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1) Dizion. 5° Ed. .
E.
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E.
Definiz: Particella copulativa, che dinanzi a parola incominciante per vocale prende spesso il d a fine di evitare l'iato, e diviene Ed. Serve a congiungere o coordinare due termini congeneri del discorso, come due nomi, due verbi, due avverbj, oppure un adiettivo e un avverbio o maniera avverbiale, ed altresì due proposizioni, due membri del periodo, ed anche due periodi.
Dal lat. et. ‒
Esempio: Salv. Avvert. 1, 316: Che ed e non et si scrivesse da' nostri della migliore età, quando fuggir volevano lo 'ntoppo delle vocali, perciocchè pieni se ne veggiono i libri del tempo del Boccaccio, pochi esempli ne produrremo.
Esempio: Buomm. Lez. II, 5, 260: Questa particella e,... per fuggir lo 'ncontro delle vocali,... s'accresce talora d'un d.
Definiz: Congiuntiva fra due termini congeneri del discorso. ‒
Esempio: Dant. Inf. 1: L'ora del tempo, e la dolce stagione.
Esempio: E Dant. Inf. appr.: Ond'io per lo tuo me' penso e discerno.
Esempio: E Dant. Inf. 2: Donna mi chiamò beata e bella.
Esempio: E Dant. Purg. 8: L'altre poi dolcemente e devote Seguitar lei ec.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 11: Dee, secondo la divina giustizia, la pena per lo peccato essere eterna e sanza fine.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 169: Era in quella parte del giardino, dove Pasquino e la Simona andati se n'erano, un grandissimo e bel cesto di salvia.
Esempio: Mazz. Lett. 1, 43: Di lui ricordarvi spesso.... vi conforto e priego.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 7: Non così spesso, quando l'anche ha rotte, Dà le volte Tifeo, l'audace ed empio, Scotendo d'Ischia le valli e le grotte.
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 4, 326: Una di esse [lance] è piena e massiccia,... l'altra è incavata e vuota a guisa di una canna.
Esempio: Salvin. Disc. 1, 29: Queste prerogative sì alte ed illustri di così famose cittadi vengono abbassate ed oscurate non poco dalla taccia, ec.
Esempio: Leopard. Poes. 64: Poscia che.... cieco il tuono, Per l'atre nubi e le montagne errando, ec.
Definiz: Congiuntiva tra due proposizioni, o che ambedue siano esplicite o una di esse implicita, ed anche tra due membri del periodo. La quale particella ripetesi spesso innanzi a più proposizioni, unendole tra loro per semplice coordinazione. ‒
Esempio: Dant. Purg. 1: Così sparì; ed io su mi levai Sanza parlare, e tutto mi ritrassi Al Duca mio, e gli occhi a lui drizzai.
Esempio: E Dant. Purg. 5: Quivi perdei la vista, e la parola Nel nome di Maria finì, e quivi Caddi, e rimase la mia carne sola. E 6: Vieni, e vedi la pressura De' tuoi gentili, e cura lor magagne, E vedrai ec.
Esempio: Vellut. Cron. 3: Per una casellina sola, che era ivi presso, ed era fuori delle mura della città.
Esempio: E Vellut. Cron. 4: Essendo fatta la via di Via Maggio,... e già fatte poi più case, fece ec.
Esempio: E Vellut. Cron. 138: Monna Caterina.... che fu delle belle fanciulle, e oggi donne di Firenze.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 268: Filomena.... grande era della persona, e nel viso più che altro piacevole.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 133: Lisabetta, tu non mi fai altro che chiamare, e della mia lunga dimora t'attristi, e me con le tue lagrime fieramente accusi.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 100: Certaldo.... già di nobili uomini e d'agiati fu abitata.
Esempio: Mazz. Lett. 1, 45: Dicemi Andrea Betti gli ha molto parlato, e simile Tommaso Rucellai, e altri; e come si fanno pur di buona terra: e simile di Francesco Federighi, che fra l'altre gli disse ch'avea auta vostra lettera che gli piacque.
