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1) Dizion. 5° Ed. .
MOTTO
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MOTTO.
Definiz: Sost. masc. Detto breve, arguto o piacevole, e talora anche equivoco, a fine di sollazzare e far ridere, o di pungere alcuno.
Dal basso lat. muttum; in alcuni dialetti italiani mutto, e in qualche vernacolo toscano motto con l'o stretto: franc. mot, provenz. mot. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 144: E' Ghibellini di Reggio erano molto possenti, intra' quali aveano uno chiamato il Caca da Reggio, e in motti ancora si raccorda.
Esempio: Dant. Parad. 29: Ora si va con motti e con iscede A predicar.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 32: Come nei lucidi sereni sono le stelle ornamento del cielo, e nella primavera i fiori de' verdi prati, e de' colli i rivestiti albuscelli, così de' laudevoli costumi e de' ragionamenti belli sono i leggiadri motti.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 51: Vi voglio ricordare essere la natura de' motti cotale, che essi come la pecora morde deono così mordere l'uditore, e non come 'l cane: perciò che, se come cane mordesse il motto, non sarebbe motto, ma villania.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 156: Come a uno di questi tali, o a giullari, o a uomeni di corte, che sono quasi simili, apparisce uno che con una cosa che faccia, o con un motto gli morda, o mostri me' di loro, subito pèrdono che paiono morti.
Esempio: E Sacch. Nov. 2, 286: Uno piacevole motto che uno disse sul punto estremo della sua morte, non gittò minor frutto che facessono le parole di messer Ottone Doria.
Esempio: Poliz. Rim. C. 324: Sopra tutte mi saetta Quella ch'usa qualche motto, Che vi sia misterio sotto Ch'io lo sappia interpretare.
Esempio: Castigl. Corteg. V. 122: Avete ancor a sapere, che dai lochi donde si cavano motti da ridere, si posson medesimamente cavare sentenze gravi.
Esempio: Cas. Pros. 3, 332: Sono i motti speziale prontezza e leggiadria, e tostano movimento d'animo.
Esempio: Cavalcant. B. Retor. 327: Potrebbonsi forse trovare altri modi di facezie e di motti ridicoli: ma nel vero quegli, che nella forza delle parole consistono, sono quasi diterminati: ma quegli, che stanno nel concetto e nella cosa, sì come sono quasi infiniti, così a pochi capi si possono ridurre.
Esempio: Varch. Stor. 3, 263: Onde nacque quel motto assai leggiadro e non inarguto: Come ciò fosse, che messer Ambrogio avendo tanti bacini da lavarsi, non avesse le mani nette?
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 160: Nè voglio in questa occasione lasciare un motto di certi ambasciadori Cartaginesi in apparenza onorevole, e nell'intrinseco altero e mordace, ma qui in ogni modo degno di ricordare (male la stampa: al vero, e mordace).
Esempio: Tass. Lett. 1, 130: Io, come voi m'imponete, motteggiai; ma 'l motto non fu inteso, o almeno non gli fu dato risposta, ed a me non è paruto di poter con vostra dignità proceder più oltre.
Esempio: Salvin. Podagr. Luc. 1, 17: Tutti allegrando con faceti motti.
Esempio: E Salvin. Annot. Fier. 454: Egli medesimo (il Casa), pare che creda motto venire da moto.... Ma è credibile che venga piuttosto da μῦθος, parola, motto; onde far motto, far parola visitando.... e che poi procedesse a significare parola scherzosa, arguta, piccante, che in poco dice molto, sentenziosa, piena di sentimento.
Esempio: Bott. Stor. Amer. 1, 121: Moltiplicavansi per opera de' capi del popolo i libelli, e le pasquinate; i motti, le giullerie ne' diarj pubblici erano incessanti.
Definiz: § I. In più largo senso, vale anche Detto sentenzioso, o proverbiale, da servire d'ammaestramento. –
Esempio: Senec. Pist. 14: I' ti dirò un motto de' suoi (d'Epicuro).... ch'appartiene a filosofia.
