Lessicografia della Crusca in rete

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PORTA, e PORTE,
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PORTA, e PORTE,
Definiz: nel numero del meno, e PORTE, PORTI, in quello del più, dicevano indifferentemente, come FRONDA e FRONDE, FRONDE e FRONDI. L'apertura, per donde s'entra, ed esce nelle Città, o terre murate, e ne' principali edifici, come, palagi, e chiese, e simili. Lat. porta, ianua, valvae.
Esempio: Bocc. Introd. n. 48. Gli miei lasciai io dentro della porta della Città.
Esempio: E Bocc. nov. 79. 30. E fermamente tu non ne troverresti un'altro di quì alle porti di Parigi.
Esempio: E Bocc. nov. 12. 18. Aperte le porte entrò nel Castello, e ritrovò il suo fante.
Esempio: G. V. 8. 1. 4. E 'l primo de' detti Gonfalonieri su un Baldo Ruffoli di porte del duomo, e uno di casa Galli di Porte Santa Maria.
Esempio: Petr. Son. 134. Mi fanno guerra intorno, e 'n su le porti, Senza trovarmi dentro altri guerrieri.
Esempio: Dan. Par. 4. L'uccel di Dio, che siede in su la porta.
Definiz: ¶ Per similit.
Esempio: Dan. Purg. 15. Ma degli occhi facea sempre al Ciel porte.
Esempio: E Dan. Inf. c. 4. Non basta, perch'e' non ebber battesmo, Ch'è porta della fede, che tu credi.
Esempio: Medit. arb. cr. Ed imprima volle cominciare le sue operazioni dalla porta de' sagramenti, e del fondamento delle virtudi, cioè dal battesimo.
Esempio: Cavalc. med. cuor. Dice una chiosa, porta d'ogni vizio è l'ira, la qual chi usa, le virtù rimangono dentro in pace, ed, essendo aperta, ogni vizio v'entra.
Definiz: ¶ In proverbio. Essere alla porta co' sassi, che è l'essere all'ultimo punto del finir che che sia, cacciato dalla necessità. Lat. Res est in cardine.
Definiz: E PORTA, lo stesso che facchino, o figlio.