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DANNO.
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DANNO.
Definiz: Sost. masc. Nocumento che venga all'uomo sia per opera d'altrui, sia per qualsivoglia altra cagione; Detrimento, Pregiudizio.
Dal lat. damnum. –
Esempio: Dant. Inf. 2: Al mondo non fur mai persone ratte A far lor pro, ed a fuggir lor danno, Com'io ec.
Esempio: E Dant. Parad. 11: Ben son di quelle che temono il danno E stringonsi al pastor, ma son sì poche, Che ec.
Esempio: Petr. Rim. 1, 12: E 'l viso scolorir, che ne' miei danni A lamentar mi fa pauroso e lento.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 376: Voi proverete, con gran vostro danno, quanto grave mi sia l'aver contra mia voglia presa mogliere.
Esempio: Pandolf. Gov. Fam. 68: Tenere uomo o femmina rapportatore o gareggiatore in casa, vedete quanto è di danno.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 438: Potete sempre iustificare questo nuovo accidente con la demostrazione dei danni ricevuti.
Esempio: Bern. Orl. 60, 4: Ma quando l'uom si mette quell'occhiale, Che torta gli fa far la guardatura, Si confonde ogni cosa; il buono è tristo, Il brutto bello, e 'l danno utile e acquisto.
Esempio: Tass. Gerus. 8, 73: Nè sol l'estrane genti avvien che mova Il duro caso e 'l gran pubblico danno.
Esempio: E Tass. Dial. 1, 359: S'egli da' villani è ingannato ne le raccolte de' frumenti, ne sente alcun incommodo ed alcun danno solamente.
Esempio: Metast. Dramm. 3, 218: Io del suo cieco amore A tuo danno abusai.
Definiz: § I. E riferito a cosa morale. –
Esempio: Tass. Gerus. 1, 21: Guerrier di Dio, ch'a ristorare i danni Della sua Fede il Re del cielo elesse.
Definiz: § II. Pure riferito a cosa, vale anche Logoramento, Sciupìo di checchessia, senza utile alcuno. –
Esempio: Dant. Parad. 22: E la regola mia Rimasa è giù per danno delle carte.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 613: E la regola mia, dice santo Benedetto, Rimasa è giù, cioè nel mondo; in danno de le carte, cioè per logorare le carte in che ella si scrive; ma non che s'osservi.
Definiz: § III. Danno dicesi in senso speciale per Pregiudizio nell'avere, nella roba, nell'interesse, e simile; Scapito, Perdita. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 45: Menatelo al Podestà, che 'l punirà, e faravvi restituire ogni vostro danno.
Esempio: Savonar. Tratt. Gov. Fir. 52: A restituire tanta roba mal tolta, ed a rifare tanti danni fatti,... bisogneria che rimanesse in camicia.
Esempio: Mart. V. Lett. 7: Se a me non corresse altro danno che quel del pagarla,... avrei con più facilità posto le mani a pagare che la penna a scrivere.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 315: Vi prego a porgerli tutti quelli adiuti, consigli e favori che faresti a noi proprie, che 'l poveretto sia rilevato di danno.
Definiz: § IV. Danno dato, Term. dei Legali, dicesi Il danneggiare comecchessia o il distruggere dolosamente la cosa altrui, purchè l'azione non cada sotto il titolo di altro più grave delitto; e più specialmente intendesi di danni recati negli altrui possessi o beni immobili. –
Esempio: Legg. Band. C. 2, 252: Per i danni dati nel contado e distretto, per l'addietro di Pisa, si osservi la regola infrascritta.
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 1, 4: Messer Equilio, e a voi Ricordo il terminarsi quel processo Del danno dato, che stato è sì lungo.
Esempio: De Luc. Dott. volg. 15, 2, 184: Questa materia de' danni dati per ordinario non cade sotto i giudizj criminali.
Definiz: § V. Danno emergente. –
V. Emergente.
Definiz: § VI. Danno e interesse, e Danni e interessi, diconsi, pur dai Legali, I frutti del denaro con più il compenso di qualche altro pregiudizio che sia immediatamente derivato dal ritardato pagamento. –
Esempio: Vill. M. 203: Catuno creditore dovesse avere ed avesse per dono, danno e interesso, uno danaio per lira.
Esempio: Varch. Stor. 2, 36: Dubitando di non giugnere a tempo, protestarono agli avversarj loro, perchè essi gli avevan fatti citare in giudizio, danni e interessi del sacco di Firenze.
Definiz: § VII. Danno eterno, vale poeticam., Dannazione alle pene infernali; ed altresì, Il duolo da esse prodotto. –
Esempio: Dant. Inf. 15: E poi rigiugnerò la mia masnada Che va piangendo i suoi eterni danni.
Esempio: Petr. Rim. 2, 194: Negar, disse, non posso, che l'affanno Che va innanzi al morir non doglia forte, Ma più la tema dell'eterno danno.
Definiz: § VIII. Pena del danno, dicesi dai Teologi La privazione della vista di Dio, che soffrono le anime nell'Inferno e nel Purgatorio, per distinguerla da quella del senso. –
Esempio: S. Antonin. Lett. 47: Non fu in esso crucifisso (cioè in Gesù Cristo) la pena del danno, cioè privazione di visione divina, la quale sempre aveva; ma pena sensitiva.
