Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
CUOCERE, e popolarmente anche COCERE.
Apri Voce completa

pag.1064


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
CUOCERE, e popolarmente anche COCERE.
Definiz: Att. Preparare gli alimenti, e ridurli per l'azion del fuoco in condizione d'esser mangiati e digeriti.
Dal lat. coquere. –
Esempio: Bocc. Decam. 6, 57: Acconcia la gru, la mise a fuoco, e con sollicitudine a cuocerla cominciò.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 152: Avendo ella fatti cuocere due grossi capponi, avvenne che Gianni, che venir non vi doveva, molto tardi vi venne.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 127: Una novella d'un'altr'oca mi viene a memoria di raccontare, la quale.... venne alle mani di certi, che se l'ebbono, come la fu cotta.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 284: In casa vostra si trïonfa; cuocesi De' duo dì l'un da quattordici in quindici Once di bue, e il venerdì e il sabato Sempre c'è lucci, lasche ec.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 24: L'uso del cuocere in tal giorno civaie, dicono essere venuto perchè ec.
Esempio: Legg. Band. C. 17, 251: Nel qual quadernuccio devono [i fornaj] scrivere o far scrivere da una parte tutto il pane che spianeranno,... con il numero delle fila, coppie o piccie, secondo che farà il pane fornata per fornata, e farlo contare, scrivere e ballare al segnatore pubblico, avanti che si metta in forno; e non possano cuocere, usare o vendere pane o pasta che non abbia il detto segno.
Definiz: § I. E assolutam. per Cucinare, Far da cucina. –
Esempio: Nov. ant. B. 115: Fu uno chiamato Tento, il quale sa molto ben cuocere.... Costui fu diputato principalmente ad apparecchiargli le vivande.
Esempio: Sigol. Viagg. Sin. 22: Tutti i cuochi della terra nel tempo della quaresima stanno tutta la notte a bottega a vendere carne, e altre ghiottornie, perchè comunemente i Saracini non cuocono mai in casa.
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 1, 53: La figliuola dell'oste cosse la sera di sua mano, e fece un grande onore a costoro.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 282: Alla pieve a Giogoli.... poco tempo fa fu un piovano, che, avea un suo fante, il quale quasi ogni cosa a lui opportuna facea, insino al cuocere.
Esempio: Pitt. B. Cron. 18: Solo uno fante v'era che cocea, e servia il detto Michele e due suoi osti mercatanti.
Definiz: § II. E riferito a qualsivoglia lavoro di argilla, vale Sottoporlo all'azione del fuoco nella fornace a fine di ridurlo alla durezza di un corpo solido. –
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 52: Non si truova cosa alcuna più commoda a qual tu ti vogli uso di edifizj che il mattone non crudo, ma cotto; dove pur sia usata ragione e modo nel cuocerlo.
Esempio: E Bart. C. Archit. Albert. appr.: Que' [mattoni] che sono per sorte troppo grossi, si cuocono malagevolmente.
Esempio: Sassett. Lett. 148: Fannole (le porcellane) di questa terra della maniera che e' pentolaj fanno qualunque altro vaso, e, dipoi fatte, le rasciugano al sole;... dipoi, dipinta e rasciugata, la invetriano, e invetriata la cuocono.
Definiz: § III. Riferito a pietra, sasso, e simili, vale Ridurlo a calcina o a gesso nella fornace o nel forno. –
Esempio: Uff. Cast. Fort. Fir. 6: Dee avere il detto maestro dal Comune di Firenze, innanzi che cominci a cuocere, fiorini quattro (si parla di calcina).
Esempio: Biring. Pirotecn. 148: Ma le migliori [pietre da calcina] sono quelle che facilmente si cuocono, e cotte, con l'acqua tutte si disfanno.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 55: A fare la calcina è molto inutile ogni pietra che sia esausta ed arida,... e che nel cuocerla il fuoco non vi truovi che consumare.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 66, 1: Questo gesso si fa di certa pietra bianca che si cava a Volterra, e la chiaman spugnoni, che ridotti in piccoli pezzi, si cuocon dentro a forni ben caldi.
