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1) Dizion. 5° Ed. .
MASCELLA
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MASCELLA.
Definiz: Sost. femm., che talora fa nel plur. anche Mascella. Ciascuna delle due parti ossee, l'una superiore e l'altra inferiore, della faccia dell'uomo e dell'animale, nelle quali sono impiantati i denti; Ganascia, Mandibola.
Dal lat. maxilla. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 404: Gli si cavino della mascella di sotto, il più salvamente che si puote, quattro denti.
Esempio: Strat. Mor. S. Greg.: La mascella attrita lo cibo; e così la santa Chiesa, per costui, attrita i vizj degli uomini iniqui.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 332: Questa novella diè tanto che ridere a tutta la compagnia, che niun v'era a cui non dolessero le mascelle.
Esempio: Vill. F. Vit. 16: Con ossa larghe,... faccia tonda, larghe e pandenti mascelle, ec.
Esempio: Machiav. Comm. 172: Io non dubito di cotesto; chè ben ch'io non abbia molti denti, io ho le mascelle che paiono d'acciaio.
Esempio: Ar. Orl. fur. 11, 38: Sì che nè più si puon calar di sopra, Nè alzar di sotto, le mascelle orrende.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 14, 45: Come tra' Filistei l'ebreo Sansone, Con la mascella che levò di terra, Scudi spezza, elmi schiaccia, ec.
Esempio: Varch. Suoc. 3, 4: Era un vino che sgangherava altrui le mascella.
Esempio: Segn. P. Demetr. 56: Dell'ingordigia de' Persi disse.... che portavano i buoi interi interi tra le mascella.
Esempio: Lipp. Malm. 5, 64: Ma i cavalier famosi a quel plebeo, Che non profferì lor della rovella, Furon per insegnare il Galateo, Con battergli giù in terra una mascella.
Esempio: Not. Malm. 1, 434: Con battergli giù in terra una mascella. Dargli un taglio nel viso, e fargli cadere una ganascia.
Esempio: Red. Lett. 1, 380: Tutti questi animaletti avevano i quattro denti dinanzi di sopra, e quattro di sotto più principali, assai grandi, pungenti e duri; e gli altri delle mascelle erano appena coperti da un sottilissimo tenerume, o velo di gengìa.
Definiz: § I. Figuratam. e poeticam., per Dente o Denti. –
Esempio: Dant. Inf. 32: Non ti basta sonar con le mascelle, Se tu non latri?
Esempio: Ar. Orl. fur. 43, 74: Un cavalliero.... d'antiqua e d'onorata gente, Che discendea da quel lignaggio altiero Ch'uscì d'una mascella di serpente.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 818: Non ti basta sonar con le mascelle; questo dice, perchè quivi era solamente stridore dei denti.
Esempio: Bern. Orl. 24, 57: Dove Bavardo re fu seppellito Seminò le mascella velenose.
Esempio: E Bern. Rim. burl. V. 56: E se voi avete mascelle valenti, Vi gioverà; chè qui si mangia carne Di can, d'orsi, di tigri e di serpenti.
Definiz: § II. Pur figuratam., vale Guancia. –
Esempio: Dant. Inf. 12: Chiron prese uno strale, e con la cocca Fece la barba indietro alle mascelle.
Esempio: E Dant. Inf. 28: Allor pose la mano alla mascella D'un suo compagno.
Esempio: Strat. Mor. S. Greg.: Percossono la mascella mia, e sono sanati delle mie pene.
Esempio: S. Grisost. Opusc. 19: Disse Cristo: Se ti percuote l'uomo nella una mascella, porgili l'altra.
Esempio: Bocc. Filoc. 1, 84: Colla mano alla mascella, cominciò a pensare e a rivolgersi per la mente quanti e quali accidenti pericolosi potevano avvenire del nuovo innamoramento.
Esempio: E Bocc. Amor. Vis. 36: Pon mente là a colui che sì vilmente Veste, e si tien la mano alla mascella, Mostrando sè nel sembiante dolente.
Esempio: Sacch. Batt. 3, 6: Pendevano a quell'ombra i capellacci Canuti, e unti d'olio e di butiro; Gli occhi focosi e le vizze mascelle Avrebbon morto il diavolo a vedelle.
Esempio: Ar. Orl. fur. 7, 51: Vestì di lunga barba le mascelle. E fe' crespa la fronte e l'altra pelle.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 34, 54: I crini ha bianchi e bianca la mascella Di folta barba.
Esempio: Bern. Orl. 60, 35: Il brando scese Tra la farsata appunto e le mascelle, Sì che lo rase e non toccò la pelle.
Definiz: § III. Mascelle, si usò per Fauci. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 40: La bocca di me che parlo è sanza omore; le mascelle sono secche, e appena truova via la voce in quelle.
Esempio: E Simint. Ovid. Metam. 2, 187: Io affiocai, come s'io avessi stretta la gola con tanaglie, e colle mie mani mi sforzai di diliberare le mie mascelle.
Esempio: Medit. Alb. Cr. 78: Di quest'olio sacrato tu ci ungi, messere, e refocilla le nostre assetate mascelle.
Definiz: § IV. Mascella, per similit., parlandosi di vaso, trovasi per Bocca, Labbro. –
Esempio: Bin. Rim. burl. 2, 214: I bicchieri han da esser così fatti, Corpacciutoni e alti di mascelle, Alti e fondi e non bassi come piatti.
Definiz: § V. Term. degli Armaiuoli, Si chiamò così nei fucili e nelle pistole a pietra Quella parte del cane, che stringeva e teneva ferma la pietra focaia.
Definiz: § VI. Dire trana alle mascelle. –
V. Tranare.
Definiz: § VII. Immollare le mascelle, vale Bere del vino. –
Esempio: Firenz. Rim. 2, 408: Ma conciossia che tra le belle belle, E buone buone cose, e sane e liete, Sia la miglior l'immollar le mascelle.
Definiz: § VIII. Menare le mascelle, figuratam. e in modo basso, vale Mangiare; oggi più comunemente Dimenare le ganasce. –
Esempio: Cecch. Donz. 4, 4: Se tu Menassi così adagio le mascelle Come tu fai le gambe, guai a te.
Definiz: § IX. Raggrinzare le mascelle, vale Dar segno di scontentezza o di corruccio, corrugando la faccia. –
Esempio: Tasson. Secch. rap. 2, 25: Quando sentì quella protesta, tutta Raggrinzò le mascelle, e si fè brutta.