro avean legate: Quelle ficcavan per le ren la coda E il capo, ed eran dinanzi aggroppate.
Esempio: E Dant. Purg. 9: Di gemme (cioè di stelle) la sua fronte [dell'Aurora] era lucente, Poste in figura del freddo animale Che con la coda percuote la gente.
Esempio: Libr. Adorn. Donn. 3: Recipe una lucertola verde, e siane mozzo il capo e la coda.
Esempio: Red. Osserv. Vip. 11: Alcuni scherzando suggerirono che forse, conforme al parere di molti antichi e conforme al trivial proverbio, il veleno [della vipera] altrove non istava che nella coda o nell'ultimo pungiglione di quella.
Esempio: Cald. Tart. 19: La coda delle tartarughe marine, e particolarmente delle femmine, è cortissima.
Esempio: E Cald. Tart. 20: La coda delle testuggini terrestri talvolta è armata, nella sua punta o estremità, d'un osso duro.
Esempio: Salvin. Opp. 257: Ma quel [il polpo] talora le dipinte spalle [della murena], Or la cervice, ora l'estrema coda Abbraccia.
Esempio: E Salvin. Opp. 271: Alla.... pastinaca Spunta selvaggio pungiglion dall'ultima Coda.
Definiz: § II. Detto di uccelli, Quel gruppo di penne che si prolungano all'estremità posteriore del loro corpo. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 75: Abbiano [gli sparvieri] la testa picciola,... la coda lunga e sottiletta, e l'ale lunghe infino a la terza parte de la coda, e la piuma di sotto la coda sia taccata.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 41: La figliuola di Saturno tolse questi [gli occhi d'Argo], e allegolli nelle penne del suo uccello, e empiegli la coda di stellate gemme.
Esempio: Poliz. Rim. C. 52: Spiega il pavon la sua gemmata coda.
Esempio: Olin. Uccell. 16: Ha [il pettirosso] la coda lunghetta, per lo più di dodici penne; la quale muove spesso, tenendola, quasi d'ordinario, alzata.
Esempio: E Olin. Uccell. 20: Pigliasi un spago di cinque palmi in circa; quello si lega bene stretto alla coda d'uno storno ec.
Definiz: § III. Detto d'insetti, vermi ed altri simili animali, La parte posteriore del loro corpo, quando finisce in una o più punte. –
Esempio: Sangall. Esp. Zanz. 9: Nell'altra estremità, che fa l'ufizio della coda, si vede un'antennetta più grossa, dove si congiugne col corpo del verme.
Esempio: Red. Esp. Insett. 64: Se si trovino scorpioni, che abbiano più o meno di sei vertebre nella coda, io non lo so.
Esempio: Vallisn. Op. 3, 454: Molti scorpioni hanno nove articoli nella coda.
Definiz: § IV. La coda attribuiscesi anche ad animali o esseri, sia mitologici o leggendarj, sia fantastici, sia mostruosi. –
Esempio: Dant. Inf. 5: Cignesi [Minos] colla coda tante volte Quantunque gradi vuol che giù sia messa [l'anima malnata].
Esempio: E Dant. Inf. 17: Ecco la fiera con la coda aguzza, Che passa i monti e rompe mura ed armi; Ecco colei che tutto il mondo appuzza.
Esempio: E Dant. Purg. 32: Vidi uscirne un drago, Che per lo carro su la coda fisse.
Esempio: Petr. Rim. 2, 219: Urtar come leoni, e come draghi Con le code avvinchiarsi.
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 106: Sì forte ella [l'orca marina] nel mar batte la coda, Che fa vicino al ciel l'acqua inalzare.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 33, 120: L'alacce grandi avean [le arpie] deformi e brutte,... Grande e fetido il ventre, e lunga coda, Come di serpe che s'aggira e snoda.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 4: E lor [agli dei d'abisso] s'aggira dietro immensa coda, Che quasi sferza si ripiega e snoda.
