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DOLERE, che in alcune persone del Presente dell'Indicativo e del Soggiuntivo prende, ma oggi soltanto in poesia, anche le forme dell'antiquato DOGLIERE.
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DOLERE, che in alcune persone del Presente dell'Indicativo e del Soggiuntivo prende, ma oggi soltanto in poesia, anche le forme dell'antiquato DOGLIERE.
Definiz: Neutr. Essere alcuna parte del corpo afflitta da sensazione molesta, tormentosa, e simili; Avervi, Sentirvi, dolore.
Dal lat. dolere. –
Esempio: Dant. Inf. 30: S'i' ho sete, ed umor mi rinfarcia, Tu hai l'arsura e il capo che ti duole.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 332: Questa novella diè tanto che ridere a tutta la compagnia, che niun v'era a cui non dolessero le mascelle.
Esempio: Tadd. Libell. 4: Non t'empiere per modo ti dolga il corpo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 35, 70: Tua villania Non vo' che men cortese far mi possa, Ch'io non ti dica che tu torni, pria Che sul duro terren ti doglian l'ossa.
Esempio: Mattiol. Disc. 2, 290: Mangiandosi [lo arbuto] punge la lingua, come se fusse pieno di reste. Nuoce allo stomaco, e fa dolere il capo.
Esempio: Tass. Dial. 1, 363: Quando alcuna parte del corpo ci duole, l'animo non può esser lieto.
Esempio: Red. Lett. 2, 151: Il petto è libero affatto, la testa non è mai doluta, e la sete è svanita.
Esempio: Forteguerr. Cap. 296: Scriver poco talora esser può caso O per faccenda, oppur per malattia, Che dolga il capo, o dolga un occhio o 'l naso; Ma ec.
Esempio: Fag. Comm. 5, 33: Come state, amato fratello? vi duole la mano?
Definiz: § I. E per Esser cagione di tormento, Dar dolore fisico, Riuscir doloroso; e con più tenue senso, Riuscir molesto, Affliggere. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 280: Dal destr'occhio, anzi dal destro sole Della mia donna, al mio destr'occhio venne Il mal, che mi diletta e non mi dole.
Esempio: Esop. Fav. M. 190: E per questo più fortemente lo feriva. E sentendo il bifolco dolersi i colpi del cavaliere,... disse: ahimè! che diavolo farai?
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 27: Come sferza che 'nsegnia, e parte duole.
Esempio: Grazz. Pros. 9: Le percosse del gomito,... benchè elle dolgano forte, passano via spacciatamente.
Esempio: Rondin. F. Relaz. 172: I [carboni] rossi dolevano più che niuno.
Definiz: § II. E per Recar angoscia, Rincrescere, o Dispiacere vivamente; detto di checchessia o chicchessia, ovvero del fare, o essere avvenuto, checchessia. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 254: Forse, o che spero, il mio tardar le dole.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 264: Più l'altrui fallo, che 'l mio mal, mi dole.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 258: Queste parole udì il Conte, e dolsergli forte.
Esempio: Domin. Gov. Fam. 28: Credo non fusse altro studio de' Santi principali, se non ricevere quello Dio mandava, e così presti fare quello doleva, come quello piaceva.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 184: Più le duole il dispiacere tuo, che niuna altra cosa.
Esempio: Machiav. Stor. 2, 274: Nè morì mai alcuno.... con tanta fama di prudenza, nè che tanto alla sua patria dolesse.
Esempio: Nard. Riv. fel. 7: Ma quanto è sciocco quel che dice: io amo; Io amo, io ardo; e poi gli duol la spesa.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 355: Quanto mi sia doluto una perdita tale, lo può considerare ognuno che sa quel che io sono stato col Varchi già tanto tempo, ed egli con me.
Esempio: Cecch. Samar. 1, 2: Io la vorrei pigliare (moglie), e ch'ella si Morisse fra un mese; e poi pigliarne Un'altra, e che morisse anch'essa in capo All'altro mese; per veder qual duole Più, o la prima, o la seconda.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 93: Vero è che simili qualità di uomini dolgano (dolgono) assai; ma dobbiamo contentarci di quello piace al Signor nostro.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 34: Duolmi il tuo fato, Il mio non già, poi ch'io ti moro allato.