Esempio: Fosc. Poes. C. 70: Eran l'Olimpo e il Fulminante e il Fato, E del tridente enosigeo tremava La genitrice Terra.
Esempio: Leopard. Poes. 64: Gl'iniqui petti e gl'innocenti a paro In freddo orror dissolve.
Esempio: Giust. Vers. 227: Affilare un coltello, essere accorto Che chi l'affila non tocchi nessuno; E un corpo maschio defunto di corto Scavar di notte.... E tagliata e vuotata a questo morto Ben ben la testa, dentro a uno a uno Mettere i ceci.
Definiz: E nel medesimo ufficio serve talora a congiungere una proposizione affermativa con un'altra negativa retta dalla particella Nè. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 7, 77: Nè perciò è mai cessato che vescovo avuto non abbia ed ha ancora.
Esempio: Bemb. Asol. 2: Il che quanto esser debba lor caro, nè io ora dirò, e essi meglio potranno ne gli altri loro più maturi anni giudicare.
Definiz: Congiuntiva tra periodo e periodo nella continuità o progressione del discorso. ‒
Esempio: Dant. Inf. 1: Allor fu la paura un poco queta, Che nel lago del cor m'era durata La notte ch'i' passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, Uscito fuor del pelago alla riva, Si volge all'acqua ec.
Esempio: E Dant. Inf. 2: Se' savio, e intendi me' ch'io non ragiono. E quale è quei che disvuol ciò che volle ec.
Esempio: E Dant. Inf. 3: Maestro, il senso lor m'è duro. Ed egli a me, come persona accorta, Qui si convien lasciare ec.
Esempio: E Dant. Inf. appr.: Ch'hanno perduto il ben dello intelletto. E poichè la sua mano alla mia pose Con lieto volto, ec.
Esempio: E Dant. Purg. 10: Che ad aprir l'alto amor volse la chiave. Ed avea in atto impressa esta favella, ec.
Esempio: E Dant. Purg. 15: Sì che quantunque carità si stende, Cresce sovr'essa l'eterno valore. E quanta gente più lassù s'intende, Più v'è da bene amare, e più vi s'ama, E come specchio l'uno all'altro rende. E se la mia ragion non ti disfama, ec.
Esempio: Vell. Cron. 4: Allotta era tenuto.... orrevole palagio.... E fatto.... il detto palagio e case di dietro, ec.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 239: Non vi sfidate, chè sicuro e gagliardo son io troppo. E dicovi che io, per venirvi bene orrevole, mi metterò la roba mia dello scarlatto.
Esempio: Mazz. Lett. 1, 46: Fra l'altre gli disse, ch'avea auta vostra lettera, che gli piacque. E conchiuse Francesco a Guido così: Io vorrei noi prendessimo tempo d'esser insieme, se potessimo fare una fine a queste cose. E aggiunse, che Giovanni d'Arrigo glie n'avea parlato, e pregatol dell'accordo ec. E anzi che Guido mi dicesse la risposta ch'egli diè a Francesco, io ec.
Esempio: Machiav. Stor. 1, 147: Per questo gli uomini nocivi sono come industriosi lodati, ed i buoni come sciocchi biasimati. E veramente nelle città d'Italia tutto quello che può essere corrotto, e che può corrompere altri, si raccozza.
Definiz: § I. E, nelle enumerazioni specialmente, serve a distinguere i varj termini, o parti o proposizioni, siano queste compiute od ellittiche. ‒
Esempio: Dant. Inf. 11: Ma dimmi: quei della palude pingue Che mena il vento, e che batte la pioggia, E che s'incontran con sì aspre lingue, Perchè ec.
Esempio: E Dant. Parad. 11: Chi dietro a iura, e chi ad aforismi Sen giva, e chi seguendo sacerdozio, E chi regnar per forza e per sofismi; E chi rubare, e chi civil negozio.... S'affaticava, e chi si dava all'ozio.
Esempio: Petr. Rim. 2, 252: E i neri fraticelli, e i bigi, e i bianchi, Con l'altre schiere travagliate e 'nferme Gridan ec.
