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1) Dizion. 5° Ed. .
AFFANNO.
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AFFANNO.
Definiz: Sost. masc. Frequenza di respiro, che nasce per lo più da soverchio affaticamento, Anelito, Ambascia. −
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 530: Affanno è da afa, vampa, fastidio, tedio, inquietudine, provegnente da eccessivo calore.
Esempio: Dant. Purg. 4: Allor sarai al fin d'esto sentiero: Quivi di riposar l'affanno aspetta.
Esempio: Gell. Lettur. 1, 109: Questo tale affrettamento di respirare è chiamato vulgarmente da noi affanno.
Esempio: Lipp. Malm. 5, 4: E quivi coll'affanno in sulla pena, Tutto lamenti, condoglienze e strida,.... La prega ec.
Esempio: Not. Malm. 394: Era aggiunto alla pena, che ebbe per la paura, l'affanno cagionato dal correre.
Definiz: § I. E presso i Medici, Respirazione faticosa e frequente, cagionata da malattia. −
Esempio: Red. Lett. 1, 149: A proporzione dello sputo, si vede scemar l'affanno e lo stertore del respiro.
Esempio: Cocch. Cons. med. 1, 214: Quando s'accresce l'influsso del sangue dentro alle dette cavità, cresce l'affanno e l'ansietà e l'oppressione nel petto.
Esempio: Targ. Relaz. Febbr. 110: Il suo male si aggravò nel quarto, e di poi nel settimo gli sopravvenne l'affanno ed il coma, o sia sonnolenza febbrile.
Definiz: § II. Per Fatica, Travaglio. −
Esempio: Fr. Guitt. Rim. 2, 168: Che mentre fuste povero com'io, Non già parlarmi vi sembrava affanno.
Esempio: Dant. Purg. 14: Non ti maravigliar s'io piango, Tosco, Quando rimembro.... Le donne e i cavalier, gli affanni e gli agi.
Esempio: E Dant. Parad. 17: Parran faville della sua virtute In non curar d'argento, nè d'affanni.
Esempio: Liv. Dec. 2, 320: A fare fosse e steccato, a fornire l'oste, non ha nel mondo gente iguale a' Romani, nè a sofferire affanno.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 63: Schivino gli altri i marzïali affanni, Me non vuo' già che la vecchiezza scusi.
Esempio: Red. Poes. 228: Delle donne antiche Trapassa l'orme e l'onorato affanno.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 23, 68: O san Piero, san Pier.... da' celesti scanni Sopra cui stai, deh gira un'occhiatella A' grassi eredi de' tuoi tanti affanni.
Definiz: § III. Per Molestia, Afflizione, Dolore. −
Esempio: Dant. Inf. 6: Io gli risposi: Ciacco, lo tuo affanno Mi pesa sì, che a lagrimar m'invita.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 39: Di che tu in grandissimo affanno d'animo messo m'hai.
Esempio: Bemb. Lett. 2, 64: Amandomi voi, come fate, è ragionevole che prendiate affanno di quello che credete dovere essere mal mio.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 37: Ma più di tutto mi preme l'affanno ch'ella n'arà sentito, del quale io la priego a consolarsi.
Esempio: Tass. Gerus. 12, 26: Chi può dire il suo affanno, e in quante guise Lagnossi, e raddoppiò gli ultimi amplessi?
Esempio: Metast. Dramm. 7, 63: Quanto facile è mai Nelle felicità scordar gli affanni!
Definiz: § IV. E per Danno, Disgrazia. −
Esempio: Dant. Parad. 4: Voglia assoluta non consente al danno, Ma consentevi intanto, inquanto teme, Se si ritrae, cadere in più affanno.
Esempio: But. Comm. ivi: Cader in più affanno: cioè in maggior danno, che quello a che consente.
Esempio: Machiav. Rim. 369: Nè il cardinal Orsin potè gli affanni Della sua casa misera fuggire.
Esempio: Tass. Gerus. 13, 54: Non parte mai [il sole] che, in rosse macchie tinto, Non minacci egual noia al suo ritorno, E non inaspri i già sofferti danni Con certa tema di futuri affanni.
Definiz: § V. Dare affanno, vale Affannare, Travagliare, Molestare. −
Esempio: Cellin. Vit. 238: Lasciatemi stare colli mia dispiaceri e colle mia tribolazioni, e non mi date più affanno di quello che io mi abbia.
Esempio: Cant. carn. 10: Deh andate col malanno, Vecchi pazzi rimbambiti, Non ci date più affanno.
Esempio: Grazz. Comm. 48: Monna Zanobia s'era levata appunto, perchè la donna del corpo le ha dato questa notte affanno.