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1) Dizion. 5° Ed. .
GOLA.
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GOLA.
Definiz: Sost. femm. La parte anteriore del collo degli animali, la quale contiene gli organi che servono all'ingerimento del cibo, alla respirazione, e alla formazione della voce: e in senso più ristretto intendesi della parte esterna che ricuopre i detti organi.
Dal lat. gula. –
Esempio: Dant. Inf. 6: Cerbero, fiera crudele e diversa, Con tre gole caninamente latra Sovra la gente che quivi è sommersa.
Esempio: E Dant. Inf. 23: Costui par vivo all'atto della gola.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 71: Posto a' pie' del prete, tanto dolore di contrizione fu nel cuore, tanti sospiri nel petto, tanti singhiozzi nella gola, tante lagrime gli abbondarono negli occhi, che la voce gli venne meno.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 128: Gli occhi come due stelle,... e le gote sanza barba, e la gola bianca a modo di vivorio (avorio), e la bellezza della bocca, ec.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 13: Cominciò a distinguer le parti di lei, lodando i capelli, li quali d'oro estimava, la fronte, il naso e la bocca, la gola e le braccia.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 34: Qual pargoletta o damma o caprïola Che tra le fronde del natio boschetto Alla madre veduta abbia la gola Stringer dal pardo, e aprirle 'l fianco o 'l petto, ec.
Esempio: Cellin. Vit. 292: La palla percosse nell'arco della porta, e sbattuta indietro, colse nella canna della gola del detto, il quale cadde in terra morto.
Esempio: Grazz. Pros. 200: Chiamò dalla finestra della corte una sua vicina, dicendo che si sentiva un poco di mala voglia, e che gli doleva un poco la gola.
Esempio: Tass. Gerus. 20, 33: Poi fier la gola e tronca al crudo Alarco Della voce e del cibo il doppio varco.
Esempio: Baldin. Lett. Prop. 11: Si lascia fuori tutta l'altezza della gola fino alla fontanella, e da questa si seguita a misurare tutto il rimanente del corpo, segnando l'altezza di tre teste, dalla detta fontanella della gola fino alle parti virili.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 415: Sulle viti L'uva dolce bevanda t'apparecchia All'arsa gola.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 167: Se a caso a qualcuna un tal liquore Facesse un poco pizzicar la gola,... Di zucchero una palla mandi giù, Nè se la sentirà pizzicar più.
Definiz: § I. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Vill. M. 541: La rabbia del tiranno non si può ammorzare per acquisto di signoria; per divorare tiene la gola aperta.
Esempio: Tass. Gerus. 13, 34: Or qui che vaglion l'armi? Nelle fauci de' mostri, e 'n gola a questa Devoratrice fiamma andrò a gettarmi?
Esempio: E Tass. Lett. 2, 11: Contra il volere e contra l'opinione de gli uomini tutti, sono stato miracolosamente tolto da le mani e da la gola de la morte, che una e due e tre volte venne per divorarmi.
Esempio: Dav. Tac. 1, 194: Ma egli valutò e pagò i danni: e con tal pasto, gittato in gola a Cerbero, lo racchetò.
Esempio: Giust. Vers. 223: Nelle gole giù de' botteghini, In ambi e in terni avean precipitato, Colla speranza certa d'arricchire, Fin le raccolte di là da venire.
Definiz: § II. Pur figuratam., per Organo vocale; detto di cantanti, e altresì di uccelli: e talvolta poeticam. è preso anche per Voce, Canto. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 14, 58: Poi la tordella, e 'l frusone, e 'l fanello, E il lusignuol ch'ha sì dolce la gola.
Esempio: Giust. Vers. 85: Gola e orecchi ci vuole, orecchi e gola; Peste al cervello!
Definiz: § III. E altresì figuratam., per Il senso del gusto. –
Esempio: Dant. Purg. 23: Tutta esta gente che piangendo canta, Per seguitar la gola oltre misura, In fame e in sete qui si rifà santa.
Esempio: S. Ag. C. D. 9, 227: A che opere di vestimenti e di edificj sia pervenuta la industria umana...; per diletto della gola, quanti condimenti, ed incitamenti di gola abbia trovati pure per ciò.
Esempio: Bocc. Com. Dant. M. 2, 31: Ma e' furono ancora poco prezzati i familiari irritamenti della gola; e per tutto si mandava per gli uccelli, per le cacciagioni, per i pesci strani; e quanto più venien di lontano, tanto di quelli pareva più prezzato il sapore.
Esempio: Tass. Lett. 1, 34: Ottimo cibo sono le carni de' castrati e de' buoi: ma se io volessi minutamente parlare de' volatili e de' pesci, de' quali questa provincia, e particolarmente questa città, è copiosissima, farebbe mestieri che io fossi molto migliore conoscitore de' giudicj de la gola, che in effetto non sono.
Esempio: Cecch. Romanesc. 2, 3: In fatto tu se' savio più ch'un giudice, A tornarci così carico (di polli e altre cose). A te Voglio bene, Falsin mio. Fa' che la gola Abbia le dótte sue.
Definiz: § IV. Usasi comunemente in senso figurato, a significare Smoderato desiderio di cibi squisiti o di delicate bevande, Ghiottoneria, Golosità; e in significato più stretto, Peccato di gola. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 237: La gola, e 'l sonno e l'ozïose piume Hanno del mondo ogni vertù sbandita.
Esempio: Bocc. Laber. 55: Quella.... femmina,... la cui gola e la cui disubbidienzia e le cui persuasioni furono di tutte le nostre miserie cagione e origine.
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 2, 12, 1: È la gola peccato mortale? Risponde san Tommaso: se l'uomo s'accosta alla delettazione, siccome al fine per lo quale e' dispregia Iddio,... in questo modo è peccato mortale. E appr.: Che sarà, se alcuno piglia cibo nocivo, o beveraggio? R. Se fa questo per farsi male, o per uccidersi, non pecca in gola, ma nell'odio del proprio corpo gravemente pecca; ma se per troppo appetito e desiderio, pecca in gola.
