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MINESTRA
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MINESTRA.
Definiz: Sost. femm. Sorta di vivanda fatta di pezzetti di pane, ovvero di paste, o di riso, di semolino, e simili, cotti nel brodo di carne, o nell'acqua, o nel sugo, e che si suol mangiare al principio dei pasti.
Nello spagn., menestra vale Zuppa d'erbe o di legumi. –
Esempio: Collaz. SS. PP. volg. M. 22: Non pigliando fuori di questo niuna minestra di cotto nè in domenica nè in sabato, nè per alcuna cagione de' frati che giungano.
Esempio: Ar. Orl. fur. 34, 80: Di versate minestre una gran massa Vede, e domanda al suo dottor, ch'importo.
Esempio: E Ar. Comm. 2, 300: Che rinfacciar? che se talor vi avanzano Minestre o broda, solete mandarmene?
Esempio: Fior. Agric. Met. volg. 522: Non solamente (la marmotta) mangia de' frutti, ma eziandio del pane, de la carne, de' pesci, de la broda e minestra ec.
Esempio: Soder. Op. 2, 141: E le sue messe (del finocchio) tenere si mangiano in minestra condite come il cavolo.
Esempio: Carlett. Viagg. 1, 155: Fanno ancora (gli abitatori dell'isola di Manilla) del pane di pesce, macerandolo col sale, e facendone forme come di cacio; e volendo, le possono disfare in acqua, e farne minestre.
Esempio: Buonarr. Sat. 6, 256: La minestra ha per cosa veneranda.
Esempio: Red. Lett. 1, 434: Ottime sono le minestre.... di riso, di lasagne, di orzo mondo, di farro, di vermicelli.... Ottime sono ancora tutte quante le minestre di erbe fresche, come acetosa, lattuga, indivia, ec.
Esempio: Fag. Rim. 1, 191: Mandandovi una mensa apparecchiata.... Colla minestra bell'e scodellata.
Esempio: Cocch. Cons. med. 1, 65: Il pranzo consistente in minestra brodosa.
Esempio: Paolett. Oper. agr. 1, 301: Per formare delle bevande incrassanti, e per le minestre noi facciamo grand'uso del semolino, il quale si fa col grano nostrale.
Definiz: § I. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 87: Quest'è una certa novella, Una materia astratta, una minestra, Che nolla può capire ogni scodella.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 19, 63: Girò la canna con la mano destra, Che pe' Cristiani fu trista minestra.
Definiz: § II. Onde Minestra di carne, di pesce, e simili, dicesi la Minestra fatta sul brodo della carne, o sul sugo di pesce, e simili; e Minestra di fagiuoli, di ceci, e simili, Quella fatta coi fagiuoli, ceci, e simili, interi o passati. –
Esempio: Cellin. Vit. 293: Quel milanese ferito disse: Che venga il canchero ai peccati! chè questo male, che io ho, fu solo per il peccato d'un po' di minestra di carne che io mangiai ieri, non avendo altro che desinare.
Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 28: Mostrò quel galantuom d'aver cervello, Che per una minestra di civaie, Mandò la roba e l'onore in bordello.
Esempio: Ner. I. Pres. Samm. 5, 44: A dar il primo assalto si dispone A una buona minestra di cappone.
Definiz: § III. Si usò per Quantità, o Porzione, bastante a una minestra. –
Esempio: Crusc. Vocab. I: Minestra.... Per tanta materia da fare una minestra, cioè quanto n'entra in una scodella.
Esempio: Mirac. Mad. M.: Comperarono otto minestre di carne, e dieronla agli osti, per cuocerla [cioè tanta carne, che facesse otto minestre].
Definiz: § IV. Figuratam. e familiarm., Minestra, con qualche aggiunto, si usa a denotare Cosa, Faccenda, Impresa, o simile, che abbia del difficile, del noioso, dello spiacevole, e specialmente che si ripeta con frequenza. –
Esempio: Cellin. Vit. 455: Sappiate, signore, che 'l fare le figure grande l'è un'altra minestra che 'l farle piccoline.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 143: Quelle cose, le quali da un medesimo principio dipendono, son, come dire, o il più delle volte, una medesima minestra.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 9: Con quel benedettissimo impresario, È tutti i giorni la stessa minestra.
Definiz: § V. Minestra asciutta, dicesi la Minestra che, scolata o ritirata l'acqua nella quale si è cotta, si serve poi condita con cacio e burro, o col sugo, e simili.
Definiz: § VI. Minestra lattata. –
V. Lattato, § I.
Definiz: § VII. Minestra maritata. –
V. Maritato, § VII.
Definiz: § VIII. Essere bell'e fatta la minestra; è modo volgare che significa Essere ormai fatto, compito, checchessia. –
Esempio: Fag. Rim. 1, 242: Passan gli amanti: Amor colla balestra Ferisce i cuori; vassi al giuoco, al ballo; Ed ecco bell'e fatta la minestra.
Definiz: § IX. Fare le minestre, vale, figuratam., Comandare, Spadroneggiare; Avere, Tenere, il mestolo in mano. –
Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 30: Dichiara (la minestra) chi tra gli uomin tien l'impero, Mentre si dice il tal fa le minestre; Motto ch'esprime quel concetto intero.
Esempio: Lipp. Malm. 12, 27: Salta (il pugnale) in strada..., Ov'ella a ripigliarlo è poi spedita Da chi dopo di lei fa le minestre.
Esempio: Not. Malm. 2, 848. Da chi dopo di lei fa le minestre. Cioè, Da chi amministra giustizia, Da chi comanda, che è Celidora, ritornata padrona di Malmantile.
Esempio: Red. Lett. 3, 277: Le auguro (le feste) a V. S. felicissime: sta mò a quello che fa le minestre il concederle.
Esempio: Bellin. Cical. 2: Il nostro Chiaro, che faceva allora le minestre,... m'ebbe ec.
Definiz: § X. Farsi alcuno la minestra come gli piace, vale, figuratam., Tirare a prendere, ad appropriarsi, indebitamente, quanto più può o vuole. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 277: Le più (delle ricchezze) hanno fondamento di furti o d'imbolare, o vero che ogni cosa si chiama guadagno; e li più in questo latino trascorrono, e fannosi la minestra come a loro piace.
Definiz: § XI. Tenere chicchessia dalla minestra, vale figuratam. Tenersi a quella parte, o fazione, dalla quale si spera di trarre il maggior profitto. –
Esempio: Giust. Vers. 293: Io per la meglio Mi terrei sull'intese; Vedrei che piega pigliano Le cose del paese; E poi, senza confondermi Nè a sinistra nè a destra, O principe o repubblica, Terrei dalla minestra.
Definiz: § XII. O mangiar questa minestra, o saltar quella finestra, o, come anche trovasi, passar da quella finestra; dicesi familiarm. a significare che Una tal cosa è inevitabile, e che altri è sforzato dalla necessità a farla: che altrimenti dicesi, O bere o affogare. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 12: Ma che sarà? o mangiar questa minestra, Oppur passare da quella finestra.
Definiz: § XIII. Poi non ebbe minestra; modo proverbiale, dove Poi è denominazione di persona, e che significa che Chi indugia, esita, o traccheggia, non giunge in tempo, e perde il vantaggio; come chi arriva tardi a desinare, non è in tempo a mangiar la minestra. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 525: Sapete come dice? Che Poi non ebbe minestra: con questi Ministri nuovi e posticci, che possono Finir l'uffizio ogni giorno, bisogna Far innanzi a un tratto e dar nel buono.