Esempio: Pandolf. Gov. Fam. 38: Riempieti la casa per tutto il verno d'uve fresche e secche.
Esempio: Buomm. Ling. Tosc. 9: Egli è ben vero che nelle bocche degli uomini si hanno le materie tutte in generale e in confuso: nobile e plebea, grave e burlesca, tragica e civile, storica e oratoria, negoziativa e dottrinale.
Definiz: § II. E trovasi usata anche con valore disgiuntivo. ‒
Esempio: Cap. Comp. Orsam. 3, 25: Abbia.... in sino in livre sei, e meno, a volontà de' rettori.
Esempio: E Cap. Comp. Orsam. appr.: Abiano per suo salario ogni mese, il più livre quattro, e meno, a volontà de' rettori.
Definiz: § III. Spesso il termine o la proposizione che l'E congiunge con altro termine o proposizione antecedente, è tramezzato da qualche parola, o da una proposizione subalterna. ‒
Esempio: Dant. Inf. 16: Volse il viso ver me, e: Ora aspetta, Disse.
Esempio: E Dant. Inf. 21: Ei chinavan li raffi, e: Vuoi ch'io 'l tocchi, Diceva l'un con l'altro, in sul groppone?
Esempio: E Dant. Purg. 3: Biondo era e bello.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 150: Aveva costui una bellissima donna e vaga per moglie.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 76: Fiesole.... fu già antichissima città e grande.
Definiz: § IV. Ripetesi per figura di polisindeto dinanzi a ciascuno dei termini congeneri della proposizione, o dinanzi a più proposizioni. ‒
Esempio: Dant. Inf. 1: Questa selva selvaggia ed aspra e forte.
Esempio: E Dant. Inf. 10: Fieramente furo avversi A me ed a' miei primi ed a mia parte.
Esempio: E Dant. Inf. 24: Lo villanello.... Si leva, e guarda, e vede la campagna Biancheggiar tutta.
Esempio: E Dant. Inf.33: E mangia e bee e dorme e veste panni.
Esempio: E Dant. Purg. 1: E con parole e con mani e con cenni Reverenti mi fe' le gambe e il ciglio.
Esempio: E Dant. Purg. 14: Tra il Po e il monte e la marina e il Reno.
Esempio: E Dant. Conv. 279: Maledetti siate voi, e la vostra presunzione, e chi a voi crede.
Esempio: Vill. G. 653: Acciocchè la sua edificazione (di Firenzuola) fosse più ferma e forte e stabile e potente.
Esempio: Petr. Rim. 2, 23: L'acque parlan d'amore, e l'ora, e i rami, E gli augelletti, e i pesci, e i fiori, e l'erba.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 110: Messer Filippo, presolo per li capelli, e stracciatagli la cuffia in capo, e gittato il cappuccio per terra, e dandogli tuttavia forte, diceva ec.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 127: Ma ora non è così, e sì pell'età, e sì perchè ec.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 4: Quivi era la ricolta e la semenza, E 'l grano e l'orzo e la paglia e 'l pagliaio.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 33: Porti la guerra, e quando vuole, e a cui.
Esempio: Leopard. Poes. 35: Guardando l'etra e la marina e il suolo.
Definiz: § V. E per la figura di asindeto, tacesi dinanzi al proprio termine. ‒
Esempio: Dant. Inf. 5: Di qua, di là, di giù, di su gli mena.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 447: La parte sovrana del mondo più ordinata e prossima al cielo non si turba di nebbia, non si scommove di tempesta, non si rivolge in turbinio, sanza ogni romore è: queste di giù tempestano.
Esempio: Petr. Rim. 1, 225: E 'l tacito focile D'Amor tragge indi un liquido sottile Foco che m'arde alla più algente bruma.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 113: Quell'antiquo mio dolce empio signore Fatto citar dinanzi alla reina, Che ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 27, 121: Temerarie, crudeli, inique, ingrate, Per pestilenzia eterna al mondo nate.
