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1) Dizion. 5° Ed. .
DEGNO.
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DEGNO.
Definiz: Add. Che per le qualità sue, per gli atti, i costumi, e simili, merita ciò che è determinato dal suo compimento, e più specialmente lode o biasimo, premio o pena, onore o disprezzo, e via discorrendo; Meritevole: ed usasi anche senza compimento alcuno.
Dal lat. dignus. –
Esempio: Dant. Inf. 13: Non ruppi fede Al mio signor, che fu d'onor sì degno.
Esempio: E Dant. Purg. 5: Dissilo, alquanto del color consperso Che fa l'uom di perdon tal volta degno.
Esempio: Petr. Rim. 1, 7: O d'ogni reverenza e d'onor degna.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 88: Lui sì come egli era degno avevan trattato.
Esempio: Varch. Boez. 8: Una donna.... degna di molta reverenza nell'aspetto.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 42: Difenda sua ragion ne' ceppi involto Chi servo è, disse, o d'esser servo è degno.
Esempio: Dav. Tac. 2, 244: L'ebbe per degno d'esser provato in sua camerata.
Esempio: Segner. Pred. Pal. ap. 242: Come è leale nella distribuzione de' beneficj, preferendo sempre il più degno.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 312: I rei.... erano tutti degni di morte.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 53: O di miglior destino Degna!
Definiz: § I. E detto di cosa, atto, pensiero, affetto, e simili. –
Esempio: Dant. Parad. 31: Chè la luce divina è penetrante Per l'universo, secondo ch'è degno.
Esempio: E Dant. Conv. 282: Sono di ferma opinione, che le pietre che nelle mura sue (di Roma) stanno, siano degne di reverenzia; e 'l suolo dov'ella siede sia degno oltre quello che per gli uomini è predicato e provato.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 105: Di quanto onore le frondi di quello eran degne.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 169: Un monaco, caduto in peccato degno di gravissima punizione,... si libera dalla pena.
Esempio: Varch. Stor. 2, 266: Cosa barbara in vero, e degna di grandissimo biasimo.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 60: Fuggì soletto [Rinaldo dalla Corte].... Giunse nel campo in regïon remote. Nobilissima fuga, e che l'imiti Ben degna alcun magnanimo nipote.
Esempio: E Tass. Gerus. 2, 15: Pur guardia esser non può che 'n tutto celi Beltà degna ch'appaia e che s'ammiri.
Esempio: Giord. Op. 1, 349: Legga i due non grossi volumi di Domenico Scinà,... degni di essere conosciuti per tutta Italia.
Definiz: § II. E nel medesimo senso si usò costruito con la particella A. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 85: Quelli che sono qui consolati, non sono degni alla tua consolazione.
Esempio: Fr. Giord. Pred. 2, 288: La nostra fatica non è degna a' beni dell'altra vita, ma fallo Iddio per sua cortesia.
Definiz: § III. Detto di persona, e riferito a ufficio, grado, ministero, opera, e simili, vale Che è meritevole che le sia affidata, concessa; usato in poesia anche con la particella A invece della particella Di. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Alle qua' [beate genti] poi se tu vorrai salire, Anima fia a ciò di me più degna.
Esempio: E Dant. Inf. 2: Ma io perchè venirvi? o chi 'l concede? Io non Enea, io non Paolo sono; Me degno a ciò nè io nè altri crede.
Esempio: Ar. Sat. 1, 161: Camerier, scalco e secretario truova Il signor degni al grado.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 34: Ei (Goffredo) si mostra ai soldati: e ben lor pare Degno dell'alto grado, ove l'han posto.
Definiz: § IV. E pur detto di persona, ed a persona riferito, vale Che per le qualità, le opere, i costumi, e simili, ha conformità con essa; ed anche Non degenere. –
Esempio: Bocc. Laber. 189: Va' dietro a quelle di che tu se' degno, chè certo tu eri degno d'aver me.
Esempio: Salv. Oraz. A. Est. 3: Non dico parente congiuntissimo di tanti famosi principi;... ma degno ramo, degno figliuolo, ec.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 52: Son qui gli avventurieri invitti eroi, Terror dell'Asia, e folgori di Marte.... Or qual duce fia degno di loro?
Esempio: E Tass. Gerus. 6, 72: Perdesti il regno e in un l'animo regio: Non sei di me tu degna.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 15: Lascia che degna D'Ettor germana io mi riserbi.
Definiz: § V. E detto di cosa, atto, costume, pensiero, e simili, e riferito a persona, vale Che le si addice, Che ben si adatta alla qualità e natura della medesima; e trovasi talora usato anche colla particella A. –
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 69: Veramente magnifico detto, e degno a grande e savio uomo.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 48: Sol di te degne credo L'imprese malagevoli e le grandi.
Esempio: E Tass. Gerus. 15, 39: Ben degna invero La domanda è di te; ma che poss'io, ec.?
Definiz: § VI. Detto di premio o pena, onore o disonore, lode o biasimo, e via discorrendo, vale Adeguato, Condegno, e simili. –
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 455: Farete bene confessarvi, e farne una degna penitenza.
Esempio: Tass. Gerus. 8, 55: E portai meco l'arme, e lasciai cura Ch'avesse degno onor di sepoltura.
