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Dizion. 4° Ed. .
CHE.
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pag.635
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CHE.
Definiz: | Riceve la giunta della lettera D, formandosi CHED, allora che percuotendosi in alcuna vocale, si
voglia non isbattere l'E, ma pronunziarla, e crescere o per miglior suono, o per comodo del verso, la sillaba; maniera
forse più famigliare agli antichi autori, che agli scrittori moderni. |
Esempio: | Nov. ant. 100. 2. Sappi, ched io t'amo sopra tutte le persone del mondo.
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Esempio: | Amet. 19. Negli ornamenti ha sollecita cura, Ched ei non passin la ragion dovuta.
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Esempio: | Dant. Inf. 31. Quando un nuvol vada Sovr'essa sì, ched ella incontro penda.
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Esempio: | Franc. Barb. 104. 13. Netto parlar, e bello Rider, s'avvien, ched ello Far tel
convegna. |
Esempio: | E Franc. Barb. 371. 8. In questo punto, ched io morto sono.
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Esempio: | Gr. S. Gir. Quegli non ama unqua lo suo prossimo, come se medesimo, che delle
cose, ched egli ha, non gli dà parte. |
Esempio: | Rim. ant. M. Cin. 49. Se fia tostano Lo mio redire a far sì, ched io miri La
bella gioia, da cui son lontano. |
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