Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
LUPO
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LUPO.
Definiz: Sost. masc. Quadrupede del genere dei mammiferi, salvatico, carnivoro, voracissimo, di color grigio.
Dal lat. lupus. –
Esempio: Dant. Parad. 4: Sì si starebbe un agno intra duo brame Di fieri lupi, igualmente temendo.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 101: E mentre in questa guisa stava senza alcun sospetto di lupo, ed ecco vicino a lei uscir d'una macchia folta un lupo grande e terribile.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 104: Ed essendo d'usanza, per la quantità di molti lupi che sono in quel luogo, alcuna volta venire di quelli alla riva, e lanciarsi nella barchetta, e pascersi e di pane e di carne che truovano, così ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 4, 25: A piè discende Verso la donna che, come reposto Lupo alla macchia il capriolo, attende.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 17, 91: Come lupo cacciato, Fe' ritorno Martano in molta fretta Al suo ridutto.
Esempio: Borgh. V. Disc. scriv. 8: Fa stomacare e scandolezzar subito le brigate, e fa diventar lecito che ognuno (come quando si scuopre il lupo) gli corra dietro dicendo, dàlli dàlli.
Esempio: Tass. Gerus. 10, 2: Come dal chiuso ovil cacciato viene Lupo talor, che fugge e si nasconde.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 11, 81: E chi cercasse un buono in quei dirupi. Farebbe chente a tempo de' nostri avoli Quel sempliciotto che accappava i lupi.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 55: Nel più tacito e cupo Orror d'oscura notte, Una volpe ed un lupo Sbucaron fuor delle natie lor grotte.
Esempio: Panant. Paret. 62: Alla caccia del lupo e del cinghiale, A quella delle volpi e delle lepri, Si urta, si batte, si scende, si sale.
Definiz: § I. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Institut. SS. PP. 141 t.: Poi che l'à spinto fuor del monasterio, ed àlo, come pecora ch'è uscita del grege, esposto ai morsi dei lupi infernali, costringelo di lavorare dì e notte.
Esempio: S. Bern. Contempl. 25: Tu, o buono maestro, agnello innocente, andavi in tra i lupi.
Esempio: Dant. Parad. 25: Vinca la crudeltà, che fuor mi serra Del bello ovile, ov'io dormii agnello Nimico a' lupi che gli dànno guerra.
Esempio: E Dant. Parad. 27: In vesta di pastor lupi rapaci Si veggion di quassù per tutti i paschi.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 66: Ed in brieve, tra colle sue prediche e le sue lagrime egli seppe in sì fatta guisa li Viniziani adescare, che egli quasi d'ogni testamento che vi si faceva era fedel commessario e dipositario, e guardatore di denari di molti, confessoro e consigliatore quasi della maggior parte degli uomini e delle donne: e così faccendo, di lupo era divenuto pastore.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 191: Le vedove e' pupilli, essendo pecore e agnelli, hanno cattivi effetti co' lupi, dove ne sono.
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 3: A noi greggi inutili e mal nati, Ha dato (Dio) per guardian lupi arrabbiati: A cui non par ch'abbi' a bastar lor fame, Ch'abbi' il lor ventre a capir tanta carne; E chiaman lupi di più ingorde brame Da boschi oltramontani a divorarne.
Esempio: Calzol. Stor. Monast. 506 t.: Aveva (Valente Imperatore) a essi Gotti poco avanti mandato un predicatore Arriano; conciò sia che essendo morto uno, che ne avevano prima, cattolico, aveano mandato a chiedere a esso Imperadore un pastore, ed egli in quella vece aveva mandato un lupo.
Esempio: Niccol. Arnal. 2, 11: Possa alla croce E ad un mio cenno rispettosa aprirsi Questa plebe crudel che ondeggia e freme, E il mite agnello trionfar del lupo Ch'entrò d'un salto nell'ovil di Cristo.
Definiz: § II. E per Figura del lupo, dipinta o scolpita, presa come arme o stemma di una famiglia, di una città, e simili; e altresì, figuratam. e poeticam., per Persona, Famiglia, o simile, che abbia tale arme o impresa. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 253: Orsi, lupi, leoni, aquile e serpi Ad una gran marmorea colonna Fanno noia sovente ed a sè danno.
Definiz: § III. Lupo, conforme a proprietà latina, si disse una Sorta di pesce, così chiamato per la sua voracità. –
Esempio: Grazz. Rim. V. 65: Carpioni e pesci lupi e pesci buoi, Sirte, sirene, arpie, mostri e serpenti, Gli sono intorno (qui in locuz. figur.).
Esempio: Adr. M. Plut. Opusc. 5, 461: Similmente i mormilli, i sargi, i ghiozzi e lupi, e quelli che si scagliano al fondo, che ec.