Definiz: § V. Per similit. chiamasi Coda Quella parte di capelli che le donne portano di dietro, intrecciati o ristretti insieme. –
Esempio: Poliz. Rim. C. 349: Noi [rivenditori] abbian cioppe a dovizia, E gamurre e gamurrini;... E chi avessi anche desio D'una coda, fia trovata.
Esempio: Cant. Carn. 103: Strigni allor co i nastri e lega Ben la treccia; e fatto poi, Donne, la coda ec.
Definiz: § VI. E Coda si disse Quel mazzo di capelli scendente sulle spalle, e legato in punta con un fiocco, o con l'estremità raccolta in una borsa a reticella, il quale gli uomini usavano nel secol passato. La coda al tempo della Rivoluzione di Francia si portò come segno di fazione reale, e ne' tempi posteriori come dimostrazione di affetto agli ordinamenti e costumi antichi. –
Esempio: Pap. L. Coment. 2, 49: Si cominciavano a vedere cravatte verdi, e colletti e bavari neri, e capelli legati in coda; segni della fazione reale.
Definiz: § VII. Quindi Coda, e oggi più comunemente Codino, si dice figuratam. di Chi è avverso ad ogni civile progresso, e più particolarmente agli ordini liberi: e Aver la coda, per Esser codino, in questo medesimo senso.
Definiz: § VIII. Coda, pure per similit., chiamasi lo Strascico del manto di principi o di prelati, delle vesti di donne ec. –
Esempio: Stat. Vest. Donn. 14: Neuna (niuna) donna porti alcuno vestire o vesta nelle quali abia coda oltre due braccia, pena lib. XXV per ciascuno vestire.
Esempio: Burch. Son. 2, 20: L'altra è la coda che voi strascinate, Facciendo della roba tal diserto.
Esempio: Ar. Comm. 2, 290: La sciocca s'immagina D'esser più bella or che s'ha fatto mettere La coda dietro; e parle che.... abbi d'aver più grazia Che non ebbe l'altr'anno, che lasciovvisi Veder senz'essa, in veste tonda e in abito Da questo ch'oggi s'usa assai dissimile (qui in locuz. figur.).
Esempio: E Ar. Sat. 1, 174: Una che ti sia ugual teco si giunga, Che por non voglia in casa nuove usanze, Nè più del grado aver la coda lunga.
Esempio: Corsin. B. Torracch. 20, 83: Con altrui diletto e con sua loda Del manto del suo re resse la coda.
Definiz: § IX. Coda, pure per similit., diciamo allo Strascico luminoso che apparisce dietro alle comete. –
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 150: Una cometa grandissima, orribile per la lunga coda e per i molti razzi di fuoco che apparivano intorno a quella.
Esempio: Varch. Stor. 3, 6: Si vide.... una cometa con lunga e risplendente coda.
Esempio: Soder. Agric. 22: Le comete se lungo tempo sotto spezie di gran corpo s'infiammeranno, da quella parte onde si leveranno, o verso dove vibreranno le code o razzi (raggi) loro, avviseranno ec.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 130: Non intendo questo problema, come, dati nello stesso campo due lumi, uno, qual è il capo d'Andromeda, incomparabilmente più vivo ed acceso dell'altro, qual è la coda della cometa,... abbia a perdersi prima quello di questo.
Esempio: Marchett. Nat. Comet. 10: Vidi.... muover dall'orizzonte un'assai larga e lunghissima riga di luce, la quale fu da me subito giudicata esser la coda di una cometa, il cui capo.... non potesse per quella sera da noi vedersi.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 389: Se da' monti il nembo Vola, e scoppia la folgore, o cometa Sopra ne striscia con l'ardente coda, Non durerà ec.
Definiz: § X. Pure per similit. dicesi La parte del porro, dell'aglio, e simili piante bulbose, la quale si compone del suo stelo e foglie, ed è la continuazione dell'altra parte più grossa che si chiama Capo. –
Esempio: Bocc. Decam. 4, 20: Mostra mal che conoscano che, perchè il porro abbia il capo bianco, che la coda sia verde.
