Lessicografia della Crusca in rete

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Definiz: posta dopo moltissimi verbi che non hanno in sè idea esplicita di compagnia, ma che denotano attinenze vicendevoli fra due o più persone, serve a indicare il termine di compimento dell'azione espressa da essi verbi. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 15: Tornò al palazzo, e disse con Teverina le parole a lei dette, e ella rispuose ec.
Esempio: Comp. Din. Cron. 5: Alcuni.... furono con alcuni de' principali del popolo, pregandoli ci ponessono rimedio, acciocchè per discordia la terra non perisse.
Esempio: Stor. Pistol. 27: Tornato Braccino nel Montale, conferio segretamente con de' suoi consorti.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 67: Non solamente il parlare e l'usare con gl'infermi dava a' sani infermità,... ma ancora ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 121: Avendo tra gli altri a fare con Borgognoni, uomini pieni d'inganni ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 131: Sempre co' poveri di Dio quello che ho guadagnato ho partito per mezzo.
Esempio: Frescobald. Viagg. 105: Ci abboccammo più volte con questo guardiano del Monte Sion.
Esempio: Poliz. Pros. 68: Nè ho con chi crivellare queste mie fantasie.
Esempio: E Poliz. Pros. 83: Io ne farò scommessa con chi vuole.
Esempio: Machiav. Stor. 2, 185: Comunicò questo suo pensiero con messer Diotisalvi.
Esempio: E Machiav. Comm. 78: Disse che sarebbe con messer Nicia sopra questa cosa, e me ne risponderebbe.
Esempio: Ar. Comm. 2, 379: Io vo' con lui conchiudere Un mio disegno, a cui diedi principio Dianzi.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 51: Egli era Un'ora fa dalla Piazza del Grano Fermo a parlar con un cavalleggiero.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 72: Io ho piacer di questa diligenza, Perchè ancor io vedrò con chi io m'impaccio.
Esempio: Dat. Oraz. I, 4, 221: Senza novero furono i letterati.... co' quali egli giornalmente carteggiava di diverse materie.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 1, 242: Ristrignendosi vieppiù, col solo cardinal Cibo e coi segretarj consultava [Cosimo de' Medici] le faccende di qualche importanza.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 12: Col pubblico farete a chi più fischia.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 27: Nè gli amici, con me prima indettati, Sempre un tema mi dan fritto rifritto.
Definiz: § I. Denota pure termine interiore di un'azione che non esce dal soggetto che la compie: nella qual relazione usasi più comunemente affissa ai pronomi Me, Te, Se, ed equivale a Fra. –
Esempio: Fr. Guitt. Rim.: E discorre con sene entro 'l suo core.
Esempio: Dant. Inf. 24: Le braccia aperse, dopo alcun consiglio Eletto seco, riguardando prima Ben la ruina, e diedemi di piglio.
Esempio: Petr. Rim. 1, 3: Di me medesmo meco mi vergogno.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 57: Per non parere ingrato, ho meco stesso proposto di volere ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 1, 58: In una medesima ora seco rivolgono [le donne] diversi pensieri.
Esempio: E Bocc. Fiamm. 21: Certo voler nol dei, nè credo che 'l vogli, se, savia, teco medesima ti consigli.
Esempio: Ar. Orl. fur. 6, 14: Seco pensò che mai non si potesse Trovar un più fedele e vero amante.
Esempio: Bemb. Rim. 19: E già dicev'io meco: O stelle, o Dei: O soave concento.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 17: E diceva meco medesimo: O viso di pazzo, tu avevi ec.
Definiz: § II. Con, serve a denotare il termine cui tende, è rivolto, o in cui si compie, alcun sentimento, affetto, o moto, dell'animo: e corrisponde a Verso o a Contro, secondochè quel sentimento od affetto sia d'inclinazione o di avversione. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 148: Avea amistà con uno ricchissimo uomo giudeo.
Esempio: Machiav. Comm. 77: Messer Nicia tien con lui una stretta dimestichezza.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 77: L'amicizia Che egli tiene con maestro Sinolfo Padre di lei ec.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 367: Adunque egli tien collora (collera) Con suo padre?
Esempio: Dav. Tac. 2, 14: Spesa grave fino a un principe, povertà intollerabile anche a privato, ira con Galba, invidia a Pisone.
Definiz: § III. Serve pure a indicare colui, rispetto al quale alcuno o compie un ufficio, un dovere, od anche un atto qualsiasi, ovvero si comporta o deve comportarsi in un dato modo, specialmente avuto riguardo all'indole o qualità di essa persona; ed equivale ora ad A o Verso, ora ad Alle mani di, o simili. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 187: Accorsesi che in vano con così fatta donna parole si gitterebbono.
Esempio: Poliz. Pros. 45: Ora, subito che io tornai, ripresi la penna, per osservare con Voi e' patti.
