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Dizion. 4° Ed. .
AVERE
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pag.332
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AVERE.
Definiz: | Verbo, che dinota possedimento di cosa, ed è semplice, e coniugato: coniugato, o con se medesimo, o co' verbi
d'attiva terminazione ne' lor preteriti, e ne' futuri del soggiuntivo, e dell'infinito, ed è anche coniugato dagli
altri verbi. Lat. habere. Gr. ἔχειν. E di esso, e degli antichi verbi difettivi Aggio, e
Abbo, si darà notizia appresso, e colla dichiarazione agli esempli, e colla distinzione delle maniere. |
Definiz: | AVERE. Verbo, in varie guise usato nel sentim. possessivo. Lat. habere. Gr.
ἔχειν. |
Esempio: | Bocc. nov. 7. 6. Il quale si crede, che sia il più ricco prelato di sue entrate,
che abbia la Chiesa di Dio dal Papa in fuori. |
Esempio: | E Bocc. nov. 54. 3. Voi non l'avrì da mi, donna Brunetta, voi
non l'avrì da mi (quì è coniugato alla Lombarda) |
Esempio: | EBocc. nov. 61. 4. Ordinò con una sua fante, che Federigo le venisse a
parlare ad un luogo molto bello, che il detto Gianni avea in Camerata. |
Esempio: | E Bocc. nov. 62. 9. Ho nondimeno provveduto e trovato modo,
che noi avremo del pane. |
Esempio: | E Bocc. nov. 76. 15. Ma che n'avesti, sozio alla buona fe?
avestine sei? |
Esempio: | Nov. ant. 1. 6. Messere, questa pietra, vale la migliore cittade, che voi avete.
|
Esempio: | Dant. Par. 17. Che l'animo di quel, ch'ode, non posa, Nè ferma fede per esempio,
ch'haia La sua radice incognita, e nascosa (cioè abbia, per sincope) |
Definiz: | §. I. Per Tenere, Pigliare, Togliere. |
Esempio: | Bocc. nov. 14. 15. Un sacco gli donasse, e avessesi quella cassa.
|
Definiz: | §. II. Per Conseguire. Lat. habere, consequi. Gr. ἐπιτυγχάνειν.
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Esempio: | Bocc. nov. 18. 27. Darebbe opera a fare, che egli il suo piacere avrebbe.
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Definiz: | §. III. Per Sentirsi. |
Esempio: | Bocc. nov. 67. 7. Che avesti Anichino? Duolti così, ch'io ti vinco? |
Esempio: | E Bocc. nov. 69. 17. Or che avesti? Che fai cotal viso?
|
Definiz: | §. IV. Per Reputare, Stimare. Lat. ducere, existimare. Gr.
νομίζειν. |
Esempio: | Bocc. nov. 1. 30. Diedegli la sua benedizione, avendolo per santissimo uomo.
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Esempio: | E Bocc. nov. 11. 11. Martellino rispondea motteggiando, quasi
per niente avesse quella presura. |
Esempio: | E Bocc. nov. 27. 32. Abbigli per fratelli, e per amici.
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Esempio: | E Bocc. Vis. 9. Segui Fabricio, che gli eccelsi onori Più
disiò, che posseder ricchezza, Avendo quei per più cari, e maggiori. |
Esempio: | Rusp. rim. Un, ch'io non ho per buon, non che per santo. |
Definiz: | §. V. Per Procacciare, Provvedere. |
Esempio: | Nov. ant. 54. 2. Che ordinò questa gentil donna? Ebbe uno cavallo, e da' suo'
fanti il fece vivo scorticare. |
Definiz: | §. VI. Avere, vale talora Far venire a se, o alla sua presenza; Avere a se. |
Esempio: | Nov. ant. 2. 4. Mandò per questo Greco, ed ebbelo in luogo segreto. |
Esempio: | E Nov. ant. nov. 65. 2. Il Re cominciò a ridere, e
incontanente ebbe uno della sua famiglia, e mandò a sapere della contenzione di questi due ciechi. |
Esempio: | E Franc. Sacch. nov. 98. L'altro dì sull'ora imposta si
trovò con Noddo, ed ebbono Michele Cini. |
Definiz: | §. VII. Abbo, vale lo stesso, che Ho, onde abbiendo, abbiente, e simili, che oggi non son più in uso. |
Esempio: | Dan. Inf. 15. E quanto io l'abbo in grado, mentre io vivo Convien, che nella
lingua mia si scerna. |
Esempio: | E Dan. Inf. 32.Se io avessi le rime aspre, e chiocce ec. Io
premerei di mio concetto il succo Più pienamente; ma perch'io non l'abbo ec. |
Esempio: | Vit. Crist. D. Abbiendo da vivere, e vestimento secondo la convenevole
necessità, e non a soperchianza. |
Esempio: | G. V. 7. 101. 1. Abbiendo raunato grande oste in Toscana si partì di Francia.
|
Definiz: | §. VIII. Aggio è lo stesso, che Ho, ma non ha se non le voci del tempo presente del subiuntivo, e quella della
prima persona del presente dell'indicativo. |
Esempio: | Petr. son. 19. V'aggio profferto il cuor, ma a voi non piace Mirar sì basso.
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Esempio: | E Petr. son. 82. Però, signor mio caro, aggiate cura, Che
similmente non avvegna a voi. |
Definiz: | AVERE. Verbo, in vece del verbo Essere. v. Dep. Decam. c. 23. |
Esempio: | Bocc. g. 3. f. 10. Ed ebbevi di quegli, che intender vollono alla Melanese.