Definiz: § XI. Ed anche dicesi Coda al Gambo o Picciuolo del grappolo dell'uva. –
Esempio: Paolett. Oper. agr. 2, 225: Quando la coda, o sia il picciuolo del grappolo, è divenuta già soda e legnosa e di color bruno, come i tralci già maturi ed assodati, è il segno più caratteristico della maturità dell'uva: ed allora appunto è che si dà una storta alla suddetta coda per sollecitare l'appassimento dell'uve.
Esempio: E Paolett. Oper. agr. 2, 253: Il segno.... più caratteristico e sicuro della maturità dell'uva.... è la coda o sia gambo del grappolo: quando questo ha mutato colore,.... l'uva è certamente matura ed in taglio.
Definiz: § XII. E altresì per similit., La parte posteriore o inferiore in che vanno a terminare, prolungandosi, certi arnesi, strumenti e simili. Così dicesi Coda dell'incudine, Coda del maglio, Coda del pianoforte, ec. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 133: L'arme che del suo male erano state Cagion, che di lui fêr non vero iudicio, Dalla coda del carro strascinate, Patian nel fango debito supplicio.
Definiz: § XIII. E parlandosi di chiavi, che però non abbiano ingegni, Coda intendesi La loro estremità cilindrica e forata; come delle chiavi da oriuoli, o da macchinette d'altra sorta. –
Esempio: Magal. Lett. scient. 165: La difficultà.... sta in determinare come.... facciano andare questi diversi scatti senza avvedersene, come se n'avvede chi fa andar quegli dell'orivolo dello studioletto d'ebano, che o tira una cordicella, o mette in un buco la coda d'una chiave.
Definiz: § XIV. Trovasi detto pure di Quella parte, o Pezzo, più sottile, che partendosi dal corpo di alcun arnese, strumento o simili, si prolunga quanto occorre per servire al fine cui è destinata. –
Esempio: Cellin. Pros. 122: Di poi la testa di sopra della vite vuole essere stiacciata, ed in quella parte stiacciata vi si commette un grosso anellone di ferro, il quale deve avere dua code, le quali hanno a essere bucate e confitte a una lunga stanga.
Definiz: § XV. Più particolarmente dicesi Coda all'Ultima parte dell'esercito quando e' marcia; e talvolta anche essendo accampato. –
Esempio: Real. Franc. 227: Comandò [Bovetto] che passasse il fiume Tamigi con seimila cavalli, e che andassero tanto, che assalissero la coda dei nemici.
Esempio: Machiav. Art. Guerr. 297: E quanto a' cavalli, e massime quelli degli uomini d'arme, perchè hanno a stare più stretti che i leggieri, e per essere più alti, possono essere meglio percossi, si può infino che le artiglierie abbiano tratto tenergli nella coda dello esercito.
Esempio: E Machiav. Pros. stor. pol. 6, 487: Assaltarono questi cavalli la coda, e tolsero i carriaggi del signore Prospero.
Esempio: Bemb. Stor. 1, 91: Giunti alla coda loro, uccisine molti, e di più fatto preda,... al Marchese si ritornarono.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 98 t.: Il nimico fu prima dentro alle mura, che i Romani potessero danneggiar la coda del campo.
Esempio: E Nard. Liv. Dec. 118: Comandò che gli Accensi, i quali erano nella coda dell'esercito, si facessero innanzi nella prima testa.
Esempio: Varch. Stor. 2, 144: Alloggiò nel piano di Ripoli.... tenendo la coda fino a Meo oste.
Esempio: Caran. Elian. 35: Perocchè la lunghezza de' cavalli dalla fronte alla coda, rispetto la larghezza, dee avere più file di que' che sono per lungo.
