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1) Dizion. 5° Ed. .
CARTA
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pag.607


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CARTA.
Definiz: Sost. femm. Composto che si fa di cenci macerati, battuti e pestati in modo da ridurli in pasta e quindi in foglia sottilissima, o a mano o a macchina, per uso più specialmente di scrivere e di stampare.
Dal lat. charta. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 29: Ond'io gridai con carta e con inchiostro.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 96: E l'altra sento in quel medesmo albergo Apparecchiarsi, ond'io più carta vergo.
Esempio: Cellin. Vit. 393: Empiei nove fogli di carta ordinaria.
Esempio: Soder. Tratt. Arb. 6: Ultimamente di stracci di tela di lino, e di tutte le sorti di stracci lini, s'è ritrovata la maniera di far la carta, pestandogli bene; poi cacciati nelle gualtiere, e disfatti con l'acqua, passati per staccio minuto di ferro, e posti nelle forme, pigliano garbo di foglio.
Esempio: Galil. Comm. ep. 1, 378: L'opera, quanto alla carta e al carattere, riesce assai bene.
Esempio: Red. Lett. 2, 328: S. A. S.... desidera di sapere prontamente quante balle di carta a un di presso sieno per bisognare.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 18: Arriva il caporale che mi ha messo Davanti carta, penne e calamaro.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 28: Questi cenciucci che avete d'intorno, Nemmanco per far carta non son buoni.
Definiz: § I. Si forma anche di altre materie, come paglia, riso, trucioli ec.; onde chiamasi Carta di paglia, Carta di riso, Carta di trucioli ec.; e si adopera a diversi usi.
Definiz: § II. E secondo le materie, le qualità e i varj usi a cui serve, viene designata con diversi nomi; come Carta bambagina, Carta pecorina, Carta reale, Carta sugante, Carta velina ec., che si dichiarano sotto ciascuno adiettivo.
Definiz: § III. Carta vale anche il Foglio che comprende le due pagine, e dicesi per lo più di quello che fa parte di un libro o stampato o manoscritto.
Definiz: § IV. Carta vale anche semplicem. Faccia, Pagina. –
Esempio: Dant. Parad. 12: Ben dico chi cercasse a foglio a foglio Nostro volume, ancor troveria carta, U' leggerebbe: I' mi son quel ch'io soglio (qui in locuz. figur.).
Esempio: Poliz. Pros. 20: Se tu guarderai nel mio giornale, ti abbatterai a una partita che è scancellata un poco, a piè della prima carta.
Definiz: § V. Onde il modo A carte, che anche talora si scrive a c., seguito da un numero, vale Al foglio che porta quel dato numero; perchè soleva solo numerarsi la prima faccia del foglio negli antichi manoscritti o stampati: ma oggi più comunemente vale Alla faccia, Alla pagina. –
Esempio: Nard. Liv. Dec. Pref. 8: E così (perchè importa) ove nel primo libro a carte 5, faccia prima, è scritto La prima ec., leggete ec.
Esempio: Mart. V. Rim. 56: Allegandogli 'l libro a tante carte.
Esempio: Red. Lett. 1, 162: Il secondo errore è a carte 1841, alla voce Arpalista.
Esempio: E Red. Lett. 1, 163: Alla voce Alessifarmaco a c. 1838, dove si cita un esempio delle mie Esperienze naturali a 125, sarebbe stato bene il dire in primo luogo, che Alessifarmaco propriamente significa Amuleto.
Definiz: § VI. E per Libro, Volume, Scrittura, usato al numero del più. Onde Dotte carte, Antiche carte, Moderne carte, per Dotti, Antichi, Moderni volumi; e Sacre carte per il volume della Bibbia. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 6: Venendo in terra a illuminar le carte, Ch'avean molt'anni già celato il vero.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 161: Ecco quei che le carte empion di sogni, Lancillotto, Tristano e gli altri erranti.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 246: Tu, c'hai, per arricchir d'un bel tesauro, Volte l'antiche e le moderne carte ec.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 2: Perdona, S'intesso fregi al ver, s'adorno in parte D'altri diletti, che de' tuoi, le carte.
Esempio: E Tass. Gerus. 1, 4: Queste mie carte in lieta fronte accogli.
