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MESTOLA
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MESTOLA.
Definiz: Sost. femm. Arnese da cucina, di legno, o di ferro stagnato, consistente in un disco piuttosto grande, rotondo od ovale, leggermente concavo, talvolta bucherellato, fornito di un manico lungo; e si adopera per estrarre o sollevare vivande dal liquido nel quale sono immerse a cuocersi, per levare schiuma o altra materia galleggiante, per sbattere e mescolare nel liquido farina o altro, e simili.
Da mestare, quasi Strumento col quale si mesta, cioè si mescola o si dimena. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 501: La cera.... mettasi in un paiuolo netto, nel quale sia acqua tanta, o più, quanta è la cera, e questa al fuoco si tenga tanto che interamente sia strutta, la qual sempre, con una mestola, o vero con alcun bastone si mesti, ec.
Esempio: E Cresc. Agric. volg. 530: Che non s'appicchi la detta cotenna, ma nel mezzo delle dette assi sia appresso alla carta, e sì come una mestola forata, acciocchè ec.
Esempio: Burch. Son. 1, 38: E mestole ferrate bergamasche.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 135: Suora Bernarda.... si ride che vo' la tegniate astuta; ma che in questo la scambiate, chè è la mestola con che si rimena quella caldaia del Bolognesi (qui in locuz. figur. e scherzevolmente).
Esempio: Soder. Op. 1, 473: Ma perchè.... egli (il vino) farà della schiuma assai, non mancherai di levarli con una mestola grande bucata di legno quanto bisogna e dipoi ne lo caverai, ec.
Esempio: E Soder. Op. 1, 482: Metti libbre cento.... di uva buona e ben matura nel tino, e pestata bene vi metterai sopra il terzo e poco più d'acqua, compartendolo in cinque o sei mattine con la mestola intorno a' graspi levati, e dopo caverai, ec.
Esempio: E Soder. Op. 2, 56: Cuocesi (l'atreplice) continuamente senz'acqua nella padella, perchè ne fa da sè assai, e si rivolta con la mestola spesso.
Esempio: Not. Malm. 2, 725: Mestola, la quale in Lombardia chiamano mescola, dal mescolare.... Nell'ottave del Lemene sopra i Maccheroni: La mescola interpose il coco araldo.
Esempio: Fag. Comm. 2, 191: Me l' ha più bucato (Amore, il cuore), che non è un vaglio o una mestola da maccheroni.
Definiz: § I. Per similit. –
Esempio: Galil. Op. II, 140: In oltre, per battere e serrare bene insieme i pastoni e le piote, s'averanno certe mestole lunghe e di legname grave.
Definiz: § II. E per Quell'arnese di ferro, di forma quasi triangolare e con manico di legno, adoperato dai muratori per pigliare e distendere la calcina; Cazzuola. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 166: È necessario, a voler che (l'intonaco) si conservi buono, non se gli levar mai d'intorno con la cazzuola, ovvero mestola o cucchiara che vogliam dire, insino a che non sia del tutto pulitamente disteso come ha da stare.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 12, 11: Presa con quella mestola, o vero cazzuola, alquanto di quella calcina, la cacciò tutta in bocca a Feo.
Esempio: Bracciol. Schern. 13, 1: Ma poich'avean riposto i muratori E mestole e martelli entro la sporta, ec.
Esempio: Mann. Ist. Ann. sant. 251: Prendendo in mano una mestola da murare di argento dorata,... tre volte piglia della calcina, e la distende sopra la soglia.
Esempio: Martin. T. V. 16, 168: Vedeva il Signore che stava sopra una muraglia da arricciare ed avea in mano la mestola da muratore.
Definiz: § III. E per Quell'arnese di legno, piano e di forma bislunga, fornito di manico, col quale giocando si dà alla palla. –
Esempio: Crusc. Vocab. I: Mestola si dice a quello strumento di legno col qual si giuoca e dassi alla palla.
Esempio: Fag. Rim. 2, 267: Una partita dopo si trovò Di palloncino, e ognun de' giocatori Lesto in mano la mestola pigliò.
Esempio: E Fag. Rim. 7, 56: Cerca di buona mestola e bracciale.