Definiz: § XVI. Trovasi figuratam., e in modo alquanto familiare, per Seguito di gente che venga in aiuto o sostegno di altri; Rinforzo. –
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 8, 21: Ti sforza in ogni modo di farlo muovere, e venire in su' nostri terreni, dove arà coda assai d'altre nostre genti e fanti che abbiamo in paese mandati.
Definiz: § XVII. E per Codazzo; nel qual senso si usò più specialmente nella maniera Far coda, che vale Andar dietro ad alcuno per corteggiarlo, Fargli corte. –
Esempio: Stor. Aiolf.: Donò Aiolfo l'arme e 'l cavallo a' saccomanni della stalla, onde che tutti gli facien coda.
Esempio: S. Ag. C. D. 1, 167: Li ricchi usino male li poveri, a farsi fare coda, ed a servigio della loro superbia.
Esempio: Pandolf. Gov. Fam. 21: Ma fare come i più fanno; sottomettersi a questo, fare coda a quest'altro, per soprastare a' più degni.
Esempio: Savonar. Tratt. Gov. Fir. 18: Quelli uomini, che in tutto non sono pravi, ma pure amano le cose terrene, o per timore, o per amore di quello che desiderano, li fanno coda [al tiranno].
Definiz: § XVIII. In locuz. figur., e in contrapposizione di Capo pure in senso figurato, dicesi di Cosa o Persona che, rispetto all'ordine o corpo a cui appartiene, o all'ufficio che occupa, tenga l'ultimo luogo, o sia d'infimo grado. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 7, 33: Mancato il capo, male sta la coda.
Esempio: Mann. Ist. Decam. 340: Ben poteva il Boccaccio appellarla [Roma] coda, e non capo, del mondo, quale afferma pur egli essere stata per l'avanti.
Definiz: § XIX. Coda, figuratam., e riferito più che altro a discorsi, scritture, parole, vale Parte estrema, Fine, Chiusa, o simili; contrapposto a Capo, usato pure figuratam. per Principio. –
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 320: Nella coda della vostra lettera era, ch'io facessi intromettere il cinghiale al mio padrone.
Esempio: Salv. Infarin. pr. 122: E che vuol dire che fate punto nella coda del vostro verso?
Esempio: E Salv. Avvert. 1, 237: L'o largo anch'egli non si lascia mai discacciare, o sia nella fronte, o sia nella coda della parola.
Esempio: E Salv. Avvert.2, 21: Che, usata di congiugnersi con la coda di certe voci, si lascia spesso dal parlar nostro; e dicesi poi, poscia, dappoi,... invece di poichè, posciachè, dappoichè.
Definiz: § XX. E pure riferito a discorsi, componimenti, narrazioni, e simili; usasi familiarmente per Giunta, Appendice; e spesso serve a denotare Ciò che alcuno, malignamente o per secondo fine, aggiunga a discorso fatto innanzi da lui stesso o da altri. –
Esempio: Buonarr. Aion. Cod. 2: A' poemi eroici appiccate Le code, avea per cose sconsertate.
Esempio: E Buonarr. Aion. 3: Buscando andrò qualche po' d'invenzione Per formare una coda il me' ch'io posso, E aggiugnerla dietro a questa mia Magra, smunta e cadente poesia.
Definiz: § XXI. Pur figuratam., e in modo familiare, per Conseguenza, Sequela d'effetti, e simili. –
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 6, 222: Narratigli questi movimenti degli Orsini, e diete fatte, e altri movimenti, contro la Santità di Nostro Signore, e lui mostratogli la coda che poteva aver questa cosa, e confortarlo a volerci mettere le mani ec.
Definiz: § XXII. Coda è anche Term. musicale, e dicesi Quella conchiusione di un pezzo di musica, segnatamente a ballo, nella quale si ritorna al primo motivo, ma variandolo alquanto e rendendolo più brioso e vivace. Dicesi anche per Breve e semplice conchiusione, specialmente di un pezzo musicale, dove siano parecchj ritornelli.