Esempio: Segner. Mann. lugl. 5, 2: Per giudicj divini s'intendono tutto dì nelle sacre carte i divini comandamenti.
Esempio: E Segner. Mann. lugl. 14, 3: In tutte le carte sacre non v'ha facilmente un apice, che ridondi.
Esempio: Adim. L. Pros. sacr. 39: Serva al valore e quantità de' moltissimi esempli, che per tal prova somministrerebbero le Sacre carte, quell'uno e memorando ec.
Esempio: Salvin. Disc. 1, 14: Le sue carte di adulterj, di prigionie, di fraudi, di ferite degl'Iddii empiendo.
Definiz: § VII. Carta vale anche Foglio scritto, e più specialmente Lettera. –
Esempio: Sassett. Lett. 151: Assicurandovi, quanto per carta fare si possa, che ec.
Esempio: Segn. A. Lett. IV, 3, 304: Questo giorno mi è arrivata la riveritissima carta di V. S. illustrissima.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 5: Messaggiera fedele D'una carta amorosa Che nel suo vero esprime D'una candida fè note loquaci.
Esempio: E Monigl. Poes. dramm. 3, 6: Se crede Isabella, ch'io porti Questa carta, s'inganna.
Esempio: Fag. Rim. 6, 76: Signor,.... Tardi la vostra carta ho ricevuto.
Definiz: § VIII. Carta dicesi Un documento scritto, così pubblico come privato, che serva ad attestare o promettere qualche cosa; Contratto, Scritta, Instrumento. –
Esempio: Comp. Din. Cron. 16: Disse: Signori, io son venuto in Toscana a petizione de' Guelfi di Firenze: ecco le carte: i patti mi niegano.
Esempio: Leggend. B. Umil. 22: Conviene che mi dia la tua parola, e libertà per carta di donagione.
Esempio: Tav. Rit. 15: Al re non fa mestiero di domandare guanto; chè la sua parola dee essere carta.
Esempio: Vill. M. 174: Fu portata carta d'una dichiarazione d'uno Ghiandone di Chiovo Machiavelli.
Esempio: E Vill. M. 487: Trovato fu nel monistero di Settimo una carta rogata negli anni della Incarnazione del nostro Signore MXL.
Esempio: Albizz. R. Commiss. 1, 12: Nondimeno il signor Carlo s'accordò meco, e diemmi il passo; e torna'mi colle carte publiche de' patti per uno anno.
Esempio: E Albizz. R. Commiss. 1, 118: Fecimi giurare tutti gli uomeni nelle mani.... Carta per mano di ser Stefano ec.
Esempio: Bern. Orl. 49, 59: Che la sia tua, se mi mostri per carta O per ragion, che non ci abbia altri a fare, Potra'mi allor comandar ch'io mi parta.
Definiz: § IX. E in locuz. figur. –
Esempio: Panzier. Tratt. 16: Tu mio Redentore, te per me per prezzo pagando, tagliando per divina misericordia la carta del debito alla divina iustizia ec.
Esempio: Poliz. Pros. 6: Onde [per la redenzione] ne fu spogliato lo 'nferno,.... stracciato il chirografo e la carta della nostra servitù.
Definiz: § X. E figuratam. trovasi per Assicurazione, Certezza. –
Esempio: Cavalc. Specch. Croc. 200: Sono beati, perchè hanno promissione e carta di possedere vita eterna.
Esempio: Poliz. Rim. 71: Voi sola agli occhi miei parete bella, Piena di grazia, e piena d'alto ingegno: Abbiatene di questo mille carte.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 255: Mi son mosso a scrivervi questa, perchè voi tegnate carta dell'affezion mia.
Definiz: § XI. E per qualsivoglia Documento antico, che si conserva negli archivj, e più specialmente per Atto di franchigia, Privilegio o altra Concessione fatta da Imperatori, Principi ec.; che anche dicesi Diploma. –
Esempio: Maff. Stor. diplom. 80: Di mano in mano a misura che più s'accostano i tempi, cresce in ogni luogo la quantità delle carte.
Esempio: E Maff. Stor. diplom. appr.: Alla continuata successione degl'istrumenti.... corrisponde quella de' diplomi e delle carte autorevoli, spiccate da chi era in supremi gradi.
