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Dizion. 4° Ed. .
CENERE.
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CENERE.
Definiz: | Quella polvere, nella quale si risolvono i cadaveri, e ciò, che abbrucia. Nel verso si usa tanto in genere
masculino, quanto in femminino nel numero del meno; Nell'altro poi del più, sempre femm. Lat. cinis. Gr. τέφρα. |
Esempio: | Dant. Inf. 5. E ruppe fede al cener di Sicheo. |
Esempio: | E Dan. Purg. 12. Vedeva Troia in cenere, e in caverne.
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Esempio: | E Dan. Par. 21. Mi cominciò; tu ti faresti quale Semele fu,
quando di cener fessi. |
Esempio: | Bocc. nov. 50. 6. E da che diavol siam noi poi, da che noi siam vecchie, se non da
guardar la cenere intorno al focolare? |
Esempio: | E vit. Dant. 39. Ella è quasi un general sepolcro di santissimi corpi, nè
niuna parte in essa si calca, dove su per reverendissime ceneri non si vada. |
Esempio: | Petr. son. 279. Or vo piangendo il suo cenere sparso. |
Esempio: | Pass. 275. La qual cosa ci reca a memoria la santa Chiesa il primo dì della
quaresima, quando ci pone la cenere in capo, e dice a ciascuno; ricordati, che tu se' cenere, e in cenere tornerai.
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Esempio: | Ovid. Pist. Che tu m'ami ec. e che la tua fiamma non diventi cenere.
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Definiz: | §. I. Dicesi Covar la cenere, di Chi agghiadato, e neghittoso non si sa partir dal focolare. Lat.
foco assidere. Gr. ἐσχάρᾳ
καθέζεσθαι. |
Esempio: | Galat. 9. Gli racconta, come ella covava la cenere sedendosi in sulle calcagna.
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Definiz: | §. II. Dicesi in proverb. Al can, che lecca cenere, non gli fidar farina; e vale, A chi non è leale
nel poco, non gli fidar l'assai. Lat. Feli veru lingenti assum ne credito. |
Esempio: | Franc. Sacch. nov. 91. Averebbono ben tolto altro, perchè cane, che lecchi
cenere, non gli fidar farina. |
Esempio: | Alleg. 178. Non gli fidar farina Al can, che lecca cenere, direte, Tu sei scolare,
e cortigiano, e prete. |
Definiz: | §. III. Dì di cenere, vale il Primo giorno di quaresima. Lat. *dies
cinerum. |
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