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Dizion. 4° Ed. .
DETRAZIONE
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DETRAZIONE.
Definiz: | Il detrarre. Lat. detractio, obloquutio. Gr. καταλαλία. |
Esempio: | Maestruzz. 2. 8. 3. La detrazione è diversa dalla contumelia, cioè villanía, in due
modi. In prima quanto che al modo di proponere le parole, imperocchè lo 'ngiurioso manifestamente parla alcuna cosa, ma
la detrazione occultamente. Il secondo quanto al fine, ovvero quanto che al nocimento, imperocchè lo 'ngiurioso macola
l'onore altrui, ma il detrattore la fama. E son dette le parole del detrattore occulte non semplicemente, ma per
operazione a colui, di cui ella parla; imperocchè sono, non essendo egli presente, e non sappiendolo, avvegnachè
dinanzi a molti dette fossono le parole maladette. In quanti modi diminuisce la detrazione la fama altrui? ec.
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Esempio: | Tratt. pecc. mort. Detrazione è dir male occulto d'altri, non avendo alcun debito
fine, e non essendo presente colui, di chi si dice tal male. |
Esempio: | Amm. ant. 36. 5. 5. Sicchè onde più detrazione fiatano, indi meno veggono.
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Esempio: | Filoc. 5. 220. S'egli mai alcuna detrazione commise, questo gli è mortal pensiero.
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Definiz: | §. I. Per Iscemamento, Diminuzione. Lat. diminutio. Gr. ἐλάττωσις. |
Esempio: | Bocc. vit. Dant. 9. Nominóllo Aldighieri, come che il vocabolo poi per detrazione
di questa lettera D corrotto rimanesse Alighieri. |
Esempio: | M. V. 5. 38. Comportando pazientemente la loro detrazione messa dalla avversaria
setta. |
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