Esempio: Lam. Ant. tosc. 1, 46: Qualche carta dei principj del secolo XII par che dia da sospettare che il Campo Marzio attraversasse ancora l'Arno, e si estendesse là intorno dove è ora la Porta a S. Niccolò.
Definiz: § XII. Carta dicesi ancora quello Statuto che presso alcune nazioni costituisce la Monarchia temperata; come, ad esempio, lo Statuto inglese, detto Magna carta. –
Esempio: Leopard. Paralip. 3, 37: Una di quelle [monarchie] che temprate in parte Son da statuti che si chiaman carte.
Definiz: § XIII. Carta si disse anche il Foglio stampato in rame, in acciaio, in legno, in pietra, o in qualunque altro modo disegnato. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 9, 260: Mandò fuori [Martino].... un transito di Nostra Donna assai grande, dove sono tutti gli Apostoli: e questa fu delle migliori carte che mai intagliasse costui. In un'altra fece Sant'Antonio battuto dai diavoli;.... la qual carta tanto piacque a Michelagnolo, essendo giovinetto, che si mise a colorirla.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 9, 266: Capitando in Vinezia alcuni Fiaminghi con molte carte intagliate e stampate in legno ed in rame d'Alberto Duro, vennero vedute da Marcantonio.
Esempio: Baldin. Art. Int. 55: Vedesi questa carta essere stata intagliata in Nansì, patria del nostro artefice. Passa fra le più belle carte, che intagliasse il Callot, la Caccia del cervio.
Definiz: § XIV. E in senso più particolare si adoperò a denotare Pergamena miniata; nel qual significato si usò più comunemente al plurale. –
Esempio: Dant. Purg. 11: Frate, diss'egli, più ridon le carte Che pennelleggia Franco Bolognese: L'onore è tutto or suo, e mio in parte.
Esempio: Petr. Rim. 1, 105: Ma certo il mio Simon fu in paradiso, Onde questa gentil donna si parte: Ivi la vide, e la ritrasse in carte, Per far fede quaggiù del suo bel viso.
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 28: Questo colore [sangue di dragone] alcune volte si adopera in carte, cioè in miniare.
Definiz: § XV. E poeticam. trovasi per Tela o Tavola dipinta, ma con qualche aggiunto, che ne determini meglio il significato. –
Esempio: Cas. Rim. 1, 19: Ben veggo io, Tiziano, in forme nove L'idolo mio, che i begli occhi apre e gira In vostre vive carte.
Definiz: § XVI. Carta dicesi anche Quella, nella quale per via di disegno o di stampa è rappresentata tutta la terra, o qualche paese, ovvero la pianta di una città, i mari, i monti ec.; e prende nome di Carta geografica, carta corografica, carta topografica, carta nautica, carta orografica, che più specificatam. si dichiarano sotto ciascuno di questi aggettivi.
Definiz: § XVII. E nei medesimi sensi usasi anche assolutam. quando dalle circostanze del discorso si rileva assai chiaramente di qual carta s'intenda parlare. –
Esempio: Dat. L. Sfer. 3, 4: E con la carta, dove son segnati I venti e' porti e tutta la marina, Vanno per mar mercatanti e pirati, Que' per guadagno, e questi per rapina.
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 44: Chi sta col capo chino in una cassa, Su la carta appuntando il suo sentiero.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 19, 45: Indi ciascun con la sua carta fuora, A mezza nave il suo parer risolve.
Esempio: Bern. Orl. 56, 44: Affrica è qua da lato del cammino, S'ho ben la carta giustamente vista.
Esempio: Bald. Vers. 43: Prenda, dunque, la carta, ove dipinto Ha 'l volto de la terra, e miri intento Qual vento ei chieda al suo cammin secondo.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 15: E se voi guardate nella carta, non vi corre mai un braccio dall'una all'altra.
Definiz: § XVIII. Carta da navigare, lo stesso che Carta nautica. –
Esempio: Mellin. Descr. Entr. 48: Le mezze colonne avevano il bastone, e da quello in giù erano scannellate, e da indi in su adornate d'ancore, di timoni, di sarte, di rostri, scudi da combattere, corsaletti, carte da navigare ec.
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 95: Considerando attentamente le carte da navigare,.... trovò che tre erano le principali frontiere, e quasi chiavi del traffico dell'India.