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Esempio: | E Bocc. nov. 34. 12. Al mostrar del guanto rispose, che quivi
non avea falconi al presente, perchè guanto v'avesse luogo. |
Esempio: | G. V. 1. 44. 2. E portò seco del vino, il quale dagli oltramontani non era usato,
nè conosciuto per bere, perocchè di là non avea mai avuto vino, nè vigna. |
Esempio: | Liv. M. Tutti furo battuti colle verghe, nel mezzo della piazza, ed ebbono
tagliata la testa (cioè: fu loro tagliata la testa) |
Definiz: | AVERE. Verbo, posto assolutamente, e senza il sustantivo dopo di se, riceve diversi significati, secondo, che
mostrano gli esempj. |
Esempio: | Diar. Mon. Al tutto se i minuti avessero vinto, ogni buon cittadino, che avesse,
sarebbe stato cacciato di casa sua (cioè, che possedesse facultà) |
Esempio: | Bocc. nov. 18. 22. Perchè parte parve al medico avere della cagione della
infermità del giovane (cioè aver trovata, rinvenuta, investigata) |
Esempio: | E Bocc. nov. 39. 7. Donna, io ho avuto da lui, ch'egli non ci
può esser di quì domane (cioè io ho avuto avviso) |
Esempio: | Urban. E mirandole i fianchi, e grossissimi veggendoli, ebbe di certo, lei esser
gravida. |
Esempio: | Lab. 85. Donde, che tu te l'abbi, niuna cosa te n'asconderò. |
Esempio: | G. V. 12. 83. 4. E per lettere di nostri cittadini degni di fede, ch'erano in que'
paesi, s'ebbe, come a Sibastia, piovveno grandissima quantità di vermini. |
Esempio: | E G. V. 11. 2. 19. E questo io autore, per saperne il vero,
ebbi dall'Abate di Vallombrosa uomo religioso, e degno di fede, che disaminando l'ebbe dal detto suo Romito (in
questi quattro esempj, vale: Intendere, Sapere) |
Definiz: | AVERE. Verbo ausiliare, per sua proprietà coniugato co' verbi d'attiva terminazione, tanto di signific. atti.
quanto di neutr. sottentra al mancamento delle voci de' loro tempi, e fanne la formazione, senza alterare niente il
signific. del verbo, col qual si coniuga. |
Esempio: | Bocc. nov. 29. 4. Nè s'era ancora potuto trovar medico ec. che di ciò l'avesse
potuto guerire, ma tutti l'avevano peggiorato. |
Esempio: | E Bocc. nov. 69. 19. E holti buona pezza
taciuto per non fartene noia. |
Esempio: | E Bocc. nov. 94. 12. Io mi ricordo avere una volta inteso, in Persia
essere, secondo il mio iudicio, una piacevole usanza. |
Esempio: | Petr. son. 123. E vidi lagrimar que' duo' bei lumi, Che han fatto mille volte
invidia al sole. |
Esempio: | Tes. Br. 1. 3. Per dimostrare le tre diverse nature, ch'io abbo divisate.
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Esempio: | Vit. Crist. E state sicuramente, imperciocchè io abbo vinto il mondo.
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Esempio: | E Vit. Cr. appresso: Abbiendo Messer Giesù compiuti li
ventinov'anni. |
Esempio: | Fr. Giord. Pred. S. Andò coll'armi de' pastori, con una rombola solamente, ed
ebbeti morto costui. |
Esempio: | Dant. Inf. 1. Poich'ebbi riposato il corpo lasso, Ripresi via per la piaggia
diserta. |
Esempio: | Tratt. Giamb. E quando hei così detto, mi levai ritto in piedi, del tenebroso
luogo pensando. |
Esempio: | E Tratt. Giamb. appresso: E quando hei assai cercato, e
veduto, e diligentemente considerato, sì mi mosse il cuor mio a pietade (cioè: ebbi, per sincope, modo
antico) |
Definiz: | AVERE. Verbo, talora coniuga se medesimo. |
Esempio: | Bocc. Introd. 27. Oltre a cento milia creature umane, si crede per certo, dentro
alle mura della città di Firenze essere stati di vita tolti, che forse anzi l'accidente mortifero non si saria stimato
tanti avervene dentro avuti. |
Esempio: | E Bocc. nov. 12. 4. Ho sempre avuto in costume camminando di
dire la mattina, quando esco dell'albergo, un pater nostro, ed una ave maria. |
Esempio: | E Bocc. nov. 61. 8. Egli è la fantasima, della quale ho avuto
a queste notti la maggior paura, che mai s'avesse. |
Esempio: | E Bocc. nov. 76. 13. Chi avuto avrà il porco, non potrà
mandar giù la galla. |
Esempio: | E Bocc. num. 15. Io l'aveva per lo certo tuttavia, che tu
te l'avevi avuto avuto tu. |
Esempio: | Liv. M. E la 'nvidia, ch'io avrei avuta di continuare il magistrato, sia
appiccolata. |
Definiz: | AVERE. Verbo, è coniugato ancor passivamente. |
Esempio: | Bocc. pr. 5. Sì perchè più utilità vi farà, e sì ancora, perchè vi fia più caro
avuto. |
Definiz: | AVERE. Verbo, usato in alcune sue particolari voci, forma alcune maniere di dire, come: Ne hai, ne
hai, che nel fin del giuoco si dice al compagno, e vale; Noi siam del pari, che anche si direbbe, Ne fa,
ne fa, o pure: Tu ne hai molti, cioè danari, o simili. |
Esempio: | Pataff.1. Ne hai ne hai pilorci con mattana. |
Definiz: | AVERE. Verbo, usato innanzi all'infinito del medesimo verbo Avere colla particella A, come per ragione
d'esemplo: Avere a avere, vale Esser creditore, Dover ricevere; si costruisce in ogni sua parte in tal
maniera, e mantiene simil significanza, dicendosi: |
Definiz: | In tal locuzione l'uso, per isfuggire l'incontro delle vocali, ha introdotto il dire anche Aver da
avere, e similmente in tutte le altre persone, e tempi: |
Esempio: | Bern. rim. E dare agli altri per aver a avere. |
Esempio: | E Ber. rim. altrove: Lasciatevi pensare a chi ha da avere.