Definiz: § III. E figuratam. –
Esempio: Pindem. Poes. 440: Selve bennate, a voi non dole Il ripiegarvi ubbidïenti in arco, E altrui formare ombrella tal, ec.
Definiz: § IV. Costruito a modo d'impersonale, e con un compimento retto da Di o Che, pure per Rincrescere o Dispiacere vivamente, ed altresì Sentire alcuno commiserazione, rammarico, e simili. –
Esempio: Nov. ant. B. 61: Giunto Ipocras, trovando la madre morta, gliene dolse duramente.
Esempio: Dant. Inf. 24: Poi disse: più mi duol, che tu m'hai colto Nella miseria, dove tu mi vedi, Che quand'io fui dell'altra vita tolto.
Esempio: E Dant. Purg. 4: Poi cominciai: Belacqua, a me non duole Di te omai.
Esempio: Petr. Rim. 1, 197: Tal che di rimembrar mi giova e dole.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 18: E di nostro tardar forse li dole.
Esempio: Ar. Orl. fur. 4, 39: Le donne e i cavallier si trovar fuora De le superbe stanze alla campagna: E furon di lor molte a chi ne dolse.
Esempio: Guidicc. Op. M. 2, 347: Ebbe un'archibusata, e me ne duol sino all'anima.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 257: Duolmi che la lettera di quel vostro parente non vi trovasse qui.
Esempio: Tass. Gerus. 8, 55: Io spogliar feci il corpo, e sì men dolse, Che piansi nel sospetto amaramente.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 34: Doleva a lui degli Ateniesi a sì mal termine ridotti.
Esempio: Galil. Comm. ep. 2, 203: Duolmi di non poter dar satisfazione alla P. V. reverendissima.... in materia de' cristalli per un telescopio.
Esempio: Niccol. Arnal. 2, 14: A voi, fedeli, Certo dorrà che non s'adempia il rito Onde il sommo Pastor qui si consacra.
Definiz: § V. In forma di Neutr. pass. dolersi Esser afflitto o tormentato da dolori fisici, Provare sensazione afflittiva in alcuna parte del corpo, o in tutta la persona. E dicesi anche di animali. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 22: Si sentian degli aspri colpi iniqui Per tutta la persona anco dolersi.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 16: E come volete partir domattina con questa pioggia? Voi non dovete sapere che 'l Buono si duole da un piede, e che il Morello è inchiodato. Volete voi disertare questi cavalli, e noi insieme con essi?
Esempio: Fag. Comm. 5, 206: La vostra sorella stava bene; ma da poco in qua è in letto,... e dice che si duol tutta.
Definiz: § VI. E figuratam. –
Esempio: Vill. G. 7, 39: E' si dice da noi Fiorentini uno antico proverbio e materiale: Firenze non si muove, se tutta non si dole;... e viene a caso della nostra presente materia.
Definiz: § VII. Poeticam., per Patir dolore, tormento, pena. –
Esempio: Dant. Inf. 16: Guglielmo Borsiere, il qual si duole Con noi per poco, e va là coi compagni, Assai ne cruccia con le sue parole.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 434: Il qual si dole Con noi per poco; cioè lo quale è poco che venne a stare nel nostro girone, a sostenere dolore del peccato commesso insieme con esso noi.
Definiz: § VIII. E per Sentir vivo dispiacere, rammarico, commiserazione, e anche pentimento; Affliggersi o Rattristarsi fortemente, Darsi affanno o passione, di checchessia, o per checchessia. –
Esempio: Dant. Inf. 24: E detto l'ho perchè doler ten debbia.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 196: Il qual di ciò ancora che della sua grazia fosse poverissimo, si dolse molto.
Esempio: Sentenz. Filos. volg. 52: Misertà d'animo è dolersi del male anzichè e' vegna.
