Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
MENDO
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MENDO.
Definiz: Sost. masc. Difetto, Imperfezione, Mancamento fisico, Incomodo: ma non è oggi di uso comune.
Dal lat. mendum. –
Esempio: Gell. Capr. Bott. 175: Questa vecchiaia.... ne vien con ogni mal mendo; imperò che ella non ci priva solamente di tutti i diletti,... ma ella toglie anche altrui il sonno ec.
Esempio: Salv. Granch. 1, 1: Ben ch'io abbia con esso meco Di molti di quei mendi che n'arreca Seco l'età, io non son però Ancor sì rimbambito, che ec.
Esempio: Buonarr. Oraz. I, 3, 190: Sovente avvenne che egli, alla sua stessa opportunità e al suo mendo contradiando, per non recar disturbo colà dove onesta brigata si ritrovava, egli celasse la propria scommodità.
Definiz: § I. E figuratam., in senso morale. –
Esempio: Fr. Guitt. Rim. 1, 69: E a ciascuno mendo e defetto T'ha per soccorso noi dato Lo nostro orrato Signore.
Esempio: Giobert. Ges. mod. 2, 277: Ma qual è in sostanza il mal mendo che il concionatore ravvisa negl'instituti filantropici?
Definiz: § II. Mendo, vale anche Brutta abitudine, Vizio, ma, di solito, in senso non grave. –
Esempio: Passav. Specch. Penit. 99: Ma dee essere (il confessore) sobrio, pudico,... esperto ed inreprensibile d'ogni mal mendo.
Esempio: Gell. Sport. 1, 2: Voi avete tutte, voi, donne, questo maladetto mendo, di voler sempre rimpinzar tanto, ch'a un amalato il più delle volte fate lor male.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 30, 292: A quello spiacevol mendo del guizzar ch'egli a ogni poco soleva con una spalla.,... un tal rimedio adoperò, che del tutto se ne distolse ec.
Esempio: Salvin. Opp. Pref. 14: Tra' Fiorentini medesimi essendoci chi, per un certo lor vezzo o mendo preso, pronunziano diversamente dall'universale.
Esempio: Buonarr. F. Medagl. ant. 168: E veramente chi si sarebbe potuto contenere e non ridere, in vederlo imitare infino i mendi e i difetti naturali d'Alessandro?
Esempio: Not. Malm. 1, 169: Requie scarpe è uno storpiamento del latino Requiescat, fatto dalla plebe, non già per derisione delle cose sacre, ma per un certo suo mendo di formare equivoci sopra tali parole latine.
Esempio: Ricc. A. M. Rim. Pros. 206: Siccome lo sputare Troppo lontan.... E di più l'altro mendo Di storcere e allungare Le braccia.... Disdice, lo concedo.