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CARATO
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CARATO.
Definiz: Sost. masc. Sorta di peso usato dai gioiellieri, e anticamente anche nelle farmacie; equivale a quattro grani, ossia alla sesta parte del danaro, e a gr. 0,000196492.
Dal gr. κεράτιον, che anche valeva la metà d'un lupino e pesava quattro grani d'orzo. –
Esempio: Benciv. Mes. 88 t.: Musco, carati due, confetta con mele e passule.
Esempio: Cellin. Pros. Oref. 4: Un rubino, che pesi un carato, che sono cinque granella di grano in circa, e sia fine a paragone, questo rubino sarà in pregio di scudi ottocento d'oro.
Esempio: E Cellin. Pros. Oref. 8: Ma prima che venghiamo a dimostrare il modo come queste si facciano, è necessario sapere quale sia il peso del carato.... Il carato adunque è il peso di quattro granella di grano.
Esempio: E Cellin. Vit. 394: Aveva portato di Venezia un diamante grande, di più di trentacinque carati di peso.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 132: Toltone un carato con acqua di menta, vale alle passioni del cuore.
Esempio: E Mattiol. Disc. appr.: Bevesene un carato, con dieci grani di bolo armeno e cinque di zafferano.
Definiz: § I. Comunemente Carato prendesi per Ciascuna delle ventiquattro parti nelle quali si suppone divisa un'oncia d'oro da coniar moneta o farne lavori: e il numero dei carati serve a determinare il valore intrinseco, cioè a indicare quante parti di metallo puro e quante di lega sieno contenute in un'oncia. –
Esempio: Dant. Inf. 30: Ei m'indussero a battere i fiorini Che avevan tre carati di mondiglia.
Esempio: Vill. G. 332: E così la moneta picciola, e così quella dell'oro, che di ventitrè e mezzo carati, la recò a meno di venti.
Esempio: Pegolott. Prat. Merc. 158: Oro massiccio in verghe o in piastre o in vasella.... o in checchè maniera sia, quanto è più fine di lega insino a 24 carati per oncia, tanto è migliore; e se non è fine insino a 24 carati ec.
Esempio: Domin. Gov. Fam. 16: Chi vuole determinare se l'oro è fine, o quanto manca da sua finezza, annovera i gradi o veramente carati; e se truova essere di ventiquattro carati, dice essere perfetto, e tanto essere dilunge dal suo sommo, quanto si diparte da quello vigesimo quarto grado o vero carato.
Esempio: Empol. Gir. Vit. 23: Imparò a conoscere di tutta sorte monete d'ariento e d'oro, e la valuta di quelle, e di che lega, e di che carati l'oro.
Esempio: Biring. Pirotecn. 132 t.: Nel comprare ori ed argenti, bassi o fini, aprite bene gli occhi.... alli loro carati o leghe.
Esempio: Cellin. Pros. 252: La detta opera si è tre figure.... e tre medagline d'oro, di peso di once trenta in circa, e oro di 23 carati.
Definiz: § II. Quindi Oro di ventiquattro carati vale Oro purissimo, cioè Senza mistura alcuna di lega. –
Esempio: Carlett. Viagg. 2, 110: Tra' Cinesi ha ancor egli [il muschio] i suoi carati, come tra di noi ha l'oro; e quando è di tutta bontà, netto di mestura, arriva a dodici carati, che dicono mates; ma di questo non se ne vende, nè vede mai; siccome segue dell'oro di ventiquattro carati.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 28, 2, 153: Chi v'è, per uomo d'eccellente giudicio che sia, cui rendan sì pago i suoi componimenti, che, come ad oro di ventiquattro carati, non abbia che aggiugnere di bontà?
Esempio: Targ. Tratt. Fior. 250: Ciò fu l'ordinare ad istanza e per consiglio dei primarj mercanti, che da indi in poi nella nostra zecca si battesse moneta d'oro di 24 carati, o vogliamo dire fino e senza aggiunta di lega.
Definiz: § III. E figuratam., Persona di ventiquattro carati, vale Persona di ottima qualità, o Persona perfetta nella sua condizione. –
Esempio: Salvin. Lett. IV, 2, 291: Il signor marchese cavaliere abate Incontri, gentiluomo di ventiquattro carati, e che io da moltissimi anni venero e stimo assaissimo, venne a trovarmi.
Definiz: § IV. Carato adoperasi figuratam. a significare Grado, e più comunemente Grado di perfezione, o di bontà di checchessia. –
Esempio: Domin. Gov. Fam. 22: Non annoverano i carati della perfezione, e fuggono credendo appressimarsi a Dio.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 138, 2: La differenza che è fra 'l rubino e 'l carbonchio, da altro non depende che dall'eccellenza e perfezione di questa pietra, la quale, quando arriva agli ultimi carati, si dice carbonchio.
Esempio: E Baldin. Decenn. 5, 8: Fannosi di continovo in Galleria.... opere stupende, le quali, acciò siano di quel carato, che è loro solito, debbono giungere a tale eccellenza di lavoro, che ec.
Esempio: Red. Lett. 1, 58: Pare questo verso non sia del carato, nè della sostenutezza poetica degli altri.
Esempio: Magal. Lett. At. 11: Io non so se voi vi diate a credere, che il vostro ateismo sia dell'istesso carato di quello de' due nostri comuni amici.
Esempio: E Magal. Lett. At. 390: Perchè non si potrebb'egli dire che l'immaterialità de' bruti fosse ella ancora di un simil carato?
Definiz: § V. Termine di commercio. Dicesi Carato la Partecipazione che uno ha in una società o impresa, specialmente marittima; ed anche la Quota somministrata da ciascuno di coloro che compongono quella società o partecipano a quell'impresa. –
Esempio: Galian. Mon. 336: Si stabilisce un fondo di danaro diviso in moltissime azioni, o come noi diciamo carati; e queste sono poi ristrette in poche classi, sicchè ciascuna classe, per esempio, n'abbia mille.