Definiz: § VI. Talora appresso i poeti ripiglia il soggetto principale del discorso, dopo l'interposizione di altri termini. ‒
Esempio: Leopard. Poes. 67: Tu primo il giorno e le purpuree faci Delle rotanti sfere, e la novella Prole de' campi, o duce antico e padre Dell'umana famiglia, e tu l'errante Per li giovani prati aura contempli.
Definiz: § VII. L'E serve a riunire le voci Tutti e Tutte con un adiettivo numerale. ‒
Esempio: Dant. Purg. 9: La 've già tutti e cinque sedevamo.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 135: Tutte e sette si spogliarono, ed entrarono in esso [laghetto].
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 271: Che andate voi cercando a questa ora tutti e tre?
Esempio: Cellin. Pros. 150: Tutte e quattro le dette cose si mescolano insieme.
Esempio: Mei C. Metod. Cur. trad. 95: Nelle spezie composte, viene indicata una composizione di tutt'e due queste intenzioni, e di tutte e due le divisate spezie di medicamenti.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 301: Tutti e due d'accordo andarono al Cadì.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 253: Chi gli ha uccisi? F. Il padrone tutti e tre.
Definiz: § VIII. E serve a riunire anche la voce Bello con un participio passato, e talora con un Sostantivo o un verbo all'Infinito. ‒
V. Bello, §§ XXVI, XXVII e XXVIII.
Definiz: § IX. L'E serve a mettere in relazione e come a riscontro due proposizioni, per argomentarne, indurne o dedurne, checchessia. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 7, 159: La quale [bellezza].... se per altro non fosse da aver cara, si è perciò che vaghezza e trastullo e diletto è della giovanezza degli uomini, e tu non se' vecchio.
Esempio: Mazz. Lett. 1, 43: Gran cortesia è rispondere alle lettere dell'amico; e voi avete bene l'arte di, ec.
Definiz: § X. E pur conservando la sua forza copulativa, serve a riunire, due idee opposte in unico concetto, o due proposizioni, l'una affermativa e l'altra negativa. ‒
Esempio: Dant. Inf. 12: Necessità 'l c'induce, e non diletto.
Esempio: E Dant. Inf. 13: Io sentia da ogni parte tragger guai, E non vedea persona che il facesse.
Esempio: E Dant. Inf. 30: E scusava Me tuttavia, e nol mi credea fare.
Esempio: Ar. Comm. 2, 238: Dico Catanea, E non Castagna, in tuo mal punto.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 4, 99: Ma non so veder io come non sapesser questo gli altri scrittori, e Teopompo solo il sapesse egli.
Esempio: Mont. Iliad. 17, 175: O di viso sol prode, e non di fatto.
Definiz: § XI. Serve a mettere in opposizione uno con un altro concetto, una con un'altra proposizione; e in questo senso riceve un valore oppositivo, ed equivale a Ma, Laddove, Mentre, e simili. ‒
Esempio: Dant. Inf. 17: La faccia sua era faccia d'uom giusto; Tanto benigna avea di fuor la pelle, E d'un serpente tutto l'altro fusto.
Esempio: E Dant. Inf. 19: Che le cose di Dio, che di bontate Deono essere spose, e voi rapaci Per oro e per argento adulterate.
Esempio: E Dant. Inf. 30: Io ebbi vivo assai di quel ch'i' volli, Ed ora, lasso! un gocciol d'acqua bramo.
Esempio: E Dant. Purg. 6: O Alberto Tedesco, che abbandoni Costei ch'è fatta indomita e selvaggia, E dovresti inforcar li suoi arcioni ec.
Esempio: E Dant. Purg. 11: Credette Cimabue nella pintura Tener lo campo, ed ora ha Giotto il grido.
Esempio: Libr. Pred. 13: Come puo' tu dire al tuo prossimo: Fratello mio, lasciami trarre dall'occhio tuo una pagliuola, e tu non vedi la trave la quale è nell'occhio tuo?
Esempio: Petr. Rim. 1, 18: Tacito vo; che le parole morte Farian pianger la gente: ed i' desio Che le lagrime mie si spargan sole.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 29: Io non ho vicina che pulcella ne sia andata a marito; ed anche delle maritate so io ben quante e quali beffe elle fanno a' mariti: e questo pecorone mi vuol far conoscer le femine, come se io fossi nata ieri.
