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1) Dizion. 3° Ed. .
DANNO
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DANNO.
Definiz: Nocumento, che venga per qualunque cosa si sia. Lat. pernicies, damnum, iactura.
Esempio: Boc. Introd. num. 23. Non aveva potuto con piccioli, e rari danni a' savi mostrare.
Esempio: E Bocc. Nov. 100. 5. Voi proverrete con gran vostro danno, quanto grave mi sia, l'aver contr'a mia voglia preso mogliere.
Esempio: M. V. 3. 106. Catuno creditore dovesse avere, ed avesse per dono, danno, ed interesse, un danaio per lira.
Esempio: Maestr. 2. 15. Per la ingiuria, e danno dato altrui, tre cose sogliono nascere in colui che le riceve; cioè, rancore nell'affetto, segno di rancore nell'effetto, e azione di ragione contro a colui, che ingiuria.
Esempio: Boc. Ninf. Che tornar ti potrebbe in troppo danno.
Esempio: Dant. Purg. 11. Io sono Omberto, e non pure a me danno Superbia fe.
Esempio: E Dan. Par. 4. Voglia assoluta non consente al danno.
Esempio: Petr. Son. 11. E 'l viso scolorir, che ne' miei danni A lamentar mi fa pauroso, e lento.
Esempio: Sen. Ben. Varch. 7. 10. Che doveano essere, uscendo fuori, a gran danno del mondo.
Esempio: Bern. Orl. 2. 16. 3. Ch'oltre al danno porta Vergogna, e ci riprende d'imprudenzia.
Esempio: E Bern. Orl. 2. 16. 4. Ed un certo proverbio così fatto Dice, ch'il danno toglie anche il cervello.