Esempio: Galian. B. Vitr. 61: Da ciò nasce, che le stesse pietre, se prima di cuocersi si stritolano, e mescolate coll'arena si adoprano nella fabbrica, non solo non la fortificano, ma non possono neppure reggerla.
Definiz: § IV. E detto assolutam. della fornace stessa, riferito così a lavori di argilla, come a sassi e simili. –
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 426: Bisognerà pensare.... alle calcine, delle quali non ci è in questo paese, salvo che una fornace a Vico; la quale ho ordinata che si faccia cuocere.
Esempio: Magal. Canz. anacr. 121: Duemila e più fornaci Che cocevan giorno e notte.
Definiz: § V. Vale anche Preparare per via di bollore alcuna sostanza per gli usi della medicina, della chimica e simili; e riferito specialmente a materie disciolte, vale Separarne per mezzo del bollore stesso il fluido che le diluisce; che più comunemente dicesi Concentrare. –
Esempio: Benciv. Aldobr.: Farai cuocere in acqua polipode, setiettimi ed epitimo, cuscute, agarico, barbe di finocchio.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 332: Se si coceranno in vino [le cipolle del giglio], mischiandovi olio, solvono i chiovi e i nodi de' piedi.
Esempio: Niccol. Cost. Med. Z. 180: Se vuoli che li capelli vegnano insino a li piedi, cuoci in una pignatta nuova la radice del benevischio, e le foglie de' trefoglj, ec.
Esempio: Ricett. fior. C. 75: Quelle [medicine] che si cuocono in cose umide, si cuocono o per servirsi delle medicine, cotte che sono; o vero per servirsi dell'umore nel quale sono state cotte.
Esempio: E Ricett. fior. C. 85: Delle radici e di alcune erbe secche, o vero che non hanno molto sugo, com'è la logorizia, la centaurea maggiore, la genziana e simili, si trae il sugo, infondendole in acqua per cinque giorni; dipoi cuocendole in dett'acqua, tanto ch'ella diventi grossa, si colano; dipoi di nuovo si cuoce detta colatura tanto ch'ella abbia forma di mele, e si secca al sole, e fassene pastelli, e si conservano.
Esempio: E Ricett. fior. C. 107: I sughi de' frutti si cuocono alla consumazione della quarta parte, e si lasciano chiarire.
Esempio: Targ. Osserv. medic. 157: Parte [del decotto] ancora ne aromatizzerei, col cuocervi qualche pianta, o unirvi qualche acqua odorosa.
Definiz: § VI. Riferito a seta, accia, filo e simile, vale Farlo bollire, e così prepararlo a ricevere la tintura. –
Esempio: Bocc. Laber. 57: Elle non ti metteranno in disputare o discutere quanta cenere si voglia a cuocere una matassa d'accia.
Definiz: § VII. E per Ridurre nella carbonaia, mediante il fuoco, le legna in carbone; Carbonizzare: detto anche assolutam. della carbonaia stessa. –
Esempio: Biring. Pirotecn. 62 t.: E solo aperto si lassa li spiraculi, e così appoco appoco in sei o otto giorni tutta la carboniera se infuoca, e va cocendo.
Esempio: Lastr. Agric. 2, 90: È considerabile ancora il danno che fanno agli scopeti quelli che cuocono i ciocchetti, ossia barbe di scopa, per carbon da fabbri.
Definiz: § VIII. Cuocere i colori a fuoco, parlandosi di vetri colorati, vale Fissare in essi vetri il colore per mezzo della temperata azione del fuoco; e Cuocere i vetri, vale lo stesso. –
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 123: Poi il maestro [di vetri], innanzi che leghi insieme l'un pezzo coll'altro,... il cuoce temperatamente in casse di ferro.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 1, 281: Maestro Apollonio pittore greco, il quale gl'insegnò a cuocere i vetri del musaico, e far lo stucco per commetterlo.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 8, 102: Quando poi sopra detto vetro rimaso bianco si vuol fare di colore giallo, allora si dà, quando si vuole metter a fuoco a punto per cuocerlo, con un pennello d'argento calcinato.
Esempio: Baldin. Decenn. 1, 30: Ne cavò il segreto di cuocere i vetri del musaico.