Definiz: § XII. Pure con valore oppositivo, equivale a Nondimeno, Ciò nonostante, Tuttavia, Eppure, e simili. ‒
Esempio: Dant. Purg. 14: Chiamavi il cielo, e intorno vi si gira, Mostrandovi le sue bellezze eterne, E l'occhio vostro pure a terra mira.
Esempio: Petr. Rim. 1, 118: Era ben forte la nemica mia; E lei vid'io ferita in mezzo 'l core.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 239: Era vi (nel cimitero) il dì stesso stata sotterrata una femina, e non ebbi paura niuna.
Definiz: § XIII. Ed anche equivale a Sebbene, Quantunque. ‒
Esempio: Dant. Inf. 27: Non t'incresca restare a parlar meco: Vedi che non incresce a me, ed ardo.
Definiz: § XIV. Ed equivale altresì a In vece, Per lo contrario. ‒
Esempio: Fr. Giord. Pred. 67: L'uomo santo, quando si parte di questa vita, allorachè tu credi ch'e' muoia, ed e' nasce.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 105: L'abate mi disse ch'io il gittassi; e 'l monaco disse: e l'abate manda a dire per me che tu no 'l getti.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 305: Entrò egli solo nella cucina: e per giudicio di Dio, credendo abbracciare e baciare loro, ed e' baciava ed abbracciava le pentole e' laveggi.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 272: Quando io credo che tu ingrassi, e tu dimagheri.
Definiz: § XV. Premessa all'avverbio E Poi, forma con esso una maniera antitetica, equivalente ora a Ma, Mentre, Quando, e simili, ora a Ciò nonostante, Eppure, ec. ‒
Esempio: Razz. Cecc. 1, 2: Ogni cosa vale un occhio d'uomo, o poi gli scolari si dolgono che le dozzine son care.
Esempio: Giust. Vers. 126: A fare un santo Date ad intendere Di starci tanto! E poi nell'aula Devota al salmo L'infamia sdraiasi Di palmo in palmo!
Definiz: § XVI. E, denota contemporaneità tra due atti, ovvero tra un atto e mia condizione, stato, e simili, espressi da due proposizioni, la prima delle quali più spesso è temporale. ‒
Esempio: Dant. Inf. 25: Mentre che sì parlava, ed ei trascorse.
Esempio: E Dant. Inf. appr.: Com'i' tenea levate in lor le ciglia, Ed un serpente con sei piè si lancia Dinanzi all'uno.
Esempio: E Dant. Purg. 2: Noi eravam tutti fìssi ed attenti Alle sue note; ed ecco il veglio onesto Gridando: Che è ciò?
Esempio: E Dant. Purg. 14: Come da lei l'udir nostro ebbe tregua, Ed ecco l'altro con sì gran fracasso, Che ec.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 100: E quando ella si sarebbe voluta dormire,... ed egli le raccontava la vita di Cristo.
Esempio: E Bocc. Decam. 5, 178: Essendo adunque già venuta l'ultima vivanda, ed il romore disperato della cacciata giovane da tutti fu cominciato ad udire.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 101: Mentre in questa guisa stava senza alcun sospetto di lupo, ed ecco vicino a lei uscir d'una macchia folta un lupo grande e terribile.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 110: In questo che egli così si rodeva, e Biondel venne.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 157: In questa così fatta furia stando il detto Coppo, ed ecco venir li maestri e manovali,... e salutando Coppo, domandarono denari.
Esempio: E Sacch. Nov. 1, 345: Quando gli ebbono (i Genovesi) appunto dove vollono, e Stecchi disserra la cateratta, ec.
Esempio: Pulc. L. Morg. 6, 3: Mentre che dice questo, e Ulivieri Conobbe Orlando ec.
Definiz: § XVII. Denota pure l'immediato succedere di un atto, fatto, o fenomeno, ad un altro: e in tale ufficio premettesi più spesso all'avverbio E Ecco. ‒
Esempio: Dant. Purg. 6: Il dolce Duca incominciava: Mantova.... E l'ombra tutta in sè romita Surse ver lui del luogo ove pria stava, Dicendo ec.