Esempio: E Adr. M. Plut. Opusc. appr.: Ma contro a queste reti hanno ancora loro schermi il pesce cane e il lupo, che ec.
Definiz: § IV. Pure conforme a proprietà latina, è nome dato a Una sorta di ragno grosso e nericcio, che non tesse tela, ma corre e salta alla preda. –
Esempio: Vallisn. Op. 1, 437: Un ragno grosso e nericcio, di que' chiamati lupi, che probabilmente fu colla sua preda predato.
Definiz: § V. È anche nome di una Costellazione dell'emisfero australe, prossima a quelle del Centauro e dello Scorpione. –
Esempio: Bocc. Filoc. 2, 246: Rimembromi che disse ancora del Centauro e del celestial Lupo, ec.
Esempio: Tass. Mond. cr. 108: Qui (nel cielo) risplende 'l Lupo, e qui l'Altare.
Esempio: Bald. Vers. 99: L'altre stelle men chiare a lui vicine (al Centauro), Sono il Corvo, l'Altar, la Tazza e 'l Lupo.
Esempio: Piazz. Lez. astron. 1, 28: I nomi delle (costellazioni) australi: Balene, Eridano,... Corvo, Centauro, Lupo, Altare, ec.
Definiz: § VI. E nel linguaggio della Medicina, Lupo dicesi una Sorta di ulcera; e più comunemente prendesi per Tubercolosi della pelle. –
Esempio: Vallisn. Op. 3, 125: Anche ne' nostri paesi sono simili sbagli nel volgo, credendo fermamente ch'il cancro detto lupo sia un animale vivente.
Definiz: § VII. Lupo, si disse, con proprietà latina, Quello strumento agricolo, che chiamasi Marrone o Grossa marra. –
Esempio: Pallad. Agric. R. 33: Questi sono li ferramenti, li quali sono necessarj alla villa:... falci da mietere o fienaie, zappe, lupi cioè marroni, e segoni con maniche, ec.
Definiz: § VIII. E anche si disse Quel gancio o rampicone di ferro, dentato, che i combattenti gettavano dalle mura per aggrappare con esso l'ariete, e strapparlo dalla trave che lo sosteneva; ovvero per afferrare le scale e gli uomini stessi. –
Esempio: Giamb. Vegez. 72: Ed hanno ancora arpagoni di ferro, i quali sono chiamati lupi, e falci di ferro ficcate in lunghissimi lancioni.
Esempio: E Giamb. Vegez. 168: E molti sono che con funi legano un ferro con denti in modo di forfice fatto, il quale è lupo chiamato, e preso il bolcione il traggono a loro, o vero in tal modo il tengono sospeso, che la sua percossa non redde vigore.
Definiz: § IX. Si usò altresì a significare una Sorta di vela, tinta di nero, quando si portava per non essere scoperti di lontano, ovvero per dimostrazione di lutto. –
Esempio: Barber. Docum. Am. 262: Se vuo' passar nascoso, Vela bianca pon gioso; Ergi la nera oscura, Ch'à nome lupo.
Definiz: § X. Trovasi, pure alla latina, per Quell'erba che comunemente chiamasi Luppolo. –
Esempio: Mattiol. Disc. 2, 1271: Benchè corsivamente chiamandolo lupo salictario (così si credono alcuni) ne facesse menzione Plinio tra quelle piante che nascono per loro stesse, e che sono in uso per i cibi, ec.
Esempio: Baldell. F. Polid. Virg. 145: I Tedeschi, mentre che eglino fanno la cervosia, mescolano con quella sorte di biadi l'erba che si dice lupo, la quale è chiamata dal vulgo luppolo, perchè questa fa che 'l berla divenga più sano.
Definiz: § XI. Grano lupo, dicesi Una varietà di grano grosso, che ha la spiga di color rosso scuro, e dicesi anche Gran moro. –
Esempio: Lastr. Agric. 5, 66: Da poco in qua si è introdotto il gran duro e cert'altro detto gran lupo, che vi prova bene.
Definiz: § XII. Lupo cerviere o cerviero. –
V. Cerviere.
Definiz: § XIII. Lupo mannaro. Così è detto l'Uomo affetto da una specie di manìa, per la quale va di notte correndo e urlando come un lupo; donde l'immaginazione popolare ha fatto uno Spauracchio terribile, come il Bau, l'Orco, e simili. –
Esempio: Magal. Lett. scient. 137: Voi dite che questi sono pregiudizj d'una educazione ridicolosa, non è così? Ma il bau, la versiera in Firenze, il lupo mannaro in Roma, il toro in Spagna, e altri simili spauracchi da bambini, benchè non tutti i paesi gli ammettano, e fanno anche bene, che cosa son eglino?
