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Dizion. 2° Ed. .
NE
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pag.539
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NE.
Definiz: | Avverbio di negazione, e vale NON, O, e NON: e, quando è tale, si pronunzia con l'e aperto. Lat.
nec, neque, |
Esempio: | Boccac. Introd. n. 43. Ne prima esse agli occhj corsero di costoro, che,
ec. |
Esempio: | E Bocc. num. 46. Ne oltre a due picciole miglia si dilungaron
da essa. |
Esempio: | Petrar. Son. 6. Ne mi vale spronarlo, o dargli volta. |
Definiz: | Raddoppiasi ancora ne più, ne meno, come facevano i latini la nec, o la
neque, così ne' nomi, come ne' verbi. |
Esempio: | Boccac. nov. 98. 28. Perciocchè dal vero, ne nell'una, ne nell'altra non intendo
partirmi. |
Esempio: | E Bocc. num. 37. Io non cercai ne con vergogna, ne con fraude
d'imporre alcuna macula all'onestà, e alla chiarezza del vostro sangue. |
Esempio: | Dan. Inf. 25. Ne l'un, ne l'altro già parea quel ch'era. |
Esempio: | Petrar. Son. 19. Ne sà star sol, ne gire ov'altri il chiama. |
Definiz: | ¶ Talora si replica più fiate. |
Esempio: | Bocc. nov. 1. 17. Che huomo è costui, il quale ne vecchiezza, ne infermità, ne
paura di morte, alla qual si vede vicino, ne ancora di Dio, dinanzi al giudicio del quale, ec. |
Esempio: | Petrar. Son. 30. Orso e' non furon mai fiumi, ne stagni, ne Mare ov'ogni rivo si
disgombra, Ne di muro, o di poggio, o di ramo ombra, Ne nebbia, che 'l Sol cuopra, e 'l mondo bagni, Ne altro
impedimento, ec. |
Definiz: | ¶ Talora è congiunzion disgiuntiva, o più tosto suddisgiuntiva, O, O VERO, O VERAMENTE. Latin.
aut, vel, sive. |
Esempio: | Petrar. canz. 40. 7. Anzi la voce al mio nome rischiari, Se gli occhi suoi ti fur
dolci, ne cari. |
Esempio: | E Petr. Son. 44. Prima ch'io truovi in ciò pace, ne tregua.
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Esempio: | E Petr. Son. 296. Onde quanto di lei parlai, ne scrissi.
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Definiz: | ¶ Innanzi alla congiunzione, ANCORA, è usata da noi nello stesso modo, che innanzi al quidem latino. |
Definiz: | ¶ L'usiamo eziandio davanti alla parola, VERO, per avverbio, che dimandi, e quasi si ricerchi testimonianza dal
domandato, in confermazion del suo detto, e allato scriverle l'apostrofo, in cambio dell'E' per egli, che vi manca: va
pronunziato dolcemente, sì come quando serve per proposizione, e articolo, come, ne' quali, cioè. |
Esempio: | Esempio del Compilatore Il tale è galant'huomo, ne' vero?
Io gliele dissi a colui, ne' vero, cioè. Non è e' vero, che 'l tale è un galant'huomo? Non è e' vero, ch'io
gliele dissi a colui? |
Definiz: | ¶ Talora si mette in vece della proposizione IN, quando le segue appresso l'articolo, così masculino, come
femminino, e così del numero del meno, come del più, e pronunziasi con l'E stretta: e quando subentra in tal luogo, si
congiugne sempre con l'articolo, perciocchè la NE, come proposizione, per se sola, in questa lingua non si ritrova, e
entra nel favellare in vece della IN, perchè la IN non si congiugne con articoli, se non con istroppio della pronunzia,
ancorchè da alcuni sia stato tal volta, per necessità, usato nel verso: e dicesi: nella, nelle, nello,
nelli: composti da IN e dall'articolo, come in il, in lo, in la, in le, in li, e se le raddoppia la consonante,
faccendone tutta una parola, e dell'articolo e d'essa, forse a distinzione della negativa, che abbia anch'ella avanti
l'articolo, ma non si congiunga con esso lei, come, |
Esempio: | Boccac. novel. 64. 4. Tanto di fidanza nella costui ebbrezza prese. |
Esempio: | E Bocc. num. 9. La pietra, giugnendo nell'acqua, fece un
grandissimo romore. |
Esempio: | E Bocc. novell. 10. 9. Che so io, Madonna, se nell'eleggere
degli amanti, voi vi faceste il simigliante? |
Esempio: | E Bocc. Introd. n. 27. La mattina desinarono co' lor
parenti, ec. poi la sera vegnente appresso, cenarono nell'altro Mondo, ec. |
Definiz: | ¶ E quando a NELLO seguita appresso parola, che cominci da consonante, si tronca, e lievaglisi il lo, e dicesi in
cambio di nello, nel. |
Esempio: | Dan. Purgat. cant. 2. Per li grossi vapor Marte rosseggia Giù nel Ponente.
