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420) Dizion. 4° Ed. .
CORSOIO
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pag.836



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Esempio: Fior. Ital. D. Appiccata che ebbe una fune con un cappio corsoio alla trave.
421) Dizion. 4° Ed. .
UOMACCINO
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pag.329



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Esempio: Segr. Fior. Mandr. 3. 3. Ancora che fosee un uomaccio, pure le carni tirano.
422) Dizion. 4° Ed. .
DISCOSTO
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pag.167



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Definiz: Preposizione. Lo stesso, che Lontano; e si usa comunemente col terzo, e col secondo caso. Lat. procul. Gr. πόῤῥω.


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Esempio: Fir. disc. an. 30. Nè vi stette guari, che egli vide assai da discosto ritornare il Carpigna.


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Esempio: Fir. As. 137. Tu non t'accorgi ec. in che rovina accenni la fortuna spignerti, standoti ancor discosto.


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Esempio: Ricett. Fior. Serbate le scorze infilzate in uno spago discosto l'una dall'altra tanto che elle non si tocchino.


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Esempio: Dav. Colt. 176. Posto ch'egli è, palalo con canne da prima, o picciol palo ficcato discosto.


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Definiz: §. In forza d'avverb. vale lo stesso. Lat. procul.
423) Dizion. 4° Ed. .
OFFENDERE
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pag.389



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Definiz: Far danno, o ingiuria, Nuocere; e si costruisce col terzo, e col quarto caso. Lat. laedere, offendere. Gr. βλάπτειν.


2) id: 44292ba82d7447298c8f8239431848db)
Esempio: G. V. 2. 5. 4. Teodorico avea minacciato di distruggere tutti li Cristiani d'Italia, se Giustino Imperadore offendesse agli Arriani.


3) id: f35777cbacd4487ab2eb2187736e2014)
Esempio: Bocc. nov. 19. 21. Madonna, disse il famigliare, me non avete offeso d'alcuna cosa.
424) Dizion. 4° Ed. .
LUNGI.
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pag.99



1) id: e2e8cedd4e494635aeb4052b52312103)
Definiz: Preposiz. che vale Discosto, Lontano. Si usa col terzo, e col sesto caso. Lat.longe, procul. Gr. μακράν, πόρρω.


2) id: d8a5eff68012486c95b9300381e9e4eb)
Esempio: Cr. 5. 2. 10. Dell'amare (mandorle) si fanno dolci, se cavato intorno al pedale, si farà una caverna lungi dalla radice tre dita, per la quale il nocevole umor risudi.
425) Dizion. 4° Ed. .
GIORNÉA.
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pag.610



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Esempio: Fir. nov. 4. 225. O che gli paresse esser tanto bello in piazza, e calzar bene una giornéa di panno cilestro.


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Esempio: Fir. Trin. 1. 1. Padrone, io mi allacciai la giornéa, e le dissi mille ben di voi.
426) Dizion. 4° Ed. .
MAGGIORELLO
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pag.119



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Esempio: Fir. nov. 2. 208. Se non ch'io vidi a questi dì un de' vostri nipotini, quel maggiorello, aver questa simil cosa.
427) Dizion. 4° Ed. .
RACCONSIGLIATO.
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pag.35



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Esempio: Fir. nov. 7. 270. Perchè conobbe, che ella aveva trovato quello, che ella si era andata caendo, meglio racconsigliata si stette.
428) Dizion. 4° Ed. .
SCHIFA 'L POCO.
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pag.385



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Esempio: Fir. Luc. 1. 2. Così si vuol fare a queste schifa 'l poco, non ne lasciar lor vincere una per nulla.


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Esempio: Lasc. Spir. 2. 5. Se io fussi so ben io chi, tu non faresti così, monna schifa 'l poco.
429) Dizion. 4° Ed. .
PALUDACCIO.
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pag.471



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Esempio: Fir. As. 254. Quando tu ti credevi essere uscito dall'acqua, e tu trovavi certi paludacci, che vi s'andava fino alle cigne.
430) Dizion. 4° Ed. .
OTTAVO.
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pag.447



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Esempio: Fir. Luc. 4. 1. Sta di buona voglia, che non ci va un ottavo d'ora, che tu riarai la tua vesta.
431) Dizion. 4° Ed. .
ARROTATO
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pag.274



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Esempio: Fir. As. 144. Prendi dunque un ben arrotato rasoio, e ascondilo in quella parte del letto, dove tu se' solita giacere.
432) Dizion. 4° Ed. .
BECCONACCIO
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pag.407



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Esempio: Fir. Trin. 3. 7. Egli era un pappatore, un becconaccio, ch'ogni cosa si cacciava giù per la gola (quì per ingiuria)
433) Dizion. 4° Ed. .
TANÈ.
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pag.12



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Esempio: Fir. dial. bell. donn. 394. Il color biondo è un giallo non molto acceso, nè molto chiaro, ma declinante al tanè.


2) id: ced9b37973e64621ae9b03300e4244a0)
Esempio: Borgh. Rip. 242. Il tanè è color mezzano fra il rosso, e il nero.


3) id: 81b9b1a82e714bc094c5b83e5d1db095)
Esempio: E Fir. dial. bell. donn. 403. L'uso comune pare, che abbia ottenuto, che il tanè oscuro tra gli altri colori ottenga nell'occhio il primo grado.
434) Dizion. 4° Ed. .
ATTORCIGLIARE
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pag.321



1) id: e84d6dc397c4450b84a7dbae45daf158)
Esempio: Fir. As. 11. Voi avreste detto, che egli fosse stato quel serpente, che attorcigliavano i Gentili sopra il nocchieruto bastone d'Esculapio.
435) Dizion. 4° Ed. .
PRUDENZIALE.
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pag.762



1) id: 186ebcb4556d45f69fdefb51b31bfc81)
Esempio: Tratt. gov. fam. Quanto si accosta alla parte prudenziale.
436) Dizion. 4° Ed. .
BUSTINO
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pag.490



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Esempio: Buon. Fier. 5. 5. 6. E poi s'appunta in sul bustin dorè.
437) Dizion. 4° Ed. .
DIAMORON
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pag.90



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Definiz: Siroppo fatto col sugo delle more. Lat. diamoron. Gr. διὰ μώρων.


2) id: 48ee5dd70a5241519f461c6020335c40)
Esempio: Ricett. Fior. 144. Sebbene Galeno nel suo diamoron toglie il mele, noi in quel cambio usiamo di torre il zucchero.
438) Dizion. 4° Ed. .
INFILACAPPI
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pag.816



1) id: b0aff800fd9047b1b3ab39000b2ac37a)
Definiz: L'ago, col quale s'infilano i cappj ne' capelli. Lat. acus crinalis.
439) Dizion. 4° Ed. .
INCATRAMATO
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pag.771



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Definiz: Add. Imbrattato col catrame. Lat. resinâ illitus. Gr. ῥετίνῃ ῥητίνῃ ἐπικεχριμένος.