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1) Dizion. 5° Ed. .
DIAVOLO.
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pag.254


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DIAVOLO.
Definiz: Sost. masc. Spirito maligno, nemico del bene, e che incita l'uomo a mal fare, Demonio: e propriamente Il capo o principale degli spiriti ribelli cacciati dal cielo, Lucifero.
Dal basso lat. diabolus, e questo dal grec. διάβολος, che propriamente vale Calunniatore. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 6 t.: Gli eretici credono e dicono che Dio facesse il bene, e 'l diavolo il male: e così credeno che siano due nature, una di bene e l'altra di male. Ma elli son ingannati, perciò che 'l male non è niente per natura, anzi fu trovato per lo diavolo: e ciò fu all'ora che l'angiolo, ch'era buono, diventò rio per la sua superbia, e trovò lo male.
Esempio: Dant. Inf. 23: E 'l frate: I' udi' già dire a Bologna Del diavol vizj assai, tra i quali udì' Ch'egli è bugiardo, e padre di menzogna.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 146: Secondo quello che ne può apparire ragiono, e dico costui (ser Ciappelletto) più tosto dovere essere nelle mani del diavolo in perdizione, che in Paradiso.
Esempio: Sacch. Op. div. 258: Diavolo, fiera infernale, non ha mai alcuna ragione in sè; tutto il suo intendimento e diletto è in far male, e a coloro che lo servono dà più dolore e pena.
Esempio: Savonar. Tratt. Gov. Fir. 24: È [il tiranno] come il diavolo, re dei superbi, che mai non pensa altro che male.
Esempio: Bart. D. Cin. 2, 145: Non può.... altramente che voi non siate o Dio o 'l Diavolo in apparenza d'uomo.... Al che egli: Non sono il Diavolo, disse, ma Dio.
Esempio: Not. Malm. 1, 83: Si figura il Diavolo, per lo più, un uomo colle corna, coll'ali, e co' piedi di gallo.
Esempio: Saccent. Rim. 1, 196: E in quella furia il diavol maledetto Tentandomi suol dir: Bestemmia un poco, Bestemmia, i' ti dirò quel che va detto.
Esempio: E Saccent. Rim. appr.: Che se la vince il diavol traditore ec.
Definiz: § I. E Il gran diavolo, detto pure dello Spirito maligno, serve a distinguerlo iperbolicamente dagli altri Spiriti a' quali egli comanda. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 25, 14: Forse il tremuoto le sarebbe uguale (alla forza di Ruggiero), Forse il gran diavol: non quel de lo 'nferno, Ma quel ec.
Esempio: Saccent. Rim. 2, 14: Non ha timor della versiera, Sorella del gran diavolo infernale.
Definiz: § II. E per Ciascuno degli spiriti ribelli; immaginati dalla fantasia popolare in forme orribili e stranamente brutte, e considerati come ministri del Diavolo. –
Esempio: Dant. Inf. 21: E vidi dietro a noi un diavol nero Correndo su per lo scoglio venire.
Esempio: E Dant. Inf. 28: Un diavolo è qua dietro che n'accisma.
Esempio: Pulc. L. Morg. 2, 37: Dicea Morgante: e' mi darebbe il cuore, Che noi potremmo or nell'inferno andare, E far tutti i dïavoli sbucare.
Esempio: Bern. Orl. 5, 37: Il suo libro.... aperse e sciolse [Malagigi]; Di diavoli è già pien tutto quel lito.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 182: Niente più ch'io mi fossi addomesticato con quella conversazione di diavoli e di versiere, non c'era per me da fare altra fine che impazzire o spiritare; e così buttato là Milton ec.
Esempio: Forteguerr. Cap. 269: I preti.... A esorcizzare i diavol si son messi.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 318: Tant'è: con tutta la filosofia, tremo da capo a piedi. Mal abbia quel diavolo che mi tentò di mettermi questa gente in casa (qui figuratam.).
Definiz: § III. Serve spesso, e in diversi atteggiamenti, come termine di comparazione, a rappresentare idee di deformità, orridezza, e simili, quanto all'esteriore; ovvero di malignità, tristizia, fierezza, e simili altre qualità interne. Così dicesi: Parere il diavolo, Brutto come il diavolo, o più del diavolo; ovvero, Furbo com'un diavolo, Più tristo del diavolo, e simili; od anche Non essere il diavolo, Non esser mica il diavolo, ec. –
Esempio: Stor. Aiolf. 1, 51: Disse Gualtieri, ridendo, a' compagni: Questo pare el diavolo, e questa la versiera.
Esempio: Pulc. L. Morg. 8, 75: Berlinghier si crucciò come un diavolo, E disse al Saracin, ec.
Definiz: § IV. E parimente in locuzioni che hanno del comparativo, Cosa del diavolo o da diavoli, usasi a significare ch'ella è tale da convenirsi piuttosto a diavoli che a uomini, più diabolica che umana. Così dicesi: Una fame del diavolo, Un freddo del diavolo, Un fracasso da diavoli, e simili. –
Esempio: Ambr. Bern. 4, 5: Sogliono Gli innamorati far cose del diavolo.
Esempio: Nell. Iac. Gelos. 1, 12: Mi par mill'anni, perchè così ci vuole una fatica da diavoli.
Definiz: § V. E Del diavolo, com'aggiunto di persona, vale, in locuzione imprecativa, Che ha del diabolico, Che appartiene al diavolo, o simili. –
Esempio: Machiav. Comm. 218: Sia col malanno per te, femmina del diavolo.
Definiz: § VI. Diavolo figuratam. dicesi di persona vivace, irrequieta, e simili; e specialmente di fanciullo o di donna: talvolta, massime se di fanciullo, con l'aggiunto Diavolo Scatenato. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 10, 243: Era fra gli altri fanciulli, e nella scuola e fuori, un diavolo, che sempre travagliava e tribolava sè e gli altri.
Definiz: § VII. Pur figuratam., di persona, a significare fierezza, forza straordinaria, crudeltà, perversità di costumi o di carattere, e simili: e talvolta, con l'aggiunto di Diavolo In carne e in ossa, od anche semplicemente Diavolo In carne, Diavolo Incarnato, Scatenato, e simili. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 91: Io ti voglio pregare.... che.... lasci fare a me, a vedere se io posso raffrenare questo diavolo scatenato, che io credeva che fosse un santo.
Esempio: Med. L. Canz. ball. 7 t.: Non è fante sì schernito, Nè pazzo sì dileggiato, Quanto è il povero marito Da quel diavolo incarnato (dalla moglie).
Esempio: Bern. Orl. 16, 34: Sopra le lance il diavol (il gigante Archiloro) si sospese, Nè per questo si scorda di ferire, Anzi quel martellaccio a due man prese ec.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 432: L'uomo calunniatore tocca l'ultimo segno della malavoglienza, ed è un diavolo in carne.
Definiz: § VIII. Ed anche dicesi di persona che abbia particolare abilità nella propria arte o professione. Così per esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Ricorrete al vostro avvocato; è un diavolo, quell'uomo, da sapervi cavare d'impaccio.
Definiz: § IX. Preceduto dall'adiettivo dimostrativo Questo, Quello, Cotesto, e reggente persona mediante la prep. Di, Questo diavolo di Quello diavolo di Cotesto diavolo di usasi a denotare fierezza, cattività, od anche irrequietezza, vivacità, ed altresì abilità, valentia, della persona nominata. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 72: Alla fine giunto qui in casa, questo diavolo di questa femina maladetta mi si parò dinanzi, ed ebbemi veduto.