Esempio: E Fag. Comm. 2, 332: Egli (Amore)... fa alla palla de' cuori...: il mio me lo fa balzar come vuole. Faccia lui; purchè una volta dopo aver ben menato le mestole e palleggiato quanto vuole col mio e quel di Brandello, ce gli mandi tutt'a due in guadagnata, e vinca la partita (qui in locuz. figur.).
Definiz: § IV. Ballo della mestola; nome di Ballo contadinesco, nel quale, come anche in alcuni giuochi, colui o colei che lo dirige riceve e tiene in mano, per poi renderla ad altri della brigata, una mestola da cucina. –
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 549: E a lui render la mestola e 'l ballo. Rendere il ballo; cioè far ritornare in ballo chi ha invitato. Allude al ballo rusticale, detto ballo della mestola; dove il cenno dello invito è il tocco della mestola o la consegna di quella, quasi chi ha, quella abbia lo scettro e 'l regno del ballo.
Definiz: § V. Donna mestola, Ser mestola, si disse per dileggio a donna o a uomo goffi, balordi, stolidi. –
Esempio: Bocc. Decam. 4, 69: Disse allora donna mestola: e chi vi gastigò così? Disse frate Alberto: io il vi dirò.
Esempio: E Bocc. Laber. 235: Ti sentii nominare, e con maravigliose risa schernire, e, te or gocciolone or mellone ora ser mestola e talora cenato chiamando, ec.
Definiz: § VI. Avere in mano la palla e la mestola, e Far correre il giuoco con la propria mestola, sono maniere, desunte dal giuoco della palla, che valgono Far da padrone, Spadroneggiare. –
Esempio: Cecch. Acq. Vin. 24: Lasciate andare il mondo, come e' vuole Chi n'ha che fare, e chi ha la palla in mano E la mestola.
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 5, 6: E dimmi un gran gaglioffo,... S'io non so.... far che 'l bando Vadia con la mia tromba, e corra 'l giuoco Con la mestola mia.
Definiz: § VII. Menar le mestole, vale, figuratam., Darsi moto, Affaticarsi, Affaccendarsi, e simili, in checchessia; presa pur la similitudine dai giocatori di palla. –
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 546: Si finisce (col carnevale) di mangiar la carne: e però uno, rammentandosi dello austero tempo seguente, mena, come si dice, le mestole in quegli ultimi giorni.
Esempio: Bertin. A. F. Risp. Gio. Paol. 128: Innanzi che voi mi scappiate dalle mani, ci vuol del buono. Ricordatevi che Nicodoro..., perchè nell'attaccarsi a fare alle pugna nessuno gli usciva di sotto se non sorbottato d'una santa ragione, e' fu da ultimo chiamato a dar le leggi alla patria. Ora e per questo cerco anch'io, adesso ch'io v'ho fra le mani, di tenervi forte, e di menar le mestole più ch'i' posso. Poichè chi sa che ec.
Esempio: Fag. Comm. 1, 301: E sai se mena le mestole quando manica!... quando manica a ufo, vorrebbe ingozzare uno vivo.
Definiz: § VIII. E Menar le mestole pel dosso ad alcuno, trovasi detto per Affaccendarsi, Fare con una certa violenza checchessia, in danno di quello. –
Esempio: Cecch. Acq. Vin. 3, 7: Ches'è trovata qualche covatella Di fiaschi, forse, nascosta?... O non ti dicev'io, che c'era stato Menate ben le mestole pel dosso? (Cioè: ci era stato rubato il vino).
Definiz: § IX. Menar la mestola, o Tener la mestola in mano, vale Avere ed usare padronanza, e propriamente nelle faccende di casa. –
Esempio: Giambull. P. F. Appar. 121: Io gli dissi (alla moglie) che e' non era bene che ella andassi fuora.... Ella cominciò a contrappormisi...: ed io mi deliberai che la non andasse; e non è per andare, perchè seco io voglio vincer la mia, e star disopra, e tener la mestola in mano, e non intendo essere aggirato dalla donna, e che ella porti le brache.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 413: Da un canto ella (la madre) vorrebbe e' (il figliuolo) ne togliesse (moglie), Perchè e' non si sviasse, e per far razza; Dall'altro, quell'aver compagna in casa Al menar della mestola, non piace.
Definiz: § X. Diciamo in proverbio: Chi ha la mestola in mano si fa la minestra a suo modo; cioè, che Chi si può far la parte da sè se la fa buona. –
Crusc. Vocab. I.