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1) Dizion. 5° Ed. .
CERA
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CERA.
Definiz: Sost. femm. Quell'essere od espressione del volto dell'uomo, dalla quale si manifesta la salute, ed altresì la disposizione dell'animo; Aspetto, Sembiante.
Dal basso lat. cara, Aspetto, Sembiante; e questo dal gr. κάρα, Capo. –
Esempio: Liv. Dec. 1, 130: Bruto li guardò, e già non cambiò cera nè colore.
Esempio: Bocc. Amor. Vis. 20: Con cera fosca ancor vedea lasciare Plutone i ciechi regni, abbandonati Per troppo ardentemente donna amare.
Esempio: Bern. Orl. 20, 20: Era il secondo chiamato Ranchera, E del primo ha più forza e peggior cera.
Esempio: Varch. Stor. 1, 414: Parendogli che ognuno lo guardasse in viso con non lieta cera.
Esempio: Giunt. Eseq. Buonarr. 16: Le medesime fattezze del viso, la medesima cera, fuori un poco il colore, che era come di morto.
Esempio: Mellin. Ricord. 30: Dal Duca con cera brusca fu agremente ripreso.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 1, 4, 3: La prima sentenza che si dia dentro di noi, d'una persona la prima volta vista, è motivata dall'aspetto, dalla cera, dall'aria del volto e dalla fisonomia. Quello (si dice tutto il giorno) m'ha cera di tristo; quell'altro par che abbia fisonomia d'uomo dabbene.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 64: E guardandomi poi con brusca cera, Non arrossisci? mi disse; di tutto Io, per farti del ben, spropriato m'era.
Definiz: § I. Cera si disse dagli antichi per Faccia, Volto. –
Esempio: Dant. Rim. 233: Angelica sembianza In voi, donna, riposa: Dio, quanto avventurosa Fu la mia disianza! Vostra cera gioiosa, Poichè passa ed avanza Natura e costumanza, Bene è mirabil cosa.
Esempio: Rim. Ant. F. Dant. Maian. 2, 444: E la beltà di vostra umana cera.... Ha somigliante preso el meo coraggio.
Esempio: Cin. Rim. 58: Che vengon dalla vista, che procede Dalla cera gentil, quando mi vede.
Definiz: § II. E per estensione trovasi detto per Figura, Sembianza, così d'uomo, come d'animale. –
Esempio: Liv. Dec. 1, 155 var.: Egli risomigliava alla cera una bestia salvatica.
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 75: E quando vuoi scegliere astore grande, guarda ch'egli abbia la testa lunga a guisa d'anguilla, e che la sua cera sia allegra e un poco chinata, infino ch'egli è concio.
Definiz: § III. Cera, vale anche Apparenza, quale risulta dal sembiante, dai portamenti, dal vestiario e simili. –
Esempio: Firenz. Comm. 1, 411: Come viene una cavalcata di forestieri, ch'abbiano cera d'aver qualche carlino, vogliono intendere donde sono.
Esempio: Cecch. Ass. 5, 2: Il marito di lei non mi ha cera di più valente cavaliero, che si sia messer Ambrogio.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 1, 407: Voi avete cera, Avendo il cappel nero e il piè terroso, Più d'un fungo malefico, che d'uno Sposo novello.
Definiz: § IV. E detto di cosa, vale Apparenza di avere una od un'altra qualità. –
Esempio: Crudel. Rim. 51: Questi vostri prosciutti Son eglin vecchi tutti? Hanno una cera d'essere squisiti.
Definiz: § V. Buona cera o Gran cera, si disse per Abbondanza di laute vivande, Scialo; e si usò più specialmente nel modo Far buona o gran cera, per Banchettare lautamente, Scialare. –
Esempio: Bellinc. Rim. 44 t.: Facendo a mensa bona cera, Arebbe fatto un elmo del pairolo.
Esempio: Poliz. Pros. 75: Siamo tutti allegri, e facciamo buona cera.
Esempio: Machiav. Scritt. ined. 25: Vi mandiamo il presente cavallaro, il quale presenterà alla Signoria vostra da fare una volta buona cera per nostro amore.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 83: Chi vuol di scudi aver le casse piene, Chi stare allegro sempre e far gran cera, Pigliando questo mondo com'e' viene.