Esempio: Tor. Miser. 52: I concupiscibili appetiti e eziandio l'irascibili, i quali destano in noi la gola, la lussuria, l'avarizia e ogni carnale diletto.
Esempio: Sacch. Op. div. 65: E nel capo, dove era l'umiltà, mise [il diavolo] la superbia; negli occhi dov'era amore, mise la invidia; nella bocca dove era astinenzia, mise la gola.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 180: La gola è immoderato amore di diletto, che è secondo lo gusto: e le specie sue sono principalmente due; cioè ec.
Esempio: Savonar. Pred. ult. 1: El diavolo non gioca, non si dà alla gola, non tiene la concubina, non fa usure; ma solo ha el peccato della invidia e della superbia ed odio.
Esempio: Ar. Orl. fur. 14, 81: Nè Pietà, nè Quïete, nè Umiltade, Nè quivi Amor, nè quivi Pace mira. Ben vi fur già, ma ne l'antiqua etade; Che le cacciar Gola, Avarizia ed Ira, Superbia, Invidia, Inerzia e Crudeltade.
Esempio: Dav. Tac. 1, 140: Ma le ricche imbandigioni e apparecchi della gola, tutto dì favellandosene, miser pensiero ec.
Esempio: Davil. Guerr. civ. V. 1, 504: E nel marchiare, essendo piena la campagna d'uve, delle quali è avidissima quella nazione, si disordinavano gli squadroni, e confusamente attendevano a saziare la gola.
Definiz: § V. Onde le locuzioni Colpa della gola, Vizio della gola o Peccato della gola, Desiderio della gola, e simili, a significare Colpa, Peccato, Desiderio o Diletto peccaminoso, attinente alla Sodisfazione disordinata dell'istinto nel cibarsi. –
Esempio: Dant. Inf. 6: Voi, cittadini, mi chiamaste Ciacco: Per la dannosa colpa della gola, Come tu vedi, alla pioggia mi fiacco.
Esempio: E Purg. 24: Sì, accostati all'un de' duo vivagni, Passammo, udendo colpe della gola, Seguite già da miseri guadagni.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 234: Dal principio della mia gioventù questi tre debitori mi furono molesti, cioè cupidità di pecunia, disiderio di diletto carnale e disiderio di gola.
Esempio: E Cavalc. Esp. Pat. 97: Padre santissimo, difendici e guardaci, che noi non caggiamo in peccato; e specialmente ci guarda dal peccato della gola, per lo quale caderono i primi nostri parenti.
Esempio: Fior. Virt. 139: Laddove è il vizio della gola, la lussuria vi signoreggia.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 181: Di tutte le tre parti del mondo vanno all'inferno per lo peccato della gola.
Definiz: § VI. E figuratam., e scherzevolmente detto di persona, per Persona golosa, ingorda, Ghiottone. –
Esempio: Grazz. Pros. 193: Ma che fo io di quest'uova in mano? Date qua, disse Nencio, io me le berò, acciocchè la cosa paia più vera: e fattasene dare una coppia, se le succiò in un tratto; e voleva inghiottire anco l'altra, quando la Pippa disse: Ehi, gola! quest'altra io voglio per me. E toltala di mano alla madre, se la bevve.
Definiz: § VII. E per Appetito, Brama, Desiderio ardente, propriamente di cibo; e figuratam., di checchè altro sia: spesso in costrutto coi verbi Dare gola, Avere gola, Fare gola. –
Esempio: Dant. Parad. 3: Ma sì com'egli avvien, se un cibo sazia, E d'un altro rimane ancor la gola, Che quel si chiere e di quel si ringrazia.
Esempio: E Rim. 146: Canzon, vattene dritto a quella donna Che m'ha ferito il core, e che m'invola Quello ond'io ho più gola.
Esempio: Bocc. Rim. 131: E trascorrendo agli occhi miei s'imbola La vista della tua chiara bellezza, Che sol di sè ogn'or più mi dà gola.
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 10: Fia [una fanciulla], per quanto n'han mosso parola, Da Bireno al fratel per moglie data. Ma, a dire il vero, esso v'avea la gola; Chè vivanda era troppo delicata: E riputato avria cortesia sciocca, Per darla altrui levarsela di bocca (qui in locuz. figur.).
Esempio: Cas. Pros. 2, 28: Come chi bee non per sete, ma per gola del vino.
Esempio: Ambr. Furt. 3, 1: Per la gola di quelle tre pezze, e di quei vinticinque scudi d'oro, gli parse mill'anni, ec.
Esempio: Red. Lett. 2, 30: Io lo leggerò (un libro) con grandissima avidità.... Il signor Iacopo del Lapo me ne ha fatto grandissima gola e me ne ha grandissimamente invogliato, avendomene data una relazione pienissima, ec.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 248: Quel fondo di religione o di superstizione, che tutta la fina politica di questo re non arrivò mai a sbarbicargli dal cuore, rinforzato dalla gola di guarire e di vivere,... potè ec.
Esempio: E Magal. Lett. scient. 234: E in modo anche più particolare alle droghe e agli odori, su' quali, come cose di prezzo, cade più facilmente ne' venditori la gola del moltiplicargli.
Definiz: § VIII. Trovasi usato assolutam. per Cupidigia, Passione, e simili. –
Esempio: Bonich. Bind. Rim. B. 14: Molta in omin bontate È del tutto anullata Per la gente cecata Dalla pessima gola d'avarizia.
Definiz: § IX. Gola, per similit., dicesi del Condotto dell'acquaio, del camino, e simili. –
Esempio: Bellinc. Rim. F. 2, 59: Per la gola s'impicchino e' cammini (qui scherzevolmente in doppio senso).
Esempio: Martin. F. Tratt. Archit. 165: Le gole [dei camini] in tre modi si possono fare; il primo, facendo la gola semplice e retta, ma questa avvertenza è da avere che essa sia nella grossezza del muro locata, possendo questa compatirlo; il secondo, facciasi la gola con un tondo buco largo in diametro piedi uno, il quale entri in un'ampia concavità larga piedi tre, di poi alla grossezza della gola si riduca; il terzo ec.