Definiz: § IX. Far danno, ed anche Dar danno, vale Arrecar comecchessia pregiudizio, detrimento; Danneggiare. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. ined. 50: Peccano quei padri e quelle madri c'hanno i figliuoli, e veggono loro avere rie usanze, e darsi alle carnalitadi, e non dicono loro nulla:... ma se facessino danno di casa, pur di tre danari, allotta gli gastigano.
Esempio: Dant. Purg. 11: Io sono Omberto: e non pure a me danno Superbia fe', chè tutti i miei consorti Ha ella tratti seco nel malanno.
Esempio: Vill. M. 538: Que' dentro.... dirizzarono manganelle, colle quali assai danno facevano.
Esempio: Esop. Fav. M. 47: Giugnendo alla città, menollo in un celliere, dov'era usato dare alcuna volta danno.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 301: La moría da otto dì en qua ci fa poco danno.
Esempio: Machiav. Princ. 45: Per esperienza si vede,... le armi mercenarie non fare mai se non danno.
Esempio: Cellin. Pros. 240: Con quella lor praticaccia, accompagnata dall'avarizia, fanno danno a quegli che sono per la buona via degli studj.
Esempio: Dav. Tac. 1, 286: Questo danno diedono ancora i Siluri; e, scorrendo assai paese, Didio gli cacciò.
Definiz: § X. Restare in danno; maniera dei giocatori, e vale Rimanere in perdita di alcuna somma di denaro. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 156: Restar in danno tien miglior consiglio, Che tutti i denar perdere e la vesta: Meglio è ritrarsi, e salvar qualche schiera, Che, stando, esser cagion che 'l tutto pera (qui in locuz. figur.).
Definiz: § XI. Restare con le beffe e col danno o col danno e con le beffe, Rimanere con le beffe e col danno o col danno e con le beffe, ed anche Lasciare, con le beffe e col danno o col danno e con le beffe, ed Avere il danno e le beffe, vale Rimanere, Essere o Lasciare schernito e pregiudicato nelle cose o nella persona. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 117: Avendo essi salato il porco, portatisene a Firenze, lasciaron Calandrino col danno e con le beffe.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 85: Gonnella buffone.... in forma di medico arca certi gozzuti, e ancora il Podestà di Bologna; e con la borsa piena si va con Dio, e loro lascia col danno e con le beffe.
Esempio: Varch. Suoc. 4, 6: E però voglio andare infin là senza perder tempo, chè non vorrei però che la fortuna facesse delle sue, e rimanervi colle beffe e col danno.
Definiz: § XII. Stare in danno di una cosa, vale Perderla, Non averla più. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 132: Stare in danno del tutto era men male, Che fare un cambio tanto diseguale.
Definiz: § XIII. Mio danno, Tuo danno, Suo ec. danno; maniera ellittica che vale, Colpa mia, tua, sua, del danno che può venire a me, a te, a lui; Peggio per me, per te, per lui ec. –
Esempio: Firenz. Comm. 1, 327: Se la [commedia] non sarà bella o nuova a modo vostro, vostro danno.
Esempio: Cellin. Vit. 438: Delle parole del suo Urbino, di quello scorticamento che gli aveva detto, forte se ne rise; poi disse: suo danno.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 214: Fortunio vostro È stato adesso preso dal bargello. A. Suo danno.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 1, 250: S'io lo posso serrar tra l'uscio e 'l muro, Mio danno poi s'io infreddo.
Esempio: Lipp. Malm. 1, 3: Alcun forse dirà ch'io non so cica, E ch'io farei il meglio a starmi zitto. Suo danno; innanzi pur, chi vuol dir dica.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 96: Vostro danno; non avevi a finir di legger la lettera.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 5, 63: E chi non lo vuol credere, suo danno.
Definiz: § XIV. E Mio danno, usasi a maniera di giuramento, quando vogliamo denotare che una data cosa non accadrà, o che siamo risoluti di non farla. –
Esempio: Lipp. Malm. 11, 49: Ed ei risponde: s'io sto su, mio danno.
Esempio: Not. Malm. 2, 824: S'io sto su, mio danno. Non mi rizzo al certo. Questo termine Mio danno, usato in questa forma, è specie di giuramento.
Definiz: § XV. Egli è un danno; modo di dire, che si usa per denotare, il dispiacimento e la compassione che si ha di alcuna cosa; che anche si dice: Egli è un peccato, o simile. –
Esempio: Franc. Son. 56: Diavol, gli è pur de' Pulci; egli è un danno Ch'e' sie così cimiero a ogni elmetto.
Definiz: § XVI. In proverbio di chiaro significato. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 125: Gli è manco mal cento beffe ch'un danno.
Definiz: § XVII. Pure in proverbio: Il danno toglie anche il cervello; e dicesi di chi nelle disgrazie non sa governarsi. –
Esempio: Bern. Orl. 45, 4: Ed un certo proverbio così fatto Dice, che 'l danno toglie anche il cervello.