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1) Dizion. 5° Ed. .
LECERE e LICERE
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LECERE e LICERE.
Definiz: Neutr. Esser permesso dalle leggi, dalle regole, dalle convenienze, e simili; Potersi fare o dire senza offesa di quelle. Usasi oggi soltanto nel linguaggio poetico, e nella terza persona singolare del Presente dell'Indicativo.
Dal lat. licere. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 134: Or tu, Donna del ciel, tu nostra dea, Se dir lice e conviensi; Vergine d'alti sensi, Tu vedi il tutto, ec.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 162: Dissemi entro l'orecchie: Omai ti lece Per te stesso parlar con chi ti piace.
Esempio: Ar. Orl. fur. 27, 105: Il re di Sarza, che gran tempo prima Di Mandricardo amava Doralice, Ed ella l'avea posto in su la cima D'ogni favor ch'a donna casta lice; ec.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 51: Dunque suso a Macon recar mi giova Il miracol dell'opra; ed ei la fece Per dimostrar che i tempi suoi con nova Religïon contaminar non lece.
Esempio: E Petr. Rim. 4, 26: Per la fè, per la patria, il tutto lice. E 5, 32: Or qui, dove men lece, Chi fu ch'ardì cotanto, e tanto fece?
Esempio: E Tass.Lett. 1, 76: E se così è, perchè è lecito a Virgilio soprastar dieci giorni da la favola; e a me dodici, o siano quindici, non lece?
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 60: Per quanto s'appartiene alla ragione, non è differenza veruna dall'ammazzarlo (lo schiavo) al percuoterlo. Imperciocchè se non lece l'ucciderlo, nè meno lece il bastonarlo.
Definiz: § I. E per Esser possibile, Esser dato, concesso. –
Esempio: Dant. Inf. 13: In vece D'alcuna ammenda, tua fama rinfreschi Nel mondo su, deve tornar gli lece.
Esempio: E Dant. Inf. 28: Non vi dispiaccia, se vi lece, dirci Se alla man destra giace alcuna foce.
Esempio: E Dant. Parad. 1: Molto è licito là, che qui non lece Alle nostre virtù.
Esempio: Petr. Rim. 1, 125: Nè mi lece ascoltar chi non ragiona Della mia morte. E 231: Siccome eterna vita è veder Dio, Nè più si brama, nè bramar più lice; Così ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 7, 72: A riveder se ne tornò la Fata, Con quell'anello inanzi a cui non lece, Quando s'ha in dito, usare opra incantata.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 12, 83: Tirare i colpi a filo ognor non lece.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 34, 44: Ma la caligine alta, ch'era ultrice De l'opre ingrate, sì gl'ingrossa inanzi, Ch'andare un palmo sol più non gli lice.
Esempio: Tass. Gerus. 20, 100: L'un mira l'altro; e l'un, pur come suole, Si stringe all'altro, mentre ancor ciò lece.
Esempio: Metast. Dramm. 1, 310: Se non lice A noi vivere uniti Felicemente in tino all'ore estreme, Vivranno almeno i nostri nomi insieme.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 78: Guarda col senno pria d'intraprendere Cosa, che, fattasi, disfar non lice.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 130: Da questo argomentar mi lice Che non a tutti i visi il pel disdice.
Definiz: § II. Figuratam. –
Esempio: Dant. Parad. 13: Quantunque alla natura umana lece.
Esempio: Varan. Vis. poet. 4: Nè tanto piover lume agli astri lice.