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Definiz: | AVERE. Verbo, posto avanti agli infiniti de' verbi colla particella A, piglia forza del verbo Dovere; come
Avere a fare, Avere a leggere, Avere a mangiareec. e con tal forma si
esprime Il dover fare, Il dover leggere, Il dover mangiare ec. |
Esempio: | Car. lett. 1. 28. Non parlavano per non aver a dar conto della loro ignoranza.
|
Definiz: | AVERE. Verbo, precedente agli infiniti d'altri verbi colla particella CHE, come Aver che fare,
Aver che leggere, Aver che mangiare ec. forma locuzione significante Aver cose da fare,
cose da leggere, cose da mangiare ec. |
Esempio: | Fr. Giord. Pred. R. Erano cotanto poveri, che gran parte del tempo non aveano
che mangiare. |
Esempio: | Guitt. lett. Intendete, che non vi scrissi, perchè non ebbi, che scrivere.
|
Definiz: | §. I. Aver che fare con uno, vale aver con esso lui negozio, interesse, attinenza, parentela, ec.
|
Esempio: | Cas. lett. Perchè non avendo Sua Sig. che far con esso noi più che pochissimo,
non si dovria pigliar impaccio di voler far concludere i nostri disegni prima, o poi. |
Definiz: | §. II. Aver che fare con alcuno, o con alcuna, vale: Giacer carnalmente. Lat.
rem habere cum aliquo. |
Esempio: | Guid. G. 2. Se avvenisse, che avessero figliuolo maschio, sì lo mandavano a
coloro, colli quali aveano avuto che fare. |
Definiz: | §. III. Non aver che fare, Essere scioperato. Lat. ociosum esse.
|
Definiz: | §. IV. Non aver che fare con alcuna cosa, o non aver a fare con
alcuna cosa, vale Esser molto differente, Non esser comparabile. |
Esempio: | Bern. rim. Le non hanno a far nulla con le pesche. |
Definiz: | AVERE. Verbo, posto avanti agli infiniti de' verbi colla particella DA, forma certa frase; come Aver da
fare, Aver da leggere, Aver da mangiare, Aver da vivere,
Aver da mantenersi,, e vagliono lo stesso, che Aver che fare, Aver che leggere, Aver che mangiare, Aver
con che vivere, Aver con che mantenersi. |
Esempio: | Car. lett. 1. 28. Facendo le viste, che avessimo da scriver per Roma.
|
Definiz: | AVERE. Verbo: si adopera in varie forme, e se ne compongono diverse maniere assai usate proprie, ed espressive,
dichiarate in buona parte sotto le loro voci principali: pure si darà quì cenno di alcune, oltre alle espresse di
sopra; in parte delle quali il verbo Avere par, che pigli la forza del verbo Essere, o di altri verbi, come sopra si
dice. |
Definiz: | §. AVER BALÍA. Tenere autorità. Lat. potestatem habere. Gr.
δύναμιν
ἔχειν. |
Definiz: | §. Avere in balía, vale Avere in suo potere. |
Esempio: | Bocc. canz. 6. 2. A quel, che nacque per la morte mia ec. Presa mi desti, ed
hammi in sua balía. |
Esempio: | Dant. rim. 30. La sua venuta mi sarebbe danno, S'ella venisse senza compagnia
De' messi del signor, che m'ha in balía. |
Esempio: | Petr. canz. 39. 2. Ha' tu il freno in balía de' pensier tuoi.
|
Definiz: | AVER BUON MERCATO, e A BUON MERCATO. Aver checchè sia con poco costo. Lat. vili aliquid comparare. Gr. εὐτελῶς
πρίασθαι. |
Definiz: | AVER CERTEZZA. Esser certo. Lat. certum esse, pro certo habere.
|
Esempio: | Petr. canz. 26. 6. E più certezza averne fora il peggio. |
Definiz: | AVER CERVELLO. Esser uomo savio, e di giudizio. |
Esempio: | Bern. rim. Che i lavoratori Starebbon ben, s'egli avessin cervello. |
Esempio: | Cas. lett. Nel numero de' quali è Sandrino, che ha manco cervello, che mula, o
cavallo, che ci sia. |
Definiz: | AVER COLPA. Esser in colpa. Lat. in culpâ esse, culpari. Gr.
ἐν αἰτία
εἶναι. |
Esempio: | G. V. 12. 111. 7. Altri dissono, che non era tradimento a tradire il traditore, se
colpa vi ebbe. |
Definiz: | AVER COMMISSIONE. Tener ordine. Lat. iussum habere. Gr.
ἐν τολμὴν
τολμῇ ἔχειν. |
Esempio: | Bern. Orl. 3. 7. 54. Aveano i servidor commissione, Nuove non portar mai triste,
nè buone. |
Definiz: | AVER CUORE. Tener vigore, animo . Lat. vim habere. Gr.
θαῤῥεῖν. |
Esempio: | Segn. Pred. 3. O che egli non abbia cuore di vendicarne l'offese.
|
Definiz: | AVER DISCRIZIONE. Proceder con discretezza. Lat. aequum habere.
Gr. ἐπιεικῶς
ἔχειν. |
Definiz: | AVER DIVOZIONE IN ALCUNO. Esser divoto, Credergli. |
Esempio: | Bocc. nov. 1. 15. Nel quale tutti i cittadini grandissima, e spezial divozione
aveano. |
Definiz: | AVERE A CAPITALE. Far capitale, o stima. |
Esempio: | D. Gio. Cell. lett. 13. Se colui, che ci manda, non ci reputasse vilissime, non
a così vili uomini ci manderebbe: se ci avesse punto a capitale, non così agevolmente ci partirebbe da se.
|
Definiz: | AVERE AGIO. Tener comodità. Lat. oportunitatem habere. Gr.
εὐκαιρίαν
ἔχειν. |
Esempio: | Guid. G. 30. Le quali tutte li Greci occupano ec. avendone grande agio.
|
Definiz: | AVERE A GOVERNO. Governare. |
Esempio: | Franc. Sacch. nov. 212. Sallo egli medesimo ec. chi sono, o da che sono li
più, che hanno a governo li suoi Templi. |
Definiz: | AVERE AL SOLE. Posseder beni stabili. Lat. bona immobilia
possidere. Gr. ὑφ᾽ἡλίου
ἔχειν. |
Esempio: | Mantellac. E' non ha tanto Sol, che vaglia un grosso. |
Definiz: | AVERE DI CHECCHÈ SIA. Partecipare. Lat. alicuius rei participem
esse. |
Esempio: | Buon. Fier. Introd. 1. Dunque ell'avea del Satiro costei? |
Esempio: | E Buon. Fier. 1. 2. 4. Io vo' vedere Di dargli nell'umore, e
dire il vero, Ch'egli ha del galantuom. |
Esempio: | E Buon. Fier. appresso: Che così pazzo ha pur tanto del
savio, Che 'l tien sempre svegliato al proprio scampo. |
Definiz: | AVERE IL TORTO. Contrario di Aver ragione. Lat. malam causam
habere. Gr. κακῆν
αἰτίαν ἔχειν. |
Esempio: | Libr. Son. 66. Non ho però sì sudice le tempie, che chi non me lo dà, non abbia
il torto. |
Esempio: | Morg. Massime Orlando, ch'egli avrebbe il torto. |
Definiz: | AVERE IN IRA. Portare odio, Avere sdegno. Lat. infensum esse.
