Lessicografia della Crusca in rete

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MESCERE
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MESCERE.
Definiz: Att. Versare nel bicchiere, o tazza, il vino, l'acqua, o altro liquido, per bevere, o perchè altri beva; usato anche assolutam.
Dal lat. miscere, che aveva anche il senso di Dare da bevere. –
Esempio: Bocc. Decam. 6, 45: Io so non meno ben mescere, che io sappia infornare.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 495: Ti sazi l'appetito e lo desiderio, come sazia la sete colui che mesce lo bere a chi à sete.
Esempio: Pucc. A. Rim. 283: A noia m'è ancor chi tra' compagni Sì mesce vin sopra vin nel bicchiere, Se nol dimanda.
Esempio: Varch. Boez. 124: A gli osti suoi, tra dolci aspre vivande, Incantate mescea fiere bevande.
Esempio: Chiabr. Rim. 2, 316: E tu fra' mosti per vigor famosi Reca il fumoso di Sicilia, e mesci.
Esempio: Red. Ditir. 26: Novel desio di bere, Che tanto più s'accresce Quanto più vin si mesce.
Esempio: E Red. Ditir. appr.: Mescete, su mescete: Tutti affoghiam la sete In qualche vin polputo.
Esempio: Magal. Lett. 155: Bastando un cenno, perchè ei.... porgesse il bicchiere, mescesse la birra, ec.
Esempio: Cocch. Bagn. Pis. 53: In mediocre massa, come quando elle sono attinte e mesciute nei bicchieri,... elle sono (le acque dei Bagni di Pisa) assolutamente prive d'ogni odore.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 91: Non esitò a mescere, e si mise a sorbir lentamente il vino.
Definiz: § I. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Dant. Parad. 17: Perchè t'ausi A dir la sete, sì che l'uom ti mesca.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 253: Tutto il fanno maliziosamente,... acciocchè copertamente possano mescere il veleno della loro reta (reità).
Esempio: Petr. Rim. 2, 229: Ch'i' veggia ivi presente il sommo bene, Non alcun mal, che solo il tempo mesce.
Esempio: Dat. Oraz. Cr. 26: Facendo come quella madre, troppo amorosa ma poco accorta, che al figliuolo febbricitante, dentro a' richiesti liquori, invece di ristoro, mesce la morte.
Definiz: § II. E per Versare nel bacino per uso di lavanda, riferito ad acqua. –
Esempio: Salvin. Iliad. 670: All'ancella dispensiera il vecchio Comandò, che ben tosto acqua alle mani Pura mescesse.
Definiz: § III. Pure per Versare, Dare in copia, riferito figuratam. a denari; anche assolutam. –
Esempio: Salvin. Senof. 119: Questo Psammide vedendo Anzia presso i mercatanti, resta preso a quella vista, e argento in copia mesce a i mercatanti, e prende lei per serva.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 56: I legali non han furia, Ed in specie se il cliente Ha da mescer poco o niente.
Definiz: § IV. Poeticam., per Mettere dentro, Infondere, in senso però figurato. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 174: Amore al cor umano Porge così dolc'esca, Che lo prende ed invesca; Ma preso, mesce in lui tanto furore, Ch'il traggo di sè fuore.
Definiz: § V. Detto figuratam. di fiume, vale Menare acqua in gran copia, Far piena. Onde il proverbio fiorentino: Arno non cresce, se Sieve non mesce. –
Esempio: Pucc. A. Gentil. 84, 20: E l'Arno già non ristava di mescere.
Definiz: § VI. Mescere, secondo proprietà latina, vale anche Mescolare. –
Esempio: Giamb. Dat. Tes. 68: Mettera'vi di buona calcina trita, e mescerai insieme.
Esempio: Benciv. Cur. malatt. volg.: Tutti gl'ingredienti gli mescerai ben insieme con la spatola di legno.
Definiz: § VII. E in locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 226: Tutte lor forze in dar fama a costei Avrian posto (Virgilio e Omero), e l'un stil con l'altro misto.
Esempio: Cas. Rim. I, 5: E mentre colla fiamma il gielo mesci, Tutto 'l regno d'Amor turbi e contristi.
Esempio: Tass. Rinald. 7, 14: Forma (il rio) poscia di sè lago ritondo, E tutte l'acque in un raccoglie e mesce.
Esempio: E Tass. Lett. 1, 198: In quel verso "Mesci a i dolci susurri, a' risi, a i vezzi," se al Signore dispiacesse ch'al verbo mescere si desse il dativo, al quale gli antichi danno sempre l'ablativo, dica "Mesci co' dolci tuoi risi, e co' vezzi".
Esempio: Varan. Vis. poet. 1: Lunghi a scarso piacer mesce (Amore) gli affanni.
Esempio: Pindem. Poes. 227: La madre e la sorella Di Baldéro io nomai. Vuoi tu vederle? A. Vengan, le abbraccerò, col pianto loro Mescerò il mio.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 109: E mescendo lo sdegno al duolo amaro, Giurò di far dell'uccisor vendetta.
Esempio: Niccol. Strozz. 2, 7: Riverente gli dà loco (la plebe), e mesce Lacrime e gioia.
Esempio: Capp. Les. 244: Che Omero ne' suoi poemi mescesse.... tutti i dialetti di Grecia, è favola dei grammatici.
Definiz: § VIII. E per Mettere in disordine, Sconvolgere, Turbare. –
Esempio: Rucell. L. Cical. III, I, 250: Tutti mette in moto (l'ipocondria) mesce e confonde gli umori.
Esempio: Manfred. Rim. 80: Ed ecco oscuro nembo, Ch'austro diluvioso Move da l'alto, e il ciel mesce e confonde.
Definiz: § IX. E pur conforme a proprietà latina, trovasi, ma solo poeticam., riferito a battaglia, zuffa, e simili, per Ingaggiarla, Appiccarla, e anche Combatterla. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 27, 29: Da l'altra parte i Capitan Carleschi Stringon con Alamanni e con Britoni Quei di Francia, d'Italia e d'Inghilterra; E si mesce aspra e sanguinosa guerra.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 36, 30: La scaramuccia fiera e sanguinosa, Quanto si possa imaginar, si mesce.
Definiz: § X. Neutr. pass. Detto di persona, e usato con un compimento retto dalla prep. Fra, vale lo stesso che Mescolarsi, Cacciarsi in mezzo. –
Esempio: Manfred. Rim. 24: Si volge ella a dir pur ch'altri la siegua, Poi si mesce fra i lampi, e si dilegua.
Definiz: § XI. In modo proverbiale, Non poter dir Mesci, vale Rimanere senza fiato; e quindi Non dar tempo a dir Mesci, vale Non lasciare ad altri un momento di tranquillità, Non lasciarlo respirare, e simili. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 27, 96: Restava (Ricciardetto) in effetto Morto, ch'un tratto non potea dir Mesci; Se non ch'Orlando le cinghie e 'l cavallo Tagliò in un colpo, e poi fece rizzallo.
Esempio: Buomm. Cical. 20: S'io mi sono a quel tempo sbrigato da una fastidiosissima peste di certi miei creditori,... io vi servirò nobilmente; ma ora e' non mi danno tempo a dir Mesci.