Definiz: § IX. Si usò altresì per Tostare. –
Esempio: Car. Eneid. 1, 287: Si dier con varj studj e varj ordigni A rasciugarle, a macinarle, a cuocerle (le biade).
Definiz: § X. Ed anche per Fondere, Liquefare, riferito a metalli, minerali e simili. –
Esempio: Flor. Agric. Met. volg. 380: Perchè nel nono libro io ho esplicato il modo di cuocer le vene, e fare i metalli, perciò.... la ragion vuole che io mostri e dichiari come il prezioso metallo dal vile, ed a l'incontro il vil dal prezioso si divida e partisca.
Definiz: § XI. Detto di sole, calore e simili, e riferito a sostanze molli, vale Rendere arido, secco, Seccare; ed altresì Penetrare con la sua azione una cosa, Abbronzire, Disseccare e simili. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 168: Il sole.... non solamente le cosse le carni tanto quanto ne vedea, ma.... l'aperse.
Esempio: Alam. L. Colt. 5, 993: Render molle Quanto cuoce il calor, o innaspra il gielo.
Esempio: Galian. B. Vitr. 55: Imperciocchè quegli (i mattoni) che si fanno nel solstizio, sono difettosi, perchè il sole colla sua gagliardia cuoce subito la scorza di fuori, e gli fa parere secchi, ma poi sono internamente umidi.
Definiz: § XII. E detto del caldo e del freddo, e riferito al terreno, vale Disciogliere, Ridurre in polvere, Concuocere. –
Esempio: Alam. L. Colt. 1, 766: Già si cavin le fosse, e tanto avanti, Ch'il freddissimo Coro, e cotto e trito Aggia il mosso terren, pria che la vite Se gli commetta in sen.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 11: Avendo per le contrarie ragioni, tanto il caldo, quanto il freddo, valor di cuocer la terra, e fermentata risolverla.
Definiz: § XIII. E per Macerare e trasformare che fa lo stomaco i cibi, onde divengano atti alla digestione e si convertano in nutrimento; che comunemente dicesi Concuocere. –
Esempio: Benciv. Aldobr. P. 91: Disse Diogene, che appitito di mangiare aiuta a cocere la vivanda.
Esempio: Gell. Capr. Bott. 108: Perchè quelle potenzie, le quali attendono in questo mentre alla digestione.... son tanto unite meco, che ei non può fare che elle non mi dieno qualche impedimento, ancora che mediante il calore naturale elle faccino, cocendo il cibo, ascendere al capo quelle fumosità, le quali ec.
Definiz: § XIV. Cuocere vale anche Penetrare che fa un intenso calore alcuna parte del corpo animale, per modo da produrre una forte e spiacevole sensazione come di cosa che bruci; Scottare: e usasi anche assolutam. –
Esempio: Dant. Purg. 9: Ivi pareva ch'ella ed io ardesse, E sì l'incendio immaginato cosse, Che convenne che il sonno si rompesse.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 213: Gli incominciò a strignere agramente le carni, ed a cuocerlo con una candela accesa.
Esempio: E Bocc. Amet. 76 t.: Quello [fuoco] alquanto fummante nascoso sotto la cenere mi cosse la mano palpante.
Esempio: Belc. F. Pros. 5, 147: Ero tormentato e dalla fatica e dalla sete, e il sole di sopra coceva.
Esempio: Bentiv. G. Lett. 52: Il sole qui non riscalda, ma cuoce.
Esempio: Pindem. Poes. 340: Un fervente Sole il cervel gli cuoce, e secca il fonte De' nobili pensier, che in copia scorrere Solean dal labbro (qui in locuz. figur.).
Definiz: § XV. E per similit. Produrre un senso di bruciore. –
Esempio: Soder. Cult. Ort. 252: Nel sommo de' rami fa [il rosmarino] certe boccette piene di seme bianco e rotondo, il quale masticandosi cuoce la lingua.
Definiz: § XVI. Detto di vino, e riferito a persona, vale Produrle ubriachezza, Ubriacarla. –
Esempio: Lipp. Malm. 7, 16: Dicendo ch'ei non vuol che il vin lo cuoca.