Definiz: § XIV. Fame da lupi. –
V. Fame, § VIII.
Definiz: § XV. Miglia da lupi, o di quelle che fa il lupo la notte, o anche che fa il lupo a digiuno, dicesi quando la distanza da un luogo ad un altro, computata in miglia, è molto maggiore di quella indicata.
Definiz: § XVI. Stagioneda lupi, Tempoda lupi, Strada, e simili, da lupi, dicesi per Stagione, Tempo, Strada, e simili, cattivissimi.
Definiz: § XVII. Che tu sia il pan de' lupi! Modo basso imprecativo, che vale: Che tu possa essere ammazzato, divorato, dai lupi, Che tu possa morire! –
Esempio: Cecch. Ass. 4, 7: Che tu sia il pan de' lupi. Oh va'!
Definiz: § XVIII. Come il lupo, a occhio e croce; si disse di chi opera senza considerazione. –
Esempio: Crusc. Vocab. I: Lupo.... Come il lupo, a occhio e croce, cioè senza considerazione.
Definiz: § XIX. In bocca al lupo; è maniera familiare, con la quale si augura ai cacciatori di far buona preda.
Definiz: § XX. Andare uno a mettersi in bocca al lupo, e anche Mandare uno, in bocca al lupo; è maniera proverbiale, che significa Mettersi, o Mandare alcuno, in potere del nemico, Cacciarsi, o Cacciare alcuno, in un grave pericolo, dal quale egli non possa liberarsi. –
Esempio: Crusc. Vocab. III: Andare in bocca al lupo....
Esempio: Guitt. d'Arez. Lett. 43: Ma la povera femmina, accostandosi a quell'uomo, si accorse d'essere andata in bocca al lupo.
Definiz: § XXI. Aver uno visto il lupo, e anche si disse Essere alcuno guardato o veduto dal lupo, e altresì Aver il lupo fatto fioco chicchessia; maniere proverbiali, che significano Aver alcuno persa la voce, Esser divenuto fioco; nate o dalla falsa credenza che chi fosse veduto da un lupo prima che il lupo fosse aocchiato da lui, affiochiva, o semplicemente dalla paura che il lupo incute. –
Esempio: Quist. Filos. S.: Se 'l lupo sì guarda innanzi all'uomo che l'uomo ad esso, gridando l'uomo, incontanente affioca.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 5, 8: Gli han seco un lupo che m'ha fatto fioco: Nel timor che mi prese ho perso il fiato, Nè posso alzar la voce.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 92: Ed i cantanti, o la grand'ira fosse, Oppur fosse la nebbia e il tempo cupo, A ogni po' li prendean nodi di tosse, E sembra che veduto abbiano il lupo.
Definiz: § XXII. Dare le pecore in guardia al lupo; proverbio che vale: Affidar cosa a chi sia avido di quella, o sia per abusarne indegnamente. –
Esempio: Crusc. Vocab. III: Dare in guardia.... Dar le pecore in guardia al lupo. Dalla lattuga in guardia a' paperi, e simili. Fidar cosa a chi sia avido della medesima.
Definiz: § XXIII. Fare il lupo pecoraio, o Metterlo, o simile, in alcun luogo per pecoraio; maniera proverbiale, che vale quanto Dare le pecore in guardia al lupo. –
Esempio: Nell. Iac. Serv. 3, 16: Palandra mi ha detto, che hanno talmente raggirato Agridemo, che gli hanno cacciato in casa il lupo per pecoraio, cioè Rattoppa da serva guardiana di Simplicia.
Definiz: § XXIV. Mangiare come un lupo. –
V. Mangiare.
Definiz: § XXV. Provare il morso del lupo, vale Fare dolorosa esperienza degli effetti di una cattiva condizione di vita, come miseria, avversità, danni, e simili. –
Esempio: Monet. Poes. 59: Solo si spaccia d'alma coraggiosa Chi provato non ha di lupo il morso.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 39: E averlo (il giudizio) a cinquantanni è indubitato, Quando il morso del lupo s'è provato.
Definiz: § XXVI. Tenere il lupo per gli orecchi. Modo proverbiale, tolto dal latino, che significa: Aver alcuno per le mani impresa difficile a seguitare, e pericolosa a tralasciare. –
Esempio: Ross. P. Sveton. 2, 38: La cagione, perchè egli stava così alla dura, era il timore de' pericoli che da ogni banda gli soprastavano; tale che diceva spesse volte, ch'ei teneva il lupo per gli orecchi.
Esempio: Crusc. Vocab. I: Lupo.... Tenere il lupo per gli orecchi. Di chi ha per le mani impresa difficile a seguitare e pericolosissima a tralasciare.