Definiz: § XXIII. Coda dell'occhio, vale L'estrema parte dell'occhio presso la tempia. –
Esempio: Baldin. Lett. Prop. 14: Questa misura dell'uno e l'altro occhio si piglia dall'estremità del lagrimatoio fino al termine della parte opposta, cioè fino al punto dove si uniscono le due palpebre, che volgarmente si dice la coda dell'occhio.
Definiz: § XXIV. Onde Guardare con la coda dell'occhio, vale Guardare furtivamente e di traverso, senza voltar la faccia. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 123: Cominciatolo con la coda dell'occhio alcuna volta a guardare,... s'ingegnava di dimostrargli che di lui le calesse.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 105: Messer Ridolfo guarda costui con la coda dell'occhio, dicendo ec.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 374: Vuoi saper come va? passini industri E frettolosi, corpo intero, a vite Il collo; duro si rivolge e guata Con la coda dell'occhio.
Definiz: § XXV. Coda della rete, parlandosi d'una particolar foggia di reti, trovasi detta L'estremità di essa rete dal lato dove va restringendosi e opposto alla bocca. È anche detta Cocuzzolo. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 518: Va innanzi con lo scudo verso le pernici, e nella coda delle reti a poco a poco le pigne.
Definiz: § XXVI. Coda del sonetto, dicesi Quella giunta che si appone a' sonetti, e per lo più ai burleschi o a' satirici, in forma di uno o più terzetti, ordinariamente composti d'un settenario, rimato col verso antecedente, e di due endecasillabi rimati fra loro. E Sonetto con la coda, dicesi quel Sonetto che ha cosiffatta giunta. –
Esempio: Buonarr. Aion. 2: Insino a ora io mi credetti Che le code.... ornamento dessero ai sonetti, Come lo danno i pennacchj a' cappelli.
Esempio: Red. Ditir. A. 119: Quanto a' sonetti con la coda, cioè a quelli che sono di diciassette versi, il quindicesimo de' quali ha sette sillabe, e gli altri tutti ne hanno undici, i più antichi poeti.... che gli componessero sono Pierozzo di Biagio di Strozza Strozzi ec.
Esempio: E Red. Ditir. A. 120: Quantunque i sonetti con la coda sieno per lo più burleschi e familiari, nulladimeno i primi compositori ne fecero qualcuno intorno a cose serie.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 77: Un epigramma ed un madrigaletto, Un vago sonettino con la coda, Daran più brio, faran gli affar più lesti, Che quel latino e quelli antichi testi.
Definiz: § XXVII. Coda del testamento, trovasi per Codicillo. –
Esempio: Salv. Avvert. 1, 111: Costui in una coda d'un testamento.... mentova questa copia, e lasciala in dono a Iacopo.
Definiz: § XXVIII. Coda di rondine, dicesi Quella particolare specie di commettitura, che si fa in lavori di legno, di pietra o di metallo, la quale procede dallo stretto al largo, in forma appunto d'una coda di rondine o d'un trapezio. Si usa più comunemente nella maniera avverbiale A coda di rondine, che dicesi così di commettiture come di qualsivoglia lavoro o opera d'arte, che abbia la forma d'un trapezio; e familiarmente è aggiunto della Giubba lunga, le cui falde hanno la medesima somiglianza. –
Esempio: Biring. Pirotecn. 114: Si fan quattro o al più sei canali che stieno in fondo a coda di rondine, ed in questi dipoi sia commesso quattro coltelli d'acciaro.
Esempio: Cellin. Pros. 209: Le maggior fatiche.... era stato il trovar la regola, di poi metterla in opera al gran colos; e così, la Iddio grazia, mi era riuscita a molta mia satisfazione, che ora bisognava pensare a formarlo di più di cento pezzi, e quelli commettere da poi insieme con code di rondine.
Esempio: Bald. Eron. 44: A coda di rondine. I Greci dicono διαπελὲκινον, che vuol dire a foggia di scure, e così sta nel testo greco; nondimeno a noi ha parso conveniente l'usar termine più noto a gli artefici nostri, attento che la differenza non è nella cosa ma nelle parole, poi che così la secure come la coda di rondine cominciando strette si vanno allargando.