Definiz: § XVII. E in locuz. figur. e figuratam., detto di alcuna passione, desiderio e simili, vale Grandemente commuovere. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 17: Il cuor le cuoce e le manuca L'ingorda voglia e il desiderio ardente Di riveder Ruggier.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 13, 270: E fagli, ovunque va, l'amor che 'l coce Sempre aver me nel core e nella voce.
Esempio: Leopard. Poes. 74: Il cuocer non più tosto io mi sentia Della vampa d'amor, che il venticello Che l'aleggiava, volossene via.
Definiz: § XVIII. E pur figuratam. vale Gravemente molestare, Affliggere, Tormentare. –
Esempio: Varch. Sen. Benef. 63: Cuocelo sempre, ed impassiona la coscienza del benifizio intrapreso.
Esempio: Segner. Pred. 266: Questo lo cuoce, questo lo crucia.
Definiz: § XIX. Si usò anche per Cauterizzare. –
Esempio: Ross. G. Masc. 14: Poi ch'el cavallo sia cotto, si leghi alla mangiatoia, ed impastoisi dinanzi e di dietro.
Definiz: § XX. E Neutr. pass. cuocersi, usato pure a modo di Neutr. Ricever cottura, detto degli alimenti; e detto di qualsivoglia altra sostanza, Ridursi per l'azione del fuoco in tale condizione da essere atta all'uso che altri ne vuol fare. –
Esempio: Soder. Agric. 139: I [mattoni] grossi si forino in più luoghi affinchè meglio si secchino e cuocono.
Esempio: E Soder. Cult. Ort. 27: I rametti [della adracna].... secchi all'uggia, e cacciati in pezzetti ed in poca quantità nelle civaie che non son cottoie, le intenerisce e fa cuocere.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 27, 45: E mentre il pranzo cuoce, si arrabatta ec.
Esempio: Galian. B. Vitr. 327: Se i legumi.... con quest'acqua presto si cuoceranno, sarà segno d'essere buona.
Definiz: § XXI. Figuratam. e poeticam., Esser compreso della passione d'amore, Struggersi d'amore. –
Esempio: Bocc. Rim. 119: Essendo innamorato In così alto e raguardevol loco, Lieve mi fa lo star, dov'io mi coco.
Definiz: § XXII. Cuocersi, talora vale anche Essere in gran travaglio d'animo, Cruciarsi. –
Esempio: Bemb. Lett. 3, 20: Il danno sarebbe più mio che vostro, Conciosia cosa che voi poco vi curate di mio affanno, ed io, ragionandone, più e più mi cuoco e tormento.
Definiz: § XXIII. E pur figuratam., vale Ubriacarsi. –
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 2, 506: Essendo appresso di loro e vergogna e colpa grandissima il non si cuocere nelle feste.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 23: Come sarebbe mandare del vino a uno che si diletti del bere, e si cuoca spesso.
Esempio: Dat. Lepid. 138: Condusse un P. Augustiniano a Legnaia a un suo podere, dove trattati bene dal suo fratello, tutti due si cossero malamente.
Esempio: Casott. A. Celid. 1, 43: Eccoci alla cantina.... Dove trovammo un mondo di persone Ch'avean preso di cuocersi l'appalto.
Definiz: § XXIV. E detto del cibo o vivanda, si usò per Concuocersi. –
Esempio: Benciv. Aldobr. P. 4 t.: Il vino, quando egli viene alla forcella per sua sottilitade, non vi dimora tanto ch'elli sia cotto, anzi se ne va per li membri tutto crudo.
Esempio: E Benciv. Aldobr. P. altrove: Quando la vivanda cuoce, fa male il bere, perciocchè la vivanda non cuoce niente a sua natura.
Esempio: E Benciv. Aldobr. P. altrove: Quando l'orina comincia a spessare, e ad avere un poco di colore, allora comincia la vivanda a cuocere.
Definiz: § XXV. E poeticam., detto d'ira, sdegno e simili, vale Covare nell'animo, Maturarsi. –
Esempio: Guar. Past. fid. 5, 5: Se l'ira in giusto petto Lungamente si coce, Quanto più tarda fu, tanto più noce.