Esempio: E Martin. F. Tratt. Archit. appr.: In altro modo si può fare non meno buono dei detti, facendo insieme tre gole volte da capo in triangolo, acciocchè offendendo un vento possa senza impedimento escire il fumo per la gola opposita al vento regnante.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 34: Bisogna collocare le gole de' cammini lontane da ogni sorte di legnami, acciò non s'accendessero, o per alcuna scintilla, o per infiammazione, le travi, o i correnti che gli fussero appresso.
Esempio: E Bart. C. Archit. Albert. 57: Io non baderò qui a raccontare come e' bisogni adattare la gola della fornace, e la volticciuola, e la bocca, e più a dentro la sedia del fuoco, acciò che ec.
Esempio: E Bart. C. Archit. Albert. 397: Nel mezo della gola del cammino da lato di sopra, bisogna che vi sia una porticciuola a traverso di ferro, a la quale, poi che se ne sarà ito tutto il fumo, e che la brace bene accesa arà cominciata a covare sè stessa, tu dia la volta, e chiuggali la gola.
Esempio: Adr. G. B. Stor. 29: Trovarono in una gola di cammino ascoso il Proposto figliuol di Francesco, e l'uccisero.
Esempio: Soder. Agric. 160: Non sian [i cammini] molestati da venti, nè escano in bocca troppo fuor del diritto del muro; abbian la gola grande e larga da destra in sinistra, e diritta a piombo, ec.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 27, 1: La strada dove va esso fumo ch'è a guisa di tromba, dicesi gola del cammino.
Esempio: Bellin. Disc. Anat. 1, 64: Fumante per quanto tempo voi voleste d'un continuo fumo, non meno che una gola di cammino, quando arde il fuoco nel focolare.
Esempio: Targ. Viagg. 9, 108: Il più importante della sala è un vasto cammino, con gola amplissima a padiglione.
Definiz: § X. E detto di pozzi, vale Quella parte di essi mitrata, di forma rotonda o quadra, la quale va dalla bocca sino alla cavità ove l'acqua è raccolta, e per la quale l'acqua stessa si attinge. –
Esempio: Buonarr. Cical. III, 1, 41: Eranvi i fiaschi dell'arte vinaria, e quelli dell'archibuso;... le gole di alcuni animali, e quelle de' pozzi; gli uovoli funghi, e gli uovoli delle cornici.
Definiz: § XI. Pure per similit., Quella parte di vaso, o simile, nella quale esso si ristringe, e che è vicina all'apertura o bocca del medesimo. –
Esempio: Cellin. Pros. 133: Così ti verrà ristretto [l'orlo] di quella sorte che tu vorrai che sia la gola del tuo vaso. Avendo condotto la detta gola del vaso in nel modo stretta che ti mostri il modello che tu arai fatto, ec.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 10, 263: Fece dunque il Tribolo.... la detta tazza, facendole intorno un ballo di puttini posti nella gola, che è appresso al labbro della tazza.
Definiz: § XII. E per Quella parte del cannone che confina con la gioia o rinforzo della bocca di esso. –
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 1, 256: Con tal ordine si troveranno tutte le misure particolari di tutti gli altri membri (del pezzo d'artiglieria); come della gola, degli orecchioni, della culatta ec.
Esempio: E Galil. Op. fis. mat. 1, 258: Per trovare.... la grossezza del pezzo reale nella gola, prenderai tal grossezza dal piccolo modello, ed applicala trasversalmente alli punti 44 delle linee aritmetiche, prendendo poi pur trasversalmente la distanza fra li punti 250, che sarà la grossezza della gola dell'artiglieria grande.
Definiz: § XIII. E per la Parte più stretta della cannoniera, la quale è vicina alla bocca. –
Esempio: Lorin. Fortif. 44: Il seguente [fianco del baluardo] sarà il più reale, fatto con due merloni e tre cannoniere,... e la prima con la dirittura de' due lati IE deve scoprire l'angolo della contrascarpa, e l'altra MD tutta la cortina, sì che la gola di mezo S venga al più due piedi larga.
Esempio: Tens. Fortif. 1, 35: La forma della cannoniera K è migliore della I, e la forma della L è migliore della K:... la forma della K è buona per le batterie in campagna, facendosi questa di sola terra e fasci; la quale deve essere larga due piedi e mezo nella gola, e da sei in sette nella bocca verso la campagna, e tre piedi alta dalla parte di dentro.
Definiz: § XIV. E per l'Apertura per la quale si ha l'adito ad un bastione, ad un baluardo, ad un ridotto, od altra simile fortificazione. –
Esempio: Lorin. Fortif. 9: Piglisi dalla scala la lunghezza di passi trenta, overo braccia novanta, e fermisi la punta del compasso sopra l'angolo L, e con l'altra da ogni parte si notino i punti GH, che sarà la larghezza della gola del baluardo, overo il suo angolo interiore.
Esempio: E Lorin. Fortif. 15: Per fuggire anco l'acutezza de' baluardi, si potria restringere la sua gola e farla di passi 40 almanco, e fare li fianchi con una sol piazza.
Esempio: Tens. Fortif. 1, 28: La gola altro non è, che quella parte per la quale s'ascende al balloardo; nel formar della quale diversi e cattivi effetti possono incontrare. Imperciochè se troppo stretta sarà, ec.
Esempio: Davil. Guerr. civ. V. 2, 235: Ed arebbono [quei di dentro] destrutto tutto il lavoro, se il colonnello Villem, opponendo sè medesimo con pochi compagni alla gola del primo ridotto, non avesse sostenuto lungamente l'impeto de' nemici.
Esempio: Bart. D. As. 3, 53: Dieci gran baluardi non commessi, come oggidì nelle nostre fortezze, con ali di cortina fra mezzo; ma svelti e isolati, se non quanto certi ponti rotti e congiunti con levatoi, vanno a communicare il passo dalla gola dell'uno a quella dell'altro.