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 1, 186: I contrafforti C D E, ove appiccano con la cortina A B, sono sottili, e dall'altra parte vanno allargandosi a coda di rondine.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 150, 2: Una pietra tagliata a conio, o come altri dicono a coda di rondine, che si mette.... nel mezzo delli archi dei ponti.
Definiz: § XXIX. A coda di cavallo, di mulo, o simili, posto avverbialmente e per lo più coi verbi Trascinare a coda di cavallo, di mulo, Trarre a coda di cavallo, di mulo, e simili, vale Attaccato e pendente di dietro alla bestia nominata: e fu anticamente un modo di orribile supplizio. –
Esempio: Dant. Purg. 24: Quei che più n'ha colpa Vegg'io a coda d'una bestia tratto Verso la valle ove mai non si scolpa.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 579: Lo quale [Corso Donati] a furore di populo fu stracinato a coda di una bestia.
Esempio: Ciriff. Calv. 28: Minacciando di farlo istrascinare a coda di cavallo, se nelle mani gli venisse.
Esempio: Legg. Tosc. 9, 70: Non intendendo con la presente legge di derogare allo Statuto.... dove viene esasperata la pena della morte a chi maneggia e si vale del denaro del pubblico, e fugge e non rende conto, con doversi strascicare a coda di mulo, senza tavole, al luogo del patibolo.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 9, 295: I Niolini a furia di popolo l'ammazzarono, strascinaronne il cadavero a coda di mulo.
Definiz: § XXX. Quindi Squartare alcuno a coda di cavalli, vale Giustiziarlo facendolo squarciare da più cavalli, a ciascuno de' quali sia stato legato pe' piedi e per le braccia. –
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 1, 114: Per la quale confessione e sospetto il Conte fu squartato a coda di cavalli.
Definiz: § XXXI. Alla coda, e talora anche A coda, posto avverbialmente, e riferito in modo speciale ad eserciti, vale Appresso, Di dietro; lo stesso che Alle spalle. –
Esempio: Vill. M. 536: Il Marchese avendo alla fronte il bello e grande essercito,... non si potea volgere indietro a dare soccorso a Pavia, per non avere i nemici alla coda.
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 7 t.: Non volendo.... partire di notte, e segreto;.... a cagione che i nimici, pensandosi che per la paura e' fusse fuggito, non gli uscissero poi a la coda.
Esempio: Nard. Stor. 2, 128: Partissi finalmente l'esercito della Lega per seguitare a coda Borbone.
Esempio: E Nard. Liv. Dec. 182: Quando Annibale usciva alla campagna per le vettovaglie, eglino l'assaltavano in diversi luoghi, secondo l'occasione, molestandolo a coda.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 3: S'inviò coll'esercito,... nella quale spedizione avendo infinite difficoltà per cagione delle vettovaglie, e del capitano della lega, che gli era continuamente ora alla coda e ora alla fronte.
Definiz: § XXXII. Alla coda trovasi anche in forza di Prep., per Dietro o Presso a. –
Esempio: Fior. Virt. 131: Tutti gli prigionieri ch'egli avea conquistati sì gli veniano alla coda del carro.
Definiz: § XXXIII. In coda, pure avverbialm., vale In fondo, Tra gli ultimi. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 131: Messer Dolcibene si era messo in coda, che non poteano ben vedere il suo mangiare, e toccava spesso il tagliere.
Definiz: § XXXIV. In coda di checchessia, vale Nella parte estrema, Nel fondo, Nella fine, di quello. –
Esempio: Tav. Rit. 216: L'ostiere.... lo fece porre in coda della tavola.
Esempio: Fiorett. C. Consid. 108: Riprendono il troppo spesso uso di capitano in coda di verso.