Esempio: Sassett. Fr. Notiz. 39: E quando Cosimo n'aspettava qualche degna ricognizione, si morì.
Esempio: Niccol. Poes. 1, 19: È la sua fama Premio degno del padre.
Definiz: § VII. Vale anche Meritato, Giusto, e simili. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 75: Miserere del mio non degno affanno.
Esempio: Car. Eneid. 12, 1330: Com'or mi vedi in queste nubi ascosa, E disposta a soffrir tutto ch'io soffro, Degno e non degno.
Definiz: § VIII. E per Giusto, Conveniente, e simili; ed usasi più spesso assolutam. nella maniera Esser degno. –
Esempio: Dant. Purg. 11: Laudato sia il tuo nome e il tuo valore Da ogni creatura, com'è degno Di render grazie al tuo dolce vapore.
Esempio: E Dant. Parad. 12: Degno è che dov'è l'un l'altro s'induca.
Esempio: Bemb. Rim. 89: Molza, che fa la donna tua, che tanto Ti piacque oltra misura? e fu ben degno, Poi che sì chiaro ec.
Definiz: § IX. Degno, detto di persona, vale Insigne, Assai stimabile, Meritevole di onore, per virtù, dottrina, autorità, e simili; e più genericamente, Che ha egregie qualità. –
Esempio: Dant. Purg. 3: Così il maestro. E quella gente degna: Tornate, disse, intrate innanzi, dunque.
Esempio: E Dant. Purg. 29: E quando il carro a me fu a rimpetto, Un tuon s'udì; e quelle genti degne Parvero aver l'andar più interdetto.
Esempio: Petr. Rim. 2, 265: S'acqueti omai 'l cor vostro afflitto, E cerchi uom degno, quando sì l'onora.
Esempio: Comp. Mantell. 6: Poi si rivolse dalla sinistra mano, Chiamando in testimone il degno Lapo.
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 12: Passò lo 'mperadore di Costantinopoli e il Patriarca e tutti i prelati degni che aveva quella nazione.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 92: E perch'un'alma infra duo va 'l (al) più degno, M'è forza, s'io voglio esser, sempre amarti.
Esempio: Tass. Gerus. 17, 12: Stannogli a destra l'un, l'altro a sinistra, Duo satrapi, i maggiori: alza il più degno La nuda spada del rigor ministra; L'altro ec.
Definiz: § X. E pure per Assai stimabile o reputato, avuto rispetto all'ufficio, arte o professione propria della persona di cui si parla; e in tale accezione si suole anteporre al nome esprimente detto ufficio o professione. –
Esempio: Dav. Scism. 347: Quando il famoso teologo, santo uomo, degno vescovo, canuto vecchio, fornì di parlare, quattro.... presentarono un altro libro.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 22: Dicon.... che il degno maestro di latino È quegli che mi batte l'acciarino (qui ironicamente).
Definiz: § XI. E detto di cosa, qualità, atto, pensiero, e simili, vale Eccellente, Assai pregevole nell'esser suo, Meritevole di molta considerazione, lode, attenzione, e simili; ed altresì Nobile, Alto, Onorevole. –
Esempio: Domin. Tratt. Car. 17: La qual virtù non trovando in te, dapoi che è buona e degna, cerca d'averla ancor tu: e se l'hai, lauda Dio, e cresci quanto puoi in essa.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 271: E in fra le altre, quattro ce n'è tanto degne di queste vertù, le quali furono quelle che accompagnarono il nostro Redentore.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 38: Mentre sono in tal rischio, ecco un guerriero.... d'alta sembianza e degna.
Esempio: E Tass. Gerus. 4, 13: Noi trarrem neghittosi i giorni e l'ore, Nè degna cura fia che 'l cor n'accenda?
Esempio: Segner. Pred. 285: Di grazia, attenti a quest'ultima osservazione, ch'è la più degna.
Definiz: § XII. E pur detto di cosa, e specialmente di opere dell'ingegno e dell'arte, vale Assai bello, Eccellente; e detto di festa, cerimonia, e simili, vale Sontuoso, Sfarzoso, e simili. –
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 12: Fu questa delle degne cerimonie che fusse fatta, già è lunghissimo tempo.
Esempio: Giord. Op. 1, 395: L'Italia.... è scarsa molto di opere degne.
Definiz: § XIII. E detto di cose mangiabili, ovvero di pranzo, cena, e simili, vale Gustoso, Squisito; e detto di mangiata, scorpacciata, e simili, vale Abbondante, Copioso, e nello stesso tempo gustoso. –
Esempio: Panciat. Scritt. var. 243: Mi stanno sul cuore.... quei cocomeri, de' quali facevamo scorpacciate sì degne.
Definiz: § XIV. Degno, costruito con la preposizione A, si disse per Meritevole di esser paragonato, Comparabile. –
Esempio: S. Gir. Grad. 14: Lo martirio di questo secolo non è degno alla gloria che gli amici di Dio averanno in cielo.
Definiz: § XV. E in forza di Sost.; ma si usò solo nella maniera Avere a degno, per Degnare, Accogliere, Gradire, cortesemente. –
Esempio: Sacch. Rim. M. 57: Che se pietosi versi tiene a sdegno, Forse ch'e' tuoi avrà ancora a degno.