Esempio: Bandell. Novell. 2, 30: Io non so che dirmi di questo diavolo di femina.
Esempio: Cellin. Vit. 122: Questo diavolo di Benvenuto non ascolta le riprensioni.
Esempio: Sassett. Lett. 228: Incolpine questi diavoli de' Castigliani.
Definiz: § X. E pure figuratam., riferito a cosa, dicesi di Accidente spiacevole e gravemente molesto; di Ciò che si attraversi in mal modo ai nostri disegni; di Disgrazia, Male, Caso sinistro. –
Esempio: Nell. Iac. Vecch. 2, 22: Ma adesso che si son fatte le paci fra di noi, perchè star qui ad aspettare qualche altro diavolo, che butti all'aria ogni cosa?
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 30: Nascerà qualche diavol, qualche incaglio.
Definiz: § XI. Quindi le maniere Darsi il diavolo, o Il diavolo fare, o simili, reggenti per lo più una proposizione mediante la cong. Che; le quali significano Avvenire un sinistro accidente, Avvenire per disgrazia ciò che la proposizione esprime. –
Esempio: Vell. Cron. 100: Di che avendo assai praticato i Pisani, facendosi inverso il Comune assai bene, il diavolo s'intraversò, ch'e' Priori, ch'erano allotta, sanza saputa de' Collegj rimandarono per gli ambasciadori, e ruppesi la cosa.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 101: Il diavolo Ci ha fatto capitar Sinolfo vero.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 24: Ma il diavol fa che questo caso duro Mi accade quando son fra l'uscio e il muro.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. appr.: Ma, toppe, eccoti il diavolo incappare Mi fa in ec.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 30: Fo vista che per me sien visi nuovi.... Ma il diavol fa che presto gli ritrovi Sul ponte grande.
Esempio: Giust. Vers. 212: Se il diavolo si dà che ti s'ammali, Visite, amico, visite, e dimolte.
Definiz: § XII. Ed in senso più generico, Qualsiasi cosa spiacevole e brutta, o altra da ciò che si desidererebbe, ovvero anche semplicemente Cosa che in un dato momento non si desidererebbe. E riferiscesi anche a persona. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 23: Veder si spera un'Opera novella, Ma sempre è roba vecchia in scena messa.... Per voler poscia troppa roba nuova, Frequenti volte un diavolo si trova.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 24: Incappare Mi fa [il diavolo] in quell'altro diavol per l'appunto, E non c'è modo di sgattaiolare.
Definiz: § XIII. Ed Essere il diavolo, si disse per Esser cosa di gravi conseguenze, di grande danno o pericolo: ed usasi anche, in costrutto con la cong. Che, e più che altro nella frase Il diavol è, a significare che, oltre altri inconvenienti o difficoltà innanzi esposte, il più grave o molesto è quello che siamo per dire. –
Esempio: Ar. Comm. 2, 49: È il diavolo andare in prigione, e farsi porre alla tortura, conoscendosi ribaldo.
Esempio: Ambr. Cofan. 1, 2: Acciò che non s'immagini, Se viene in campo nulla, che mia opera Sia o vostra: chè sarebbe il diavolo.
Esempio: Magal. Lett. P. 305: Risolvo di farti un regalo dell'acclusa stampa.... Io non tengo conto di non intenderla, io che sono un bue; ma il diavol è che non l'intende nè anche il nostro buono Internunzio, che pure non è un asino affatto.
Definiz: § XIV. Pure riferito figuratam. a cosa, usasi nel plur., in modo indeterminato e contenente un certo scherzo o motteggio, in fine d'una enumerazione di cose varie e molte, nelle maniere: E cento altri diavoli, E mille diavoli, o altre consimili. –
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 200: Fanno la decozione del legno e delle scorze nel vino, insieme con pan porcino, brionia, esula coloquintida,... e mille altri diavoli che se gli portino.
Definiz: § XV. Diavolo, si appone pleonasticamente al pronome Che diavolo o Chi diavolo, oppure agli avverbj e congiunzioni Dove diavolo, Donde diavolo, Come diavolo, Perchè diavolo, ed altrettali; più spesso in locuzioni interrogative o dubitative: ha forza intensiva, o esclamativa, o ammirativa; e corrisponde all'avverbio Mai, similmente apposto. –
Esempio: Nov. Ant. B. 136: S'io non fosse venuto al tempo, che diavolo avrebbon eglino fatto?
Esempio: Cavalc. Pist. Eust. 379: Oimè, onde diavolo è entrato nella Chiesa questo nome, e pestilenza di devote?
Esempio: Bocc. Decam. 7, 156: E da che diavol.... se' tu più, che qualunque altra dolorosetta fante?
Esempio: Machiav. Pros. var. 8, 106: Magnifico Oratore, vedete dove diavolo mi trovo.
Esempio: Ar. Comm. 2, 186: Chi diavolo Gli ha data la tua veste?
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 46: Pur vo fantasticando col cervello, Che diavol voglia dir quel po' d'alloro.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 11: Or che diavol sarebb'ella mai, se non una ostessa?
Esempio: Cecch. Comm. ined. 301: O come diavolo Dato l'anello? o come l'ha la vedova Comportato? Ma i' ti veggo ridere, Qualcosa c'è; o conta su la storia.
Esempio: Razz. Cecc. 1, 2: Dove diavolo ho io a trovare X ducati per rendere a M. Ippolito?
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 5, 2: Che diavol badi, Figliuol d'una bombarda?
Esempio: Panciat. Scritt. var. 22: E replicando il barbiere, Che diavol può egli avere? soggiunse quel povero romito ec.
Esempio: Forteguerr. Cap. 254: Qui mica tutto il dì non suderete In vano, per cercar starne o pernice O lepri, o capri, o che diavol volete.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 13: Onde subito correre dovè,... Per saper cosa diavolo si fa.
Definiz: § XVI. Pure apposto pleonasticamente al pronome Che, e riferito ad un nome mediante la prep. Di, forma una locuzione dubitativa od interrogativa, equivalente a Quale, Qual mai, e simili. –
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 41: Il mille novecento, chi lo sa Che diavolo di secolo sarà.
Definiz: § XVII. E in forza esclamativa, seguito talvolta dall'avverb. Mai, e preposto a una proposizione retta dalla particella Che, esprime denegazione o grave dubbio che una cosa sia o non sia più in un modo che in un altro; ed altresì, che abbia o non abbia a farsi, riuscire, e simili. Ed equivale a Possibil mai, od altrettali maniere. –
Esempio: Nov. Ant. B. 135: O costui ti dileggia, o egli è matto. Come diavolo, disse l'oste, che m'ha mostro la elezione! E così ragionando arrivò.... in piazza.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 453: Diavol ch'i' lo scambi un'altra volta.
Esempio: Cellin. Vit. 397: Diavol, che Bernardone avessi fatto al Duca una così vituperosa giunteria.
Esempio: Ambr. Furt. 5, 11: Diavol, che tu lo dica!
Esempio: Rucell. C. Let. IV, 2, 182: Son qui in un mare di letterati, di filosofi, di teologi, d'astrologi e di legisti: diavol, che di tanti non mi s'appicchi qual cosa.