Definiz: § XXVI. Cuocersi, vale anche Prodursi, o Ricevere, scottatura o bruciatura; Scottarsi. –
Esempio: Dant. Inf. 16: Ma perch'io mi sarei bruciato e cotto, Vinse paura la mia buona voglia.
Esempio: E Dant. Inf. 17: Quando Fetonte abbandonò li freni, Perchè il ciel, come pare ancor, si cosse.
Esempio: Stor. Barl. 18: Non puote essere, che chi istà appresso del fuoco, che egli alcuna volta non si cuoca.
Esempio: Carlett. Viagg. 1, 12: Spesso consumandosi la candela, e scottandosi, cambiarla dall'una all'altra mano, per non si cuocere.
Definiz: § XXVII. Neutr. Propriam., Produrre un senso di bruciore, Scottare; ma usasi figuratam., detto di cosa morale, per Recar grave molestia all'animo, Vivamente dispiacere. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 212: Invidia è gran peccato; Ed ho scritto trovato, Che prima coce e dole A colui che la vole. E certo, chi ben mira, D'invidia nasce l'ira.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 170: Padre, io non posso più vivere, tanto m'affligge la passione ch'io sento, veggendomi ingiuriare di parole e di fatti sanza mia colpa; e tanto m'è cociuta e cuoce questa, che quella è passata via, e nullo ricordo e sentimento v'hoe.
Esempio: Petr. Rim. 1, 28: Qual fu a sentir, che 'l ricordar mi coce?
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 422: Talchè, se si può credere a parole, e a gesti e a segni, si deve credere che tali cose gli cuochino, e sieno fatte senza suo consentimento.
Esempio: Dav. Tac. 1, 71: Cosse più a' Germani questo spettacolo, che le ferite, le lagrime, lo sperperamento.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 79: Ma perch'io so quanto questa cosa vi cuoce, per non vi far disperar affatto, vel dirò cantando.
Esempio: Segner. Pred. 54: E benchè assai ci cuoce privarci di quel diletto che la vendetta ci poteva promettere, contuttociò perchè voi ec.
Definiz: § XXVIII. Cuocer bue, o il bue. –
V. Bue, § XI.
Definiz: § XXIX. Cuocere nel suo brodo, o Cuocersi, nel suo brodo. –
V. Brodo, § VII.
Definiz: § XXX. Cuocersi a ogni fuoco, detto figuratam. di persona, vale Innamorarsi di qualunque donna; e Cuocersi di una persona al primo bollore, o solamente Cuocersi al primo bollore, vale Innamorarsi di una persona al primo vederla. –
Esempio: Gell. Err. 1, 1: I vecchi non s'innamorano così al primo, come fanno i giovani; onde si dice di loro, che eglino hanno la carne dura, e non si cuocono così a ogni fuoco; e de' giovani, che si cuocono al primo bollore, e son, come noi usiamo dir vulgarmente, di buona cucina.
Esempio: Fag. Comm. 5, 488: Io non so.... d'altro; so ch'ella se n'è cotta al primo bollore: e dagli amori ella n'è stata sempre lontana.
Definiz: § XXXI. Farla bollire e mal cuocere. –
V. Bollire, § XV.
Definiz: § XXXII. Non esser buono nè da cuocere nè da serbare; detto in modo proverbiale, di cosa o persona da cui non si possa ricavare alcun utile o giovamento. –
Esempio: Aret. Capit. 31: Salerno inver non doveva toccare, Imperocchè non è, dice il suo cuoco, Nè da cuocere buon nè da serbare.
Definiz: § XXXIII. Non potere al caldo di alcuno cuocere un uovo fresco; detto pure in modo proverbiale, di persona da cui non può aversi alcun bene, che non arreca alcun giovamento. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 383: I' non potrei al caldo suo cuocere Un uovo fresco.
Definiz: § XXXIV. Chi si sente cuocere, tiri a sè i piedi; maniera proverbiale usata per significare, che non c'importa che altri si abbia a male di quel che liberamente diciamo. –
Esempio: Buomm. Pros. var. 217: E' pare, se la regola de' comparativi non è distrutta, ch'egli abbia voluto dire, ch'e' ce ne son dell'altre delle cialdine; e chi si sente cuocere, tiri a sè i piedi.