Esempio: Vill. G. 683: Venne il dì che Iddio avea minacciato; ed ecco di verso il levante una nuvola con puzzo di solfo, e stette sopra la città.
Esempio: Stor. Pistol. 96: Dette le parole, e l'Abate sen'andò al palagio.
Esempio: Petr. Rim. 2, 187: Così rispose, ed ecco da traverso Piena di morti tutta la campagna.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 188: Poi, quando questo fatto avrai, ed io ti dirò il rimanente che a fare avrai.
Esempio: Parin. Poes. 17: Su dunque, o voi del primo ordine servi,... Al mio divino Achille, al mio Rinaldo L'armi apprestate. Ed ecco in un baleno I tuoi valletti a' cenni tuoi star pronti.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 300: Manca suoni l'ora del riscatto, Il veni, vidi, vici, e tutto è fatto.
Definiz: § XVIII. Secondo una delle proprietà del latino Et, usasi talora in senso di Anche. ‒
Esempio: Nov. ant. B. 76: Morto è secondo natura; dunque per convenevole modo e tutti dovemo morire.
Esempio: Fr. Giord. Pred. 198: Se tu di' ch'hai fede, mostralo per opera: che se tu non hai l'opera, e le demonia hanno fede.
Esempio: E Fr. Giord. Pred. 308: Se Cristo risucitoe, e noi risuciteremo.
Esempio: Dant. Purg. 3: E ciò che fa la prima, e l'altre fanno.
Esempio: E Dant. Conv. 255: Con lui ed io era.
Esempio: Tav. Rit. 1, 66: Poi che ti piace d'essere cavaliere,... e a me piace.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 89: Se pure questo v'è all'animo,... ed a me.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 127: Venuta che fu tutta la brigata, e detto loro che passino su, e ser Ciolo ne va su per le scale con loro.
Esempio: Pulc. L. Morg. 11, 49: Diceva Orlando: io per me son disposto Insieme con Astolfo ire a morire. Disse Rinaldo: ed io; facciam pur tosto.
Esempio: Mont. Poes. App. 42: E noi lombardi petti, e noi nutrica Il valor che alle donne Etrusche e Perse Plorar fe l'ombre de' mariti estinti.
Definiz: § XIX. E posto talora poeticam. a principio del componimento, con lo stesso valore. ‒
Esempio: Fosc. Poes. 161: E tu ne' carmi avrai perenne vita, Sponda ch'Arno saluta in suo cammino.
Esempio: Leopard. Poes. 66: E voi de' figli dolorosi il canto, Voi dell'umana prole incliti padri, Lodando ridirà.
Definiz: § XX. E usata pleonasticam. ‒
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 2, 470: Gli dette (all'Almansor) per questo effetto non solamente i Mori quasi di tutta Spagna, ma e d'Africa ancora, chiamati, come diremmo noi, alla Crociata, per guadagnarsi tutta Castiglia.
Definiz: § XXI. E in comparazione, dinanzi al secondo termine, seguita dall'avverbio Così, talora taciuto per ellissi. ‒
Esempio: Dant. Purg. 11: E come noi lo mal che avem sofferto Perdoniamo a ciascuno, e tu perdona Benigno.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 213: Questa cosa chiamiam noi vulgarmente l'andare in corso: perciò che sì come i corsari tolgono la roba d'ogni uomo, e così facciam noi.
Esempio: E Bocc. Amet. 149: E come gli altri giovani le chiare bellezze delle donne di questa terra andavano riguardando, ed io, tra le quali una giovane ninfa chiamata Pampinea, fatto me del suo amor degno, in quello mi tenne non poco tempo.
Definiz: § XXII. Ha talora anche un valore illativo, ed equivale a Onde, Perciò, e simili. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 4, 181: Per avventura egli la si prenderà un giorno, senza che alcuno il sappia, per moglie, ed io non sarò mai poscia lieta.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 97: E perchè egli sa che io son venuto a richiamarmi di lui d'una valigia, la quale egli m'ha imbolata, ed egli è testè venuto, e dice dell'uosa.