Esempio: Fag. Comm. 5, 334: O fammi veder questa! L. S'ell'è così. M. Diavol, che tu sia femmina da vero? L. Così non fusse!
Definiz: § XVIII. Usasi altresì in maniere esclamative, come Può fare il diavolo, Diavol fallo, e simili, pur costruite il più delle volte con la cong. Che; ed equivale a Diavol mai. –
Esempio: Ambr. Cofan. 3, 6: Può fare 'l gran diavolo, Che voi non mi lasciate quel, c'ho in animo, Eseguir?
Esempio: Buonarr. Tanc. 4, 9: Oh la Cosa eravi allora? B. No: Diavol alla faccia! ell'era fuora.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 569: No: diavol alla faccia! ell'era fuora. Per dire qualcosa; Diavol alla faccia, l'ho per una imprecazione villana; e che voglia dire: Diavolo la faccia; supplisci, scoppiare; e sia venuto detto: Diavolo alla faccia.
Esempio: Bracc. R. Dial. 35: Diavol fallo, ch'abbiano a impedirvi di dire le vostre ragioni!
Definiz: § XIX. E pure per esclamazione esprimente maraviglia, dispiacere, dispetto, disapprovazione, e simili; usato assolutam., o soltanto premessavi uno interiezione. –
Esempio: Machiav. Comm. 206: Questo Alfonso.... è molto amicissimo mio: ma, oh diavolo! eccolo di qua appunto.
Esempio: Nard. Amic. 5, 1: Diavol, sian noi a finimondo ancora? Dissi io.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 307: Ora s'ha a comparire, e non volendone Venir d'accordo, io ho compagni commodi. G. S'e' venisse costui per me? Z. Oh! favole! I' vo per loro. G. Ascolta. M. Ascolta. Diavolo!
Esempio: E Cecch. Comm. ined. appr.: Su qua. G. Oh! diavolo! Z. Diavolo a vostro modo. G. O lascia mettermi Il mantello. Z. Su là per esso.
Esempio: Nell. Iac. Vecch. 3, 8: E poi ti par che.... Oh diavolo.... Cara la mia Serpina, che ne dici? Non ho io saputo ben fingere amore con Lauretta?
Esempio: E Nell. Iac. Vecch. 3, 11: Il sapersi da per tutto i vostri amori.... V. Oh diavolo, mi scordavo che sono aspettato 'n un luogo.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 145: Vo' che la poesia sia fatta male, Ma cinque soldi, diavolo! gli vale.
Esempio: E Guadagn. Poes. 2, 148: Or che filantropia con lieti auspicj Segna nel mondo-novo era novella, Diavol! non troverò novanta amici Che prendano ciascuno una cartella?
Definiz: § XX. Il diavolo e la versiera, dicesi familiarmente per Ogni male possibile e immaginabile: onde le maniere Esserci il diavolo e la versiera, Fare il diavolo e la versiera, e simili. –
Esempio: Buomm. Cical. 53: Da versare penso che sia venuto versiera, che par che accenni diavolo degli altri più riguardevole, più potente, e più fiero, come ci dimostra quel comun detto: Egli ha fatto 'l diavolo e la versiera, che è lo stesso che dire 'l diavolo e, peggio.
Definiz: § XXI. Il diavolo nel mellonaio, Il diavolo nel convento, nel monastero, e simili, in locuzione coi verbi Essere il diavolo nel mellonaio o il diavolo nel convento, nel monastero, Entrare il diavolo nel mellonaio o il diavolo nel convento, nel monastero, Andare il diavolo nel mellonaio o il diavolo nel convento, nel monastero, e simili, significa Cattiva condizione di cose, Lo andare le cose al contrario di quello che noi vorremmo, Lo andare le cose a rovescio; ed altresì L'entrare la discordia, la mala contentezza, e simili, fra le persone. –
Esempio: Cecch. Corr. 1, 4: Guarda se 'l diavolo era entrato adesso Nel mellonaio. I' voglio andar in casa, E far passar colei di là, acciò Che questa bestia si quieti.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 308: Canchero! E' farà pur da vero! O ve' se 'l diavolo Va ora in volta pel convento!
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 363: Oh! ecco il diavolo Nel munistero, le grida e le lagrime In campo.
Definiz: § XXII. Il diavolo romito, o Il diavolo cappuccino, dicesi di Persona che cuopra fraudolentemente la propria malvagità sotto virtuose apparenze; Ipocrita. –
Esempio: Bellinc. Rim. F. 1, 135: Ludovico a Piacenza andar non vole, Perchè cognosce i diavoli romiti.
Definiz: § XXIII. Al diavolo, coi verbi Andare al diavolo, Mandare al diavolo, o simili, vale In perdizione, In malora, In rovina, e simili; e talvolta anche semplicemente Via, Lontano, In bando. Usasi anche assolutam. e a modo d'esclamazione; e anche si disse Al nome del diavolo. –
Esempio: Sacch. Nov. 1, 157: Deh andatevi con Dio oggi, al nome del diavolo, ch'io vorrei volentieri non esser mai stato al mondo, pensando che ec.
Esempio: Vai Rim. 3: Oh! quanto era men male Ch'un aspro temporale Mandato avesse al diavol la ricolta.
Esempio: Magal. Lett. 163: Ho concluso ancor io.... che la lettera dovette andare al diavolo.
Esempio: Nell. Iac. Gelos. disinv. 2, 11: Non sai, che se voi altre cameriere avete de' punti di luna,... i padroni ne hanno altri di resoluzione da mandare al diavolo le cameriere?
Esempio: E Nell. Iac. Gelos. disinv. 3, 11: Il sig. Anfibio è rinsavito, ed ha mandato al diavolo tutte le sue gelosie.
Definiz: § XXIV. Al diavolo, e anche Col diavolo, pare nel significato di In perdizione, In malora, e costruito coi medesimi verbi Andare col diavolo Mandare col diavolo e specialmente con l'Imperativo di Andare, ha forza imprecativa o dispregiativa. Ed usasi pure assolutam. –
Esempio: Ambr. Bern. 3, 8: Or così fate: lasciatelo Ir col diavolo.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 211: Madama Morte, madama morte. Mor. Aspetta che sia l'ora, e verrò senza che tu mi chiami. Mod. Madama Morte. Mor. Vattene col diavolo. Verrò quando tu non vorrai.
Definiz: § XXV. Al gran diavolo, e Al grandissimo diavolo, si usò in costrutto coi verbi Raccomandare al gran diavol, al grandissimo diavolo o Accomandare al gran diavol, al grandissimo diavolo, Donare al gran diavol, al grandissimo diavolo, e simili, nella stessa forza, anche imprecativa, che Al diavolo in costrutto col verbo Mandare. –
Esempio: Pulc. Luc. Cirif. Calv. 5, 32: A molti avea la zucca già fessa, E braccia in terra e moncherin giù manda, E tutti al gran diavol gli accomanda.
Esempio: Ar. Comm. 2, 394: Ch'ha succedere Poi di Camillo? A. Io lo dono al gran diavolo. Egli sarà ritrovato certissima Mente, e preso o per ladro o per adultero.
Esempio: Car. Apol. 236: A gli Inquisitori, al Bargello ed al grandissimo Diavolo v'accomando.
Definiz: § XXVI. Buon diavolo, dicesi familiarmente di Uomo nel quale lo scarso valore sia compensato dalla buona volontà; ed altresì Uomo che riesce, nel trattare con esso, meno aspro e difficile che l'apparenza o i modi non farebbero credere. E Povero diavolo, dicesi di Uomo che più o meno meriti compassione.