Esempio: Ar. Orl. fur. 9, 36: Ma se pria non mi vendico, mi doglio, Più che di quanta ingiuria abbia patita.
Esempio: Car. Lett. Farn. 1, 299: Quando no, mi dorrò che vi siate ingannato, come mi dolgo ora di restar senza voi, perchè.... vi porto affezione.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 66: Ella, sebben si duol che non succeda Sì pienamente il suo disegno, ec.
Esempio: E Tass. Lett. 3, 5: Se mai vi rallegraste ch'io vi fossi fratello, ora non devreste dolervene; o dolervi solamente de' miei infortunj.
Esempio: E Tass. Lett. 174: Già mi dolsi che la mia Gerusalemme fosse stampata: e quante volte è stata ristampata, tante sono state le passioni che per ciò ho sentite.
Esempio: Dav. Tac. 2, 7: Della morte di Fonteio Capitone anche quei che non potevan dolersi, se ne sdegnavano.
Esempio: Fag. Comm. 4, 154: Basta non s'aver a dolere di non aver fatto la so' parte.
Definiz: § IX. E nel medesimo senso, usato assolutam. –
Esempio: Dant. Inf. 33: Ben se' crudel se tu già non ti duoli, Pensando ciò ch'il mio cor s'annunziava: E se non piangi, di che pianger suoli?
Esempio: E Dant. Parad. 15: Ben è che senza termine si doglia Chi, per amor di cosa che non duri Eternalmente, quell'amor si spoglia.
Esempio: Sentenz. Filos. volg. 10: Niente si duole chi nessuna cosa disidera.
Esempio: Tass. Gerus. 6, 74: Non sai com'egli al tuo doler si doglia, Come compianga al pianto, alle querele?
Esempio: Serdon. Stor. Genov. volg. 170: A questa nuova rallegrandosi seco gli amici, egli.... mostrò di non se ne rallegrar molto, perchè disse aver più tosto da dolersi, che da rallegrarsi, perchè aveva disavanzato.
Definiz: § X. Pur nel medesimo senso, usato figuratam., anche in modo assoluto. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 39: Il rapace nibio furar suole Il misero pulcin presso alla chioccia, Che di sua inavvertenza poi si duole.
Esempio: E Ar. Sat. 1, 208: Truovi marito e modo che si tolga Di casa una sorella, e un'altra appresso; E che l'eredità non se ne dolga.
Esempio: Pindem. Poes. 103: Poi della villa, che sen dolse, uscito, Così nitida pose e ben tessuta Toscana veste al buon Plutarco in dosso (parla del Pompei).
Definiz: § XI. Talvolta è preso per Condolersi. –
Esempio: Salv. I. Cron. 358: Appresso che noi li confortassimo (i Bolognesi) a stare fermi e constanti nell'ubbidienza spirituale di papa Giovanni XXIII, mostrando loro quanto, così facendo, era di loro onore;... oltre a ciò che noi con loro ci dolessimo della oppressione fatta loro da' Malatesti.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 283: Vi scrivo questa per dolermi con voi così amaramente, com'io fo, de la tanto acerba e tanto dolorosa morte de l'Aurora nostra.
Definiz: § XII. Vale pure Lamentarsi, Rammaricarsi, ed altresì Lagnarsi, Querelarsi. E col termine denotante persona, retto dalla particella Con, vale Esprimere con una certa vivacità, o asprezza, il proprio malcontento o disgusto per checchessia. –
Esempio: Dant. Purg. 7: Anche al Nasuto vanno mie parole, Non men ch'all'altro Pier, che con lui canta, Onde Puglia e Proenza già si duole.
Esempio: Petr. Rim. 1, 273: Simil [barchetta] non credo che Giason portasse,... Nè 'l pastor, di che ancor Troia si dole.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 121: Quivi a dolersi del suo Arrighetto si mise tutta sola.
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 3, 61: Il duca d'Angiò se ne tenne molto offeso, e palesemente si dolse del popolo fiorentino.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 114: Dolsesi essere stato allegato di quel che mandò a dire, per il che Vostre Signorie mi mandorno qui.