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Esempio: | Bocc. novell. 64. 8. Nelquale poi essendo trovata morta, ec. |
Esempio: | ¶ E Bocc. Introd. n. 21. Nelle lor case, nelle lor vicinanze
standosi. |
Esempio: | E Bocc. num. 25. Nelli lor costumi, come i Cittadini divenuti
lascivi. |
Definiz: | ¶ E a NELLI, seguitando l'uso della pronunzia, si muta la prima l. in g. ancorchè gli antichi non ci guardavano
molto, ma può credersi, che fosse per incostanza d'ortografía, e dicesi NEGLI, come: |
Esempio: | G. V. 6. 52. 1. Negli anni di Cristo 1256. sì cominciò nella Città d'Acri in Soría
la guerra. |
Definiz: | ¶ Quando ha avanti parola, che cominci da una consonante, o da due, che si liquefacciano, si scrive NE' con
l'apostrofo, come: |
Esempio: | Boccac. novell. 5. 2. La quale ne sappia ne' tempi opportuni dire alcuno.
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Definiz: | ¶ Quando comincia da parola di due consonanti, che non si liquefacciano, come spirti, stimoli, si mantien, NEGLI,
e simile da parola cominciante da tre consonanti, come, sproni, strabocchevoli, sdruccioli. |
Definiz: | ¶ E NE' pure in vece di, NELLI, usò il Bocc. per, CONTRA LI. |
Esempio: | Bocc. novell. 11. 14. Per avventura avendo alcuno odio ne' Fiorentini.
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Definiz: | ¶ Talora è particella riempitiva, e vaghissima proprietà di questo linguaggio. |
Esempio: | Boccac. Introd. nov. 44. Loro essere d'alcune, che quì ne sono, innamorati.
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Definiz: | ¶ Talora, ancorchè riempitiva, significa una certa proprietà, per colui che opera. |
Esempio: | Boccac. novell. 98. 37. Per tema, che a Roma menata non ne l'avessi. |
Esempio: | Dan. Purg. c. 5. Tu te ne porti di costui l'eterno. E anche in questi due
esempli, può significar, di quì [cioè tu porti di quì, tu meni di quì] |
Definiz: | ¶ Per avverbio di luogo assolutamente. Latin. illinc. |
Esempio: | Dan. Purgat. c. 1. A poco a poco un'altro a lui n'uscío [cioè di quel
luogo] |
Definiz: | ¶ In vece di NOI. Latin. nos. |
Esempio: | Dan. Purg. 23. Quando ne liberò con la sua vena. |
Esempio: | E Dan. Purg. cant. 4. E d'ogni parte ne stringea lo stremo.
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Definiz: | ¶ Per, a noi, in vece di CI, pronome. Lat. nobis. |
Esempio: | Dan. Purg. c. 2. Che lo salire omai ne parrà giuoco. |
Esempio: | Boc. Introd. n. 5. Senza alcuna vergogna viva, e duri, quanto a grado ne fia.
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Definiz: | ¶ Per DI segno del secondo caso, nel sentimento della cosa precedente, di che si parla. |
Esempio: | Boccac. nov. 21. 5. Le donne mi davan sì poco salaro, che io non ne poteva a pena
pagare i calzari [cioè di quel salaro] |
Esempio: | E Bocc. num. 6. Io mi credo, che noi ne avremmo buon servigio
[cioè di lui] |
Definiz: | ¶ In vece di Per questa cagione. |
Esempio: | Bocc. nov. 84. 2. Quantunque di molte altre cose male insieme si convenissero, in
uno, cioè, che amenduni li lor padri odiavano tanto si convenivano, che amici n'eran divenuti, e spesso n'usavano
insieme. |
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