Definiz: § XXVII. Casa del diavolo, o al diavolo, vale Inferno. –
V. Casa, § XVII.
Definiz: § XXVIII. Quindi le maniere Fare un casa del diavolo, Essere di casa al diavolo o del diavolo, Stare a casa al diavolo o del diavolo, Venire di casa del diavolo o Essere di casa del diavolo; che si dichiarano sotto
Casa, ai §§ XVIII, XXVII, LVI, LXII.
Definiz: § XXIX. E A casa del diavolo, o A casa al diavolo, o A casa il diavolo, vale All'inferno; ma iperbolicamente, e per lo più in maniera o imprecativa o dispregiativa, usasi a significare In perdizione, In malora, ed altresì In qualsivoglia luogo per quanto lontano o pericoloso; ovvero, Non nel luogo o tempo che si dovrebbe o vorrebbe, In nessun luogo, Non mai. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 139: Se io ne dovessi per questo solo andare a casa del diavolo, sì son presto di farlo, poichè vi piace.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 157: Voi mi salutate, ed io vorrei volentieri essere a casa il diavolo.
Esempio: Pitt. I. Vit. Giacom. 153: Che la minore cosa è mandarli a casa il diavolo.
Esempio: Saccent. Rim. 1, 136: Senza la carità non avrò impieghi, O pur me li daranno a casa 'l diavolo.
Definiz: § XXX. Col tuo, suo, vostro ec., diavolo, sia assolutam. sia coi verbi Andare col tuo, suo, vostro ec. diavolo, Venire col tuo, suo, vostro ec. diavolo, e simili, si usò come maniera imprecativa, equivalente a Maledetto te, lui, voi ec. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 304: Oh! pur vien con il suo diavolo.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 373: Oh! col tuo diavolo! Che ciarlavi tu d'oro o muschi?
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 421: Che vorresti!.... ridere, Come solete, del mal d'altri, pessima Generazione? via col vostro diavolo.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 442: Vadane col nome del suo diavolo.
Definiz: § XXXI. Corpo del diavolo, e Corpo d'un diavolo, a modo di esclamazione, usasi familiarmente sia per affermazione, sia per giuramento, sia per maraviglia, risentimento, impazienza, e simili. –
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 385: Mi si promette pace e trovo guerra.... B. Corpo d'un diavol nero!
Definiz: § XXXII. Pezzo di diavolo, dicesi familiarmente di Persona di statura alta e di corporatura complessa; come, per esempio,
Esempio: Esempio del Compilatore Guarda che pezzo di diavolo! Che bel pezzo di diavolo! oppure, di Persona cattiva e perversa; come, per esempio: Pezzo di diavolo! vuol far sempre a modo suo!
Definiz: § XXXIII. Andare il diavolo a spasso o in processione; Avere il diavolo buon tempo; Ballare tutti i diavoli a un suono; sono maniere proverbiali che significano Andar le cose alla peggio, Opporsi ai nostri disegni tutte quante e tutte ad un tempo le difficoltà possibili; od anche Che le cose, una volta avviate male, vanno a precipizio; datosi un sinistro, ne vengono molti altri insieme con quello. –
Esempio: Grazz. Comm. 38: Quando il diavol vuole andare a processione, non gli mancan mai le croci.
Esempio: Cecch. Dot. 3, 6: Parti che 'l diavolo vadia a spasso?
Esempio: E Cecch. Dot. 5, 2: La rovina non vuol miseria; part'egli che tutti i diavoli ballino a un suono?
Esempio: E Cecch. Servig. 4, 7: O guarda, s'oggi il diavol ha buon tempo!
Definiz: § XXXIV. Avere il diavolo addosso, vale propriamente Essere invasato dal diavolo, Essere indemoniato, ossesso: ma comunemente si usa ne' sensi figurati che qui appresso dichiariamo.
Definiz: § XXXV. Avere il diavolo addosso, e anche si disse Avere il gran diavolo addosso, vale Esser forte, gagliardo, poderoso, potente, tale a cui sia impossibile resistere. –
Esempio: Bern. Orl. 17, 66: Agrican fu ch'uccise quel gigante, E strugge or le tue genti tutte quante.... Quello Agricane ha 'l gran diavolo addosso, Senza il popol c'ha seco folto e grosso.
Definiz: § XXXVI. E riferito a speciali parti del corpo, vale Essere in quelle validissimo, Averle eccellenti nell'ufficio che ciascuna di esse deve prestare. –
Esempio: Cecch. Incant. 3, 1: Nè si poteva pensare di persona, che fusse più a proposito per fare quanto noi vogliamo ch'egli faccia, che 'l Sottile. S. Sì certo; egli è persona che ha il diavolo in testa.
Esempio: E Cecch. Spirit. 3, 3: Quella Tessa maladetta ha 'l diavolo Ne gli occhi, e riferisce a Neri, che La tiene a questo effetto.
Esempio: Lipp. Malm. 9, 55: Finalmente io ho il diavol nelle braccia, E sono e sarò sempre una bestiaccia.
Esempio: Not. Malm. 2, 728: Io ho il diavol nelle braccia. Ho nelle braccia una forza soprannaturale.
Definiz: § XXXVII. Avere il diavolo addosso, dicesi anche per Aver cattive qualità, Esser tristo, Esser persona con la quale riesce difficile o pericoloso l'aver che fare. –
Esempio: Guidicc. Op. M. 2, 331: Direte al.... Camarlingo che Cesena sta mal di governatore.... Pensi di mandar chi gli pare; ma sia una buona testa, e valente con l'armi; perchè que' Cesenati del signor Dandino hanno il diavolo addosso, e hanno colto su costui e squadrato di maniera, che non può più far uffizio che ben vada.
Esempio: Varch. Suoc. 5, 3: Costoro ànno il diavolo addosso, e son persone di scarriera, che si dilettano di veder male, e non istimano se non l'utile: onde dubito che questo non sia uno inganno ec.
Esempio: Cecch. Spirit. 1, 2: Per chiarirvi chi le sono (le donne), l'Emilia, Che parea meza santa, ha adosso il diavolo; Pensate quel che son l'altre.
Definiz: § XXXVIII. Avere il diavolo addosso, in corpo, o simili, Mettere alcuna cosa il diavolo addosso o in corpo ad alcuno, sono maniere che si usano a significare smania grande o irrequietezza che alcuno abbia o che alcuna cosa gli faccia venire. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 36: Ed oltre a questo, elle son tutte giovani, e parmi ch'elle abbiano il diavolo in corpo, che non si può far cosa niuna al lor modo.
Esempio: Magal. Relaz. 95: Ogni piccola quantità (del vino della palma) che se ne pigli, mette il diavolo in corpo, dà alla testa, e fa di pazzi sconcerti.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 7, 29: Despina anch'essa ha il diavol nella pelle, Nè ritrova la via d'andare a letto: Or riguarda le briglie, ed or le selle; Or si prova l'usbergo, ora l'elmetto.
Definiz: § XXXIX. Avere il diavolo addosso, e Avere un diavolo per capello, dicesi comunemente per Essere gravemente turbato, agitato, sconvolto, e simili; ovvero Essere sdegnatissimo, preso da ira, furore, rabbia, o simili, Essere su tutte le furie. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 15: L'Imbratta aveva un diavol per capello, Faceva salti come un capriolo.