Definiz: § XXVII. A ciccia di lupo, zanne di cane, o A carne, di lupo, zanne di cane. –
V. Cane, § LXXV.
Definiz: § XXVIII. Chi col lupo va all'offerta tenga il can sotto il mantello , o Chi ha il lupo per compare, tenga il can sotto il mantello. –
V. Cane, § LXXXII.
Definiz: § XXIX. Chi pecora si fa, lupo la mangia. –
V. Pecora.
Definiz: § XXX. Dalle grida ne scappa il lupo. –
V. Grido, § XXVI.
Definiz: § XXXI. Il lupo cangia, o perde, lascia, o simili, il pelo, ma non il vizio, o la natura. Proverbio che vale: L'uomo abituato nel vizio, per qualsivoglia mutazione che egli faccia, difficilmente se ne ritrae. –
Esempio: Cecch. Incant. 1, 3: E stata anch'ella di carne e d'ossa; e benchè il lupo muti il pelo, e' non muta natura.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 2, 187: Il lupo muta il pelo Ma non il vizio. E' vi bisognerà Lasciarlo un tratto maturare in carcere Per qualche mese.
Esempio: Fag. Comm. 1, 47: Chi è d'una natura, fino alla fossa dura; e il lupo lascia il pelo, ma il vizio mai.
Esempio: E Fag. Comm. 7, 268: In lui non spero Del ciel tal benefizio, Il lupo cangia il pel, ma non il vizio.
Definiz: § XXXII. Il lupo è nella favola, o anche semplicemente Ecco il lupo; dicesi quando la persona di cui tu parli sopraggiunge inaspettata; e propriamente, quando ciò t'impedisce di seguitare a parlarne. Maniera presa dai Latini, i quali la cavarono dalla volgare credenza che la vista del lupo faccia perdere la favella. –
Esempio: Forteguerr. Terenz. 192: Ma olà! T. Che cosa è stato? S. Eccoti il lupo. T. È mio padre. S. Egli è desso. T. E che faremo? S. Entra tu in casa, io penserò frattanto.... T. Se di me chiede, di' che non mi hai visto (il lat. ha: lupus in fabula).
Definiz: § XXXIII. Il lupo non caca agnelli. Proverbio usato per significare, in modo basso, che Da cause tristi non derivano mai buoni effetti, nè da genitori malvagi sogliono nascere figliuoli buoni. –
Esempio: Crusc. Vocab. I: Lupo.... Il lupo non caca agnelli; e vale, che delle cose triste non nascon le buone.
Definiz: § XXXIV. Il lupo non mangia di lupo, o carne di lupo; od anche II lupo mangia ogni carne, e lecca la sua; è proverbio che vale: I malvagi tra loro non si nuocciono, o anche Ognuno risparmia sè e i suoi. Comunemente dicesi Cane non mangia cane. –
Esempio: Speron. Op. 1, 159: Per la qual cosa il lupo uccide e pasce l'agnello, il delfino i minori pesci, e l'aquila gli altri uccelli; quantunque come è in proverbio, lupo non mangia di lupo.
Esempio: Crusc. Vocab. I.: Ogni carne mangia il lupo, e la sua lecca. E vuol dire: che ognuno risparmia sè e i suoi. Lat. lupus alterius lupi carnem non edit.
Definiz: § XXXV. Il lupo sogna pecore. Proverbio che significa: La mente va sempre secondo il desiderio.
Definiz: § XXXVI. La fame caccia, o cava, il lupo dal bosco. –
V. Fame, § XV.
Definiz: § XXXVII. Non si grida mai al lupo, ch'e' non sia in paese. –
Esempio: Ambr. Cofan. 4, 15: Potrebb'essere Fors'anche qualche cosa; chè mai gridasi Al lupo, ch'e' non sia in paese.
Esempio: Crusc. Vocab. I: Lupo.... Diciamo in proverbio: E' non si grida mai al lupo ch'e' non sia in paese, e eh'e' non sia o lupo o can bigio; e vale: ch'e' non si dice mai pubblicamente una cosa d'uno, ch'ella non sia o vera o presso che vera.
Definiz: § XXXVIII. Quello che ha ad esser de' lupi, non sarà mai de' cani; si disse proverbialmente di Chi ha, o gli avviene, ciò che gli era destinato. –
Esempio: Cecch. Corr. 5, 4: Agolante sentì che roppe in mare, E annegorno tutti. S. Quello che ha a essere De' lupi, mai sare' de' cani.
Esempio: Crusc. Vocab. I: Lupo.... Quello che ha ad esser de' lupi, non sarà mai de' cani; e si dice di chi consegue alcuna cosa, ch'era destinata per lui.
Definiz: § XXXIX. Se non è lupo, egli è can bigio.
V. Cane, § XCI.
Definiz: § XL. Vassi capra zoppa, se lupo, o il lupo, non la intoppa. –
V. Capra, § XVII.