Esempio: Segner. Guerr. Fiandr. volg. 133: Piantati contro a un lato del ponte quattro cannoni, e quattro contro all'altro, non lungi dalla bocca del fosso, si cominciò ad impedire il passaggio sopra del ponte, o come dicono, della gola del rivellino; ed ad abbattere i merli di quelle torri che guardavan la porta.
Esempio: E Segner. Guerr. Fiandr. volg. 219: Ne furon cacciati, come esposti all'artiglierie, le quali dalla gola del rivellino sparavansi da' nemici, che per l'istessa gola venivano dalla città, copiosi di numero e freschi di forze.
Esempio: E Segner. Guerr. Fiandr. volg. appr.: Quindi si cominciò con quattro cannoni a batter la gola, di cui già tagliata una parte, i nemici temendo che, tolto il passo, non restassero abbandonati ed oppressi, si ritiraron nella città, lasciando il rivellino libero a' regj.
Definiz: § XV. Detto di monti, pendici, o simili, usasi per Passo, Valico, piuttosto stretto, fra l'uno e l'altro, o attraverso ad una catena di essi. –
Esempio: Soder. Agric. 71: Il tifone o turbine istesso molte volte si fa per due contrarj venti che obliquamente spirano, e ne' luoghi angusti (come sono le gole de' monti o vie ristrette) si scuopre ed incrudelisce.
Esempio: Bart. D. Giapp. 4, 284: Prendendo lunghissimi circuiti per attraverso balze e torrenti, a fin di trasviarsi e cansar dalle gelosissime guardie che a certe gole di monti, per dove s'entra d'una provincia in un'altra, si fanno.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 673: Parlò egli con franchezza da chi sappia di aver per sè la ragione, scusando la renitenza da lui fatta in quelle gole di monti, con la legge fatta a loro da' Messicani.
Esempio: Magal. Lett. 66: A piè del monte Cassio, dov'è l'accesso più arduo della villa per una gola strettissima di due pendici.
Esempio: Giord. Op. 2, 329: Ordinato frattanto al capitano di Camaiore che, per le gole del monte Chiesa e la schiena della montagna pisana, venisse co' suoi, e insieme si unissero.
Definiz: § XVI. E poeticam., per Luogo angusto e profondo; ed altresì per Angusta apertura. –
Esempio: Dant. Inf. 24: Perch'ei rispose: I' piovvi di Toscana, Poco tempo è, in questa gola fera.
Esempio: E Dant. Inf. 26: Tal si movea ciascuna [delle fiamme] per la gola Del fosso, che nessuna mostra il furto, Ed ogni fiamma un peccatore invola.
Definiz: § XVII. Trovasi per Marno, o Braccio, di fiume. –
Esempio: Viagg. Terr. sant. 281: Fassi del detto fiume (del Nilo) due parti:... l'una parte è la parte detta, per la quale andammo, e mette in mare presso ad Alessandria a XVII miglia; l'altra parte del fiume va inverso Damiata.... È larga in testa la detta gola su per la marina circa da CXL miglia; e di sopra, dove il fiume si divide, è appuntata e istretta.
Definiz: § XVIII. Term. d'Architettura. Gola dicesi Un membro curvilineo, composto di due segmenti di cerchio annestati insieme inversamente; così chiamato per la somiglianza che tiene col gorgozzule dell'uomo, veduto di profilo. E dicesi Gola diritta, quando la figura di esso è concava nella parte superiore e convessa nella inferiore; e Gola rovescia, quando è il contrario. –
Esempio: Martin. F. Tratt. Archit. 212: Sopra a questo (all'astragalo) dipoi si loca la gola, ovvero sima, che debba essere un ottavo più alta che la detta corona di sotto.
Esempio: E Martin. F. Tratt. Archit. 213: Sopra alla corona dipoi si pone le gole, timpani e cimasj.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 227: Sopra le mensole si pone la fronte dell'opera, ciò è il gocciolatoio e la gola con lo intavolato: la quale contiene in sè quattro parti; e questa fronte è fatta d'una fascia d'una cimasa e d'una gola, perciochè la gola è una parte e mezo.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 5, 136: Fra l'aggetto del frontone della gola di sopra ed il dentello e uovolo sotto il gocciolatoio, fa braccia due e mezzo.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 74, 1: La gola, da alcuni detta intavolato ed onda, ed anche sima e scima, quasi cima e sommità, è un membro che da un aggetto tondo di sotto si riduce ad un incavato di sopra, a somiglianza della lettera S posta a rovescio così [esse rovesciata]; e questa dicesi gola diritta, ed anche da alcuni goletta, per la somiglianza che tiene col gorgozzule dell'uomo veduto in profilo. Usarono gli antichi d'intagliarla a foglie, ma oggi forse più per fuggire spesa, che per altro, non s'intaglia se non in legname. La gola si pone alcuna volta a rovescio; allora si dice onda o gola rovescia, o gola torta; e si descrive il suo profilo a somiglianza della lettera S posta diritto. Così Leon Batista Alberti.
Esempio: Maff. Anfit. 186: Per notizia intera e perfetta delle parti architettoniche..., non resta che di osservarle in grande con la misura de' membri, e co' lor abachi, listelli e gole ec.
Esempio: E Maff. Anfit. 190: Il capitello da cui si regge il più alto architrave, ha il doppio più di membri degli altri, con tondino e gola dritta fra due riverse. L'architrave poi è diviso in quattro parti, due piani, gola riversa e lista.
Esempio: Galian. B. Vitr. Comm. 135: Non è chiaro il sinuare che facevano gli antichi alle teste de' puntoni: io credo che voglia significare, che loro dessero un contorno, o sia garbo sinuoso, cioè a similitudine d'una gola dritta.
Esempio: E Galian. B. Vitr. Comm. 151: Onde se da ciò pare chiaro, che il cymatium lesbium sia la gola rovescia, sarà chiaro ancora, che il doricum sia la diritta.
Esempio: Memor. Bell. Art. 2, 92: La cornice del frontespizio, invece dei modiglioni, che sono nella cornice in piano, ha una sola gola ornata di foglie.