Definiz: § XL. Avere il diavolo nell'ampolla, dicesi di persona scaltrita e valente che prevegga con accortezza ogni strattagemma o invenzione, o sappia in qualsiasi contingenza cavarsi d'impaccio. È maniera allusiva ai negromanti, i quali spacciavano di tenere, rinchiuso in un'ampolla, un diavolo sempre pronto ai loro servigj. –
Esempio: Sacch. Rim. M. 314: Ne' nigromanti finirà il mio motto, Ch'ognun è Michel Scotto, Dicendo: ne l'ampolla il diavol hanno, E con fatture assai corpi disfanno.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 416: E' dice ch'ell'è una scioccherella; ma Iddio 'l voglia, che e' non la insali alle sue spese: infine elle hanno il diavolo nell'ampolla.
Esempio: Varch. Ercol. 101: Generalmente d'uno, che conosca il pel nell'uovo, e non gli chiocci il ferro, e sappia dove il diavol tien la coda, si dice: egli ha il diavolo nell'ampolla.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 59: Pensa un po', Trappola, A qualche cosa; tu suoi (suoli) pur avere Il diavol nell'ampolla.
Esempio: Ambr. Bern. 4, 5: In fine questi vecchi han proprio il diavolo Nell'ampolla.
Esempio: Not. Malm. 1, 312: Abbiamo un dettato: Egli ha il diavolo nell'ampolla, per intendere Costui indovina ogni cosa.
Definiz: § XLI. Avere il diavolo buon tempo. – V. il § XXXIII.
Definiz: § XLII. Avere un diavolo che ci porti, Trovare un diavolo che ci porti, o simili, un diavolo che ci porti, vale Avere o Trovare alcun protettore; e per lo più usasi in senso non buono. –
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 276: Non c'è via che non divenga corta, Quando si trova un diavol che ci porta.
Definiz: § XLIII. Ballare tutti i diavoli a un suono. – V. il § XXXIII.
Definiz: § XLIV. Darsi al diavolo, o Dar l'anima al diavolo, propriamente vale Dar l'anima propria in balìa del diavolo, e più particolarmente Far patto con esso, Pattuire con esso la propria dannazione, per conseguire alcuna cosa desiderata; ma usasi comunemente in senso figurato, per Disperarsi, Appigliarsi a estremi partiti, e simili, od anche talvolta per Crucciarsi o Affliggersi estremamente. –
Esempio: Pucc. A. Guerr. Pis. 2, 27: Dicon come cani, Ch'al diavol si daran, per vendicarsi. Ma se' Pisani al diavol si daranno, I Fiorentini a Dio, e vinceranno.
Esempio: Petr. Vit. volg. 72 t.: Di lui (di Papa Silvestro II) si scrive che datosi al diavolo, ogni cosa ottenne in tal maniera, che pervenne al papato.
Esempio: Poliz. Pros. 101: Costui già vicino a morte, così arrabbiato come era stato sempre, gridò che dava l'anima sua al diavolo.
Esempio: Savonar. Pred. 18: Li cattivi, benchè ognun tiri al proprio, hanno questo che, quando vogliono fare una cosa, s'accordano insieme, e darebbonsi al diavolo per farla.
Esempio: Bern. Orl. 5, 36: Io (parla il mago Malagigi) per tu' amor mi sono al diavol dato, Tu mi vuoi far nella prigion morire.
Esempio: Med. Aridos. 1, 1: S'e' sapesse, che venisse la notte in Firenze, o che egli spendesse pure un soldo, si darebbe al diavolo.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 1, 1: Dassi al diavol (un amante), mordesi le dita.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 6, 52: Chi tira lor torsi di cavolo, Chi pere cotte, chi mille sporcizie. Pensa, lettore, se si danno al diavolo.
Definiz: § XLV. Entrare il diavolo fra più persone, e altresì in checchessia, Esserci il diavolo fra più persone, e altresì in checchessia, o simili, e anche si disse Andare, il diavolo fra più persone, e altresì in checchessia, vale Nascere tra quelle discordia, o Esser la cosa avviata a cattiva riuscita, nè esservi modo di rimediare. E anche si dice Entrarci tutti i diavoli dell'inferno, Scatenarsi tutti i diavoli, e simili. –
Esempio: Bern. Orl. 62, 20: Come la trasse (una pietra fatata) in mezzo agli animali, Il diavol parse ch'entrasse fra loro: Pantere cominciarono e cinghiali, Lioni ed orsi, e l'un con l'altro toro Sì gran battaglia, e scherzi così brutti, Che in un momento fur dispersi tutti (qui per similit. detto di bestie).
Esempio: Sassett. Lett. 216: Fra detto Fantoni e 'l suo compagno.... va il diavolo;... e per molto ch'e' si sia fatto tra loro, non si è fino a qui trovato modo di farli convenire, e dovranno fornire di presente i negozj, sì come l'amicizia.
Definiz: § XLVI. Entrare il diavolo addosso a uno, vale propriamente Addivenire quegli indemoniato, ossesso. –
Esempio: Passav. Specch. Penit. 247: Entra il diavolo addosso ad alcuni, e per la lingua loro predice le cose ch'egli sa.
Definiz: § XLVII. E figuratam., dicesi per Venire quegli in grande agitazione d'animo, sia per mala contentezza, sia per sospetto, incertezza, o simili. –
Esempio: Firenz. Pros. 1, 27: Considerando il luogo che tiene il Biondo, e 'I grado ch'egli ha appresso del Re, e' m'entra il diavolo addosso, io mi rodo tutto per rabbia.
Esempio: Cecch. Mogl. 1, 2: Tu vuoi ch'i' dica la sia mia sorella? F. O che difficultà ci avete voi? A. Infinite;... dicendo che l'è mia sorella E nipote di quello, egli entra il diavolo Addosso alla mia donna.
Definiz: § XLVIII. Essere cattivo il diavolo d'alcuno, vale Essere colui malizioso, maligno, o simili. –
Esempio: Bern. Orl. 27, 41: Dubitar di ciò non gli è mestiero; Chè 'l diavol di colei troppo è cattivo: Ciò che vedeva ch'al conte aggradava, Quel gli diceva, il resto star lasciava.
Definiz: § XLIX. Essere come il diavolo e la croce; e anche, come il diavolo e Sant'Antonio; o, come il diavolo e l'acqua santa; vale Fuggire alcuna persona o cosa, come il diavolo la croce: e simili maniere si usano a significare naturale ed invincibile avversione di alcuno verso alcuna persona o cosa, od anche contrarietà reciproca. –
Esempio: Bocc. Laber. 205: Quelle cose che a loro (ai cavalieri) appartengono, e per le quali ella fu creata (la cavalleria), alle quali tutte essi sono più nimici che il diavolo delle croci.
Esempio: Grazz. Rim. 1, 187: Le sue (d'Amore) fatal armi Sempre presto e veloce Fuggirò, più che i diavoli la croce.
Definiz: § L. Essere il diavolo, o un diavolo, in un canneto, o giù per un canneto o Parere il diavolo, o un diavolo, in un canneto, o giù per un canneto. –
V. Canneto, §.
Definiz: § LI. Fare il diavolo in un canneto, vale Far di tutto, anche con scandalo e rumore grandissimi, per riuscire in un dato intento, conseguire checchessia, e simili. –
Esempio: Vai Rim. 6: Io solo non posso A tant'avversità volger la fronte, Ancor ch'avessi un core Da Mandricardo ovver da Rodomonte, E ancor ch'io facessi Per tal cagione 'l diavol 'n un canneto.
