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1) Dizion. 5° Ed. .
INCENDERE.
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INCENDERE.
Definiz: Att. Appiccar fuoco a checchessia, Fare che bruci, Ardere, Abbruciare, Incendiare; ma è voce oggi non comune.
Dal lat. incendere. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 137: Ne' boschi dell'Alpi si sega del mese di maggio e di giugno tutti i ramucelli degli arbori e seccansi, e poi del mese d'agosto s'incendono.
Esempio: Dant. Conv. 280: Chi dirà che fosse sanza divina spirazione.... Muzio la sua mano propia incendere, perchè fallato avea il colpo che per liberare Roma pensato avea?
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 207: Egli se ne andò ne' più ricchi luoghi di Numidia, guastò campi e ville, e molte castella e città non bene guarnite, ovvero senza aiuto, prese e incese.
Esempio: Vill. M. 459: E discesa nella maggiore cappella, in più parti la 'ncese e abbronzò le figure.
Esempio: Ar. Orl. fur. 16, 26: Incende Le belle case e i profanati tempi.
Esempio: Alam. L. Op. tosc. 1, 141: Io questo lauro incendo.
Esempio: Car. Eneid. 11, 293: A' suoi ciascuno, Com'era l'uso, un'alta pira eresse, La compose e l'incese.
Esempio: Bald. Quint. Cal. 2, 169: Cotal gli Argivi con le fiamme incensa E guasta avendo la città Troiana, Tutte le sue ricchezze e i suoi tesori Conducean seco a' fluttuanti legni.
Esempio: Alf. Trag. 1, 200: Incender lascia, Tu che perir non dei, da me quel rogo, Che coll'amato mio fratel mi accolga.
§ I. E riferito a persona. –
Esempio: Dant. Inf. 26: Ciascun si fascia di quel ch'egli è inceso.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 674: Si fascia di quel ch'egli è inceso: cioè della fiamma che l'incende.
Definiz: § II. E per estensione, detto di tutto ciò che fa ardere, andare in fiamme, anche assolutam. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 19: Ed altri [animali], col desio folle, che spera Gioir forse nel foco perchè splende, Provan l'altra virtù, quella che 'ncende.
Esempio: Varch. Boez. 25: L'ardente sollion biade alte incende.
Esempio: Mont. Iliad. 2, 596: Siccome quando la vorace vampa Sulla montagna una gran selva incende, Sorge splendor che lunge si propaga, Così ec.
Definiz: § III. E figuratam., parlandosi più spesso della passione amorosa; anche assolutam. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 16, 35: Veggendo nude queste membra tenere, Che m'han sì il cor ferito e l'alma incesa.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 195: Come sarà udita La casta voglia che 'l cor dentro incende Da chi sempre se stesso in altrui vede?
Esempio: Varch. Comp. past. 35: Volarei Nella felce e nell'edra, onde sovente Contra i raggi del sol la fronte adorni, E più bella di lui m'abbagli e 'ncendi.
Esempio: Grazz. Rim. 1, 4: Come è, Varchi, di nuovo in voi risorto Fuoco amoroso, che v'incende il core?
Esempio: Leopard. Paralip. 1, 26: Tant'odio il petto agli stranieri incende Del nome italïan, che di quel danno Onde nessuna gloria in lor discende, Sol perchè nostro fu, lieti si fanno.
Definiz: § IV. E pur figuratam., per Eccitare vivamente a checchessia o contro checchessia. –
Esempio: Cavalc. Specch. Pecc. 78: Sono certi beveraggi, che le femmine fanno agli uomini, e gli uomini alle femmine, per incendergli al loro amore.
Esempio: Car. Rim. 28: Questa Dea, ch'a virtù l'anime incende.
Esempio: Segner. Mann. sett. 1, 1: Nessuna cosa incende tanto gli scolari allo studio, quanto la bontà del maestro.
Esempio: Bott. Stor. Amer. 1, 245: Nelle piazze pubbliche gli oratori popolari, nelle chiese i ministri della religione, tenevan sermoni, nati e fatti per incendere il popolo contro gli autori delle usurpazioni.