Esempio: Rim. Ant. S. Ubert. Lap. 70: Se vuoli esser udito, Parla con motti che portin sentenza.
Esempio: Pulc. L. Morg. 24, 34: Tu n'hai pur fatte più che Giuda a Cristo; Ma non sanza cagion si dice un motto: Che 'l sabato non paga sempre Cristo.
Esempio: Bellinc. Rim. F. 1, 134: E' si dice a Fiorenza un motto bello, Che, chi ha lupo per compar, s'ingegni Sempre portare el can sotto el mantello.
Esempio: E Bellinc. Rim. F. 1, 144: Chi a suo modo ha el vento Legga Dante ove dice: e vidi rotto All'entrar della foce. Or basti el motto.
Esempio: Cavalcant. B. Retor. 315: Disse (Stesicoro), che non si debbe usare insolenza e fare oltraggio, acciocchè le cicale non cantino in terra: intendendo per questo motto, che gli arbori, sopra i quali elle sogliono cantare, sarebbono tutti tagliati.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 454: Ut vetus verbum est, diceano i Latini, cioè come è la vecchia parola, l'antico motto; volendo significare i loro dettati e proverbj: la cui voce vale parola posta là in mezzo a pubblico uso e benefizio: in Greco paroemia, παροιμία, cosa che è lungo la via, cioè trita e comune.
Definiz: § II. Motto, vale altresì quella Sentenza o Parola significativa, che fa parte di imprese e stemmi, o scrivesi ad illustrazione di medaglie, quadri, e simili. –
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 235: E se intorno alle sue imprese ho tanto indugiato a mandarle gli ultimi motti, non è proceduto nè da negligenza, nè da dimenticanza.
Esempio: Cellin. Pros. 79: Il motto che era in detta medaglia diceva: Summam tulisse iuvat.
Esempio: Tass. Rinald. S. 7, 68: L'attraversa per mezzo un motto, il quale Ha tal sentenza in lettre d'òr segnata.
Esempio: Soder. Descriz. 13: Gli archi, vestiti e coperti tutti di simili rasce bianche e nere tramezzanti le morti, le arme, e i motti, posti a dirittura delle colonne, tra' quali era di fuori uno così: ec.
Esempio: Capor. Rim. 244: La grande impresa della Poesia, idest una ribeca incoronata Della sterile felce,... Ed era il motto suo quelle parole, Quello ex nihilo nihil, per cui fanno Tanto chiasso e rumor le antiche scuole.
Esempio: Serdon. Vit. Innoc. 7: Gli fu donata l'impresa del pavone col motto in francese Loyauté passe tout, che suona in nostra lingua Lealtà sorpassa tutto.
Esempio: Baldin. Vit. Bern. 53: Nel rovescio (della medaglia) volle, che si vedessero la Pittura, Scultura, Architettura e Mattematica in vaghe attitudini, con lor proprj segnali, e distintivi, e con il motto Singularis in singulis, in omnibus unicus.
Esempio: Adim. L. Pros. sacr. 163: Dovrebbero qui registrarsi quei bellissimi epigrammi e motti ch'egli compose in onor della Santa e che nelle cartelle e sotto i medaglioni furono allora registrati.
Esempio: Maff. Veron. illustr. 5, 103: Disegno che s'accosta a quello di cui trattiamo,... comincia in Costanzo Cloro,... servendo di riverso a ben dieci teste pur con gli stessi motti di Providentia e di Virtus, ora Militum, ora Augustorum, ora Caesarum.
Esempio: Parin. Poes. 47: Più caro a te dell'adamante istesso, Cerchietto, inciso d'amorosi motti, Stringati alquanto, e sovvenir ti faccia ec.
Esempio: Cesar. Vit. Crist. 3, 418: Quell'empio inaudito, che dileggiò Cristo,... e che ponea per firma e motto delle sue lettere,... queste orrende cifre ec.