Esempio: Not. Malm. 1, 83: Quando uno si affatica per conseguir qualcosa, diciamo: Il tale ha fatto il diavolo, per aver la tal cosa: e s'intende ha fatto il diavolo 'n un canneto, cioè gran romore.
Definiz: § LII. Far altrui vedere il diavolo nell'ampolla, vale Dargli ad intendere una cosa per un'altra; ed anche Far finire una cosa diversamente da ciò che altri si sarebbe aspettato. –
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 415: Ma per fargli il dovere, Maritatevi al vecchio. Frema e bolla D'ira Leandro, scoppi, chè vedere Ben gli farete il diavol nell'ampolla.
Definiz: § LIII. Fare il diavolo, vale Fare gran rumore, grande schiamazzo, di alcuna cosa, Imperversare a cagion di essa; ed altresì, Far di tutto per conseguir checchessia. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 80: Il che io ho avuto ed ho sì forte per male, che io credo, se io non avessi guardato al peccato, e poscia per vostro amore, io avrei fatto il diavolo; ma pure mi son rattemperata.
Esempio: Machiav. Pros. var. 8, 94: Io cominciai a fare il diavolo: volevo accusare il vetturale, che vi era ito, per ladro.
Esempio: E Machiav. Pros. stor. pol. 2, 301: Si ordinò fanti da Pistoia e da Prato,... acciocchè con Bernardo da Diacceto facessero il diavolo.
Esempio: Ar. Comm. 2, 310: Come Ilario Lo sa, verrà volando a casa.... Non la vorrà patire, e farà il diavolo.
Esempio: Cas. Pros. 3, 181: Ed è ancora nato dubbio se le donne son comprese in questa generalità, che volevan fare il diavolo. Alla fin ci siamo risoluti che s'intenda de' maschi tantum,... e così che quelle parole importino favore e non iudizio.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 291: Che dice in somma il bel cero? P. Fa 'l diavolo. G. Che ne lo porti; e di che? P. Della moglie Che gli avete levata.
Definiz: § LIV. E ne' detti significati si usano pure le maniere, intensive Fare il diavolo e peggio, Fare il diavolo a quattro, e iperbolicamente anche Fare il diavolo a sei; ed altresì si disse Fare il diavolo in montagna.
Delle quali, Fare il diavolo a quattro venne a noi da' Francesi; ne' cui antichi Misteri, faire le diable à quatre dicevasi di quelle rappresentazioni diaboliche dove i personaggi ascendevano al numero di quattro. –
Esempio: Cas. Pros. 2, 76: La vanità ti trasporta, e vuoi che la diva senta che 'l sig. Anibale fa il diavolo in montagna.
Esempio: Varch. Ercol. 110: Fare il diavolo e peggio, è quando altri avendo fatto capo grosso, cioè adiratosi e sdegnatosi con alcuno, non vuole pace nè tregua, e cerca o di scaricar sè, o di caricare il compagno con tutte le maniere che egli sa e può; e molte volte si dice per beffare alcuno, mostrando di non temerne.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 63: Fate pur disegno Che (non rendendo a costei la figliuola) La crederrà, non che la non si trovi, Ma che la sia niscosta apposta, ed abbia A ire agli Otto; in somma, a fare il diavolo E peggio.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 169: Si vuol [il mio padrone] a tutti e' patti Disperar, gettar via, e fare il diavolo E peggio.
Esempio: Red. Lett. 1, 106: In tutti quei mesi, ne' quali la fierezza della gotta non ismania, non imperversa; per dirlo con frase franzese, non fa il diavolo a quattro.
Esempio: E Red. Poes. 246: Vi balla [il vento], v'imperversa e si scatena, E fa il diavolo a quattro, e peggio ancora.
Esempio: Nell. Iac. Serv. padr. 1, 11: S'ella farà il diavolo, io farò il diavolo e peggio.
Esempio: E Nell. Iac. Mogl. 1, 13: E se s'intesta di no? B. E io m'intesterò di sì. F. Ella farà il diavolo a quattro. B. Ed io lo farò a sei.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 7, 40: Grida Climene, e bestemmia lo Scricca, E fa il diavolo a quattro ancor Despina; E di là il Fiacca, e di qua corre il Ficca, Per tener la milizia in disciplina.
Esempio: Fag. Rim. 2, 261: A render questo palio più giocondo, Usò ogni sforzo, fè il diavol e peggio.
Esempio: Bracc. R. Dial. 197: Fece il diavolo a sei, e scatenò lo inferno contro quel povero galantuomo.
Definiz: § LV. Fare la pappa al diavolo, dicesi in proverbio per Fare con non leggiera fatica ciò che poi andrà disperso, o non recherà nessun utile nè a chi lo fa nè ad altri.
Definiz: § LVI. Far la parte del diavolo, vale Dare altrui cattivi consigli; ovvero anche Affacciare, Opporre, altrui difficoltà, obiezioni, dubbj e simili, in cosa della quale però noi stessi desideriamo la buona riuscita.
Definiz: § LVII. Lisciare la coda al diavolo. –
V. Coda, § XLIX.
Definiz: § LVIII. Non lo volere nè Dio nè il diavolo, dicesi di persona la quale co' propri portamenti si sia demeritata la stima e l'affetto di tutti, anche di contrarie parti: e Non tenere nè da Cristo nè dal diavolo, dicesi di Chi, tutto inteso al proprio interesse, non si cura, fra due parti l'una buona e l'altra cattiva, di seguitare e favorire la buona e avversare la cattiva.
Definiz: § LIX. Parere il diavolo delle ampolle, si disse scherzevolmente di Persona che vada attorno con parecchi arnesi addosso: con allusione ad una leggenda, dov'è descritto il diavolo che va in giro con diverse ampolle, contenenti ciascuna una tentazione. –
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. 233: Si legge in Vita Patrum che stando s. Macario al diserto, vide passare il diavolo in forma d'un medico molto in fretta, e aveva e portava molte ampolle con diversi beveraggi; lo quale il Santo conoscendo, domandollo dove egli andasse, e che portava in quelle ampolle. Al quale il diavolo, per divina virtù costretto, rispose e disse, che andava a tentare gli frati che stavano nella valle; e quelle ampolle significavano diverse tentazioni.
Esempio: Gell. Sport. 3, 3: Io (Gherardo fattore di Monache) non fui stamane prima tornato da far le cerche con la cassetta, ch'elle mi dettono tante sporte ch'io paio il diavol delle ampolle.
Definiz: § LX. Pigliare, o simili, il diavolo alcuno, Farsi pigliare dal diavolo, Essere nelle mani del diavolo, e simili maniere, usansi comunemente per Abbandonarsi all'ira, al furore, alla rabbia, e simili. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 12: Risponde l'altra: Se il diavol mi piglia, Ti sbacchierò una scarpa nella bocca.