Definiz: § XIX. Si usò anche per Qualsivoglia incavo o incavatura; onde si applicò alla ratta e alle strie delle colonne, e si disse Gola concava la Scozia. –
Esempio: Martin. F. Tratt. Archit. 206: È da sapere che questo fuso (della colonna) ha in sè tre parti,... tre recinti circoli ovvero periferie, delle quali la inferiore si chiama contrattura, e questa comunemente si dice gola.
Esempio: E Galian. B. Vitr. Comm. 208: Il primo modo (di ornare le colonne attorte) è formando a vite, o circumvoluto, con diverse gole e strigie (strie) e altri ornamenti, secondo l'invenzione dell'artefice.
Esempio: E Galian. B. Vitr. Comm. 209: Questa altezza (delle basi delle colonne) si debba dividere in parti 28; e di queste, nove se ne deve dare al toro ovvero bastone da piedi, una al regolo ovvero trochilo, nove alla scozia ovvero concava gola, una all'altro trochilo.
Definiz: § XX. Gola d'acquaio, dicesi figuratam. e familiarm. di Chi trangugia qualsiasi cibo o vivanda, sia per ingordigia, sia per non sentir repugnanza a nulla.
Definiz: § XXI. Gola disabitata, vale scherzevolmente Gola di persona vorace, Gola che non si sazia mai, che riman sempre come se fosse vuota; e vale anche Grandissimo mangiatore: comunemente Corpo disabitato. –
Esempio: Ambr. Furt. 3, 10: Voi parlasti bene, a dire potendogli avere. Perchè e' fagiani, e le starne, da noi altri a pena si possan vedere, mercè della gola disabitata di questi gran barbassori.
Esempio: Lipp. Malm. 7, 92: Brunetto e le sue camerate Pagaron l'oste, il quale assai contese, Perchè le gole lor disabitate Gli eran parate care per le spese.
Esempio: Not. Malm. 2, 613: Gola disabitata. Latino gurges. Così diciamo di coloro che sempre mangiano, nè mai si veggono sazj.
Definiz: § XXII. Gola lastricata, pur figuratam. e familiarmente, dicesi di Persona che inghiottisca il cibo o la bevanda ancora brucente.
Definiz: § XXIII. Buio come in gola. –
V. Buio, § VIII.
Definiz: § XXIV. Col boccone in gola, usasi familiarmente in costrutto coi verbi Alzarsi col boccone in gola, Andarsene col boccone in gola, e simili; e dicesi di persona, che, appena mangiato, si leva da tavola in gran fretta e se ne va.
Definiz: § XXV. Osso in gola, o per la gola. –
V. Osso.
Definiz: § XXVI. A gola, o Infino a gola, o alla gola, vale Con tutto il corpo, o Per tutto il corpo, dai piedi sino alla gola; detto di persona immersa nell'acqua, od in altro liquido, o del liquido stesso. –
Esempio: Dant. Inf. 12: Poco più oltre il Centauro s'affisse Sovra una gente, che infino alla gola Parea che di quel bulicame uscisse.
Esempio: E Dant.Purg. 31: E dicea: Tiemmi, tiemmi. Tratto m'avea nel fiume infino a gola, E tirandosi me dietro, sen giva Sovr'esso l'acqua lieve come spola.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 11: S'afflisse in penitenzia in tal maniera, che vestito intrava nel fiume insino a gola, quando era il maggiore freddo.
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 5, 2: Restò [la barca] coperchio a chi da essa cadde Nell'acqua; ch'era sol profonda tanto, Ch'al maggior di persona dava a gola, Al minor sopra 'l mento.
Definiz: § XXVII. A gola, o Infino a gola, posto avverbialmente, e in costrutto con Empire, Pieno, e simili, vale In modo da non entrarne più nello stomaco, Eccessivamente. E usasi comunemente in senso figurato, per In modo non più comportabile, Da non poterne più. –
Esempio: Baldov. Comp. dram. 51: Almanco una parola. C. Son pieno insino a gola; Non ne vo' più. F. Guardate! e' non si puole Dirvi la sua ragione? C. No.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 4, 174: E non senza ragione si fugge e teme del fatto tuo, vedendoti a bere largamente acqua, ed empierti a gola di essa.
Esempio: Pindem. Poes. 293: Dunque per amor tuo s'empierà a gola; Onde poi, nello stomaco sdegnato Volvendo a stento l'indigesto cibo, Ti maledica ec.
Definiz: § XXVIII. A gola aperta, coi verbi Stare a gola aperta, Essere a gola aperta, e simili, dicesi di chi non smetta mai di parlare; e più specialmente di chi non cessi mai di gridare, rimproverare altri, altercare, e simili.
Definiz: § XXIX. A gola spalancata, posto avverbialmente, vale Con ardente desiderio, Con gran bramosia. –
Esempio: Salvin. Disc. 1, 253: Una.... concubina d'un re sedere a man ritta accanto al re, torgli il diadema dal capo, e porselo sulla sua testa.... E così a gola spalancata l'effeminato re la vagheggiava; e se ella gli faceva bocca da ridere, al suo riso rideva anch'egli, ec.
Definiz: § XXX. A piena gola, costruito col verbo Bevere a piena gola, vale Empiendosi la gola di quella bevanda, Tracannandone gran quantità. –
Esempio: Benciv. Esp. Patern. volg. 69: Un giorno sì ebbe grande abbominazione del malato a cui elli lavava suoi piedi; ed elli immantanente contra suo cuore bevè quella cotale acqua della lavatura a piena gola.
Definiz: § XXXI. E in costrutto col verbo Gridare a piena gola, o simili, vale Quanto più forte uno possa.
Definiz: § XXXII. Avere altrui un calcio in gola. –
V. Calcio, § XI.
Definiz: § XXXIII. Aver faccende a gola, vale familiarmente e scherzevolmente Essere intento a mangiare, a empirsi la gola, con ingordigia e precipitazione; od anche semplicemente per Essere a tavola. –
Esempio: Not. Malm. 1, 185: Aver faccende a gola, dichiamo a uno che s'affolla a mangiare.