Definiz: § XXXV. E coda! o come talvolta anche dicesi, E la coda! Maniera proverbiale ed ironica, che sogliamo usare familiarmente rispondendo a chi, nel parlare dell'età di una persona, della distanza di un luogo da un altro, del prezzo di una cosa, e simili, dica assai meno di quello che è; volendo così fargli capire, che al numero o quantità detta è da farsi una buona giunta. Come per esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Colei avrà trent'anni. – E coda! – Di qui al tal luogo ci saranno due miglia. – E coda! – Cotesto drappo costerà cinque lire il metro. – E coda!
Definiz: § XXXVI. Alzare la coda o Levare la coda, vale figuratam. Pigliar baldanza, ed anche semplicemente Rallegrarsi. –
Esempio: Pataff. 7: Doman lo saperai: leva la coda.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 231: Monna Aldruda, levate la coda, chè buone novelle vi reco.
Definiz: § XXXVII. Apporre code a code, trovasi figuratam. e giocosamente per Andare in lungo, Prolungarsi. –
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 2, 2: Perch'ei torni di nuovo allo Spedale,.... E 'l suo male apponendo code a code, Ci stia sempre confitto.
Definiz: § XXXVIII. Avere alcuno alla coda, trovasi per Essere sollecitato da quello a fare una data cosa: oggi, Avere alcuno alle costole. –
Esempio: Vill. M. 5, 109: Quelli che teneano lo stato e governo della città, n'erano caduti nell'odio e mal volere del popolo e de' mercatanti, e stavano in paura del perderlo, avendo del continovo alla coda li aderenti seguaci e amici de' Gambacorti, i quali erano di fuori e li sollecitavano.
Definiz: § XXXIX. Aver buoni bracchi alla coda d'alcuno. –
V. Bracco, § IV.
Definiz: § XL. Aver corta coda, trovasi figuratam. per Aver breve durata, Scoprirsi presto; detto di bugie, finzioni, imposture, e simili. –
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 65: Se le dette pistole non sono sue, mi pare che faccia errore a scriverle per sue: perchè questo voler parere e non essere ha corta coda, e portasi dietro un biasimo grande.
Definiz: § XLI. Aver la coda di paglia, vale proverbialmente Sentirsi in colpa di qualche cosa, e temerne quindi la meritata punizione: ed anche Saper di avere un qualche difetto, e temerne danno o vergogna.
Definiz: § XLII. Quindi il proverbio: Chi ha la coda di paglia ha paura del fuoco, a significare che Chi ha la coscienza d'aver male operato, o di avere in sè qualche difetto, evita per timor del castigo, o della vergogna, le occasioni o i pericoli di essere scoperto.
Definiz: § XLIII. Aver la coda taccata di mal pelo, si disse in modo proverbiale per Esser astuto, malizioso, tristo. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 140: Lo scolare, che di mal pelo avea taccata la coda, disse: Madonna, a me converrà fare una imagine di stagno, in nome di colui il qual voi desiderate di racquistare ec.
Definiz: § XLIV. Far coda romana, si disse d'un Giuoco di fanciulli, il quale consiste nel correre attorno appiccati con le mani a' vestimenti l'uno dietro all'altro. Oggi dicesi Far la fila lunga.
Forse fu così chiamato tal giuoco per allusione al costume di reggere lo strascico ai grandi personaggi della Corte romana.
Definiz: § XLV. Quindi figuratam., Far la coda romana ad alcuno, trovasi per Andare in molti dietro ad esso schernendolo e beffandolo. –
Esempio: Vill. G. 589: Alla sua partita [del Bavaro] i Romani li fecero molta diligione, sgridando lui e 'l falso papa e lor gente.... E fedirono con sassi e uccisero di lor gente: e l'ingrato popolo di Roma li fece la coda romana.
Definiz: § XLVI. Far di testa coda, trovasi usato scherzevolmente per Fare o Dire il contrario di quel che s'è detto o fatto prima. –
Esempio: Buomm. Cical. 44: Con ugner un po' lor le mani con buona quantità della grascia de' Brancadori, e' fanno subito di testa coda, e cuciono a refe doppio.