Definiz: § III. Vale pure Cenno, Detto allusivo, Breve menzione o allusione, e simili; ed usasi specialmente nelle frasi Dare un motto, Fare un motto, Gettare un motto, Accennare un motto, Toccare un motto, Trarre un motto, e simili, un motto; seguito per lo più da un compimento di persona retto dalla prep. A. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 138: Gittò Ricciardo verso lei un motto d'un certo amore di Filippello suo marito.
Esempio: Varch. Ercol. 107: Fare, o toccare un motto d'alcuna cosa, è favellarne brevemente, e talvolta fare menzione.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 268: Tenetemi in grazia di Sua Signoria e toccatemi un motto della lettera che io le scrissi.
Esempio: E Car. Lett. fam. 3, 262: Io le trassi un motto già molti dì sono, che.... io arei desiderato mandarle Ottavio mio nipote.
Esempio: E Car. Lett. ined. 2, 9: Crederei che fosse bene che 'l Maffeo ne facesse un motto a M. Agnolo per ritrarre.... dove fonda la speranza che dice aver de la pace, e che ne dia qualche lume.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 117: Non arebbe Giovan Villani.... lasciato di non n'accennare un motto,... se ec.
Esempio: E Borgh. Lett. IV, 4, 69: Resto coll'animo riposato, che così sarà seguito, e voi darete un motto della ricevuta, acciò ne possa stare interamente quieto.
Esempio: Sassett. Lett. 372: Le cause di queste difficultà poste possono essere due: l'una, che sia paruto male ad alcuni,... che non sia stato dato questo carico a loro; di che mi fu dato un motto da' proprj, quasi per via di maraviglia.
Esempio: Tass. Gerus. S. 5, 77: Voglion sempre seguirla a l'ombra, al sole, E per lei combattendo espor la vita. Ella fanne alcun motto, e con parole Tronche e dolci sospiri a ciò li invita.
Esempio: E Tass. Lett. 3, 20: Forse questo suo motto è stata una speranza nuova, che m'ha voluto dare, de la sua grazia.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 277: Passeronne con voi, per questa (cioè per mezzo di questa lettera) un motto, Sì per isfogo mio, sì per dovuto; Chè in verità non ci potrei star sotto.
Esempio: Galil. Op. Cart. XIII, 260: Seguirò il comandamento di V. E., che può sentire in che concetto ella sia costì e favorirmi di toccarmene un motto.
Definiz: § IV. Motto, in senso particolare, si disse per Equivoco, Giuoco di parole. –
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 579: Ecco qua tutti i lor dami. Queste ultime due voci possono essere prese per una, Lordami, cioè sudiciumi. Questa sorta d'equivochi gli antichi chiamavan motti. Vedine in Francesco da Barberino, e in una Canzone di Fra Guittone nell'Allacci.
Definiz: § V. Motto, vale anche semplicemente Parola, Detto; talvolta anche Frase. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 165: Egli è maggior prodezza Raffrenar la mattezza Con dolci motti e piani, Che venire alle mani.
Esempio: Dant. Inf. 22: Cagnazzo a cotal motto levò il muso, Crollando il capo.
Esempio: E Dant. Purg. 5: Una (ombra) gridò: Ve', che non par che luca Lo raggio da sinistra a quel di sotto, E come vivo par che si conduca. Gli occhi rivolsi al suon di questo motto.
Esempio: Pulc. L. Morg. 13, 2: La damigella con dolci parole Con motti ben cogitati e soavi Diceva al padre: così far si vuole.
Esempio: Ar. Sat. 1, 164: Quindi freme la collera; cagion, che alli due motti Gli amici ed io siamo a contesa insieme.
Esempio: Cellin. Poes. 374: Lascio ogni uom dire, e non rispondo motto.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 334: Nè si trattò di ragioni o iurisdizioni d'imperio, nè di rinfrancare libertà, ma di levarsi una guerra da dosso, e per usare questo motto mezzo latino (poichè in questa materia è in uso comune), ricomperare la vessazione e molestia del nimico, con più sicuro modo e manco pericolo e danno che possibil fosse.
Esempio: Sassett. Lett. 37: Voi vedrete quello che potrete fare, e con comodo vostro me ne risponderete un motto.