Esempio: Segner. Guerr. Fiandr. volg. 79: Camminando coll'indirizzo.... di bussola e di carta da navigare.
Definiz: § XIX. Onde, E' non lo troverebbe la carta da navigare, o Non lo apposterebbe la carta da navigare; maniera proverbiale, che si disse di Persona difficilissima a trovarsi per quante ricerche si facciano. –
Esempio: Varch. Suoc. 3, 6: Chi lo sa? non lo appostarebbe la carta da navigare.
Esempio: Grazz. Comm. 91: Io non credo che lo trovassi la carta da navicare.
Definiz: § XX. Carta da giuoco, o solamente Carta, dicesi Un piccolo cartoncino liscio, che ha da un lato varj segni o figure. E Carte o Mazzo di carte dicesi la serie di quelle che occorrono a giocare. –
Esempio: Empol. Gir. Vit. 22: Andavano.... per la città togliendo carte e dadi.
Esempio: Speron. Op. 3, 219: Quei son furti molto peggiori, e men conosciuti, che ella [la cortigiana] suol fare con dadi e carte falsificate.
Esempio: E Speron. Op. 3, 354: E finalmente dadi e carte in grandissima copia fiammeggianti e scintillanti si dimostravano sì fattamente, che ec.
Esempio: Magal. Lett. At. 360: Pigliamo.... un assortimento di un giuoco delle nostre minchiate, dopo aver rimescolato il mazzo, che è di novantasette carte.
Definiz: § XXI. E Carte dicesi per il Giuoco fatto con le carte. –
Esempio: Domin. Gov. Fam. 146: Se giucherà di danari, o così o alle carte, gli apparecchierai la via delle forche.
Esempio: Segner. Op. 4, 656: Troverete bene spesso, che la metà di quel che gettano in vino, in crapole, in carte, basterebbe a pagare ogni loro debito.
Definiz: § XXII. Carta dicesi il Tessuto del bozzolo composto di più o meno veli; onde la maniera Avere il bozzolo molta o poca carta, vale Essere molto o poco sodo, e, come dicesi, essere molto o poco incartato.
Definiz: § XXIII. Carta bollata, dicesi Quella, nella quale è impresso un bollo del Governo, e che si adopera per gli atti pubblici o giudiziarj, ed anche per i certificati, istanze e simili, da prodursi innanzi alle pubbliche autorità.
Definiz: § XXIV. Carta da straccio; lo stesso che Cartastraccia. –
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 91: Però quei da Damasco han grande spaccio, In ciascun luogo, e quei da San Germano; Il resto si può dir carta da straccio.
Esempio: Menz. Sat. 226: Per lui è il Bellarmin carta da straccio.
Definiz: § XXV. Carta d'aghi, dicesi un Certo numero di aghi della stessa grossezza, che dai fabbricanti s'involgono in una carticina per metterli di poi in vendita.
Definiz: § XXVI. Carta di spilli o di spille, dicesi una Lunga carta, ove sono infilati in più ordini spilli della medesima grossezza. –
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 374: Intanto, o bottegaio, Dic'egli, fuor le scatole e le carte Delle spille fiamminghe.
Definiz: § XXVII. Carta membrana, si disse per Cartapecora, Membrana. –
Esempio: Belc. F. Pros. 4, 145: Andai a lui,.... e mostrommelo [il libro] in carte membrane molto bello.
Definiz: § XXVIII. Carta moneta è Quella che rappresenta un valore nominale, ed alla quale si dà corso forzato dal Governo, sostituendola alla moneta metallica. –
Esempio: Bott. Stor. Ital. 2, 343: Davano incentivo a queste mosse.... le condizioni infelici di quel paese; imposizioni gravissime, quantità esorbitante di carta moneta, che scapitava del cinquanta per cento.
Definiz: § XXIX. Uomo di carta o Stomaco di carta, vale Uomo o Stomaco assai debole, che più comunemente dicesi uomo o stomaco Di cartapesta. –
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 390: Stomacuzzo di carta, un mesto umore, Un pallidume, una magrezza eterna.
Definiz: § XXX. In carta, preso avverbialm., vale In iscritto. –
Esempio: Bart. D. Cin. 2, 81: Pregollo di lasciargliene fede di proprio pugno in carta.