Definiz: § XXXIV. Aver faccende, o le faccende, alla gola, vale comunemente Essere molto affaccendato, Essere occupatissimo.
Definiz: § XXXV. Avere il capestro nella gola, vale Esser minacciato da gravissimo pericolo, Correr gravissimo pericolo, e propriamente della vita; e Avere il capestro, o altro simile, nella gola ad alcuno, vale Disporne a suo talento, Averlo in propria balía, Poterne fare quel che meglio piaccia. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 19: Via il lasciasse andare; perciò che, infino che in Firenze non fosse, sempre gli parrebbe il capestro aver nella gola.
Esempio: Car. Arist. Rett. 230: Cefisodoto, sdegnandosi che Carete faceva una gran fretta di render conto de la guerra olintiaca, disse che si studiava che li fusse riveduto allora, perchè avea la capezza ne la gola al popolo.
Definiz: § XXXVI. Avere il corpo a gola, Essere col corpo a gola. –
V. Corpo, § C.
Definiz: § XXXVII. Avere l'acqua alla gola, o Avere il coltello alla gola, vale Essere costretto da gravissima e urgente necessità a fare checchessia, anche con proprio danno. –
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 2, 73: Vegghino che io non sono per abbandonarmi, nè per mancare di amici, fra i quali voglio connumerare le loro Signorie, quando si faccino intendere presto; il che quando le non facciano ora, sono per porle da parte: e se io avessi l'acqua alla gola, non ragionerei mai più d'amicizia.
Esempio: Davil. Guerr. civ. V. 2, 143: Replicò prontamente, ch'egli sapeva molto bene, che la plebe di Parigi aveva il coltello alla gola; e che con tutto che si palliasse il concetto dell'ambasciata, erano però venuti i deputati per trovare rimedio all'estremità dello stato nel quale eran ridotti.
Definiz: § XXXVIII. Essere nell'acqua fino alla gola, Stare nell'acqua fino alla gola, Trovarsi, nell'acqua fino alla gola, vale Essere in un grandissimo travaglio o pericolo. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 50: Pur tra quei boschi il ritrovarsi sola, Le fa pensar di tor costui per guida; Chè chi ne l'acqua sta fin alla gola, Ben è ostinato se mercè non grida.
Definiz: § XXXIX. Essere a gola, Trovarsi, e simili, a gola, in checchessia, vale Aver grandissima quantità, copia, di quello: ed altresì, Goderne pienamente. –
Esempio: Firenz. Pros. 1, 57: Non mi par dovere, che così ad un tratto si stracci l'amicizia nostra, e che essendo nella povertà vivuti sempre insieme, or che noi siamo nell'oro a gola, che a un tratto ci partiamo.
Esempio: Dav. Tac. 1, 349: Non pensato a nulla, come fossono nella pace a gola, moltitudine di barbari gli circondò.
Definiz: § XL. E riferito a cosa spiacevole, come sventure, malattie, debiti, e simili, vale Esserne grandemente tribolato, Averne in misura eccessiva; e riferito a pericoli, Esserne minacciato gravemente e da ogni parte. –
Esempio: Albizz. R. Commiss. 1, 370: Nè abbiamo schifato, per questo fare, fra gli altri pericoli, ancora quello della moría; la quale gli altri fugano cento miglia, per campar la pelle, e noi continuamente siamo stati in essa a gola.
Esempio: Lipp. Malm. 4, 42: Quand'io più credo a gola esser ne' guai, Ecco al mio cuore ogni travaglio estinto.
Esempio: Not. Malm. 1, 365: A gola esser ne' guai. Essere immerso nelle disgrazie.
Definiz: § XLI. E riferito a piaceri, vale Averne, Goderne, in larga misura, in gran copia: e riferito pure a piaceri o a vizj, vale Darvisi, Abbandonarvisi, sfrenatamente. –
Esempio: Lipp. Malm. 2, 44: Ed ei nelle dolcezze infino a gola, Ben pasciuto, servito, e ringraziato, Rimase quivi a godere il papato.
Esempio: Not. Malm. 1, 184: Ed ei nelle dolcezze infino a gola. Immerso ne' piaceri, e ne' gusti.
Definiz: § XLII. Essere alla gola ad alcuno, vale Esser per assalirlo, per dargli addosso, o simili; Essergli sopra, Essergli addosso. –
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 105: Il Zamorino, se bene i suoi oratori erano tornati dal Soldano con liete promesse, nondimeno, perchè i Portoghesi gli erano quasi alla gola, dubitando che i soccorsi d'Egitto non fossero tardi,... fabbricò con grande studio un'armata, la maggiore che mai prima avesse fatta.
Definiz: § XLIII. Far gola, vale Suscitare vivo appetito, gran voglia, brama, di sè, Essere grandemente appetito, desiderato: detto propriamente di cibi o bevande; e figuratam., di checchessia. –
Esempio: Varch. Sen. Benef. 178: Se io avessi me medesimo voluto piaggiare, doveva fare che questa opera andasse crescendo a poco a poco, e riserbare quella parte al da sezzo, la quale a ciascuno, ancora che satollo, potesse far gola.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 217: E forse che non aveva io pensato di chiederle tanti e sì curiosi libri nuovi, i quali qua non arrivan mai, e mi fanno gola assaissimo!
Esempio: Red. Lett. M. 58: È venuto di Parigi un nuovo Lessico geografico.... Questo fa gola a VS.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 132: In Plinio ancora mi hanno fatto gola molti bellissimi passi.
Esempio: Crudel. Rim. 119: Addosso avrai tutta l'antica scuola De' filosofi greci; il grand'Omero, Il grand'Omero sol non ti fa gola?
Esempio: Giust. Vers. 22: Dal turbante invocato e dalla stola Siete del pari; ai santi, ai birichini, Ai birri smessi quondam Giacobini Voi fate gola.