Definiz: § LXI. Pigliare il diavolo per la coda, o Stringere, il diavolo per la coda, vale Cimentarsi a cosa di esito difficile o quasi impossibile, e pericolosissima, o addirittura dannosa; ed anche, Trovarsi involto in essa: onde l'altra maniera, Esser meglio pigliare il diavolo per la coda che fare alcuna data cosa; ed altresì, Essere il fare una data cosa lo stesso che pigliare il diavolo per la coda, ovvero Esser come pigliare, il diavolo per la coda. –
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 1, 532: Credendo avere il lione pel ciuffetto, Ebbono il diavol per la coda stretto.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 29: Lascia, lascia fare, E' gli sarebbe il me' pigliare il diavolo Per la coda, che aver l'Anastasia Volta a farlo girar com'un paleo.
Definiz: § LXII. Portare il diavolo alcuno o Portarsi il diavolo alcuno, usato specialmente in locuzioni comparative, dicesi di persona ed anche di animale, che fugga o scappi precipitosamente. E Dove il diavol se lo porta, o anche se lo tira, o Come, il diavol se lo porta, o anche se lo tira, dicesi di chi vada all'impazzata e senza neanch'esso sapere dove va. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 26, 130: Quel ronzin, come il diavol se lo porte, Dopo un gran salto se ne va con quella, Che pur grida soccorso, in tanta fretta, Che non l'avrebbe giunto una saetta.
Esempio: Bern. Orl. 5, 50: Non risponde (un diavolo trasformatosi in Gradasso) e non aspetta, Anzi pareva dal diavol portato; Passato ha l'acqua come una saetta, E sopra quella nave s'è imbarcato.
Esempio: Saccent. Rim. 1, 174: Questa (la Fortuna) che cieca in sulla ruota gira, Donando ad altri ciò che ad altri toglie A caso, dove il diavol se la tira.
Definiz: § LXIII. E costruito ne' modi imperativo o congiuntivo, usasi come imprecazione. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 291: Che dice in somma il bel cero? Fa 'l diavolo. G. Che ne lo porti; e di che? P. Della moglie Che gli avete levata.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 302: Che hai tu fatto, gli disse, di colei che io ti avea affidata? Il diavolo porti te e lei, rispose l'infelice marito: mia moglie era colei che fu sedotta da te ec.
Esempio: Giust. Vers. 123: Come! guardate i morti Con tanta gelosia? Studiate anatomia, Che il diavolo vi porti!
Definiz: § LXIV. Pur costruito col congiuntivo e con la particella condizionale Se, acquista forza di giuramento imprecativo. Così per esempio:
Esempio: Esempio del Compilatore Il diavolo mi porti, se io ritorno più in quella casa; Che il diavolo mi porti, se in cotesti discorsi c'è una sillaba di verità; oppure Vorrei che il diavolo mi portasse, o Voglio che il diavolo mi porti, se io metto più bocca in questa faccenda.
Definiz: § LXV. Portare il diavolo alcuno in un luogo, dicesi, con un certo dispetto, a significare che costui vi giunge inopportunamente e contro l'altrui gradimento.
Definiz: § LXVI. Sapere dove il diavolo tien la coda, vale Essere accorto, malizioso, tale da non poter essere di leggieri ingannato, Sapere il conto suo; ed anche Essere al fatto delle cose, o di cose ignote ai più. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 182: Essi (gli scolari).... sanno dove il diavolo tien la coda.
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 6, 10: Però che gli è malvagio e pien di froda, E sa ben dove el diavol tien la coda.
Esempio: Varch. Ercol. 101: Generalmente, d'uno che conosca il pel nell'uovo, e non gli chiocci il ferro, e sappia dove il diavol tien la coda, si dice: egli ha il diavolo nell'ampolla.
Esempio: Salv. Granch. 3, 9: So dove el diavol tien la coda, Quand'io non sapessi altro.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 27: Noi eramo tutti esciti de' pupilli;... avevamo pisciato su più d'una neve, e su più d'un muricciuolo; sapevamo dove il diavol tien la coda.
Definiz: § LXVII. Tenere il diavol per la coda, vale Esser sommamente accorto, Vincere qualsivoglia altra persona in furberia. –
Esempio: Nell. Iac. Dottoress. 3, 7: Chi disse ch'elle (le donne) tengon il diavol per la coda, non dormiva.
Definiz: § LXVIII. Tirare le orecchie al diavolo, vale Succhiellare le carte giocando; ed anche, semplicemente, Giocare.
Definiz: § LXIX. Trovare il diavol nel catino. –
V. Catino, § X.
Definiz: § LXX. Da' del tuo al diavolo, e mandal via; ovvero, e levatel d'intorno; si disse in proverbio, a significare ch'Egli è utile dar qualche cosa del suo a' tristi, perch'e' ti si levin dinanzi. –
Crusc. Vocab. IV.
Definiz: § LXXI. Diavol reca e diavol porta, o Diavol porta e diavol reca; dicesi in proverbio, dello Spendere e gettar via più che non si conviene, rimettendosi all'arbitrio della fortuna; od anche che I guadagni procuratisi per vie avventurose, e non sempre oneste, facilmente si perdono. –
Esempio: Bellinc. Rim. F. 1, 244: Ambroso, diavol porta, e diavol reca.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 302: Vi arrivò un Piemontese vecchio, Stato soldato in guarnigione in Corsica, Che se ne ritornava per andarsene A casa sua;... ed era stato toltogli Dai marinari ciò che avea, pei noliti: A tal, che egli era come santo Noferi. F. Il diavol reca, e 'l diavol porta. A. E aggiunsesi La infermità di lui.
Definiz: § LXXII. Dove non può entrare il diavolo, c'entra la versiera; dicesi in proverbio, quando riusciti ad avviare a bene alcuna cosa, la vediamo prendere cattiva piega per qualche altro verso.
Definiz: § LXXIII. Dove il diavolo non può mettere, cacciare, ficcare, o simili, il capo o le corna, vi mette o caccia ec. la coda; proverbio che significa, che Quando la fortuna non può guastare un affare per un verso, lo guasta per un altro; ovvero, che Anche se si sono superate in checchessia le difficoltà più gravi, spesso ne sorgono altre le quali, sebbene minori, possono tuttavia nuocere all'esito della cosa; od anche, che Dove non ha luogo la forza, si supplisce con l'astuzia. –
Esempio: Grazz. Comm. Gelos. 2, 4: Quando il diavol vuole andare, dove non può metter il capo, ponvi la coda.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 79: Io so che dove il diavolo non può Ficcare il capo, e' v'ha fitto la coda.
Definiz: § LXXIV. Il diavolo ci ha messo, o posto, o cacciato, e simili, le corna, ovvero la coda; e altresì, le corna e la coda; dicesi, proverbialmente, di cosa, nella quale s'incontrino tutte le difficoltà che uomo si possa immaginare. –
Esempio: Ar. Comm. 2, 182: Postoci Ha il capo con tutte le corna il diavolo, Non pur solo la coda come dicono.
Esempio: Grazz. Pros. 248: Messer no, gli rispose la colei; ma che volete voi fare, se il cento paia di diavoli ci s'è intraversato, ed hacci messo e la coda e le corna.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 20, 1: Il diavol.... può far gran cose, Basta solo che Dio lo lasci fare:... sebbene il tristaccio non appare,... Ei però vi pon sempre e corna e coda.
Esempio: Nell. Iac. Gelos. 2, 10: Senza dubbio, che il diavol ci ha cacciato le corna per fargli arrabbiare.
Esempio: E Nell. Suoc. 3, 28: Maledetto sia il diavolo, che anche nella mia partenza ha voluto cacciar le sue corna.