Gr. δι᾽ὀργῆς
ἔχειν. |
Esempio: | Dant. Inf. 5. Quel da Esti 'l fe far, che m'avea in ira. |
Definiz: | AVERE IN PETTO. Tenere, Conservare nella mente, nel petto ec. Lat. in
animo, in pectore habere. |
Esempio: | Segn. Pred. 3. Qualunque sieno gli sdegni, che avete in petto.
|
Definiz: | §. I. Avere in petto, dicesi anche del tenere celata alcuna risoluzione già presa. |
Definiz: | §. II. Avere in petto i Cardinali, si dice, quando il Papa sospende la pubblicazione d'alcuno già
designato. |
Definiz: | AVERE IN PRONTO. Tenere a sua disposizione, e sempre pronto. Lat. in promptu habere. Gr.
ἔτοιμον
ἔχειν. |
Esempio: | Amm. ant. 9. 5. 6. Suole fare più prò, se tu abbi pochi detti di sapienza in
pronto. |
Esempio: | Fir. As. 174. E se per disgrazia egli non avesse così in pronto la moneta, nessuno
lo lascerebbe finir di morire. |
Definiz: | AVERE SCORNO. Riportar disonore. Lat. probrum habere. Gr.
ὄνειδος
ἔχειν. |
Esempio: | Petr. canz. 22. 1. Mai non vo' più cantar, com'io soleva, Ch'altrui non
m'intendeva, ond'ebbi scorno. |
Definiz: | §. E Avere a scorno, vale Disprezzare, Aborrire. |
Esempio: | Vinc. Mart. rim. 50. O felici animai, ch'avete a scorno La chiarezza del giorno.
|
Definiz: | AVER FACCIA. Tenere apparenza. Lat. speciem habere. Gr.
πρόσωπον
ἔχειν,
φαίνεσθαι. |
Esempio: | Dant. Inf. 16. Sempre a quel ver, che ha faccia di menzogna De' l'uom chiuder le
labbra. |
Definiz: | §. Aver faccia, vale anche Aver l'ardire, Aver la sfacciataggine ec. |
Esempio: | Tac. Dav. ann. 15. 222. Pure di dare il comandamento a Seneca, non ebbe faccia,
nè voce. |
Definiz: | AVER FIATO. Aver forza. |
Esempio: | Sagg. nat. esp. 64. Nè ha fiato, che vaglia a sostener l'argento a quell'altezza
medesima. |
Definiz: | AVER IN GRAZIA. Conservare in grazia. |
Esempio: | Cas. lett. La supplico, che si degni avermi in sua grazia. |
Definiz: | AVER LA CACCIA. Esser rincorso. |
Esempio: | Burch. 1. 46. Le molli, e la paletta ebbon la caccia. |
Definiz: | AVERLA CON UNO. Essere adirato con lui. Lat. infensum, iratum
esse. Gr. ἐχθρῶς
ἔχειν. |
Esempio: | Bern. Orl. 1. 4. 13. Egli è venuto in Spagna un Satanasso ec. Cristiani, e
Saracin gli son tutt'uno, Halla con noi, con Carlo, e con ognuno. |
Definiz: | AVER L'AMORE D'UNO. Conseguire l'amor d'uno, Esser amato. |
Esempio: | Bocc. nov. 81. 5. Madonna Francesca ti manda dicendo, che ora è venuto il tempo,
che tu puoi avere il suo amore, il quale tu hai cotanto desiderato. |
Definiz: | AVER LA PAROLA. Aver licenza. |
Esempio: | Franc. Sacch. nov. 207. Buccio avendo bisogno d'essere a casa, ebbe la parola
dall'officiale della guardia. |
Definiz: | AVER L'ASSOLUZIONE. Essere assoluto. Lat. a peccatis absolvi, absolutionem
consequi. Gr. ἀπολύεσθαι. |
Esempio: | G. V. 12. 60. 4. Mandò al Papa, pregandolo l'assolvesse del saramento, ch'avea
fatto del non partirsi, se non avesse il castello, ed ebbe l'assoluzione del Papa. |
Definiz: | AVER LA STRETTA. Essere astretto. Lat. premi, constringi. |
Esempio: | Bern. Orl. 2. 15. 23. Chi non fu presto a staccar le tanaglie, Io dico di sciorre
il cavo, ebbe la stretta. |
Definiz: | §. Aver la stretta, si dice del grano, dell'uva, e simili, quando è impedita la loro maturità.
|
Definiz: | AVER L'OCCHIO. Riguardare attentamente, Star con avvertenza. Lat. attendere, cavere. Gr. φυλάττεσθαι |
Esempio: | Fir. As. 178. Purchè tu ti ricordi, che egli si vuole aver l'occhio agli emuli
tuoi. |
Definiz: | §. Aver l'occhio, vale altresì Considerare. |
Esempio: | Segn. stor. 1. 24. Nondimeno avendo l'occhio all'obbligo, ch'ella ha colla corona
di Francia, è deliberata di non darvi danari da pagare le genti. |
Definiz: | AVER LUOGO. Esser necessario, Tener posto. Lat. locum habere, partes
habere. Gr. τόπον
ἔχειν. |
Esempio: | Bocc. nov. 34. 12. Rispose, che quivi non avea falconi al presente, perchè guanto
v'avesse luogo. |
Esempio: | Buon. Fier. 2. 4. 20. Anche ne' gravi mali Una invecchiata usanza ha cotal luogo,
Che 'l disusato ben spesso l'aborre. |
Definiz: | §. AVER MAL TALENTO. Tener cattiva intenzione. Lat. infensum
esse. Gr. ἐχθρῶς
ἔχειν. |
Esempio: | Din. Comp. Quegli, che avean mal talento ec. |
Definiz: | AVER MENTE A CHECCHÈ SIA. Starvi attento, Farvi considerazione. Lat. curam
habere. Gr. ἐπιμέλειαν
ἔχειν. |
Esempio: | Bern. Orl. 1. 4. 18. Sendo quel Re vicin nostro, e parente,
Bisogna, che gli abbiam molto ben mente. |
Definiz: | AVER MISERICORDIA. Usar misericordia. Lat. misereri. Gr.