Definiz: § XXXI. Per carta, pure avverbialm., vale Per iscritto, ma per lo più con senso legale. –
Esempio: Capp. N. Comment. 69 t.: Il Conte non gli prestava fede, e però gli mandò a dire, che se voleva gli credessi, rendessi a Veneziani le terre aveva tolte loro,.... e che per carta si rimettessi in lui.
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 12, 37: Da lui riceverete l'accettazione con promissioni opportune; e per carta ci mandate la presentagione, che gli avrete fatta.
Esempio: E Rep. Fir. Lett. Istr. 12, 74: Queste cose ci pare che debbano bastare, sanza farne obbligazione per carta.
Definiz: § XXXII. Alzare le carte, ed anche assolutam. Alzare, maniera usata al giuoco delle carte, e vale Dividerne il mazzo in due, perchè chi le dee dare ponga di sotto la parte che era di sopra. –
Esempio: Not. Malm. 2, 666: Mescolate che sono le carte, quello de' giuocatori che è a mano sinistra di quello che ha mescolato, n'alza una parte.
Esempio: Bracc. R. Dial. 149: Il tagliatore, che così chiamasi chi tiene il giuoco, mescola un paio di carte, le quali fa alzare ad uno de' giuocatori, prende l'ultima di sotto, e con essa taglia le carte pel mezzo.
Definiz: § XXXIII. Avere ad alcuno carta bianca o le carte bianche, Dare ad alcuno carta bianca o le carte bianche o Mandare ad alcuno carta bianca, o, come anche trovasi, le carte bianche; vale propriam. Avere, Dare o Mandare ad alcuno un foglio solamente sottoscritto, con libertà d'apporvi le condizioni che più piacciono; e figuratam. Avere, o Dare altrui pieno arbitrio in un affare. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 22, 208: L'Arpalista.... Dinanzi a Carloman s'è inginocchiato, E dice come Gan le carte bianche Gli manda ec.
Esempio: Bern. Orl. 9, 13: Però fa tosto, che poco gli manca A mandar alla morte carta bianca.
Esempio: Davil. Guerr. civ. 2, 388: Siccome in proposito degli Ugonotti [il Re] gli avrebbe mandata [al Cardinal di Borbone] carta bianca, così nel suo particolare l'avrebbe sempre riverito ed onorato come padre.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 34: Ebbe [Ciapo] plenipotenza e carta bianca.
Definiz: § XXXIV. Avere alcuno a carte quarantotto; modo basso, che vale Averlo in uggia, e come anche dicesi Averlo sulla cuccuma avere alcuno sulla cuccuma, Non volerne sapere. –
Esempio: Casott. A. Celid. 2, 104: Nè v'avrà alcun, se vi mettete sotto, In tasca, o peggio, a carte quarantotto.
Definiz: § XXXV. Barattare altrui le carte in mano, o tra mano, Scambiare altrui le carte in mano o tra mano e anche Cambiare altrui le carte in mano, o tra mano; vale Mutare con furberia i termini della quistione, a fine d'imbrogliar l'avversario, e fare apparire ciò che non è. –
Esempio: Salv. Granch. 1, 4: Se io non mutava Ragionamento, e non gli scambiava Tosto le carte tra mano, e' poteva Bello e scoprirci.
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 4, 4: Stimo che questa, a dire 'l ver, sia l'arte In amor più sicura, Non rivedere alla sua donna 'l conto, Lasciarsi in man da lei scambiar le carte.
Esempio: E Buonarr. Fier. 4 Introd.: Duolti di me, se, come si suol dire, Io non ne scambio altrui le carte in mano, E non fo trasformare un re in un asso.
Esempio: Galil. Op. astronom. 1, 20: Tutti indizj, ch'egli ha mira di cambiarci le carte in mano.
Esempio: Buomm. Pros. var. 236: Scambiandomi le carte in mano, con dir ch'io abbia detto quel ch'io non dissi.
Esempio: Lam. Dial. 33: Gli avete cambiato bene le carte in mano.
Definiz: § XXXVI. Dar carte, o le carte, vale Distribuirle ai giocatori. –
Esempio: Lipp. Malm. 8, 61: Le carte ha dato mal, non ha risposto.