Esempio: Ar. Orl. fur. 36, 78: E vo' dolermi, e fin ora mi doglio, Di te, se più ti veggo fra le squadre Del re Agramante.
Esempio: Guicc. Op. ined. 6, 77: Mi dolsi seco di queste vociferazioni.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 56: Monsignore ne ha avuto dispiacere assai, e dàgli il torto; e molto si dolse meco che si sia portato in questa cosa di questa maniera.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 36: Di che Vi potete dolere o tu o ella Di me? N. Di nulla.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 181: E' segnaletti, fatti semplici, se staranno a vostro modo, l'arò caro; se no, doletevi di suor Maria Piera che li ha fatti.
Esempio: Sassett. Fr. Notiz. 20: Della loro negligenza o trascurataggine possiamo più presto dolerci che emendarla.
Esempio: Fosc. Poes. 224: Ben di te sovente Io mi dorrò dacchè le Grazie affliggi.
Definiz: § XIII. E nel medesimo senso, usato assolutam. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 121: Avvenne che, essendo ella al suo dolersi occupata,... una galea di corsari sopravvenne.
Esempio: Ar. Orl. fur. 39, 11: Ramaricate s'erano e dolute.
Esempio: Tass. Rim. 2, 205: Sovra un lucido rio Si dolea per amore Un pastorel, mirando il suo bel sole.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 42: Mandò l'araldo a dolersi.
Esempio: Baldov. Lament. 189: Così Cecco si dolse, e da quel loco Partì con un desio sol di morire.
Esempio: Capp. Econ. 338: Le mie parole saranno dirette piuttosto a consolazione ed a quiete di chi si duole, che non a sconsigliare ec.
Definiz: § XIV. E figuratam. –
Esempio: Mazz. Lett. 1, 14: Avendolo (uno specchio) io appiccato in sala, e poi in camera, e in fine nel mio studio, in niuno luogo mi parea stesse bene; anzi mi parea che si dolesse del salvatico albergo ch'io gli dava.
Definiz: § XV. Pur nel medesimo senso, sia con compimento, sia assolutam., costruito col termine denotante persona, retto dalla particella A; il qual costrutto oggi è d'uso più che altro poetico. –
Esempio: Dant. Rim. 122: Morte, poich'io non truovo a cui mi doglia, ec.
Esempio: Vill. G. 415: Gran parte di Guelfi.... segretamente si dolsero per lettere e ambasciate al re Ruberto.
Esempio: Uff. Cast. Fort. Fir. 78: Ricordiamo a voi, Signori, che certi popoli, i quali abbiamo distribuiti alle terre, ci si sono doluti di non potere avere nelle dette castella e terre verun terreno, o casolare, o luoghi dove potersi porre.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 280: Se tu non fossi di conforto bisognoso, come tu se', io di te a te medesimo mi dorrei.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 89: Il Calonaco, che s'era ito a dolere al Cardinale, e che ec.
Esempio: E Sacch. Nov. 1, 187: Ugolotto si dolse allo Esecutore e del primo caso e del secondo.
Definiz: § XVI. E figuratam. –
Esempio: Pindem. Poes. 35: Queste del gufo, il qual duolsi alla luna, Non son le voci flebili?
Definiz: § XVII. E, secondo proprietà latina, usato come Neutr., così nel significato di Sentir dispiacere, rammarico, Affliggersi, e simili, come in quello di Lamentarsi o Querelarsi; anche assolutam.: ma oggi non userebbesi se non talvolta in poesia. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 184: Ancora il Re sì mandò dolendo al Re di Francia suo nipote.
Esempio: Fr. Guitt. Rim. 2, 223: Doglio e sospiro di ciò che m'avvene.
Esempio: E Fr. Guitt. Lett. 9: Grave è non dolere, u' duole amico.
Esempio: E Fr. Guitt. Lett. appr.: E sì doglio con voi, e allegro in materia di vostra doglia, la quale gioiosa avviso.
Esempio: Bonich. Bind. Rim. B. 13: Ma doglio, perchè vien da vizio errore Ch'à di virtù colore.