ἐλεεῖν. |
Esempio: | Bocc. nov. 1. 239. Per avventura Iddio ebbe misericordia di lui, e nel suo regno
il ricevette. |
Definiz: | AVER OBBLIGO. Esser obbligato. Lat. debere. Gr.
ὀφείλειν. |
Esempio: | Ar. Fur. 9. 84. Bireno al Conte con parole grate, Mostra conoscer l'obbligo, che
gli have. |
Esempio: | E Ar. Sat. 5. Obbligo gli ho del buon voler più, ch'io Mi
contenti del dono, il quale è grande. |
Esempio: | Bemb. lett. 2. Dico, che tutti i letterati uomini gli hanno ad avere un
grand'obbligo. |
Esempio: | Cas. lett. 38. Della quale io arò a V. S. Illustriss. maggior obbligo, che di
tutte le altre. |
Definiz: | AVER PEGNO. Aver in pegno, Tener sicurtà. Lat. pignori habere.
Gr. ἐνέχειρον
ἔχειν. |
Esempio: | Bern. Orl. 2. 12. 27. A servir ti verrei, che ne sei degno, Quanto più ora
avendomi tu pegno. |
Definiz: | AVER PER MALE. Aver dispiacere. Sentir contro a voglia. Lat. indignari. Gr. δεινοποιεῖν. |
Esempio: | Bern. Orl. 1. 3. 19. Benchè caduto poi quell'animale Lo mostrasse d'aver molto per
male, ec. |
Definiz: | AVER PER NULLA. Non istimar nulla, Disprezzare. Lat. flocci
facere. Gr. ὑπερφρονεῖν. |
Esempio: | Fiamm. 1. 10. Io brievemente aveva il mondo per nulla. |
Definiz: | AVER PIETÀ. Usar pietà. Lat. pietatem habere, misereri. Gr.
ἐλεεῖν. |
Definiz: | AVER RAGIONE. Essere assistito dalla ragione. Lat. bonam causam
habere. Gr. καλὸν
ἀγῶνα
ἀγονήσασθαι. |
Esempio: | Bocc. nov. 57. Quasi ad una voce tutti gridarono, la donna aver ragione.
|
Definiz: | AVER SOCCORSO. Esser soccorso. Lat. auxilium, auxilia habere.
Gr. βοηθεῖν. |
Definiz: | AVER SOLDO. Tirar la paga, e dicesi particolarmente della milizia. Lat. stipendia merere, merere. Gr. μισθώσασθαι. |
Esempio: | Din. Comp. Mandò assai gente per lo perdono, e per aver soldo.
|
Definiz: | AVER UN SULLE CORNA. Modo basso: Odiarlo. Lat. odio habere. Gr.
ἐχθρὸν
ἔχειν. |
Esempio: | Bern. Orl. 1. 20. 53. Non era al mondo coppia di persone, Che sulle corna avesse
più Rinaldo. |
Definiz: | AVER VOCE. Correr fama, Esser opinione. Lat. famam habere,
censeri. Gr. φήμην
ἔχειν. |
Esempio: | Dant. Inf. 33. Che se 'l Conte Ugolino aveva voce D'aver tradita te, e le
castella, Non dovei tu i figliuoi porre a tal croce. |
Definiz: | §. I. Aver voce, vale Aver voto. Lat. ius suffragii habere. Gr.
δίκαιον
ψηφοφορίας. |
Esempio: | Tac. Dav. ann. 13. 178. Potere i Padri, che hanno voce in Senato, proporre
quanto vogliono. |
Definiz: | §. II. Aver voce in Capitolo, si dice de i Religiosi, che hanno voce ne' loro Capitoli. Lat.
suffragii ius habere. |
Definiz: | §. III. E figuratam. vale Avere autorità . |
Definiz: | AVERE. Verbo, se precede a' nomi, posti senza articolo, e che non vi si soggiunga altro verbo, prende la
significanza dal nome, che il segue, e ne esprime l'azione, di che il nome dinota l'essenza, e la sustanza: varia ben
talora la forma della costruzione. Per maggior notizia di che, benchè la più parte di simili locuzioni spiegate siano
alle lor voci, pur quì appresso se ne noteranno alcune più frequenti nell'uso. |
Definiz: | AVER BISOGNO. Abbisognare. Lat. opus habere. Gr.
δεῖν. |
Esempio: | Bocc. nov. 34. 8. Fece una grandissima, e bella nave nel porto di Cartagine
apprestare, e fornirla di ciò, che bisogno aveva. |
Definiz: | AVER CARO. Gradire. Lat. amare, gratum habere. Gr.
φίλον ἔχειν.
|
Esempio: | Bocc. nov. 36. 20. Figliuola mia, io averei avuto molto più caro, che tu avessi
avuto tal marito, quale a te, secondo il parer mio, si convienia. |
Esempio: | Dant. Par. 8. Grato m'è più, e anche questo ho caro. |
Esempio: | Bern. Orl. 1. 3. 14. E che debbe aver car, quanto più gente Lo va a trovar, sendo
savio, e valente. |
Definiz: | AVER COMPASSIONE. Compatire. Lat. ignoscere, misereri. Gr.
ἐλεεῖν. |
Esempio: | Bocc. pr. 1. Umana cosa è aver compassione degli afflitti. |
Esempio: | E Bocc. nov. 38. 11. La Salvestra, avendo un poco compassion
di lui, colle condizioni date da lui il concedette. |
Definiz: | AVER CONFUSIONE. Confondersi. Lat. confundi, pudere. Gr.
αἰσχύνεσθαι. |
Esempio: | Segn. Pred. 12. Anzi fu tanta la confusione, ch'egli n'ebbe, che cadde infermo,
ec. |
Definiz: | AVER CONSIDERAZIONE. Considerare. Lat. cogitare. Gr.