Definiz: § XLIV. Gonfiarsi ad alcuno la gola, o Gonfiare, ad alcuno la gola. –
V. Gonfiare.
Definiz: § XLV. Gridare con quanto fiato uno ha in gola, Gridare quanto se n'ha nella gola, o quanto esce della gola, e simili, vale Gridare più fortemente che uno può, Gridare a più non posso. –
Esempio: Firenz. Pros. 2, 70: Se ne salse sul tetto della sua casetta, e d'indi gridando quanto mai della gola gli usciva, e chiamando i vicini tutti per nome, e ricordando loro il ben pubblico, diceva che in casa sua era appiccato il fuoco.
Esempio: Dav. Tac. 1, 198: Menato a morire, gridava quanto n'aveva nella gola, benchè imbavagliato: Così si celebra capo d'anno: queste vittime s'ammazano a Seiano.
Definiz: § XLVI. Impiccare per la gola, Appiccare per la gola, Appendere per la gola, ed anche Impendere, per la gola, vale Far morire di capestro, Impiccare; e Impiccarsi per la gola, o Appiccarsi, per la gola, vale Uccidersi mediante un laccio stretto al collo, Impiccarsi. –
Esempio: Nov. ant. B. 57: Guardava un cavaliere impenduto per la gola.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 226: Venne in tanta tristizia, ch'ella s'impiccò per la gola, e moríe.
Esempio: Vill. M. 516: Presone nel numero CXX, per vendetta del misfatto, gli fece appendere per la gola.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 16: Parecchie tratte delle buone gli fece dare, con animo di fargli confessare ciò che coloro dicevano, per farlo poi appiccare per la gola.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 52: E minacciandolo di farlo impiccar per la gola, o fargli dar bando delle forche di Siena, montò a cavallo.
Esempio: E Bocc. Laber. 159: Assai apertamente conoscer dèi, niuna cosa poter fare che più le piaccia, che lo impiccarti per la gola il più tosto che tu puoi.
Esempio: Pulc. L. Morg. 11, 17: Se t'ha smentito, impiccal per la gola.
Esempio: Ar. Orl. fur. 27, 91: Io voglio questo ladro tuo vassallo Con le mie mani impender per la gola.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 172: E avvoltasi una fune intorno al collo, si voleva appiccar per la gola.
Esempio: Varch. Stor. 2, 116: Iacopo Marzuppini.... era tanto parziale della libertà d'Arezzo, ch'egli, passando.... un del contado di Firenze, voleva a ogni modo farlo a onta e dispetto de' Fiorentini rinnegare marzocco, e gridare cavallo, cavallo; ma colui, chiunque egli si fosse, stette a patti di lasciarsi più tosto impiccare per la gola, che di volerlo contentare.
Definiz: § XLVII. Mentire per la gola, o Mentirsene, per la gola, vale Mentire sfacciatamente e pertinacemente, e contro la evidente verità delle cose. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 16: Signor mio, essi mentono tutti per la gola: e che io dica il vero, questa pruova ve ne posso dare, che ec.
Esempio: Rinucc. F. Ricord. 256: Lui mi rispose più d'una volta: Tu menti per la gola.
Esempio: Pulc. L. Morg. 9, 25: Disse Rinaldo: Bestial Saracino, Sia chi tu vuoi, che per la gola menti, Chè mai Rinaldo non fe' tradimenti.
Esempio: Bern. Orl. 32, 50: La bocca si percosse con la mano,... ed a sè disse: Cavalier villano Taci, chè te ne menti per la gola.
Esempio: Cellin. Vit. 231: E che se più e' mi diceva o lui o altri tali ingiuste parole, io direi che ognuno che tal cosa dicessi se ne mentirebbe per la gola.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 364: Ma ben dicoti..... Che chi ti avesse detto, che mancatoti Abbia in conto veruno, are' mentitosi E mente per la gola.
Esempio: Grazz. Pros. 47: Tu menti per la gola, soggiunse la Mea.
Esempio: Tasson. Secch. rap. 11, 60: Per la gola te ne menti, Romaneschetto, furbacciotto, spia.
Definiz: § XLVIII. E Mentire per la gola alcuno o ad alcuno, o Smentire, per la gola alcuno, o ad alcuno, vale Dichiarare con forza che egli mentisce, Smentirlo oltraggiosamente, Tacciarlo di mentitore. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 11, 14: Per la gola ognidì m'ha a smentire.
Esempio: Bern. Orl. 29, 40: Ma la donzella, da quell'alto pino, Piangnendo per la gola lo mentia, Dicendogli ch'egli era un malandrino, ec.
Esempio: Varch. Stor. 1, 285: Avendo detto al capitano Giovanni da Colle, ch'egli, stando egli seco, gli poteva comandare, fu da lui, messa la mano alla spada, per la gola mentito.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 464: Che cosa è quella, quando qui messere Lamberto chiede al cassiere i danari Per pagare il cavallo, dirgli e tristo E gaglioffo e furfante, e poi smentirlo Per la gola a pien popolo?
Definiz: § XLIX. E riferito a cosa, vale Affermare pertinacemente che non è vera. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 334: La vecchia lo negava? M. Come diavolo! E lo mentiva per la gola.
Definiz: § L. Trovasi anche per Dir di no risolutamente, Non consentire in nessun modo a cosa che alcuno ci richieda. –
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 115: Volevo far che mi desse licenza, Lasciandomi per bestia a casa; ed egli Mi smentì per la gola in mia presenza, E disse: Pigliati un de i miei cappegli, Mettiti una casacca alla turchesca, ec.
Definiz: § LI. Mettere il piè in sulla gola ad alcuno, vale Sopraffarlo ingiustamente con violenza, e con offesa de' suoi diritti e ragioni. –
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 302: Sendo quel giudice vostro amico, avvertitelo che l'ha a fare con una persona tale, che, se non li è messo un po' di freno alle sua ragione, si usurperà ogni cosa con tale empito, che questa povera donna si sbigottisce. Vedete di fare più moderare la cosa che voi potete; acciò e' non li abbi a mettere il piè in sulla gola.