Definiz: § XXXVII. Dar le carte basse, dicesi al giuoco delle carte per Distribuirle in modo che gli altri giuocatori non ne veggano le figure e i semi; e figuratam. usasi per Procedere cautamente in un affare, sicchè altri non ne scuopra il segreto. –
Esempio: Segn. T. Dif. 40: Io non voglio imparar da voi, e vi vo' render ben per male: darò le carte basse, e androcci più rattenuto che sia possibile.
Definiz: § XXXVIII. Dare le carte scoperte o alla scoperta, vale Distribuirle ai giuocatori in modo che le veggano; e figuratam. Operare palesemente, Dire con libertà il proprio parere. –
Esempio: Varch. Ercol. 113: Dar le carte alla scoperta, significa dire il suo parere, e quanto gli occorre, liberamente, senza aver rispetto o riguardo ad alcuno, ancorachè fosse alla presenza.
Esempio: Borgh. V. Lett. IV, 4, 255: Questo modo velato ha anche più del civile, non dando, come si dice, le carte alla scoperta.
Esempio: Salv. Granch. 2, 2: Io son costretto Dargli le carte alla scoperta: io Non vo' lasciar seguir tanto disordine.
Esempio: Bard. P. Avinav. 1, 40: Ma tu così scoperte dai le carte Co' tuoi vanti ec.
Definiz: § XXXIX. Dar libro e carte. –
V. Libro.
Definiz: § XL. Dire ad alcuno una cosa a carte quarantotto, o assolutam. Dirgliela a carte quarantotto, vale Dirgli il fatto suo apertamente, liberamente.
Definiz: § XLI. Dire altrui una carta di villanie, vale figuratam. Dirgli molte villanie. –
Esempio: Machiav. Comm. 162: Io volevo dire a questo ribaldo una carta di villanie.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 435: Io gli vo' andare incontro, e dirgli una carta di villanie.
Esempio: E Firenz. Pros. 2, 55: Egli mi prese per un braccio, e dissemi una carta di villanie.
Definiz: § XLII. Far carta o la carta o le carte, si disse per Rogare un instrumento. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 2: Quegli ch'è scomunicato,.... s'egli è notaio, non può fare carta; e se egli la fa, non vale neente.
Esempio: Zibald. Andr.: E di tutte queste cose feciono carta ser Iacopo e ser Michele.
Esempio: Libr. Mott. P. N.: Un donzello essendo a pigliar moglie, al far della carta udì chiamar la moglie.
Esempio: Strin. Cron. 101: Comperarono i predetti nostri padri una bottega,.... e fece le carte ser Iacopo Ferraguidi.
Definiz: § XLIII. Far carta ad uno, vale Obbligarglisi per iscrittura. –
Esempio: Senec. Declam. 102: E io come rinchiuso, per meno male, io ti feci ogni carta che tu volesti.
Definiz: § XLIV. Far carte false per una cosa, o per una persona, vale Fare per riguardo a una cosa che si desideri, o per amore di una persona, qualunque cosa, quasi anche ciò che sarebbe poc'onesto. –
Esempio: Varch. Suoc. 5, 3: Gismondo farebbe carte false per lui.
Esempio: Poltr. Cical. III, 2, 166: La quale è tanto obbligata ad Esopo, che doverebbe far per lui carte false.
Esempio: Corsin. B. Torracch. 16, 51: Avrebbe il core Speso per loro, e fatto carte false.
Definiz: § XLV. Far le carte, vale Mescolarle e poi distribuirle ai giuocatori. –
Esempio: Not. Malm. 2, 666: Quello che mescolò le carte, che si dice far le carte.
Definiz: § XLVI. Far le carte o tutte le carte, dicesi figuratam. di Chi vuol maneggiare da sè solo le cose; Farla da padrone, Spadroneggiare. –
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 30: E mentre egli facea tutte le carte, Tacita la Ragion stava in disparte.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 1: Il Musico vuol far tutte le carte, E non lascia al Poeta arte nè parte.
Esempio: E Panant. Poet. Teatr. 92: Sul teatro vuol far tutte le carte.