Esempio: Ar. Sat. 1, 208: Coi piccioli fratelli, ai quai successo Ero in luogo di padre, far l'uffizio Che debito e pietà m'avea commesso.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 82: San Pier, s'io dico poi qualche pazzia, Qualche parola ch'abbia del bestiale, Fa' con Domeneddio la scusa mia.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 47: Con questo vecchio Fo io profession sempre di goffo.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 67: Quella poveretta arà auto oggi L'arra di quei malanni, che io credo Che la sia per aver sempre con lui.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 107: Mi bisogna Far con voi scusa s'io vi feci ingiuria; Io non vi conoscevo.
Esempio: Dav. Tac. 2, 251: Ritenendo l'armi per la colpa propria, e per la tema particolare del capitano, insolente co' perdenti.
Esempio: Lipp. Malm. 10, 46: Bisogna, dice, con questa canaglia Far come il Podestà di Sinigaglia.
Esempio: Red. Lett. 1, 14: Voi siete troppo affettuoso per me, e trattate meco, come tratterebbe una tenera madre con un amatissimo suo figliuolino.
Esempio: E Red. Lett. 2, 24: Mi rallegro dunque con Vostra Riverenza,... e prego ec.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 6: Guai, quando [lo zio] s'è un pensiero in capo fitto; E' bisogna con lui rigar diritto.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 9: Con quel benedettissimo impresario È tutti i giorni la stessa minestra.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 12: Prendo un gran secchio d'acqua, e... Le aspergo e annaffio tutte, e spengo l'ira, Come si fa con due mordenti cani.
Esempio: E Panant. Epigr. 158: Con tutte vuol far lo spasimato.
Definiz: § IV. E denotante la persona, rispetto alla quale uno si trova, per qualsivoglia ragione o vincolo, in una data condizione o stato. –
Esempio: Dant. Purg. 13: Pace volli con Dio in su lo stremo Della mia vita.
Esempio: Cavalc. Specch. Croc. 9: Venne adunque Iddio ad umiliarsi all'uomo, ed esser morto dall'uomo, per essere in pace con lui.
Esempio: Poliz. Pros. 55: Ho molto bene misurato ogni cosa, in modo che io conosco quanto obbligo ho con Voi.
Esempio: Machiav. Princ. 49: L'Imperatore di Costantinopoli, per opporsi ai suoi vicini, mise in Grecia diecimila Turchi, i quali, finita la guerra, non se ne volsero partire; il che fu principio della servitù di Grecia con gl'Infedeli.
Esempio: Red. Lett. 1, 239: Ha egli quella lodevole ambizione, che suole aver chi studia, di contrar servitù con grandi letterati.
Definiz: § V. E in particolare denotante la persona, della quale altri goda o no la stima, il favore, la grazia, e simili; e corrisponde a Presso, Appresso. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 278: Questo messer Aldighieri fu gran cittadino e molto innanzi con messer Galeazzo Visconti.
Esempio: Poliz. Pros. 56: Noi abbiamo con Voi questa ventura; che per esservi familiari, c'è imputato a presunzione il conferirvi nulla de' fatti nostri proprj.
Esempio: E Poliz. Pros. appr.: Ma gli pare avere con Voi sì cattiva ventura, che ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 5, 30: Perchè non hai tu dunque a me il rispetto Per l'amicizia nostra, che domande Ch'a te aver debba, e ch'io t'avre' in effetto, Se tu fossi con lei [con Ginevra] di me più grande?
Esempio: Cecch. Comm. ined. 245: Dimostrando a lui di metterlo In grazia con la dama e con la vedova Che l'ha in custodia ec.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 250: I' non ho credito Con voi in fatto.
Esempio: Dav. Tac. 2, 298: Aveva più favore da' grandi, più credito co' padri, più nome nella plebe.
Definiz: § VI. E denotante l'oggetto, rispetto al quale uno trovasi in tale o tal'altra condizione, ovvero ha conseguito tale o tal altro effetto. Così diciamo per es.:
Esempio: Esempio del Compilatore Tizio con la salute va di male in peggio. Quel giovane con gli studj non conclude nulla. –
Esempio: Panant. Civett. 10: Quando con gli anni si va in su, Far la civetta non si addice più.
Definiz: § VII. E denotante il termine di contesa, guerra, o simili; e di contrasto, urto, percossa, riferito a corpi. E in tali relazioni equivale a Contro. –
Esempio: Dant. Inf. 7: Come fa l'onda là sovra Cariddi, Che si frange con quella in cui s'intoppa, Così ec.
Esempio: E Dant. Conv. 389: Cefalo d'Atene venne a Eaco re per soccorso, nella guerra che Atene ebbe con Creti.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 66: Io credetti Venire a medicar tra le persone, E io vengo a combatter con le bestie.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 328: Mio padre fe' quistion lì con un nobile Della città e l'uccise.
Esempio: Red. Poes. 248: Dirò che là sul Reno a fronte a fronte Stette co' Galli, e fece lor paura.