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Dizion. 5° Ed. .
GORGIA.
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GORGIA. Definiz: | Sost. femm. Gola; ma in questo senso non è oggi di uso comune. |
Dal lat. gurges, Gorgo, per similit. – Esempio: | Giamb. Lat. Tes. 79: Sì se ne vanno al mare, e beono de l'acqua, ed empiesene ben la sua gorgia, e mettesi el becco di dietro a modo di cristeo, e cacciasi quell'acqua in corpo. | Esempio: | Benciv. Aldobr. R. 175, 5: Queste sono le vene che più fanno l'aposteme, che vegnono dalla gorgia. | Esempio: | Ottim. Comm. Dant. 1, 426: Ha (il dragone) cresta con piccola bocca, e stretti canali della gorgia, per li quali trae l'alito e mette la lingua. | Esempio: | Serdon. Gal. Marz. 24: Questo nome Giovanni appo gli Ebrei, di cui è propia l'aspirazione, perchè pronunziano in gorgia, ha l'aspirazione. | Esempio: | Baldell. F. Filostr. 358: Ha il fiato la sua bontà, ognora che e' serà morbido e soave, e che uscito su non faccia strepito nella gorgia, conciosia cosa che ciò faccia la voce men composta ed inornata. | Esempio: | Buomm. Ling. tosc. 22: Non ha altro fine [il poeta] che burlarsi di quel Romano che parlava troppo in gorgia, e profferiva tutte le sillabe aspirate. | Esempio: | Salvin. Opp. 233: Allora dalla gorgia ei gli risputa. |
Definiz: | § I. Comunemente usasi oggi a significare Pronunzia delle parole, o di certe lettere, aspirata e gutturale. – | Esempio: | Salvin. Annot. Fier. 413: Come chi dice Granducca, per isfuggire la gorgia di quelli che dicono Granducha. | Esempio: | E Annot. Tanc. 552: I Romani burlano noi altri Fiorentini, e da questo oh ohi, profferito colla nostra natia gorgia, o cocoia, quando venghiamo a Roma e ci sentono parlare con la voce in gola aspiratamente alla guisa quasi degli Ebrei, Tedeschi e Levantini, nazioni gutturali, dicono: Ecco l'oche, ecco l'oche. | Esempio: | Buonav. Tratt. Ort. tosc. 338: Si può chiaramente comprendere dall'epigramma di Catullo, che fu fatto per burlarsi di quell'Arrio, che parlava con troppa gorgia, e profferiva le sillabe coll'aspirazione, dove ella non si richiedeva. |
Definiz: | § II. Vale pure Gorgheggio, Canto come in gola, usato più spesso nel numero plur., e detto per similit. anche di uccelli. – | Esempio: | Marcellin. Metam. 41: Cantò i primi quaternari di quel sonetto,... ripetendo più d'una volta con una gorgia maravigliosa l'ultimo verso. | Esempio: | Salvin. Lett. IV, 2, 254: La sera si sente cantar l'usignolo, e dura tutta notte a far trilli e gruppi, e gorge, e versi scempj e raddoppiati di tutte le sorti. |
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