Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
GENIA, coll'accento sull'i
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GENIA, coll'accento sull'i.
Definiz: Sost. femm. Generazione vile e abietta, Schiatta, Stirpe, dispregevole.
Dal grec. γενεά. –
Esempio: Grazz. Rim. V. 348: Ciurma, gente o genía simile a questa Non fu giammai cantata in versi o in prosa.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 31: Senza colpa nè peccato Han carpato Il mio Ciapo, e fitto là, Sallo il ciel quando uscirà: Che genía vitiperosa!
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 13: E dico, avete, o barbara genía, Il diavolo a trovar che con voi stia.
Esempio: Giust. Vers. 42: Rosa da nobiltà senza quattrini Casca la vecchia Tavola, e la nuova È una ladra genía di Paladini.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 192: Ma come i cani son questa genía: Le scrollano un pochetto e tiran via.
Definiz: § I. Si usò per Generazione, Schiatta, Stirpe. –
Esempio: Libr. Viagg.: Sta' cheto, e non parlar più, perocchè nella mia schiatta n'ha più, che nella tua genía.
Esempio: E Libr. Viagg. altrove: Ed in quanto vi piaccia, sì vi diròe di molte provincie, diversi paesi, e isole che si truovano, e di molte geníe di genti, e fiere.
Esempio: Vill. F. 174: Ser Vanni Botticella, anticamente per genía di beccaio, s'offerse di prendere quel carico.
Definiz: § II. Detto di animali o di enti favolosi e immaginarj. –
Esempio: Salvin. Opp. 87: E svergognate Genti mandò, l'arpie alate, amare Geníe, commensali.
Definiz: § III. E per Gente vile, abietta, Gentaglia, Moltitudine di persone vili. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 20, 114: Non son guerrier costor, ma son genía.
Esempio: Bern. Orl. 3, 28: Là corre Gano, e tutta la genía Addosso Astolfo.
Esempio: Lipp. Malm. 3, 4: Un famiglio nel serrar la porta, Sentì romoreggiar tanta genía.
Esempio: Not. Malm. 1, 228: Genía.... Generazione: e vuol dire Gente vile, abietta, e sciagurata; sinonimo di Gentaglia, Genticciuola, ec.
Esempio: Bott. Stor. Amer. 1, 211: Cresceva la calca attorno i soldati, e la genía s'avanzava sino alle punte delle baionette.