Esempio: Cavalc. Poes. 457: Uom giusto trovo aver doluto e pianto, Di sua virtù vedendosi onorare.
Esempio: Ar. Rim. 1, 240: Paggi, pini, ginepri, olive, allori,... Parlare, anzi doler con voi mi giova.
Esempio: Tass. Rim. 2, 182: Nell'aria bruna S'udian, quasi dolendo, intorno intorno Gir l'aure insino al giorno.
Definiz: § XVIII. E usato sostantivam., per Dolore, Afflizione; ma è di raro uso. –
Esempio: Rim. Ant. P. Viol. Alb. 2, 328: Poichè [Amore] mi tenne ed ebbe in potestate, La gio' tornò in dolere, E lo gran bene adesso fue ismarrito.
Definiz: § XIX. Dare ad alcuno dove gli duole. – V. il § XXIII.
Definiz: § XX. Dare che non dolga, e dir che non dispiaccia. –
V. Dare, § CCXXXII.
Definiz: § XXI. Non dolere ad alcuno checchessia, usato proverbialm., vale Non ricevere da checchessia, o in checchessia, danno, pregiudizio, e simili, e perciò non importargli nulla la cosa della quale si discorre. –
Esempio: Bern. Orl. 16, 20: Le percosse ognun numera e misura, Che ben giudica i colpi a chi non duole.
Esempio: Fag. Comm. 5, 302: Cotesto della spesa in alimentarla (una figliuola), a paragone della perdita che ne avete fatta, non è nulla. A. Noe? cotesto è ogni cosa; v'avete bel dire; a voi non duole il borsellino.
Definiz: § XXII. Dolersi di gamba sana. –
V. Gamba.
Definiz: § XXIII. Toccare alcuno dove gli duole, o dove duole; e meno comunemente, Dare ad alcuno dove gli duole; dicesi proverbialmente per Parlargli di cosa, o Entrargli in qualche affare, che gl'imporli e di cui abbia passione. –
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 7, 25: Disse: Tu m'hai tocco ove e' mi duole, Tibaldo.
Esempio: Pulc. L. Morg. 25, 41: Marsilio, come e' venne a questa parte, Mostrò che l'avea tocco dove e' duole.
Esempio: Varch. Ercol. 87: Dare in quel d'alcuno, o vero dove gli duole, significa.... dimandare a punto di quelle cose, o mettere materia in campo, che egli desiderava, e aveva caro di sapere.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 119: Voi m'avete tocco a punto dove mi duole, a ricordarmi la miseria de lo scrivere.
Esempio: Fag. Comm. 4, 413: Negozio finito? Oh non è finito, per me e' comincia ora: giusto costui m'ha toccato dov'e' mi doleva.
Definiz: § XXIV. Chi non dà di quello che gli duole, non riceve quello che vuole. Proverbio che significa: Senza fatica, pene, privazioni e simili, non si ottiene ciò che si desidera. –
Esempio: Fiorett. S. Franc. 171: Però dice bene uno proverbio mondano, che dice: chi non dà di quello che li duole, non riceve quello che vuole.
Definiz: § XXV. Colui che far ben vuole, a far per mano altrui spesso si duole. Proverbio che ci ammonisce di non servirci, nelle cose importanti, dell'opera altrui, quando possiamo far da noi. –
Esempio: Nell. Iac. Forest. 1, 16: Colui che far ben vuole, a far per mano altrui, spesso si duole.
Definiz: § XXVI. Quando il capo duole, tutte le membra languono. Proverbio che vale: Quando in uno Stato, in una famiglia, e in generale in qualsivoglia congregazion di persone, chi n'è capo manca di salute, di quiete, di senno, di ordine, e simili, tutto quanto lo Stato, la famiglia ec., ne soffrono: tolta la figura dagli effetti che il mal di capo produce su tutta la persona. –
Esempio: Bern. Orl. 57, 58: Il re Agramante.... cruccioso uscì fuor della festa. Onde la corte tutta fu turbata. Langue ogni membro, quando il capo duole.