Definiz: § XLVII. E pur figuratam. Far tutte le carte, o Far sempre le carte, dicesi di Chi parla molto nelle conversazioni. –
Esempio: Nell. Iac. Dottoress. 3, 3: Dopo.... avere avuto l'eredità di quel suo vecchio parente, in tutte le conversazioni vuol far sempre egli le carte, e da bello spirito.
Definiz: § XLVIII. Forzare la carta o le carte, vale Costringere l'avversario a giocare una data carta; e figuratam. Spingere, Affrettare un negozio. –
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 7: Qui non è possibile forzar le carte, come suol dirsi: il negozio non poteva aver incontri migliori per essere insinuato.
Definiz: § XLIX. Giocare a carte scoperte, dicesi del Giocare che talora si fa tenendo scoperte le carte; e figuratam. vale Operare palesemente, senza misteri.
Definiz: § L. Giocare una carta, vale figuratam. Tentare un espediente, una prova rischiosa.
Definiz: § LI. Imbrattare la carta o le carte o Impiastrare la carta o le carte, vale figuratam. Scriver cose inutili o di poco pregio. –
Esempio: Dav. Tac. 1, 317: Poco fu da memorare, chi non volesse impiastrar le carte, lodando ec.
Definiz: § LII. Mettere carte in tavola, vale in certi giuochi Scoprire, Mostrare le carte, avendo in mano giuoco vinto. E figuratam. dicesi per Dire od Operare chiaramente, senza misteri: onde la maniera ellittica, Carte in tavola, per Discorsi o Patti chiari.
Definiz: § LIII. Mettere in carta alcuna cosa o Porre in carta alcuna cosa, ed anche assolutam. Mettere in carta o Porre in carta, vale Metterla in iscrittura, Scrivere. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 37, 21: Se quanto dir se ne potrebbe, o quanto Io n'ho desir, volessi porre in carte, Ne direi lungamente.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 214: Sono andato schermendomi più che ho potuto, di non mettere in carta il giudicio, che mi domandate delle vostre composizioni.
Esempio: Galil. Comm. ep. 1, 236: Molto più se ne accerteranno, quando sentiranno da me altri particolari, che non è bene ch'io metta in carta.
Esempio: Segner. Lett. 125: Tanto più che ponendolo [il suo sentimento] ancora in carta, lo può con facilità porre in modo che io solo intenda.
Esempio: Albiz. L. Ragion. 9: O come è facile a metter in carta! ma il mettere in opera non riesce.
Esempio: Mann. Ist. Decam. 36: Il quale e letterato uomo fosse, ed il suo sentimento sapesse ben porre in carta.
Definiz: § LIV. E per Comporre. –
Esempio: Fag. Rim. 3, 279: Oh quest'è altro che mettere in carta Un sonettino od un capitoletto.
Definiz: § LV. Onde assolutam. Metter bene in carta dicesi per Comporre, Scrivere con bel garbo di stile.
Definiz: § LVI. Mutar faccia le carte, e anche Esser mutate le carte, vale figuratam. Cangiarsi o Esser cangiata la condizione delle cose. –
Esempio: Tasson. Secch. rap. 7, 67: Al giunger suo mutâr faccia le carte, E ripresero cor Dionisio e Marte.
Definiz: § LVII. Succhiellare le carte, dicesi specialmente al giuoco della primiera il Tirar su a poco a poco le carte che si sono avute, facendosele scorrere tra le dita per vedere se son del seme o del valore che ci bisogna. –
Esempio: Dat. Lepid. 163: Il Conte Raggi giocando a primiera con certe dame, nel tirar su le carte, e come diciamo noi nel succhiellare, diceva di quando in quando: ah poltrona.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 385: Succhiellar le carte nel giuoco, è tirarle su a poco a poco, come fa della roba che leva a poco a poco il succhiello.
Esempio: Not. Malm. 2, 575: Traslato dal giuoco delle carte, che si dice succhiellare, quando si tira su la carta adagio adagio.
Definiz: § LVIII. Succhiellare una carta, o una gran carta, vale figuratam. Tentare una gran fortuna. –
Esempio: Fag. Comm. 6, 69: Io voglio della goffaggine di costui valermi per veder con esso di succhiellar una carta, che se mi volesse dar colore, sarebbe la mia fortuna.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 89: E dice: adesso posso stender l'ala, Succhiello una gran carta.