Definiz: § LXXV. Il diavolo è cattivo perchè è vecchio; proverbio, che vale che Il tempo e l'esperienza aumentano l'astuzia e la malizia. –
Esempio: Grazz. Comm. 236: Non sai tu che si dice, che 'l diavolo è tristo e viziato, perch'egli è vecchio?
Definiz: § LXXVI. Il diavolo è sottile e fila grosso; e si dice dell'Essere il pericolo maggiore che altri non crede. –
Esempio: Grazz. Comm. 325: Tu hai alle volte le grosse sottigliezze!... balordo! il diavolo è sottile, e fila grosso: io farei un bel fatto!
Esempio: Cecch. Mogl. 1, 3: Io credo in fatto e' non ci sia pericolo.... V. Sia nella buon'ora. Il diavol è sottile, e fila grosso.
Esempio: Lipp. Malm. 10, 56: Resta in parata, molto gira il guardo, Prima ch'un piè nè anche egli abbia mosso, Mercè ch'ei sa, che 'l diavolo è bugiardo, E quanto ei sia sottile e fili grosso.
Esempio: Not. Malm. 2, 779: Il diavolo è sottile e fila grosso. Il diavolo è sagace, ed inganna l'uomo facendo il goffo ed il balordo.
Definiz: § LXXVII. Il diavolo le insegna fare ma non ricoprire, o nascondere, o simili; proverbio, che significa Essere assai difficile il nascondere il mal operato o le sue conseguenze.
Definiz: § LXXVIII. Il diavolo non è brutto, o nero, come si dipinge, o simili; proverbio che significa, L'affare non è così disperato come apparisce; ovvero, La cosa è meno grave di quello che ci viene narrata. –
Esempio: Sacch. Nov. 1, 315: Una cosa vi voglio dire:... il diavolo non è nero come si dipigne.
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 2, 253: Ma il diavol non fia poi, qual pinto, nero.
Esempio: Cant. Carn. 177: E poi chi vede il diavol daddovero, Lo vede con men corna, e manco nero.
Esempio: Cecch. Diss. 1, 2: Non ti alterar tanto, ti dico che tu sei una bestia: il diavolo non è brutto come e' si dipinge.
Esempio: Lipp. Malm. 4, 42: Ma perchè non è il diavol sempre mai Cotanto brutto com'egli è dipinto; Quand'io più credo a gola esser ne' guaj, Ecco al mio cuore ogni travaglio estinto.
Esempio: Not. Malm. 1, 365: Non è il diavol sempre mai Cotanto brutto com'egli è dipinto. Il male non è poi sempre tanto, quanto vien raccontato.
Esempio: Nell. Iac. Vecch. 3, 14: Fatevi animo, e cavate fuora il vostro spirito. Il diavolo non è sempre brutto quanto si dipinge.
Definiz: § LXXIX. Il diavolo quand'è vecchio si fa romito; oppure, si fa cappuccino; proverbio che dicesi di Chi aspetti da vecchio a migliorar vita.
Definiz: § LXXX. Il diavol ti ci reca, si disse familiarmente per rimproverare persona la quale venga, o torni, più tardi di quello che avrebbe dovuto. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 67: Alquanto turbata della sua lunga dimora, veggendol venire, cominciò proverbiando a dire: Mai, frate, il diavol ti ci reca; ogni gente ha già desinato quando tu torni a desinare.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 219: Là dove, parendo al Minestra che troppo fosse stata, dice: Il diavol ti ci reca; che hai tu tanto fatto?
Esempio: Deput. Decam. 43: Quel che disse la Tessa a Calandrino tornato tardi a casa,... e che è ancora spesso in bocca alle nostre donne, Mai, frate, il diavolo ti ci reca.... E noi diremmo, per altre parole in collera, Pur ci tornasti.
Definiz: § LXXXI. Il diavolo va in carrozza, si dice per ischerzo ai bambini quando tuona.
Definiz: § LXXXII. Il diavolo vuol tentar Lucifero; si dice in proverbio quando un tristo vuole aggirare, o indurre al male, un più tristo di lui.
Definiz: § LXXXIII. La carne tira, e il diavolo è sottile. –
V. Carne, § XLV.
Definiz: § LXXXIV. La farina del diavolo va tutta in crusca, o va in crusca; proverbio, che vale I disonesti guadagni non fanno pro, Le cose mal acquistate o si perdono o riescono pregiudicevoli. –
Esempio: Segner. Crist. instr. 2, 168: Non avete voi per proverbio, che la farina del diavolo va tutta in crusca? E non tornate ne' discorsi vostri a ripetere giornalmente, che la roba degli altri strugge la propia?
Definiz: § LXXXV. La mano tira e il diavol porta, o il diavol coglie; proverbio, che si usa per ammonire altrui di astenersi da certi atti pericolosi, come scagliar sassi, spianare verso alcuno un'arme, o simili, perchè tali atti possono, fuor dell'intenzione, avere conseguenze dannose.
Definiz: § LXXXVI. Le donne hanno un punto più del diavolo. –
V. Donna.
Definiz: § LXXXVII. L'un diavolo caccia, o scaccia, l'altro; dicesi in proverbio Quando e' si cerca di riparare a un disordine, a un incomodo, e simili, con un altro. –
Esempio: Red. Cons. 1, 231: Io ho sempre a' miei giorni sentito dire, che un diavolo caccia l'altro, e tutti due lavano il viso: voglio inferire, che una serqua di vescicatorj, senza altro medicinale provvedimento, saranno il Nepente d'Elena di Rosaccio, e la mano di Dio per cavar di capo la paura a questo nostro infermo (qui è applicato per similit. a malattie e rimedj, e confuso per ischerzo con l'altro proverbio L'una mano lava l'altra, e tutt'e due il viso).
Definiz: § LXXXVIII. L'un diavolo paga l'altro; si disse, pure proverbialmente, per significare Che il male riceve condegno gastigo, Che ciascuno è punito in modo e misura conformi a quello che le sue cattive opere hanno meritato. –
Esempio: Cavalc. Pungil. 171: Dice Salamone ne' Proverbj, che contra l'uomo pravo e perverso, il quale sempre cerca brighe, Iddio manda l'angelo maligno, cioè che lo percuota, e menilo all'inferno, dove sempre v'è pure brighe e non pace. Ovvero, che per malo angelo maligno s'intende alcuno uomo pestilente, e ritroso com'egli, il quale il paga, come egli è degno. Sicchè in ciò si verifica il proverbio che dice, che l'uomo trova quello che va cercando, e l'uno diavolo paga l'altro.
Definiz: § LXXXIX. Non ci anderebbe il diavolo per un'anima, dicesi proverbialmente a significare un luogo di molto difficile accesso; e Non anderebbe il diavolo per un'anima, a indicare stagione cattivissima tempo perverso, da non uscire di casa per nessuna cagione o necessità.
Definiz: § XC. Quando il tuo, suo, vostro ec., diavolo nacque, il mio, il nostro ec., andava ritto alla panca, andava a predica, o altra simil maniera; usasi proverbialmente a significare, che Gli uomini d'età, siccome esperti, si possono difficilmente ingannare dai più giovani e meno esperti; od anche semplicemente per vantarsi d'essere più accorto o malizioso di altri. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 128: Fece a correre, E sul secondo, si credeva, il cucciolo, Di scavezzarmi: e non sa ch'il mio diavolo, Quando il suo nacque, era grande da moglie.