Definiz: § XXIII. E talora riceve anche il valore di particella condizionale, come Se, Purchè, A patto che, Posto che, e simili. ‒
Esempio: Fr. Giord. Pred. 196: I pagani hanno voluto dare ai santi.... oro e argento, e farli segnori, e impromesso loro grandi cose; ed eglino lascino la fede.
Esempio: E Fr. Giord. Pred. 220: Pochi omini vegnono a confessione; ed ecci di quelli che n'andrebbono volentieri di qui a S. Iacopo, ed e' non fossero tenuti di confessarsi.
Esempio: Deput. Decam. 73: Quando in più libri troverremo due, o più lezioni, e sian tutte buone, ci appiglieremo sempre.... a quella de' più antichi.
Esempio: Ambr. Furt. 2, 7: M'ha voluto mettere in mano cento cinquanta scudi, ed io gliene facessi copia.
Definiz: § XXIV. L'E spesso non ha altro ufficio che di rafforzare il discorso o di dargli maggior rilievo, posta innanzi a proposizione affermativa, negativa, interrogativa, esortativa, obiurgativa, conclusiva, e simili. ‒
Esempio: Dant. Inf. 33: E se non piangi, di che pianger suoli?
Esempio: E Dant. Purg. 3: E come sare' io senza lui corso?
Esempio: E Dant. Parad. 8: E quanta e quale vidi'io lei far piue Per allegrezza nuova che s'accrebbe Quand'io parlai, all'allegrezze sue! Così fatta, mi disse ec.
Esempio: E Dant. Conv. 292: Dunque, se vivere è l'essere dell'uomo, e così da quello uso partire è partire da essere.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 137: E come, disse Dioneo, cominciate voi prima a far de' fatti che a dir delle parole?
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 180: Ma ditemi chi è più parente del vostro figliuolo, o io, che il tenni a battesimo, o vostro marito, che il generò? La donna rispose: È più suo parente mio marito. E voi dite il vero, disse il frate.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 272: La donna rivolta ad Arriguccio disse:... e quando fostu questa notte più in questa casa?
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 42: Se voi non gli avete (i denari), e voi andate per essi.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 156: E da che diavol se' tu più che qualunque altra dolorosetta fante?
Esempio: E Bocc. Fiamm. 47: Dunque la pietà del vecchio padre, preposta a quella che di me dei avere, mi sarà di morte cagione? E tu non se' amatore, ma nemico, se così fai.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 7: Della quale [festa] io non credo avervi detta La millesima parte, e poi c'è quella Del mio compagno, ch'ebbe anch'ei la stretta.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 267: A Dio, o buon compagno. F. Vavvi pur tu. M. E tu va' dunque al diavolo.
Esempio: Buomm. Lez. II, 5, 260: Questa particella e.... non è sempre semplice interposizione, perch'ella serve più d'una volta solo per ripieno, cioè per proprietà di favella; alcune volte serve per evidenza, e per dimostrare un certo inaspettato avvenimento.
Esempio: Alf. Trag. 4, 17: E che? men caro forse Mi fosti, o sei perciò?
Esempio: Leopard. Poes. 62: Ottenebrati e spenti Di Febo i raggi al misero non sono In sempiterno? ed anco, Primavera odorata, inspiri e tenti Questo gelido cor?
Definiz: § XXV. E pure come particella rafforzativa dinanzi a proposizioni denotanti risoluzione, prontezza d'animo, e simili, ovvero concessione, annuenza, e simili. ‒
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 14: Rispose: Non posso altro oramai. A cui madonna Aldruda disse: Sì, puoi, chè la pena pagherò io per te. A cui Buondelmonte rispose: E io la voglio.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 137: Conosci tu chi color sieno li quali tu vuogli che s'ardano? Il Re rispose di no. Disse allora Ruggieri: Ed io voglio che tu gli conosca.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 148: Poichè egli v'aggrada che io tutte l'altre assicuri, ed io il farò volentieri.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 392: Io vi priego.... che almeno una sola camicia sopra la dote mia vi piaccia che io portar ne possa. Gualtieri.... disse: e tu una camicia ne porta.