Esempio: E Bern. Lett. fam. 27: Nè giucare, nè bever vino romanesco, nè sorta alcuna di buona cera ha forza di farmi stare allegro.
Esempio: Carlett. Viagg. 1, 55: Ci trattenemmo.... facendo buona cera colla carne di vitella, della quale in abbondanza, e a vilissimo prezzo mangiavamo.
Definiz: § VI. A buona cera o A trista cera, posto avverbialm., si disse per Volentieri o Malvolentieri. –
Esempio: Benciv. Esp. Patern. volg. 73: Piace a Dio alcuna volta una medaglia che 'l povero uomo doni lietamente per Dio, che se un ricco uomo donasse cento marche a cera trista e con tristo cuore.
Definiz: § VII. A buona cera, si disse anche per Sul serio, In modo risoluto. –
Esempio: Firenz. Comm. 1, 436: Vedi, io te lo dico a buona cera; io non le vo' più sopportare.
Esempio: Anguill. Cap. burl. 308: E vi dico di nuovo a buona cera, Che mi struggo, mi moro e mi consumo D'esser di quelli della vostra schiera.
Esempio: Lipp. Malm. 2, 74: Mio padre te lo disse fuor de' denti, Ed io pur te lo dissi a buona cera, Non una volta, ma diciotto o venti, Che l'orco ti faria qualche billera.
Definiz: § VIII. Di buona cera, o Con buona cera, posto avverbialm., vale Lietamente, Allegramente, ed anche Volentieri. –
Esempio: Liv. Dec. 1, 40: Egli mangiarono e festeggiarono con lui con buona cera.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 440: Non avrebbe.... mormorato egli di me sì liberamente, se tu non lo avessi ascoltato di buona cera.
Definiz: § IX. Aver buona, cattiva o brutta cera, vale Mostrare nell'aspetto buona o cattiva salute; ed anche Avere aspetto di persona buona o trista. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 99: Tua madre Come si sente? L. Bene. F. E tu? L. Non posso Esser in peggior termine. F. Oimè! Tu hai pur buona cera.
Definiz: § X. Far buona o cattiva cera, vale Pigliare aspetto di buona o di cattiva salute. –
Esempio: Dat. Lepid. 104: Prese ad amplificare i buoni effetti di quel medicamento. Dopo aver detto ch'egli aveva fatto buona cera, che era ingrassato, e divenuto allegro; disse per ultimo, ch'egli era anche cresciuto.
Definiz: § XI. Far buona, lieta o cattiva cera ad alcuno, vale Fargli buono o cattivo viso; Accoglierlo in modo cortese o scortese. –
Esempio: Franc. Son. 68: E però non ti feci buona cera.
Esempio: Med. L. Canz. ball. 18 t.: Fare a tutti bona cera, Fa che mai disdica posta.
Esempio: Bern. Orl. 3, 14: O sì o no che Carlo gli credesse, Non so: un tratto gli fe' buona cera.
Esempio: Varch. Ercol. 71: Il che diciamo ancora far vezzi, e vedere alcuno volentieri, e farli buona cera, cioè buon viso, accoglierlo o accorlo lietamente.
Esempio: Grazz. Rim. 2, 272: Come Guittone, messer Cino e Dante Gli farebber tranquilla e lieta cera.
Esempio: Calzol. Stor. Monast. 564: Se esso santo Paolo, e gli altri Apostoli, avessero fuggita la conversazione degli infedeli, o fatto loro cattiva cera,.... non gli avrebbon mai alla fede santa convertiti.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 57: Ella s'è.... fitto e fondato nel capo.... di non voler mai far buona cera a chi non la presenta prima a braccia quadre.
Definiz: § XII. Far gran cera ad alcuno, trovasi per Accoglierlo con gran festa. –
Esempio: Car. Lett. ined. 1, 284: Sono stati avvertiti che la spedizione del sig. Ascanio sia menata in lungo più che si può, e così sarà fattoli gran cera, come in mostrar di dar orecchio a le proposte.
Definiz: § XIII. Aver buona cera e cattivi moccoli; dicesi in modo proverbiale, e scherzando sul doppio senso della parola, di Chi all'apparenza mostra salute, che poi dentro è malsano.