Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
INTENDERE.
Apri Voce completa

pag.994


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
INTENDERE.
Definiz: Sost. masc. Intelligenza, Intendimento. –
Esempio: Dant. Parad. 29: Quelli, che vedi qui, furon modesti A riconoscer se della bontate, Che gli avea fatti a tanto intender presti.
Esempio: Cavalc. Ammon. Paol. 81: Colui che è tardo d'intendere, per lo suo buono esercitare riceverà gloria.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 768: A ricognoscer sè; cioè creati, da la bontate; cioè divina, Che; cioè la quale, li avea fatti a tanto intender; cioè a così grande intelligenzia, come avea dato loro, presti; cioè solliciti ed apparecchiati.
Esempio: Galil. Comm. ep. 1, 166: Parrebbemi arditezza, per non dire temerità, la mia, se dentro alli angusti confini del mio intendere volessi circonscrivere l'intendere e l'operare della natura.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 20: Sian di questa Invisibil giustizia i gran decreti, Come quelli del ciel, divisi in tutto Dall'intender mortale.
Esempio: Capp. Longob. 105: Non mai potrà dirsi pienamente rischiarato questo punto capitale dell'istoria, finchè non si giunga a ben definire che cosa veramente significasse nell'intendere dei legislatori e dei giudici longobardi la professione d'una o d'un'altra legge.