Definiz: § XLVII. Guastar la coda al fagiano. –
V. Fagiano.
Definiz: § XLVIII. Lisciare altrui la coda, vale Piaggiarlo, Fargli moine. –
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 3, 324: Ma quanto più gli lisciava la coda, E quel crudel superbo con dispetto Lo rampognava.
Esempio: Varch. Ercol. 72: Usansi ancora, in vece d'Adulare, Soiare, o Dar la soia,... talvolta Lisciar la coda.
Definiz: § XLIX. Lisciare la coda al diavolo, o alla volpe, o alla golpe, vale proverbialm., Adoperarsi invano, Gettar la fatica. –
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 2, 10: Veggo quel che s'alleva in sen la serpe, Quel che nel vaglio piscia, E quel che liscia alla golpe la coda.
Definiz: § L. Mangiare il porro per la coda o Prendere il porro per la coda. –
V. Porro.
Definiz: § LI. Metter la coda dove non va il capo, vale proverbialm. Cercar d'ottenere per ogni guisa e ad ogni costo l'intento suo. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 18, 129: E mille capannucci e mille gueffe Ho meritato già per questo o piue; Dove il capo non va metto la coda.
Definiz: § LII. Mettersi la coda tra le gambe, o Andarsene con la coda tra le gambe, o anche come si usò, tra gambe; dicesi in modo proverbiale e basso, e con similitudine presa dai cani, di Chi affrontatosi, o altercando con altri, cede per paura e si ritira. –
Esempio: Pataff. 9: Allor mi misi la coda tra gambe.
Definiz: § LIII. Non avere nè capo nè coda. –
V. Capo, § CLXXVI.
Definiz: § LIV. Non esservi in checchessia nè capo nè coda o Non trovarvi in checchessia nè capo nè coda; e anche Non trovar di checchessia nè capo nè codae o Non rinvenire di checchessia nè capo nè coda. –
V. Capo, § CLXXVII.
Definiz: § LV. Reggere la coda ad alcuno, trovasi in modo basso, e con figura presa dallo strascico della veste, per Aiutarlo in checchessia. –
Esempio: Menz. Sat. 46: E se uno stil da Ortenzio ei non elesse, Almen da sè il compose, e nessun fugli Alle spalle, e nessun la coda resse.
Definiz: § LVI. Pigliare il diavol per la coda, Stringere il diavol per la coda, Tenere, il diavol per la coda. –
V. Diavolo.
Definiz: § LVII. Sapere dove il diavolo tiene la coda. –
V. Diavolo.
Definiz: § LVIII. Dove il diavolo non può mettere il capo, o le corna, vi caccia la coda. –
V. Diavolo.
Definiz: § LIX. Il diavolo ci ha messo le corna e la coda. –
V. Diavolo.
Definiz: § LX. È meglio esser capo che coda. –
V. Capo, § CCXI.
Definiz: § LXI. È meglio esser capo di gatto che coda di leone; ed anche, È meglio esser capo di lucertola che coda di dragone. –
V. Capo, § CCX.
Definiz: § LXII. Essere come il porco, che dimena sempre la coda e non l'annoda mai; ed anche, Far come la coda del porco, Mena, mena, e mai non va. –
V. Porco.
Definiz: § LXIII. L'asino conosce la coda quando e' non l'ha; ovvero, L'asino non conosce la coda se non quando e' non l'ha. –
V. Asino, § XXXVIII.
Definiz: § LXIV. Nella coda sta il veleno; proverbio che significa, che Nell'ultimo consiste la difficoltà, il pericolo o la malignità della cosa; con allusione a' serpenti, i quali nella coda più che in altra parte fu creduto da taluno aver raccolta la malvagità del veleno. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 94: E il velen, si suol dir, sta nella coda.
Definiz: § LXV. Questa gazza ha pelata la coda. –
V. Gazza.