Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
CALABRONE
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CALABRONE.
Definiz: Sost. masc. Grosso insetto che vola e ronza, di colore per lo più nero, talora sparso di macchie o anelli gialli, e con testa grossa; è più grande della vespa, e ronza più fortemente: ma si applica questo nome anche ad altre specie consimili.
Dal lat. crabro. –
Esempio: Strat. Mor. S. Greg. 2, 174 t.: Elli (Cristo) è figurato nella santa Scrittura vermine e calabrone.
Esempio: Franz. M. Rim. burl. 2, 97: Messosi in cerchio poi queste persone, Fan col gracchiar più roco mormorio Che se fosse 'n un fiasco un calabrone.
Esempio: Not. Malm. 2, 784: Calabrone è una specie d'insetto o verme alato, di figura simile alla mosca, ma assai più grande e di colore negrissimo, ed ha un lungo, forte e acutissimo pungiglione. Con questo nome chiamiamo ancora il tafano.
Esempio: E Not. Malm. appr.: Il calabrone è simile alla vespa, ma più grosso e più corto: ha un gagliardo pungiglione, e fortemente ronza: ed è di color bigio, simile a quello delle pecchie.
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 1, 2: Che s'egli avviene Che 'l calabron d'amor mai per lo petto Ti si rigiri e ronzi ec.
Definiz: § II. Trovasi usato anche per Scarafaggio. –
Esempio: Cavalc. Pungil. 115: È ancora simile il detrattore al calabrone, il quale non cerca se non sterco, e quivi si rinvolta e quivi si pasce.
Esempio: Car. Son. 227: Scarica Farfanicchio un'altra botta:.... Dove le vespe aguzzan gli spuntoni E dove il calabron fa la pallotta.
Esempio: Not. Malm. 2, 784: La bassa gente confonde il calabrone collo scarafaggio.
Definiz: § III. Calabrone fu anche usato a denotare il colore di un drappo, simile a quello del calabrone. –
Crusc. Vocab. I.
Definiz: § IV. Nero come un calabrone, o Più nero di un calabrone, dicesi proverbialmente di Persona e anche di Cosa, a denotarne il colore molto bruno. –
Esempio: Lipp. Malm. 11, 3: Sbandiva il gallo apportator del giorno La notte nera più d'un calabrone.
Definiz: § V. Avere un calabrone in un fiasco, o in un orciuolo, o Parere, un calabrone in un fiasco, o in un orciuolo, dicesi proverbialmente di Chi favella tra' denti in modo che e' non s'intenda; Borbottare, Sussurrare. –
Esempio: Pataff. 4: E nell'orciuolo egli ha il calabrone.
Definiz: § VI. Conoscere il calabrone nel fiasco, vale figuratam. Aver gli occhi aperti, Conoscer bene le cose. –
Esempio: Bellinc. Rim. 63: Non ho tanta polvere negli occhi, Ch'i' non conosca el calabron nel fiasco.
Definiz: § VII. Mettere altrui un calabrone nell'orecchio, vale Dargli un grande sospetto; ma non si adoprerebbe che nel modo che apparisce dall'esempio qui sotto allegato. –
Esempio: Firenz. Pros. 2, 12: E ha' mi messo nell'orecchio non una pulce, ma un calabrone.
Definiz: § VIII. Ronzare ad alcuno il calabrone nel fiasco, vale Aggirarglisi per la mente un dubbio molesto. –
Esempio: Cecch. Samar. 1, 2: Or odi Che calabrone mi ronza nel fiasco: Ma non rider se tu senti che io Voglia far dello scriba e del rabbino.
Definiz: § IV. Stuzzicare i calabroni o Aizzare i calabroni, vale figuratam. Provocare colui che ti può nuocere. –
Esempio: Dav. Tac. 1, 255: Perchè stuzzicare i calabroni?