Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
CARACCA
Apri Voce completa

pag.552


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
» CARACCA
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
CARACCA.
Definiz: Sost. femm. Nome che davasi a una Grossa nave, più comunemente adoperata a trasportar mercanzie.
Dall'arabo harraka, propriamente incendiaria; ed era aggiunto di certi legni da guerra, ed anche di grosse barche da fiume. –
Esempio: Vit. S. Anton.: Quando meno lo mercatante lo sperava, arrivòe sua caracca sana e salva nel porto.
Esempio: Machiav. Comm. 172: Queste cipolle, fave e spezierie, perchè sono cose calde e ventose, farebbero far vela a una caracca genovese.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 135: E quivi una caracca ritrovaro, Che per Ponente mercanzie raguna.
Esempio: E Ar. Cinq. Cant. 1, 36: Tante fuste e galee, caracche e barche, Per gir nell'Inghilterra e nell'Irlanda.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 214: Permise che andassero del Regno di Napoli due caracche, che a Genova s'erano armate per Ferdinando.
Esempio: Varch. Stor. 2, 17: Cominciò una nave grossa, cioè una caracca.
Esempio: Dav. Oraz. 484: Tolsero forse l'albero di una galeazza di Vinegia, o del bucentorio, o della caracca di Rodi, e sì l'arrocchiaro.