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GASTIGARE ed anche, ma oggi solo in alcuni sensi, CASTIGARE.
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GASTIGARE ed anche, ma oggi solo in alcuni sensi, CASTIGARE.
Definiz: Att. Dare altrui la meritata pena, Punire: e usasi anche assolutam.
Dal lat. castigare. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 91: Cui ama castiga, e a cui si corruccia, castigar lascia, perchè propio è d'amore segno.
Esempio: Fr. Giord. Pred. 14: A colpa de' loro padri e madri che non gli gastigano, e non hanno cura di loro, se non d'alcun vizio ben gli gastigano, come ec.
Esempio: Fior. Virt. 62: Correzione.... sì è uno effetto d'amore a gastigare altrui temperatamente di fatti e di parole, secondo che si conviene.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 77: lo voglio che tu vi venghi, e vegghilo, e castighil bene.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 128: Così adunque fu gastigata la ritrosa; ed il giovane, amando, fu amato.
Esempio: Pulc. L. Morg. 17, 97: Orlando.... disse al re Falcone: E' sara buono Ch'io ti gastighi così fatta razza.
Esempio: Ar. Orl. fur. 37, 115: E castigato con pene severe Sarà chi contrastare abbia ardimento.
Esempio: Car. Apol. 193: Vi replico che non voglio entrare ne' criminali, intendendo che questa mia sia per ora più tosto una riprensione che una accusa, e solamente di quelle cose che si puniscono col biasimo, non di quelle che si castigano con la pena.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 8: Come ladro vorranno Scoprirlo, e con le grida (non potendo Con altro) gastigarlo (l'autore).
Esempio: Dav. Tac. 2, 222: Non è lecito gastigare, legare, battere, salvo a' sacerdoti.
Esempio: E Dav. Scism. 416: Il Legato cotali posseditori confermò, e liberò da ogni pena e censura de' canoni: ma loro ricordò gli esempj di simili, che Iddio avea gastigati.
Esempio: Lipp. Malm. 12, 14: Una simil razza, Ch'ha fatto sempre d'ogni lana un peso, E' si vorrebbe (Dio me lo perdoni) Gastigare a misura di carboni.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 33: Ma come il cielo gastigar gli vuole Per le grandi angherie che mi hanno fatte, ec.
Definiz: § I. Figuratam. –
Esempio: Dant. Inf. 5: Perch'io dissi: Maestro, chi son quelle Genti, che l'aer nero sì gastiga?
Definiz: § II. E per Riprendere, Correggere, Ammonire: ed altresì Rimproverare, Rampognare; nel qual senso riceve spesso un compimento retto dalla particella Di. –
Esempio: Liv. Dec. 1, 271: In più consigli parlò aspramente contra la plebe; castigandola degli oltraggi e delle follie; e il senato ancora riprese egli duramente.
Esempio: Libr. Stor. div. R. 47, 26: Leggesi che Aristotile lo gastigava molto delle femmine.
Esempio: S. Gir. Grad. 56: Quello uomo non è dunqua buono uomo, che 'l male uomo non gastiga delle sue fellonie.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 131: Anzi ci era venuto per dovergli ammonire e gastigare.
Definiz: § III. Figuratam. –
Esempio: Dant. Rim. 209: Colpa è della ragion che nol castiga.
Definiz: § IV. Si usò anche per Avvertire, Esortare; ed altresì per Ammaestrare, Istruire, Fare accorto. –
Esempio: Avvertim. Maritagg. 23: Io più ti gastigo e amonisco, cioè che tue non facci cosa per opere, nè per parole, nè per sembianti, onde lo tuo marito potesse entrare in veruna gelosia di te.
Esempio: Bocc. Laber. 34: E se la lunga esperienza delle fatiche d'amore nella tua giovanezza tanto non t'avea gastigato che bastasse, la tiepidezza degli anni già alla vecchiezza appressandoti, almeno ti dovea aprire gli occhi, e farti conoscere, ec.
Definiz: § V. E per Emendare, Correggere, riferito a scritti, opere d'arte, e simili; nel qual senso dicesi oggi più comunemente Castigare. –
Esempio: Mart. N. Lett. 8 t.: Trovando in esse [rime] cose da gastigarlo, fatelo, ch'io ve ne saperò buon grado.
Esempio: Grazz. Pros. 374: Due miei sonetti vi mando, il soggetto de' quali agevolmente intenderete, acciocchè da voi corretti e gastigati sieno, se correggere e gastigar si possano, dandovi ec.
Definiz: § VI. E riferito a piante, o terreno, vale Correggerne il soverchio rigoglio o grassezza. –
Esempio: Soder. Tratt. Arb. 18: La [terra] resoluta e grassa si gastiga anch'essa con la creta.
Esempio: E Soder. Tratt. Arb. 95: Rende più frutto un arbore che non si lasci andar vagando, gastigandolo col potare, che uno che si lasci a benefizio di natura sparpagliato a largo.
Esempio: E Soder. Tratt. Arb.231: Conviene dipoi.... potargli, (gli arbori del giardino), e spesso gastigargli e regolargli col pennato.
Definiz: § VII. Riferito a metallo, vale Vincerne la durezza, Domarlo; e poeticam. Lavorarlo. –
Esempio: Esop. Fav. M. 157: Col mio forte dente.... castigo la grossezza di ciascun ferro.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 8, 175: Alfin dà lieto il foco alla fucina; Poi con la force il ferro acceso prende; Sopra l'incude poi tanto il castiga. Che 'l fa venire in forma d'una riga.
Esempio: Mont. Feron. 2, 235: Qual sull'incude le roventi masse Del metallo castiga.
Definiz: § VIII. E pure poeticam. per Moderare, Regolare, Governare. –
Esempio: Cin. Rim. 120: Il qual gastiga gli elementi, e regge Il mondo ingrato d'ogni providenza.
Definiz: § IX. Neutr. pass. Punirsi, Darsi la meritata punizione. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 354: Che vi profitta, o giova, a questa causa, Il tribolarvi come fate, e 'l piangere? C. Serve per gastigarmi, com'io merito, Anzi pur com'io posso, di sì perfido Animo, ec.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 87: Se ho fatto un error da ragazzo, ho cuore di gastigarmene da uomo.
Definiz: § X. E per Emendarsi, Correggersi. –
Esempio: Stor. Barl. 114: Quando tu l'avrai così venduto, se prende cosa che non debba, sì ne prendi tale vendetta, che tutti gli altri se ne gastighino.
Esempio: Fior. Virt. 62: Se tu il batti con alcuna verga, e non muore per ciò, anzi si gastigherà.
Esempio: E Fior. Virt. 64: Contuttociò [Faraone] non si volle gastigare nè convertire, nè correggersi del male ch'egli facea.
Definiz: § XI. Trovasi anche per Affliggersi, Dolersi. –
Esempio: Pucc. A. Centil. 2, 10: In quel tempo fu morto a Pavia Boezio, per cui molto mi gastigo.
Definiz: § XII. Gastigare col baston della bambagia. –
V. Bambagia, § VI.
Definiz: § XIII. Chi uno ne gastiga, cento ne minaccia. Proverbio, il quale significa: Che il gastigo dato ad uno serve di esempio a molti perchè si correggano. –
Esempio: Varch. Suoc. 5, 3: Chi un ne gastiga, cento ne minaccia.