Definiz: § VI. Motto, si usò a denotare le Parole di un componimento poetico, in contrapposto alle note musicali. –
Esempio: Red. Ditir. A. 93: Del resto Mottetto è diminutivo di Motto. E Motto, ne' primi rozzi tempi, significava ogni sorta di composizione poetica, e le sue parole ancora semplicemente. Onde nelle cento Novelle antiche: I cavalieri e i donzelli, ch'erano giulivi e gaj, sì facevano di belle Canzoni e 'l suono e 'l motto.... Ed è voce lasciata in Toscana da' rimatori provenzali.
Esempio: E Red. Ditir. A. 94: Qui mi sia permesso di replicare, che delle canzoni fare il suono e il motto; fare buoni suoni e buoni motti, e fare dolcemente motti e suoni, parmi che vaglia quello che noi diremmo comporre insieme e la musica, e le parole.
Esempio: E Red. Ditir. A. 95: Quel che presso de' provenzali si dice motto, e suono, rima, e suono, il Boccaccio nella novella settima della giornata decima venne a dire parole, e suono.
Definiz: § VII. Nel linguaggio musicale, Motto, si dicevano Certe parole o sentenze che si preponevano al Canone per indicare, in modo convenzionale, la risoluzione di esso e darne così la chiave. –
Esempio: Martin. G. B. Contrapp. Pref. 2, 24: Non voglio mancare di porre sotto gli occhi del giovane compositore alcuni motti, o vocaboli enigmatici, che si trovano su 'l principio delle composizioni fatte a canone.
Esempio: E Martin. G. B. Contrapp. Pref. 2, 25: Ciascun di questi otto motti, o enigmi indica, che il conseguente, o la parte, che risponde, tralascia le pause dell'antecedente, e segue a cantare le sole note.
Definiz: § VIII. A motto a motto, Di motto a motto, Di motto in motto, e talora anche, con vezzo francese, Motto a motto, posto avverbialm., si usò nel senso di Parola per parola, Cosa per cosa, e simili; più spesso coi verbi Cantare, Riferire, e simili. –
Esempio: Febuss. Breuss. 6, 2: Signor, contato v'aggio a motto a motto Ciò che fe' d'arme quel cavalier dotto.
Esempio: Nov. ant. S. 20: Al padre fue raccontate queste novelle tutte, come il figliuolo avea speso l'oro, tutte le dimande e le risposte che li furono fatte a motto a motto.
Esempio: Lat. B. Tesorett. 204: Me n'andai alli frati, E tutti i miei peccati Contai di motto in motto.
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 208 t.: Tu non dei contare lo fatto tutto a motto a motto insieme, sì come fue; anzi il convienti divisare per parte, una branca qua e un'altra là: ec.
Esempio: Esop. Fav. M. 184: Intanto il donzello, con morta lingua e viso sfigurato, di motto in motto gli conta il fatto.
Esempio: Libr. Op. div. Andr. 3: Gli contarono (a Vespasiano) a motto a motto ciò che Tito avea loro divisato.
Esempio: Libr. Dicer.: Ma dolcemente parlando, volemo a motto a motto ragionar con voi.
Esempio: Pucc. A. Centil. 51, 88: Al Re Ruberto rapportaro Lo stato di Firenze a motto, a motto.
Esempio: E Pucc. A. Centil. 79, 21: Se 'l primo fè mal, questi fè peggio, Com'ancora udirai a motto a motto.
Esempio: Ar. Cinq. Cant. 1, 107: E gli narrò l'istoria motto a motto.
Definiz: § IX. In un motto, trovasi per In un momento. –
Esempio: Bemb. Pros. 206: Quantunque punto alcuna volta eziandio in vece di momento si prenda; che si disse ancora motto: sì come si vede in Brunetto Latini; E non sai tanto fare, Che non perdi in un motto Lo già acquistato tutto.