Definiz: § V. E in senso particolare, per Accender d'ira, di cruccio, Fare adirare, crucciare; ed altresì Amareggiare gravemente. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 152: Non potendo (un demonio) sostenere la virtù di tanta umiltà che lo incendeva molto, gridando si partì da colui in cui era.
Esempio: E Cavalc. Frutt. Ling. 19: Contro a i quali (a certi Santi) gridavano i demonj, che le loro orazioni gl'incendevano.
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 129: Ed ella non li tiene ascoso il vero, Onde sa che lo incende e che l'attosca.
Definiz: § VI. Incendere, vale altresì Fare gravi ustioni, Bruciare. –
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 137: Comandò ch'ella fusse ispogliata e sospesa in aria, e con piastre di foco fusse tutta incesa; e' carnefici incontanente ebbono le piastre roventi, e tutto incesono il suo tenero e bellissimo corpo.
Definiz: § VII. Si usò per Curare con fuoco, Cauterizzare; anche assolutam. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 325: A far cauterio senza fuoco pestisi la flamula, e pongasi sopra 'l luogo che si vuole incendere, e vi si lasci un giorno, e troverassi la buccia arrostita e arsa.
Esempio: Cant. Carn. 266: Noi nell'incender siam più che dottori.
Esempio: E Cant. Carn. appr.: Ed ecci un certo incender molto accorto, Che si fa coll'anello.
Definiz: § VIII. Vale altresì Disseccare, Render arido. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 59: Imperciocchè 'l secco calore, che con tal letame intorno le radici si genera, incende queste cotali radici.
Esempio: E Cresc. Agric. volg. 84: Il loglio, posto allato al frumento, lo 'ncende e riarde.
Definiz: § IX. E per Metter soverchio calore, Incalorire. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 348: Ingrossa [il porro] la sottilità degli occhi, e grava lo stomaco, e genera sete, e incende il sangue ec.
Definiz: § X. E riferito a malore, per Renderlo più violento, Accrescerne l'intensità, e simili. –
Esempio: Morell. Cron. 281: La morìa fu inestimabile, e dicesi.... che nella nostra città ne morirono i due terzi delle persone.... Pensate se fu fracasso; non è da prenderne gran maraviglia perchè questo fosse, chè molte cagioni ci furono da incendere il malore; e fu maggior maraviglia.... di que' che camparono, che di que' che morirono.
Definiz: § XI. Neutr. pass. incendersi e Neutr. Prender fuoco, Infiammarsi, Incendiarsi. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 121: Molto di cenere con esso si mischia, massimamente se le legne fien dolci, e che tosto s'incendano.
Esempio: Ar. Rim. 1, 224: Fiato che spiri assai più grato odore Che non porta, dagl'Indi o da Sabei, Fenice al rogo, ove s'incende e more!
Definiz: § XII. In locuz. figur., e figuratam., parlandosi della passione amorosa. –
Esempio: Rim. Ant. F. Pol. Castell. 1, 131: E son di voi sì coralmente presa, Che giorno e notte non posso posare; Anzi incendo ed ardo più che foco.
Esempio: E Rim. Ant. F. Rinald. Aquin. 1, 220: Di tal foco soracciso, Che meve arde e consuma, E con foco che non pare, Che la neve fa allumare, Ed incendo tra lo ghiaccio.
Esempio: Dant. Rim. 139: Incontro a sè s'adira, Ch' ha fatto il foco, ov'ella, trista! incende.
Esempio: Bocc. Teseid. 3, 76: Perch'io ti prego, se alcuna fïata Vedi colei per cui io ardo e incendo, Che tu le raccomandi pianamente Quel che morendo va per lei dolente.
Esempio: E Bocc. Filostr. 3, 36: Voi mi metteste nel cuor sì focosi Dardi d'amor, de' quali io tutto incendo.
Definiz: § XIII. Chi non arde non incende. –
V. Ardere, § XIX.