Esempio: Car. Eneid. 2, 1076: Se piace a te, se nel tuo core è fermo Che nè di te nè de gli tuoi si scemi La ruina di Troia; e così vada, E così fia.
Esempio: Leopard. Poes. 53: A me s'appresti... la tomba, anzi che l'empio letto Del tiranno m'accoglia. E se pur vita e lena Roma avrà dal mio sangue, e tu mi svena.
Definiz: § XXVI. E dinanzi ad aggiunto denotante progressione nella qualità, nel modo, effetti e simili, di una cosa o di un'azione. ‒
Esempio: Dant. Inf. 28: Che dissi, lasso! Capo ha cosa fatta, Che fu il mal seme della gente Tosca. Ed io v'aggiunsi: E morte di tua schiatta.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 239: Avvenne che per soverchio di noia egli infermò e gravemente.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 182: Perciò guardatevi, donne, dal beffare, e gli scolari spezialmente.
Esempio: Fag. Comm. 3, 29: Avete occhiali buoni? S. Se ce n'ho! e di quei fini d'Inghilterra.
Definiz: § XXVII. Serve altresì a denotare relazione di reciprocità, corrispondenza, conformità e simili, tra due proposizioni. ‒
Esempio: Dant. Inf. 13: Sì col dolce dir m'adeschi, Ch'io non posso tacere: e voi non gravi Perch'io un poco a ragionar m'inveschi.
Esempio: E Dant. Inf. 30: S'io dissi falso, e tu falsasti il conio.
Esempio: E Dant. Purg. 12: Sangue sitisti, ed io di sangue t'empio.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 287: Che tu prenda questi miei panni, e donimi solamente il tuo farsetto ed un cappuccio, e con essi torni al tuo e mio signore, e dichi che tu m'abbi uccisa; ed io ti giuro per quella salute la quale tu donata m'avrai, che io mi dileguerò.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 138: Bella giovane, tu mi facesti oggi onore della corona, ed io il voglio questa sera a te fare della canzone.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 78: Che voi m'amiate mi può esser molto caro, ed io debbo amar voi, ed amerovvi volentieri.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 295: Quand'un parlami, Sta' cheto tu e lasciami rispondere.
Esempio: Fag. Rim. 6, 171: Ma natura non sol, l'arte ci unì: Se tu canti la sol fa mi re do, Ed io sto colle Muse a tu per tu.
Esempio: Alf. Trag. 2, 322: Romilda, udisti? O all'alba Muovi buon grado il piede, e orrevol scorta Al fianco avrai, cui fia Ragauso duce; O l'andar nieghi, e strascinarti ei debbe.
Definiz: § XXVIII. E dinanzi a maniere dichiarative. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 7, 93: Tra queste [cose] una ch'è più notabile che alcuna dell'altre al parer suo, ne gli vide; e ciò fu un paio di brache.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 137: La sua fante.... entrò in uno sciocco pensiero; e ciò fu, che l'amante della donna sua ad amarla, come far solea, si dovesse poter riducere per alcuna nigromatica operazione.
Definiz: § XXIX. E dinanzi a maniere conclusive dopo la fine di un discorso o di un racconto. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 2, 108: Essi il tirerebber suso; e così fecero.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 306: E così rimase lo 'ngannatore a piè dello 'ngannato.
Definiz: § XXX. Ed usata in parentesi. ‒
Esempio: Dant. Inf. 27: Come il bue Cicilian che mugghiò prima Col pianto di colui (e ciò fu dritto) Che l'avea temperato con sua lima, Mugghiava ec.
Esempio: E Dant. Inf. 30: Voi, che senza alcuna pena siete (E non so io perchè) nel mondo gramo,... guardate ec.
Esempio: Tass. Gerus. 20, 46: Ma, come innanzi agli occhi abbia 'l Gorgone (E fu cotanto audace), or gela e impetra.