Definiz: § LIX. Quindi Aver succhiellato una bella carta, dicesi di Chi ha conseguito una gran fortuna, o è scampato da un grave pericolo.
Definiz: § LX. Tagliar le carte. –
V. Tagliare.
Definiz: § LXI. Tener le carte basse o Tener su le carte, vale Non darsi a conoscere, Non iscoprire la propria intenzione. –
Esempio: Galil. Op. lett. 175: Armida, tien le carte basse, se tu non vuoi essere scoperta per una tristerella. Questo far Mona schifa il poco, non fa per te.
Definiz: § LXII. E, Tenete su le carte, si disse in modo basso a Chi arcoreggi, o abbia alcun turbamento di stomaco che sembri incitarlo al vomito.
– Crusc. Vocab. IV.
Definiz: § LXIII. Trarre carta, si disse per Stipulare un atto, Fare una scrittura. –
Esempio: Stor. Nerbon. volg. 39: Di tutti trasse carta suggellata; l'uno d'oro e l'altro d'ariento i suggelli, secondo la degnità de' baroni.
Esempio: Rep. Fir. Diec. Bal. 1, 177: Facendone trarre carta che, secondo egli ci ha promesso, iurato e suggellato, noi lo vogliamo a' nostri servizj.
Esempio: Capp. G. Comment. Pis. 273: E ch'e' vi fusse il loro cancelliere a trarne carta.
Definiz: § LXIV. Voltar carta, vale propriamente Passare leggendo o scrivendo all'altra faccia del foglio; e figuratam. Mutar discorso, Passare ad altro argomento, perchè il primo non piace o non giova. –
Esempio: Salv. Granch. 1, 4: Buono, piacemi a fe. G. Ma oh noi siamo scoperti. Volta carta.
Esempio: E Salv. Granch. 2, 1: Ma deh volta Carta, chè questo è proprio un ricordare I morti a tavola.
Definiz: § LXV. Voltar carta vale anche figuratam. Esaminar la cosa per il lato opposto, Considerare, come dicesi, il rovescio della medaglia considerare il rovescio della medaglia. –
Esempio: Machiav. Pros. var. 8, 144: Di poi, voltando carta, gli parrebbe quelli noi medesimi esser leggieri, incostanti, volti a cose vane.
Esempio: Dav. Tac. 1, 13: Dicevasi, voltando carta: la paterna pietà, le miserie della republica, erano le belle scuse.
Definiz: § LXVI. E pur figuratam. vale Mutare l'aspetto, la fortuna delle cose. –
Esempio: Dav. Tac. 1, 382: Cosa che commosse tutti gli animi, stando ancor negli occhi fitta la strage o l'assedio de' romani eserciti; e ora, voltato carta, Tiridate andrebbe a farsi al mondo spettacolo, quanto meno che di schiavo?
Definiz: § LXVII. Carta canta e villan dorme, o solamente Carta canta, dicesi proverbialm. da Chi ha il documento che comprova le sue ragioni o la verità di ciò che dice. –
Esempio: Fag. Comm. 6, 238: Non paga mai nè la pigion della casa, nè quella del vestito:... ecco qui, carta canta.
Esempio: Nell. Iac. Forest. 3, 1: Io voglio in ogni caso poter dire: Ecco qui, carta canta.
Definiz: § LXVIII. Onde Il carta canta si trova detto per il Documento stesso, che sta a provare le ragioni o la verità delle nostre parole. –
Esempio: Tass. Lett. 1, 107: Se poi ha cambiati a voi i dadi in mano, non ve ne maravigliate; chè meco ha fatto il medesimo, e pure io avea il carta canta.
Definiz: § LXIX. Chi ha fortuna in amor non giuochi a carte; proverbio di chiaro significato, ma detto più per ischerzo che sul serio.
Definiz: § LXX. Chi ha cattivo giuoco, rimescola le carte; proverbio, il quale significa che Chi non è in buone condizioni, o non è contento del proprio stato, cerca di turbare le cose per pescare nel torbido. –
Esempio: Guicc. Op. ined. 10, 372: Dice il collegio, che chi ha possessione è pernicioso alla città,.... e per ambizione pretende a cose nuove....: è tutto il contrario; che, come si dice in proverbio, Chi ha cattivo giuoco rimescola le carte.