ἔννοιαν
ἔχειν. |
Esempio: | Segn. Pred. 12. Che cautele non usò? che considerazioni non
ebbe? |
Definiz: | §. Aver in considerazione una persona, o cosa, vale Averne stima, Farne conto. Lat.
rationem habere. Gr. λόγον
ἔχειν. |
Definiz: | AVER CONTRASTO. Contrastare. Lat. contendere. |
Esempio: | Dant. Inf. 7. Vostro saver non ha contrasto a lei. |
Definiz: | AVER CORTA VISTA. Veder corto, Veder poco dilungi |
Definiz: | AVER CURA. Curare, Proccurare. Lat. curare, curam habere. Gr.
ἐπιμέλιαν
ἐπιμέλειαν
ἔχειν. |
Esempio: | G. V. 7. 102. 4. E lo Re Piero tornato a Villafranca, non abbiendo cura di sua
ferita ec. ne morío (cioè non si riguardando) |
Esempio: | Dant. Purg. 5. Giovanna, o altri non ha di me cura. |
Definiz: | §. I. Aver in cura, vale Aver in custodia. |
Definiz: | §. II. E Aver a cura, vale Aver in pregio, in istima. |
Esempio: | Bocc. nov. 98. 40. Mostrando d'aver poco a cura quanti nel tempio v'erano.
|
Definiz: | §. AVER DILETTO. Dilettarsi. Lat. delectari, voluptatem capere.
Gr. ἡδονὴν
λαβεῖν. |
Esempio: | Dant. Par. 28. E dei saver, che tutti hanno diletto, Quanto la sua veduta si
profonda Nel vero, in che si queta ogni intelletto. |
Esempio: | Bern. Orl. 1. 1. 21. Poch'egli ha diletto, D'aver le genti di Cristo onorate.
|
Definiz: | §. AVER DUBBIO. Dubitare. Lat. dubitare. Gr.
ἀμφιβολίαν
λαβεῖν. |
Esempio: | Bocc. nov. 2. 6. E se forse alcuni dubbii hai intorno alla fede, che io ti
dimostro ec. |
Definiz: | AVERE A DISPIACERE. Avere a noia, Dispiacere. Lat. displicere.
Gr. δυσαρέσκειν. |
Esempio: | Ar. Fur. 21. 70. Se prima l'avea a noia, e a dispiacere, Or l'odia sì, che non la
può vedere. |
Definiz: | AVERE A GRADO, e AVERE IN GRADO. Gradire. Lat. gratum
habere. |
Esempio: | G. V. 8. 115. 1. Onde il detto Legato ebbe a gran grado da' Fiorentini.
|
Esempio: | Alam. Colt. 3. 57. Molti ne vidi ancor, ch'ebbero in pregio La
querce annosa, ed hanno auto in grado Quel salvatico odor, che porta seco. |
Definiz: | AVERE ALLEGREZZA. Rallegrarsi. Lat. laetitiam habere, laetari.
Gr. χαίρειν. |
Esempio: | G. V. 7. 103. 1. Come lo Re di Francia seppe la sconfitta del Re d'Araona, egli, e
sua gente ne ebbono grande allegrezza. |
Definiz: | AVERE A MALE. Aver per male, Provare dispiacere. |
Esempio: | Bemb. stor. 2. 15. Papa Alessandro aveva a male, che 'l signor Virginio Orsino
ec. avesse avuto ardire di comperare ec. |
Definiz: | AVERE A MENTE, e AVERE A MEMORIA. Rammemorarsi, Ricordarsi. Lat.
meminisse. Gr. μεμνῆσθαι . |
Esempio: | Dant. Purg. 18. L'amabile virtù Beatrice intende Per lo libero arbitrio, e però
guarda, Che l'abbia a mente, se a parlar ten prende. |
Definiz: | AVERE AMORE. Amare, Portare affezione. Lat. benevolentiâ
prosequi. Gr. ἔρωτα
ἔχειν. |
Esempio: | Bocc. nov. 98. 42. L'amore, il quale avea a Gisippo, prestamente rivolse a Tito.
|
Esempio: | Dant. Par. 1. Nè pur le creature, che son fuore D'intelligenzia, questo arco
saetta, Ma quelle, ch'hanno intelletto, e amore. |
Definiz: | AVERE A NOIA. Odiare. Lat. odio habere. Gr.
ἐκσθρῶς
ἐχθρῶς ἔχειν. |
Esempio: | Bern. rim. Tanto l'han proprio i suoi figliuoli a noia. |
Definiz: | AVERE APPETITO. Desiderare, Appetire, Aver voglia. Lat. appetere,
concupiscere. Gr. ἐπιθυμεῖν. |
Esempio: | Bern. Orl. 1. 2. 65. Ecci, diceva, alcun altro giostrante, Ch'abbia qualche
appetito di cascare? |
Definiz: | §. Avere appetito, vale anche Aver fame. Lat. esurire. Gr.
πείναν
ἔχειν. |
Definiz: | AVERE ARDIRE. Ardire. Lat. audere. Gr. τολμᾶν. |
Esempio: | Dant. Inf. 2. Perchè ardir, e franchezza non hai? |
Definiz: | AVERE A SCHIFO. Avere a vile, Schifare. Lat. abominari. Gr.
ἀποπτύειν. |
Esempio: | G. V. 7. 130. 4. Dispregiandoli, dicendo, che si lisciavano, come donne, e
pettinavansi le zazzere, aveanli a schifo, e per niente. |
Esempio: | Fir. As. 126. Ancorchè il sole l'avesse a schifo. |
Definiz: | AVERE A SDEGNO. Sdegnare. Lat. despicere, despectui habere. Gr.