Definiz: § X. Per motto, o Per motti, si disse per lo stesso che Motteggiando. –
Esempio: Vill. G. 8, 38: Della casa de' Donati era capo messer Corso Donati, ed egli e que' di sua casa erano gentili uomini e guerrieri, e di non soperchia ricchezza, ma per motto erano chiamati i Malefammi.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 252: Se lo disse per motti, ancora fece gran male.
Esempio: Belc. F. Pros. 1, 35: Un frate laico.... vedendo che in su 'l capo avea un callo grosso e nero, per motti gli disse: ec.
Definiz: § XI. Avere a motto qualche cosa, si disse per Crederla falsa, detta da burla. –
Esempio: Pucc. A. Guerr. Pis. 262: E' fu ne' patti, e non lo abbiate a motto, Che gli Lucchesi fosson ribanditi.
Definiz: § XII. Far motto, vale Far parola, Parlare; e usasi più spesso in frase negativa, tanto assolutam. quanto con un compimento di persona, retto dalla prep. A. –
Esempio: Dant. Inf. 9: Poi si rivolse per la strada lorda, E non fè motto a noi.
Esempio: E Dant. Inf. 19: Anima trista, come pal commessa, Comincia'io a dir; se puoi, fa' motto.
Esempio: E Dant. Inf. 33: Ond'io guardai nel viso a' miei figliuoi senza far motto.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 208: Per la qual cosa impaurito non faccendo motto ad altrui, fuggíe al diserto.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 192: Niuno se ne muova o faccia motto, se egli non vuol morire.
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 1, 43: Buondelmonte mio, io son la Niccolosa tua; che non mi fai tu motto almeno?
Esempio: S. Cater. Lett. 1, 238: Quando voi vedeste, quella persona ch'è amata mancasse in alcuna cosa verso di voi, cioè, o che non vi facesse motto, secondo i modi usati, o che ec.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 34: La compagnia che doveva andare con lui si partì e no gli fece motto, sì che rimase a piè.
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 144: Mai si guardaro in faccia, o si fer motto.
Esempio: Bern. Orl. 47, 22: Brandimarte, che stava alla veletta, Aspettando sta saldo e non fa motto, fra sè dice ec.
Esempio: Chiabr. Rim. 3, 329: Tratti a quel parlar fuor di se stessi, Motto non fean, da riverenza oppressi.
Esempio: Fag. Rim. 1, 369: Moriva, s'ella non faceagli motto: E se di più facea grugno intronfiato, Quasi belava il povero merlotto.
Esempio: Niccol. Strozz. 2, 5: Non ci fè motto, nè cangiò sembiante.
Esempio: Capp. Longob. 62: La narrazione di Paolo Diacono.... di quei fatti che si desumono da più antichi scrittori non fa motto nell'istoria.
Definiz: § XIII. Figuratam. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 22, 70: Quel da la rocca, replicando il botto, Ne fece agli altri cavallieri motto.
Definiz: § XIV. E con un compimento retto dalla prep. Di o dalla cong. Che, vale Parlare, Far cenno di ciò che dal compimento è indicato. –
Esempio: Bocc. Decam. 8, 16: Costei dice che di cosa, che io senta, non faccia motto.
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 103: Fè Norandino alla sua guardia motto, Ch'entrasse a distaccar l'aspra tenzone.
Esempio: Baldov. Comp. dram. 69: Vo' far motto al Gabbiano, Che rechi un lume.
Esempio: Tass. Gerus. S. 7, 30: Dubita alquanto poi, ch'entro sì forte Magione alcuno inganno occulto giaccia. Ma come avvezzo a i rischi de la morte Motto non fanne, e no 'l dimostra in faccia.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 24: Quella è la neve, ripeteranno, La neve è quella, senza far motto Della montagna, che resta sotto.
Definiz: § XV. Fare motto ad alcuno, vale Andare da lui per parlargli di checchessia; ma oggi è piuttosto d'uso familiare. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 81: Una donna andando per visitare Antonio, fece prima motto a Ilarione.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 110: Disse Ciacco:... io ti so dire che messer Filippo ti fa cercare.... Disse allora Biondello: bene, io vo verso là, io gli farò motto.