Definiz: § LII. Mettere il coltello alla gola ad alcuno, o Porre, il coltello alla gola ad alcuno, vale Costringerlo, Forzarlo, a fare una cosa, togliendogli ogni modo di fare altrimenti. –
Esempio: Capp. G. Ricord. 94 t.: Ogni signore, per piccolo che sia, a voi vicino, vi è nimico..... E però guardatevi da ogni impresa, perchè e' vi porrebbono il coltello alla gola, e farebbono di voi mercato e de' fatti vostri.
Esempio: Rep. Fir. Diec. Bal. 1, 68: E però non vuole Sua Magnificenzia farsi innanzi al Re per via diretta o indiretta a richiederlo di cosa alcuna; nè per la vociferazione e suspetto di Francia metterli il coltello alla gola.
Definiz: § LIII. Mettersi ogni cosa giù per la gola, Cacciarsi gni cosa giù per la gola, Ficcarsi, e simili, ogni cosa giù per la gola, vale Spendere tutto il suo in saziare l'appetito della gola, Profondere nella crapula le proprie sostanze. –
Esempio: Domin. Gov. Fam. 120: I quali non potendo tutto hanno gittar giù per la gola, si dilatano in superflui edificj, ec.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 13: In un tempo regna sfrenatamente la lussuria,... in un altro la pazzia di far gran pasti, e mettersi ogni cosa giù per la gola.
Esempio: Lipp. Malm. 3, 44: La segue Piaccianteo suo servo ed aio, Che in gola tutto quanto il suo si caccia.... Già misurò le doppie collo staio: Finita poi che fu quella bonaccia, ec.
Definiz: § LIV. Parlare in gola, o Parlarsi, in gola, vale Barbugliare; e in senso figurato, Esprimere il proprio pensiero confusamente e avviluppandosi. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 47: Parla forte; tu vuoi sempre Parlarti in gola.
Esempio: Fag. Rim. 3, 297: E qui non si dee no parlare in gola, Ma chiaramente.
Definiz: § LV. Prendere alcuno per la gola, vale figuratam., Indurlo quasi per forza a fare checchessia.
Definiz: § LVI. Ricacciare altrui una parola, un'ingiuria in gola, Rimettere, e simili, altrui una parola, un'ingiuria, e simili, in gola, vale Respingere con forza cosa offensiva dettaci da altri, e far sì che quegli abbia a pentirsi, a dolersi, a vergognarsi, d'averla detta.
Definiz: § LVII. Ricacciarsi una cosa in gola, o Rimettersi, una cosa in gola, che anche dicesi Ricacciarsi una cosa in bocca o fra' denti Rimettersi una cosa in bocca o fra' denti, vale Non seguitare a dirla, ma cercare anzi con altre parole di ricoprire il già detto. –
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 1, 778: L'altro per avventura pensando che il Sanfelice l'avesse distintamente ascoltato, e recandosi a vergogna il mostrare di rimettersi in gola, quasi per viltà d'animo, ciò che avea profferito di lui quando credea che nol sentisse, con greca prontezza replicò.
Definiz: § LVIII. Serrare la gola ad alcuno, vale figuratam., Costringerlo a tacere, Obbligarlo al silenzio. –
Esempio: Tocc. Lett. 112: Ma eccovene un altro de' dilemmi, che vi serra la gola.
Definiz: § LIX. Stringer la gola ad alcuno, vale figuratam. Impedirgli di parlare, Far sì che non parli. –
Esempio: S. Antonin. Lett. 179: Guàrdati sempre che la vergogna non t'inganni e stringa la gola a confessare interamente ogni tuo peccato.
Definiz: § LX. Tenere alcuna cosa in gola, Avere, o simili, alcuna cosa in gola, vale Astenersi forzatamente, o Essere impedito, dal dire senza riguardo o ritegno ciò che vorremmo, dal palesare l'animo proprio, e simili. –
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 71: Là sciolto almen da tutti gl'imbarazzi,... Tutte le cose che ho racchiuse in gola Liberamente potrò fare uscire.
Definiz: § LXI. Tirare uno per la gola; vale Avere uno alle sue voglie, per lo mangiare. –
Crusc. Vocab. III.
Definiz: § LXII. Tornare a gola, o Ritornare, a gola, dicesi del cibo non ben digerito, e il cui sapore perciò si faccia sentire disgustosamente al palato.
Definiz: § LXIII. E figuratam., dicesi di cosa, il cui godimento ci sia poi amareggiato, e dataci cagione di pentircene, dolercene, vergognarcene, e simili. –
Esempio: Giust. Vers. 177: Eccoci qui, con tutto il nostro amore, Piccosi, puntigliosi, stravaganti, Sempre e poi sempre in preda al mal umore, Senza contare una carezza sola Che o presto o tardi non ci torni a gola.
Definiz: § LXIV. Tornare, o Ritornare, una parola in gola ad alcuno, vale Aver questi cagione di dolersi, pentirsi, vergognarsi, o simili, d'averla detta. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 11: Eh giurabbacco! simile parola, Vi ha da tornare tante volte in gola.
Definiz: § LXV. Ne ammazza più la gola che la spada, o Ne uccide, o simili, più la gola che la spada; ed anche si disse, Ne ammazza più la gola che il coltello Ne uccide più la gola che il coltello: proverbio usato a denotare i gravissimi danni che produce l'intemperanza nel mangiare e bere. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 420: Ma noi abbiamo Trovato che il greco e malvagia Ci piacciono, e pappiàn per sette poveri, E beviamo per dodici ammalati.... E così ce n'andiamo a maravalle Presto presto, e si fa vero il proverbio Oggi in Firenze: che e' n'ammazza più La gola che 'l coltello.
Definiz: § LXVI. Stringi gola, e passa ora; si disse proverbialmente a significare: Non esser necessario far grandi sciali anche nelle occasioni solenni; giacchè la più grande solennità è un giorno che passa come tutti gli altri. –
Esempio: Gell. Sport. 4, 4: Io ho tolto due paia di colombelle ed un po' di misalta, e questi due mazzolini di fiori per gli sposi. Faremo il meglio che si potrà. Stringi gola e passa ora. Io so che 'l mio genero anche egli non va drieto a pompe: ed io non vo' spendere in una sera ciò che i' ho, ec.