δι'ὀργῆς
ἔχειν. |
Esempio: | Morg. 21. 82. Questa persegue i buon, perchè gli ha a sdegno Infin, che e' v'è
delle barbe sol una. |
Definiz: | AVERE A SE. Chiamare a se. |
Esempio: | Buon. Fier. 2. 4. 18. Tornando indietro Abbiate a voi 'l bargello.
|
Definiz: | AVERE A SOSPETTO. Avere diffidenza, Non si fidare. Lat. suspicioni
habere. Gr. ὕποπτον
ἔχειν. |
Esempio: | G. V. 7. 101. 2. I Ghibellini l'avevan a sospetto, perchè era di progenia, e
nazione Guelfa. |
Definiz: | AVERE ASTIO, e AVERE ASCHIO. Astiare, Aschiare. Lat. invidere. Gr. φθονεῖν. |
Esempio: | G. V. 11. 113. 5. I vivi ebbon astio de' morti, per le soverchie tribolazioni
occorse alla nostra città. |
Definiz: | AVERE IN COSTUME. Costumare. Lat. morem habere. Gr.
ἔθος ἔχειν. |
Esempio: | Bocc. nov. 12. 4. Nondimeno ho sempre avuto in costume, camminando di dire la
mattina, quando esco dell'albergo un pater nostro, ed una ave maria. |
Definiz: | AVERE IN DISPREGIO. Dispregiare. Lat. contemptui habere. Gr.
ἀτιμᾶν. |
Esempio: | Dant. Inf. 23. O Tosco, che al collegio Degli ipocriti tristi sei venuto, Dir chi
tu se' non aver in dispregio. |
Definiz: | AVERE IN GRADO . Gradire. Lat. gratum habere. Gr.
εὐχάριστον
εἶναι. |
Esempio: | Dant. Inf. 15. M'insegnavate, come l'uom s'eterna, E quanto io l'abbo in grado,
mentre io vivo, Convien, che nella mia lingua si scerna. |
Definiz: | AVERE IN MANO. Possedere, Avere in balia, in potestà. Lat. in manu habere,
in potestate habere. Gr. ἐν χειρὶ
ἔχειν. |
Esempio: | G. V. 8. 80. 7. Io ho in mia mano di poterti far Papa, s'io voglio. |
Esempio: | Bern. Orl. 3. 6. 27. Ed a lui grida: traditor pagano, Ancor non m'hai, come ti
credi, in mano. |
Definiz: | §. I . Aver buono in mano, Starne bene, Avere quasi sicurtà di checchè sia, e si dice d'un negozio,
che è per sortire. Lat. bonam spem habere. |
Definiz: | §. II. Avere a mano, vale Avere in pronto. Lat. in promptu
habere. |
Esempio: | Amm. ant. 9. 5. 6. Suole far più prò, se tu abbi pochi detti di sapienza in
pronto, e in uso, che non fa, se tu hai apparato molte cose, e non l'abbi a mano. |
Definiz: | AVERE IN ODIO. Odiare. Lat. odio habere. Gr.
μισεῖν. |
Esempio: | Petr. canz. 3. 1. A qualunque animale alberga in terra, Se non se alquanti,
ch'hanno in odio il Sole, Tempo da travagliare è quanto è il giorno. |
Esempio: | Bern. Orl. 1. 3. 37. Era quell'acqua di questa natura, Che chi amava, faceva
disamare, E non sol disamar, ma in odio avere Quel, ch'era prima diletto, e piacere. |
Definiz: | AVERE IN ORRORE. Inorridirsi, Abborrire. Lat. horrere. Gr.
φρίττειν. |
Esempio: | G. V. 11. 3. 14. Or non avemo noi in orrore udire quelle cose?
|
Definiz: | AVERE IN PREGIO. Pregiare. Lat. in honore habere. Gr.
διὰ τιμῆς
ἔχειν. |
Esempio: | Fir. As. 98. Se alcuno ve ne è fra voi, che abbia in pregio l'onore.
|
Definiz: | AVERE IN RIVERENZA. Riverire, Onorare. |
Esempio: | Fior. S. Franc. 3. Frate Bernardo era di tanta santitate, ch'egli l'avea in
grande reverenza. |
Definiz: | AVERE INVIDIA. Invidiare. Lat. invidere. Gr.
φθονεῖν. |
Esempio: | G. V. 7. 120. 2. Fece avvelenare il Conte Anselmo suo nipote, ec. per invidia,
che ebbe di lui. |
Definiz: | AVERE ONORE. Essere onorato. Lat. coli, honore affici. Gr.
τιμᾶσθαι. |
Esempio: | Petr. cap. 7. Or che si sia, diss'ella, i' n'ebbi onore. |
Definiz: | AVERE OZIO. Aver tempo, Aver campo, comodo. |
Esempio: | Cas. lett. Ed avrò ozio di goder l'una, e l'altra delle SS. VV. come io
desidero. |
Definiz: | AVERE REVERENZA. Onorare. Lat. habere honorem. Gr.
ἐν τιμῇ
ἔχειν. |
Esempio: | Bocc. nov. 1. 26. E non ebbi alla santa domenica quella reverenza, ch'io dovea.
|
Definiz: | AVERE SPAVENTO. Spaventarsi. Lat. timere, expavescere. Gr.
φοβεῖσθαι. |
Esempio: | Bern. Orl. 1. 2. 45. Dipoi che Serpentin tanto ebbe fatto, Il Danese Uggier non ha
spavento. |
Definiz: | AVERE SPERANZA. Sperare. Lat. spem habere. Gr.
ἐλπίδας
ἔχειν. |
Esempio: | Segn. Pred. 12. Nondimeno qualche speranza maggiore possiamo aver di perdono.
|
Definiz: | AVER SPIA D'UNA COSA. Esserne avvisato. |
Esempio: | Salv. Spin. 1. 1. Ma i Guelfi avutane spia, si mossero anch'eglino.
|
Definiz: | AVER FANTASIA. Pensare, Desiderare. Lat. cupere, cupiditatem
habere. Gr. ἐπιθυμεῖν. |
Esempio: | Bern. Orl. 1. 3. 19. Vien Pinabello un altro suo parente, Che di cader anch'egli
ha fantasía. |
Definiz: | AVER FIDANZA. Fidarsi, Confidare. Lat. confidere, spem
habere. Gr. θαῤῥεῖν. |
Esempio: | Segn. Pred. 13. Che se pure de' giovani vostri voi siete ansiosi, abbiate questa
fidanza, che Dio ec. |
Definiz: | AVER FINE. Finire, Consumarsi. Lat. finem habere, interire. Gr.