Esempio: Cell. G. Lett. 42: Dicesti in questa, ch'io ti facessi fare motto, s'io mandassi a Firenze, che ci volevi mandare panno per mantella.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 47: Dovendo partire a questi dì, il fanciullo è ito a vedere e a far motto a questi mia e vostri parenti.
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 452: Letta che ella fu (la lettera), comandò che quello che l'aveva portata fusse alloggiato, e di poi dissegli che la seguente mattina gli facesse motto.
Esempio: Ar. Sat. 1, 200: Dimmi che al Bembo, al Sadoleto, al dotto Giovio.... Potrò ogni giorno, e al Tibaldeo far motto.
Esempio: Varch. Ercol. 107: Far motto ad alcuno significa o andare a casa sua a trovarlo per dimandargli se vuole nulla, o, riscontrandolo per la via, salutarlo, o dirgli alcuna cosa succintamente.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 244: Il qual Giovio vi si raccomanda, e desidera che gli siate amico, e disegnando di passare presto di Firenze, vi farà motto.
Esempio: Buondelm. Lett. 107: A questi giorni si trasferì qua per far motto a questo esattore.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 294: Io mi delibero Di voler ir..., a far motto alla Livia E toccar mano e baciar gota.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 66: È un tempo che non v'ho scritto; e ora non ho voluto mancare: da poi che alla presenza non posso farvi motto, lo fo per lettera ec.
Esempio: E Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 246: La Bita.... attende a darsi bel tempo, come vi può raguagliare Antonio Gondi, che li fa motto quando ci viene.
Esempio: E Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 280: Suor Maria Maddalena.... dice, gli parrebbe dovere che voi avessi a tornare a dirgli addio: chè non gli facesti motto quando vi partisti.
Definiz: § XVI. E Far motto a un luogo, o Far motto in un luogo, vale Andarvi, Recarvisi, a fine di parlare con qualche persona che quivi abita. –
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 325: Era un piovano..., el quale voi, per carità, avevi pregato che facessi motto qui al monastero.
Esempio: Baldov. Comp. dram. 23: Eh Mona, Come t'hai cicalato col padrone, Fa' motto a casa.
Esempio: Fag. Comm. 1, 14: Non dee risponder altro, che sonare il campanello, per licenziare l'udienza, farle far motto in cancelleria; e il cancelliere dice, che cosa ha decretato il Magistrato.
Definiz: § XVII. Figuratam. e per ischerzo. –
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 79: Il qual palco era d'asse anch'egli, e rotto; Onde il fumo che quivi si stillava, Passando, a gli occhi miei faceva motto.
Definiz: § XVIII. Fa' motto, Fate motto, si usano popolarmente per lo stesso che Senti o Sentite, Dimmi o Ditemi, Da' retta o Date retta, e simili.
Definiz: § XIX. E Fate motto! si usò in maniera ammirativa, quasi si dicesse: Sentite che cosa è questa! Giudicate se ciò può essere! –
Esempio: Lipp. Malm. 2. 59: Sì, eh? soggiunse l'Orco: fate motto! Voler ch'io entri dove son due cani?
Esempio: Not. Malm. 1, 203: Ha forza di ammirazione, e vale per un certo modo di domandar consiglio, quando ci è detta una cosa, che sia impossibile a farsi o a credersi; quasi chiamiamo altra gente, che ci consigli se questa tal cosa sia da farsi o da credersi, e che senta lo sproposito che ci è stato detto. Dirò per esempio: Costui dice, che ha trent'anni: e sono più di cinquanta ch'ei nacque. Fate motto! cioè Udite sproposito! ovvero Giudicate se ciò può essere.
Definiz: § XX. Non fare motto nè totto, o Non fare motto o totto, si usò familiarm. e scherzevolm., per lo stesso che Non far motto; ma con maggiore efficacia. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 35: E così fece, sanza fare o motto o totto (male la stampa: o motto o torto).
Esempio: Pataff. 2: Che non mi fece ancor motto nè totto.