Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 3° Ed. .
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Definiz: È la stessa particella, che CI, della natúra medesima, che TE, e ME. Onde allora, che avanti all'articolo, od alla particella NE si pone, si usa da' regolati Scrittori CE, e non CI; Non ammette imperò dopo di se il verbo, se tramezzata non sia da quello con alcuna delle seguenti voci IL, LO, LI, GLI, LA, LE, NE; Che se colla prima di queste s'accoppia, volentieri con essa in una sola si strigne: come,
Esempio: Esempio del Compilatore Cel dirà, Cel troverremo;
Definiz: E dopo il verbo, allora che viene usata, s'affige ad esso, insieme però con una delle suddette, formandosi dell'una, e dell'altra l'affisso doppio. E ciò segue, siasi ella usata in forza di pronome rappresentante il terzo caso del maggior numero; o pure come particella riempitiva s'adoperi, o vero per avverbio di luogo si ponga.
Definiz: §. Pronome del terzo caso, e del numero del più: vale A noi. Lat. nobis.
Esempio: Boc. Nov. 76. 17. Tu non ce ne potresti far più.
Esempio: E Bocc. Nov. 89. 2. La natúra assai apertamente cel mostra.
Definiz: §. Particella riempitiva, che va innanzi al pronome, siccome il ci dopo.
Esempio: Boc. Nov. 76. 4. E poscia cel goderemo qui insieme col Domine (che tanto potrebbe dirsi, lo ci goderemo, ma non lo ce)
Definiz: §. Anche è avverbio: e vale In questo luogo. Lat. hic; ed è lo stesso appunto, che ci; ma pur così si pone avanti al pronome.
Esempio: Boc. Introd. n. 35. Se pure alcuni ce ne sono.
Esempio: E Bocc. Nov. 8. 8. Io ce la farò dipignere in maniera, ec.
Esempio: E Bocc. Nov. 24. 4. La dove ce n'è una, ch'è molto corta.
Esempio: Boc. Nov. 21. 7. Sappi se egli sa lavorare, e ingegnati di ritenercelo.