τέλος ἔχειν.
|
Esempio: | Dant. Par. 19. E quinci appar, ch'ogni minor natura È corto ricettacolo a quel
bene, Che non ha fine, e se in se misura. |
Esempio: | Bocc. pr. 3. Diede per legge incommutabile a tutte le cose mondane aver fine.
|
Esempio: | E Bocc. nov. 27. 44. Per la qual cosa il convito, che tacito
principio avuto avea, ebbe sonoro fine. |
Definiz: | AVER FRETTA. Affrettarsi. Lat. celeritate uti, festinare. Gr.
σπεύδειν. |
Esempio: | Pataff. 5. E cetera vuo' dir, perchè aggio fretta. |
Esempio: | Dant. Par. 1. Del suo lume fa il ciel sempre quieto, Nel qual si volge quel, ch'ha
maggior fretta. |
Esempio: | Bern. rim. Esser fatto aspettare, ed aver fretta. |
Esempio: | Cas. lett. Perchè la mia natura è di mutare, e rimutare, e anco di rifar
volentieri, come quello, che non ho fretta. |
Definiz: | AVER GUERRA. Guerreggiare, ed Esser guerreggiato. Lat. bellum
gerere. Gr. πολεμεῖν. |
Esempio: | G. V. 2. 12. 4. Questo Lottieri regnò 21. anno, ed ebbe guerra co' Fiamminghi, e
prese Loreno, che era dello Imperio, onde Otto Secondo suo cugino Imperadore ebbe gran guerra con lui.
|
Definiz: | AVER PAURA. Aver timore, Temere. Lat. vereri. Gr.
φόβον ἔχειν.
|
Esempio: | Dant. Purg. 30. Il fantolin corre alla mamma, Quand'ha paura, o quando egli è
afflitto. |
Esempio: | Bocc. nov. 1. 14. Io non voglio, che voi di alcuna cosa di me dubitiate, nè
abbiate paura di ricever per me alcun danno. |
Esempio: | G. V. 9. 109. 4. E dicono, che i Lombardi hanno paura della lumaccia.
|
Esempio: | Bern. Orl. 1. 13. 28. Aveva solo il Principe paura Di non veder la bestia, che
volava. |
Definiz: | AVER PAZIENZA. Sopportare. Lat. ferre. Gr.
φέρειν,
ὑπομένειν. |
Esempio: | Bern. Orl. 1. 3. 15. Astolfo, che avea poca pazienza, Disse all'imbasciador.
|
Esempio: | E Ber. Orl.1. 3. 30. Io ho ben anche troppa pazienza, I' vo'
con questa man cavarti il cuore. |
Definiz: | AVER PENSIERO. Pensare. Lat. cogitare. Gr.
διανοεῖν. |
Esempio: | Bocc. nov. 11. 9. Avendo nondimeno pensiero, come trarre il potessero delle mani
del popolo. |
Definiz: | AVER PENTIMENTO. Pentirsi. Lat. poenitere. Gr.
μετάνοιαν
ἔχειν. |
Definiz: | AVER PIACERE. Compiacersi. Lat. voluptate affici, gaudere. Gr.
ἥδεσθαι. |
Esempio: | Bocc. nov. 1. 7. Aveva oltre modo piacere, e forte vi studiava. in commettere tra
amici, e parenti ec. mali, ed inimicizie. |
Definiz: | AVER POTERE, e AVER PODERE. Potere. Lat. facultatem habere,
valere. Gr. δύναμιν
ἔχειν. |
Esempio: | G. V. 7. 109. 2. E raunando il detto Vescovo sua oste ec. per levare il detto
assedio, non ebbe podere. |
Definiz: | AVER RIGUARDO. Riguardare, Considerare. Lat. respicere, rationem
habere. Gr. λόγον
ἔχειν. |
Esempio: | Bocc. g. 2. f. 3. Senza che il venerdì avendo riguardo, che in esso colui, che
per la nostra vita morì, sostenne passione, è degno di riverenza. |
Esempio: | E Bocc. nov. 4. 10. Avendo forse riguardo al grave peso
della sua dignità ec. non sopra il petto di lei salì, ma lei sopra il suo petto pose. |
Esempio: | Dant. Par. 17. Ch'avrà in te sì benigno riguardo, Che del fare, e del chieder fra
voi due Fia prima quel, che tra gli altri è più tardo. |
Definiz: | AVER RISPETTO. Aver riguardo. Lat. rationem habere. Gr.
λόγον ἔχειν.
|
Esempio: | Bocc. nov. 28. 1. Avendo rispetto alla qualità, ed alla varietà de' casi in essa
raccontati. |
Esempio: | Ar. Fur. 24. 97. Che per un temerario suo piacere, Non avesse rispetto a
provocarsi Lui. |
Definiz: | AVER SOSPETTO. Sospettare. Lat.suspicionem habere. Gr.
ἐν ὑποπτείᾳ
ἔχειν. |
Esempio: | G. V. 12. 120. 2. E pochi dì appresso i Ghibellini della terra avendo sospetto de'
Guelfi ec. gli cacciarono di Spuleto. |
Definiz: | AVER TERMINE. Terminare. Lat.finem habere. Gr.
τέλος ἔχειν.
|
Esempio: | Dant. Par. 16. Udir come le schiatte si disfanno, Non ti parrà nuova cosa, nè
forte, Posciachè le cittadi termine hanno. |
Esempio: | Bocc. nov. 35. 12. La giovane, non restando di piagnere, e pure il suo testo
addimandando, piagnendo si morì, e così il suo disavventurato amore ebbe termine. |
Definiz: | AVER VITA. Vivere. Lat. vivere, in vitâ esse. Gr.
βίον ἔχειν. |
Esempio: | Bocc. nov. 28. 13. Mentre la sua virtù durava, alcuno non avrebbe mai detto, colui
in se aver vita. |
Definiz: | AVER VOGLIA. Aver volontà, Aver desiderio, Desiderare. Lat.
velle. Gr. ἐπιθυμίαν
ἔχειν. |
Esempio: | Bocc. nov. 32. 20. La comare allora ebbe voglia di ridere. |
Esempio: | E Bocc. nov. 41. 6. E per vedergli (gli occhi)
più volte, ebbe volontà di destarla. |
Esempio: | Din. Comp. I Guelfi Fiorentini, e potenti aveano gran voglia d'andare ad oste.
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